giuliano

mercoledì 30 dicembre 2020

[transizione] DI FASE (4)

 










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Della transizione (3/1)   (& Prima parte del capitolo) (5)







Inciso su Platone: trovo curioso che il neoplatonico Kepler associ il fiocco di neve al solido platonico che rappresenta l’aria: forse aveva intuito che queste forme cristalline possono formarsi solo inglobando nelle gocce d’acqua ampie zone ‘vuote’, occupate appunto dall’aria. Platone, nel Timeo, associa il tetraedro, l’ottaedro, il cubo, e l’icosaedro rispettivamente a quelli che erano allora ritenuti i quattro elementi fondamentali: fuoco, aria, terra, e acqua.

 

Il dodecaedro, non realizzabile unendo opportunamente triangoli (come invece avviene per gli altri poliedri citati), veniva invece associato all’immagine del cosmo intero, realizzando la cosiddetta quintessenza.

 

La seconda spiegazione fornita in Harmonices Mundi contiene l’idea che i cristalli di neve siano originati da aggregazioni di gocce d’acqua sferiche, e che la loro struttura geometrica macroscopica rifletta quindi analoghe proprietà microscopiche.




 Robert Hooke ha ripreso questa intuizione di Kepker circa 50 anni più tardi (Micrographia 1665), arricchendola di una più solida base fenomenologica dovuta all’utilizzo del microscopio Le intuizioni di Keplero e Hooke sulla struttura modulare dei cristalli sono state formalizzate solo nel 1822 dall’ abate francese Rene Just Hauy, il padre della cristallografia moderna.

 

La risposta moderna alla domanda iniziale si basa su una serie di nozioni di chimica, fisica delle transizioni di fase e matematica delle strutture frattali.

 

Mi limiterò solo all’illustrazione di pochi concetti di base.




L’origine di tutto è ovviamente nella formula chimica della molecola dell’acqua, H2O, e nell’osservazione ovvia che questa sostanza si presenta nella vita di tutti i giorni nei tre possibili stati (o fasi): stato gassoso (vapore acqueo), liquido e solido (ghiaccio).

 

Da notare che le 6 varie denominazioni dei fenomeni di ‘passaggio tra stati’, ad esempio la transizione tra stato liquido e stato gassoso si chiama ‘vaporizzazione’. La formazione di fiocchi di neve avviene sostanzialmente (ma non esclusivamente) attraverso la ‘deposizione’ (chiamata anche in modo impreciso ‘condensazione’). Ci troviamo quindi a temperature inferiori a 0 0 C, e il vapore acqueo presente nelle nubi solidifica in cristalli senza passare per lo stato liquido.

 

Il passo successivo consiste nel realizzare che il modo di cristallizzazione ‘normale’ per l’acqua è quello esagonale, questa forma corrisponde alla fase stabile del ghiaccio, che si manifesta a pressioni e temperature compatibili con i fenomeni naturali di cui stiamo parlando.




La simmetria esagonale nasce quindi da qui, ma questa spiegazione così semplice non è sufficiente per dar conto delle molteplici forme dei cristalli di neve che possono manifestare configurazioni stellate con ramificazioni varie delle punte (‘dendriti’) che rimandano a strutture frattali sovrapposte alla simmetria esagonale.

 

Possiamo altresì constatare una grande variabilità morfologica: strutture esagonali piatte più o meno compatte e suddivise in settori, prismi esagonali (solidi o vuoti all’ interno), aghi...

 

I cristalli tendono a forme più semplici quando l’umidita (supersaturation) è bassa, ma il meccanismo per cui le forme cambiano così marcatamente con la temperatura non è stato ancora spiegato.




Siamo in presenza infatti di processi di crescita molto complessi: descrivere il modo in cui molecole di vapore acqueo sono incorporate in un certo cristallo che si sta formando coinvolge un grande numero di parametri fisici e dipende anche dal modello fisico–matematico che descrive la dinamica di crescita.

 

In questi contesti così diversi viene disquisito come, dietro alla semplicità a un po’ banale e monotona di un esagono regolare, si possano nascondere in realtà strutture altamente complesse sia da un punto di vista fenomenologico che dal punto di vista della modellizzazione matematica.

