giuliano

sabato 13 luglio 2013

DESIDERIO DI CARNE (22)














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desiderio di carne (21)

Prosegue in:

il ritorno dei papi: il recinto (23)










Si osservi che nel linguaggio ecclesiastico, così come nel linguaggio comune,
la dieta quaresimale è definita 'mangiare di magro', mentre il 'mangiare di
grasso' equivale al mangiar carne.
Dunque la cultura medievale - rimasta, in questo caso, fino ai giorni nostri -
identifica la carne con il grasso, o perlomeno li accomuna nella stessa corni-
ce di valori, proiettando anche sul grasso l'immagine fortemente positiva che
annota la carne.




La cosa si conferma sia sul piano economico sia sul piano simbolico: se i ta-
gli di carne erano tanto più apprezzati commercialmente quanto più erano
grassi, l'aggettivo 'grasso' per lo più denotava caratteri di benessere e felici-
tà, spensieratezza e disinteresse per l'altrui condizione.
Per Bologna, l'apiteto 'grassa' (moglie del grasso) non fu certo coniato per
dileggio, e l'alta borghesia fiorentina non trovò migliore espressione di 'po-
polo grasso' per definire il proprio statuto sociale nel momento del massimo
(e talvolta illusorio) potere economico e politico....




I canoni di valutazione erano opposti a quelli attuali, e l'affannosa richiesta
di 'carne magra', oggi così di moda, sarebbe apparsa ai nostri progenitori
quantomeno bizzarra.
In questa complessa vicenda alimentare (materiale e simbolica a un tempo)
gioca un ruolo importante anche l'immagine sociale - e in senso lato politica -
che la cultura medievale associa al consumo di carne.
Se la carne è per eccellenza l'alimento che dà forza, esso sarà per eccellen-
za il cibo del potere, in virtù di un implicito passaggio intermedio (la forza
.. della carne... come elemento primario del potere) che la cultura medieva-
le dà in qualche modo per scontato.




Il potente è il guerriero( il re, il monarca, poi il politico), è colui che combatte
meglio degli altri ed è in grado di batterli. La forza si costruisce in primo luo-
go con la carne.
La carne è il cibo del guerriero, che costruisce la sua forza legittimandolo a
comandare.....
La crescita della popolazione, dal IX secolo in poi, spinge molti contadini a
erodere la foresta per ricavarne spazi coltivabili: un campo a cereali produce
più cibo di un terreno boschivo. Anche i signori spingono in questa direzione,
sollecitano i contadini ad allargare le coltivazioni: i profitti che se ne ricavano,
attraverso canoni e decime sui raccolti, sono più abbondanti e meglio spendi-
bili sui mercati alimentari.




Infine, cosa importante..., i signori tengono a riservare a se stessi la pratica
della caccia, che ha un ruolo essenziale nella definizione e nella rappresenta-
zione dell'identità nobiliare. Un po' alla volta, il consumo di carne si diversifi-
ca socialmente.
Sul piano quantitativo, anzitutto: i contadini ne mangeranno sempre meno e
la carne diventerà sempre più uno 'status symbol' dello stile di vita nobiliare.
Il carattere elitario dei consumi carnei si definirà anche in termini qualitativi:
la selvaggina, in modi più o meno accentuati a seconda delle regioni, sarà ri-
servata alle tavole 'alte' della società.
In seguito rileveremo l'uso del 'potere feudale' inteso in questo ed altri termi-
ni ed il suo riflesso nell'attuale società.....
(M. Montanari, Gusti del Medioevo)













 

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