 

Un percorso mentale opposto, che parte dalla complessità per arrivare alla simmetria esagonale perfetta, si ritrova in un brano da La Montagna Incantata di Thomas Mann che descrive la passeggiata sugli sci del protagonista, Castorp, sotto una nevicata nelle campagne che circondano il sanatorio in cui è ricoverato.  

 

Separo il testo in due parti: la prima trasmette il senso di meraviglia per la varietà e complessità di cui ho appena parlato…




Castorp fece un passo avanti per far(ne) cadere alcuni fiocchi sulla manica e osservarli con la competenza dello studioso dilettante. Sembravano straccetti informi, ma più di una volta egli ne aveva visti attraverso la sua buona lente e sapeva benissimo di che gioielli graziosamente regolari erano composti, di oggetti preziosi, stelle cavalleresche, fermagli di brillanti, che più ricchi e minuziosi non avrebbe saputo creare neanche il più coscienzioso gioielliere,... anzi quel bianco polverio, lieve e soffice, che ammassato gravava sul bosco e copriva la landa, e sul quale lo portavano le sue assicelle, era pur diverso dalla natia rena marina, alla quale faceva pensare: questi non erano, si sa, granelli di sasso, bensì miriadi di particelle d’acqua congelate e variamente cristallizzate – particelle della sostanza inorganica che fa sbocciare anche il plasma della vita, il corpo dei vegetali e dell’uomo – e tra quelle miriadi di stelline magiche nella loro minuta e segreta magnificenza, inaccessibile e d’altronde neanche destinata al nudo occhio umano, non ce n’era una che fosse uguale all’altra; una illimitata gioia d’inventare si manifestava nella variazione e nella finissima elaborazione di uno stesso invariabile schema, quello dell’esagono equilatero – equiangolo… 

 

…Mentre nella seconda parte si insinua la repulsione per l’eccessiva regolarità e monotonia, e prende voce l’angoscia del protagonista che comincia a presagire il suo destino…

 

…Ma in se stesso ciascuno di quei freddi prodotti era di una simmetria assoluta, di una gelida regolarità, anzi questo era il loro lato inquietante, antiorganico, ostile alla vita; erano troppo regolari, la sostanza organizzata per vivere non lo è mai fino a tal punto, la vita aborre la precisione esatta, la considera letale, come l’enigma della morte stessa, e Castorp credette di intuire perché i costruttori di templi antichi abbiano introdotto di nascosto piccole divergenze nella simmetria dei loro ordini di colonne.




Si potrebbe chiosare questa citazione in termini scientifici dicendo che i processi di evoluzione (non solo organica) sono prodotti da meccanismi dinamici di competizione tra ordine (simmetria) e ‘divergenze nella simmetria’.

 

Si potrebbero poi anche riabilitare i fiocchi di neve osservando come oggi sia largamente accettata l’ipotesi avanzata dagli astrobiologi che la vita sulla terra abbia avuto origine grazie all’arrivo di molecole organiche intrappolate in cristalli di ghiaccio (non necessariamente H2 O) diffusi dalle comete nello spazio interplanetario. 

(A. Marzuoli)  




 Anche Bentley, paradossalmente, nella morte  a causa di una polmonite dopo una passeggiata nella tormenta di neve, dimostrò (…pur non volendo ed immagino inconsapevolmente…) di essere simmetrico alla ricerca di una vita intera spesa per l’amore di un Elemento, e con lui i molteplici aspetti assunti in Natura. L’amore di una vita intera impone il ruolo di ricercatore e scienziato autodidatta non meno di meteorologo; pur non dimenticando l’artista, consapevole o meno, circa la propria Arte adattata ai vari schemi della scienza, la quale scienza a sua volta appaga, oltre l’avventuroso spirito di ricerca anche il meno nobile scopo della ricchezza. Anche, se immagino, ogni sua lastra fotografica pari ad un quadro, nel quale l’artista scorge e cerca di far intendere ciò di cui capace la Natura nell’apparente Nulla di cui l’artista interprete e cantore al pari di ciò per cui (consapevolmente o non, inconsciamente o non…) simmetricamente motivato:  una pioggia una nevicata un cielo carico di tesori distribuiti fra acqua gelo e neve.

 

L’occhio intuisce e vede, la mente dell’Anima traduce e ricerca quanto ci appartiene quale codice genetico simmetrico ed affine alla Natura… Un processo di reciproca trasmutazione scientifica del quale abbiamo già accennato, uguale allo Spirito interpretato circa la Natura studiata nelle vari fasi di transizione dall’immateriale alla materia incarnata. Il ciclo compie la propria Opera di morte e rinascita, se pur invisibile questo il rapporto che intercorre fra il soggetto e l’oggetto della propria ricerca quale dottrinale genesi riflessa nella ‘materia’.




Le commoventi Lettere lo annoverano fra gli artisti mal corrisposti nel proprio genio (se pur celebrato come un ‘fiocco di neve o meglio di cristallo’…).  

 

Per questo motivo sono sicuro che taluni fenomeni non esattamente rivelati dalla scienza, così come il principio di cui la vita, presentano delle impossibili soluzioni per ciò concernente le certezze dedotte ed interpretate dalla materia, sia essa scientifica che dottrinale. Quindi solo con l’ausilio della metafisica possiamo accordare una più logica (illogica secondo taluni) spiegazione dell’immateriale al quale demandiamo al principio del Nulla di cui Kepler al pari di un artista ci fornisce nobile ‘poetica’; in quanto se pur principio di Vita svelarne la progressiva evoluzione (proveniente da una meteora precipitata in Terra annunziare salvezza…) comporta una paradossale condizione di opposta concretezza.

 

È plausibile ed ereticamente conseguibile, accettando anche ciò di cui un nesso ‘specifico e/o specificante’ può ricadere nell’apparente ‘casualità’ posta in ordine crescente per come dedotta (superando la fenditura di cui la particella o l’onda) e formulare, all’opposto, concreta certezza, più concreta certezza senza per questo ricadere nell’illogica spiritualità affine al Nulla…

 

…Giacché come più volte letto, un Nulla ampiamente specificato motivo dell’intero Creato, ed oltretutto anche perseguitato (come il Tomo in cui trascritto l’araldo della propria ed altrui radice, dalla Terra sino alla più alta foglia e ramo protesi nella volontà frutto della Vita, e successivamente corrisposti ed esposti all’umano proibito divieto ‘interpretativo’ di un più (in)certo Verbo e, di conseguenza, condotti al rogo di una più volgare e materiale concretezza affine alla seminata ignoranza di cui Roma signora indiscussa…). 

(Giuliano)







mercoledì 23 dicembre 2020

(un difficile) COMPITO (2)

 










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Un difficile...


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Transizione di fase (3/4) 








I benefici che derivano dall’affrontare i cambiamenti climatici saranno tanto maggiori quanto più le azioni saranno tempestive e ambiziose, con iniziative, integrate, multidisciplinari e capaci di guardare a lunghi orizzonti temporali. Scienziati italiani analizzano il Rapporto Speciale IPCC su Oceano e Criosfera in un clima che cambia.

 

Il messaggio arriva in maniera estremamente diretta dall’ultimo rapporto dell’IPCC, che ha visto oltre cento scienziati ed esperti di tutto il mondo confrontarsi con la più recente letteratura scientifica in tema di oceano, criosfera e cambiamenti climatici.




Il Report, i cui approfondimenti sono disponibili sul sito dell’IPCC Focal Point per l’Italia (con il comunicato stampa in italiano, domande e risposte sui principali contenuti ad opera di esperti italiani, video, dati e altro), si concentra sul mare e sulle aree ghiacciate del pianeta, e su come il loro rapporto con i cambiamenti climatici sia estremamente importante sia per le popolazioni che vivono in queste aree (670 milioni di persone nelle regioni di alta montagna, 680 milioni di persone nelle zone, 4 milioni di persone che vivono permanentemente nella regione artica, e i 65 milioni di abitanti degli stati in via di sviluppo delle piccole isole), sia anche per gli equilibri degli ecosistemi marini e costieri, per la disponibilità delle risorse idriche, per gli eventi estremi, per la sicurezza alimentare e per molti settori produttivi e culturali.




‘Il messaggio del report è molto chiaro: la Terra si sta scaldando e produce impatti indiscutibili sulla criosfera, che si sta gradualmente riducendo, e sull’oceano che si scalda molto più velocemente di quanto non sia accaduto in passato, con un conseguente innalzamento del livello del mare’,

 

commenta Dorotea Iovino, responsabile scientifica della ricerca su oceano globale e giaccio marino della Fondazione CMCC.

 

‘Gli scenari mostrano un oceano sottoposto a riscaldamento e aumento del livello marino per tutto il XXI secolo, perdita di ossigeno, maggiore acidificazione, ondate di calore marine sempre più frequenti e più intense’,

 

osserva Simona Masina, direttrice della divisione di ricerca Ocean  Modeling and Data Assimilation del CMCC, studiosa del ruolo dell’oceano nel sistema climatico globale.




‘Senza l’adozione di strategie e misure di adattamento, assisteremo ad un aumento dei rischi di inondazione ed eventi estremi per le comunità costiere, ad un aumento degli impatti negativi sulla biodiversità marina, ad una riduzione del potenziale di pesca e delle risorse marine in generale con conseguenze negative per la sicurezza alimentare, il turismo, l’economia e la salute’.

 

‘Il rapporto è un’opera fondamentale per capire l’entità del cambiamento climatico in atto e la sua evoluzione a seconda dei diversi scenari climatici’,

 

sottolinea Carlo Barbante, professore ordinario all’Università Ca’ Foscari Venezia e ricercatore presso l’Istituto di Scienze Polari del CNR.




‘In particolare, quest’ultimo lavoro dell’IPCC permette di apprezzare la stretta relazione che sussiste tra comparti ambientali, quali oceani e criosfera, e le attività umane.  Un legame che parte dalla fusione dei ghiacciai polari, si traduce in un aumento del livello dei mari e si conclude con possibili gravi conseguenze per più di 680 milioni di persone’.

 

‘Il rapporto – continua Barbante – evidenzia il preoccupante stato di salute dei ghiacciai, non solo polari, ma anche alle più basse latitudini, la cui massa complessiva potrà diminuire fino all’80% da qui al 2100. A questo si accompagna anche una riduzione della copertura nevosa che, nel ventennio 2081-2100, potrebbe ridursi fino al 90%. Le conseguenze spazierebbero da una maggiore difficoltà di approvvigionamento di acqua potabile fino alle attività ricreative invernali che potrebbero essere fortemente compromesse, in caso di un riscaldamento superiore ai 2°C’.




Il modo in cui il riscaldamento globale e gli impatti generati porteranno radicali cambiamenti alle condizioni di vita sul pianeta è uno degli aspetti messi in evidenza dal Rapporto e sono commentati da Momme Butenschön, ricercatore nel campo delle scienze del mare al CMCC dove è responsabile scientifico della ricerca sulla modellistica del sistema Terra.

 

‘L’innalzamento delle temperature – sottolinea Butenschön – mette alcune specie a rischio di estinzione, soprattutto dove sono costrette da limiti topografici, e ne spinge altre a migrare verso ambienti più freddi e latitudini più alte, cambiando così  radicalmente la distribuzione degli ecosistemi a livello globale. Inoltre, il riscaldamento globale e l’acidificazione del mare creano’, – continua Butenschön – ‘pressioni e stress sugli organismi che producono strutture o gusci di calcio, come coralli o conchiglie, ne modificano il metabolismo e ne bloccano la rigenerazione dei componenti di calcio’.



‘Dall’azione combinata di questi fattori nasce una riduzione della biodiversità che aumenta la vulnerabilità degli ecosistemi, limitandone la produttività e la resilienza. Una situazione che ha ripercussioni anche sulle persone e sulle comunità umane, soprattutto quelle che vivono nelle aree costiere’.

 

Conclude Butenschön:

 

‘La perdita di  zone costiere a causa dell’innalzamento del livello del mare,  la distruzione degli ecosistemi che contribuiscono alla loro protezione, l’assottigliamento delle risorse alimentari che possiamo estrarre dal mare;  il degrado e la distruzione di ecosistemi che riducono i nostri spazi per attività di turismo e ricreative. Questi sono alcuni degli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini e costieri e la loro influenza sulla vita delle persone. Non dobbiamo poi dimenticare di menzionare gli impatti indiretti che riguardano, ad esempio, il potenziale aumento dei conflitti, le migrazioni e un accresciuto divario tra ricchi e poveri, soprattutto dovuto al fatto che i paesi più sviluppati sono anche dotati di maggiori capacità di adattamento’.

 

Tutti gli esperti sono d’accordo nell’affermare che la ricerca di soluzioni efficaci richieda un approccio integrato e innovativo.




 ‘Per affrontare questi e altri problemi legati al cambiamento climatico  – spiega Carlo Barbante – devono essere superate la frammentarietà e la visione a breve termine delle iniziative politiche per creare sistemi integrati di monitoraggio e protezione degli ecosistemi con un ampio respiro temporale’.

 

‘Gli impatti dei cambiamenti climatici sull’oceano e sulla criosfera producono cambiamenti che riguardano i prossimi decenni e che in alcuni casi sono ormai irreversibili e inevitabili’,

 

sottolinea Simona Masina.

 

‘L’intensità di questi eventi aumenterà in scenari ad elevate emissioni. È indispensabile prendere in considerazione soluzioni che affrontino una simile intensificazione, misure e iniziative capaci di facilitare la gestione di rischi connessi ad eventi quali alluvioni, inondazioni, siccità, incendi, impatti negativi sulla pesca, salute, e agri-/acquacoltura, turismo’.




‘Sono evidenti, nel report, i benefici che derivano dal limitare il riscaldamento globale a più bassi livelli possibili’,

 

afferma Dorotea Iovino.

 

‘Il più importante messaggio che possiamo trarre da questo lavoro è che la conoscenza scientifica può essere, deve essere, insieme con la conoscenza locale, la guida per sviluppare progetti e investimenti in adeguate risposte nel campo dell’adattamento e della mitigazione, con l’obiettivo di gestire i rischi connessi ai cambiamenti climatici e favorire la resilienza’.

 

Mitigazione (tagliare le emissioni di gas serra) e adattamento: sempre più si prospetta un futuro imminente in cui questi due approcci devono andare di pari passo per limitare i cambiamenti climatici futuri ed essere capaci di affrontare quelli che non possiamo più evitare.

 

‘Queste ultime strategie – conclude Momme Butenschön – includono soluzioni che si ispirano agli stessi ecosistemi, in modo da portare a benefici ecologici, economici e sociali. Alcuni esempi riguardano il ripristino di ecosistemi, come praterie marine o barriere coralline che possono proteggere la costa da erosione e inondazioni, ospitare la fauna con benefici anche per la pesca. Altri esempi si rivolgono alla conservazione degli ambienti per offrire rifugio a specie chiave dell’ecosistema e la gestione sostenibile delle risorse’.








sabato 19 dicembre 2020

I VIAGGI DELL'ANIMA (20/9)











































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I Viaggi dell'Anima (19/8)

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Il palcoscenico della vita (21/10) &

Curare il mondo (10)













...Sensazioni esterne del corpo’, e la seconda, ‘detta talvolta anche spirituale’ come quella che si produceva ‘mediante forme, e similitudini impresse nei sensi’. Sulla classificazione delle diverse forme di èstasi e rivelazioni, e sulla distinzione tra visioni reali e illusorie dissertava anche Federico Borromeo, autore di un De vario revelationum et illosionum genere (1617), cui seguivano i De vera et occulta sanctitate libri tres (1621), opere che tendevano, in quella fioritura di mistiche devote che caratterizzò la fine Cinquecento e il primo Seicento, a definire e indagare la santità piuttosto che imporre cautele, anche se non mancava naturalmente l’avvertenza che la vera santità doveva mantenersi occulta piuttosto che esibirsi con superbia…




(* 1)…Le diagnosi di santità, come quelle opposte di possessione, sono ‘razionali’ entro questo quadro epistemologico che concepisce l’Anima come forma del corpo, che lo anima in quanto gli dà vita e calore, movimento e sensazione; ammette che possa, come Spirito o sostanza, distaccarsi da esso per rendersi eguale alle altre forme o intelligenze solo spirituali, non percepibili dai sensi ma intelligibili, ossia reali per la visione intellettuale e ammettere infine che l’Anima sia in grado, come di esistere senza corpo dopo la morte – data la sua immortalità – così da distaccarsi dal corpo in vita, per sentire passioni, udire rivelazioni e contemplare visioni anche fuori di esso… Possessione ed esorcismo, non meno che èstasi… e ratti…, sono un’applicazione della fisica e metafisica neoscolastica. Il domenicano Gravina distingue, come si è già accennato, le visioni e apparizioni di Spiriti Invisibili ma di natura sensibile (raffigurabili), da quelle di enti soltanto intelligibili (cioè senza forma e figura), che appaiono nei ratti ai veri santi. Gli esorcisti considerano i diavoli come Spiriti, ossia come essenze intelligibili, capaci di agire sui corpi e sulle Anime; e allo stesso modo i teologi gesuiti dissertano sulle ‘intelligenze’ angeliche, controparte degli Spiriti o ‘intelligenze’ diaboliche. Teologi ed esorcisti si muovono entro il quadro di una teoria aristotelica che distingue dai sensi esterni il sensorio comune o interno, come organo della sensazione e della passione, in cui possono imprimersi sia le immagini proiettate dalle realtà esterne delle cose, sia quelle degli enti o forme invisibili, intellettuali perché senza materia, provenienti dalla realtà ultraterrena degli Spiriti, delle ‘intelligenze’ angeliche o diaboliche. …Nel… ratto superiore all’èstasi, l’Anima dovrebbe essere finalmente in grado di abbandonare del tutto il corpo, e di raggiungere, salendo nei cieli empirei, la visione puramente intellettuale degli enti invisibili e intelligenti che li muovono e li abitano: dovrebbe insomma entrare in contatto con gli angeli e con Dio e comunicare direttamente con loro. Questo Viaggio dell’Anima in totale distacco dal corpo è l’unico Viaggio non inquinato dal sospetto di ‘illusione demoniaca’: giacchè in tutti gli altri casi sussiste sempre il dubbio se l’èstasi sia naturale, divina o diabolica, se la comunicazione avvenga con Spiriti ultraterreni boni o mali, con angeli o diavoli, come si vedrà anche nell’analizzare qualche trattato teorico sul ‘discernimento degli Spiriti’, e qualche manuale d’esorcismi.

Ma come assicurarsi della ‘visione intellettuale’? (*1!)




…Per riconoscere la vera santità occorreva padroneggiare l’arte della Discriminatio Spirituum, ed essa supponeva una contiguità tra santità vera, ‘affettata’ e possessione diabolica. Per meglio comprendere quest’arte della Discretio spirituum, necessaria a distinguere la vera santità (ed in merito a questo punto possiamo anche eludere la santità detta, e rimanere nel terreno e più consono campo di cui i mali dei nostri tempi ci fanno indagare e rapportare diverse teologie o diversi sistemi della visione circa la vita; visione la quale per secoli ci ha diviso in ‘equivoci’ e ‘falsi idealismi’ divenuti pretesti, e, partecipare quindi alla santità cui ognuno dovrebbe aspirare, rimanendo come dicevo, nel terreno di ogni  retta, per quanto, saggia buona fede nel voler perseguire finalità ed intenti di cui l’Anima o lo Spirito non contaminato da ciò che a ragione e intelletto possiamo definire diabolico! Il qual esula per sua malefica natura da tutto ciò di cui la stessa (Anima) nei secoli ha principiato! La qual esula per sua deficienza e limitata consistenza da quando ogni uomo santo o pastore che sia, sciamano o bramino per sua natura ha cercato per ogni confine varcato con il suo ed altrui dolore la giusta appartenenza il consono Universo donde l’infinita visione rispecchiare la vita per ogni prospettiva e dimensione… Raccolta dall’uno all’altro continente ove la cellula evoluta, ove la frattura se pur la vita deve progredire ed evolvere nella consona prospettiva… cui l’uomo può con il dono di tutta la propria ed altrui Natura donde deriva…[*2]) non solo da quella finta, ‘ipocrita’ o ‘affettata’, ma anche dai sintomi della possessione diabolica – talvolta difficili da classificare e differenziare da quelli di presunta santità (o solo ed anche superiorità di Spirito avverso sempre e comunque sia per chi sempre abituato a pensare con o tramite la materia…), sarà utile richiamare i fondamenti teorici ed epistemologici che la ‘scienza’ dei segreti e segni di santità e possessione traeva (allora) e trae dalla filosofia (in continuo metafisico Viaggio di ricerca) e in specie dalla fisica aristotelica, posta alla base della teologia tomista rinnovata nella neoscolastica spagnola.




(*2) Allo stesso modo in cui entravano nel ‘senso interno’ le ‘immagini’ o specie sensibili, potevano entrarvi i diavoli (non più dèmoni di un mondo antico oppure trasposti al variegato mondo della Natura…) a manipolare le immagini, ma con dei limiti, infatti non siamo lontani dalla verità di Candido Brugnoli quando afferma: ‘Talvolta si dice che il male o solo il diavolo entra attraverso l’immaginazione (cui vuol suscitare o imporre i favori del suo delirio accordando la prospettiva della propria forviante natura verso una dimensione aliena e non consona alla verità casuale destinata o idealizzata cui ognuno indistintamente partecipa ed aspira anche nella umile santità celata di cui si può consumare un Sentiero una più consona via… Mentre sappiamo di certo che quello, come il male detto, vuol sovrintendere con l’inganno il baratto cui ispirato il suo mercato confondendo Dio e Natura Dèmone ed Elemento Verità e bugia…) e per questa via poteva produrre ‘effetti nel corpo quanto e non più nel cuore nella mente, nei sensi tanto esterni quanto interni, e soprattutto nell’immaginativa – indotta e virtuale – divenuta fallace propettiva, anamorfica specchio di una realtà trasposta…

(E. Brambilla, Corpi invasi e viaggi dell’anima)

















lunedì 23 novembre 2020

LA BATTAGLIA FRA GINNASTA E SGAMBETTA (13)

 










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Circa il Tristram... (12)








‘lo porterete quindi in Egitto e non più in Palestina?! Ne trarrà vantaggio’,

 

rispose mio padre,

 

‘ma il problema posto fra il cappone e l’agnello di Pasqua o Natale?

 

Zio Tobia rimase perplesso,




 ‘Certo questo il vero amletico dilemma. Quando vedranno le Tridimensionali Piramidi alle proprie tavole che cosa li sfamerà e sazierà davvero il cappone o l’agnello? Dovranno consultare Ernulfo!’.   

 

‘Ebbene, ogni parola di ciò che dite’,

 

disse ancora lo zio Tobia,

 

‘è arabo per me’.




 ‘Per favore, signor Yorick’,

 

disse lo zio Tobia,

 

‘ditemi che cos’è un politico polemista’.

 

‘La migliore descrizione ch’io ne abbia mai letta, capitano Shandy, è d’una coppia d’essi,

 

rispose Yorick,




‘nella narrazione della battaglia combattuta a singolar tenzone… e non certo in Camera… tra Ginnasta e Capitan Sgambetta; l’ho qui in tasca’.

 

‘Vorrei poterla ascoltare’,

 

disse ardentemente lo zio Tobia.

 

‘Senz’altro è la Grande Notizia d’ogni giorno’,

 

…disse Yorick.




‘E siccome il caporale mi sta aspettando alla porta, e io so che la descrizione di una battaglia politica farà a quel poveruomo maggior bene che la sua cena, ti prego, fratello, di dargli licenza di ascoltare’.

 

‘Con tutto il cuore’,

 

…rispose mio padre.

 

Trim entrò, eretto e felice come un Imperatore; e, una volta chiusa la porta, Yorick trasse un libro dalla tasca destra della giacca, e lesse o finse di leggere quanto segue.




...Essendo state le dette parole udite da tutti i soldati ch’erano colà, ovvero nel libero Parlamento riuniti, e parecchi di loro intimamente atterriti, indietreggiarono e fecero largo all’attaccante.

 

Tutto questo fu da Ginnasta molto ben notato e considerato; e quindi, facendo come se intendesse smontare da cavallo, mentre si reggeva in equilibrio sul lato in cui ci si aggrappa per salire in cella… scusate in sella, agilissimamente (con la corta daga lungo la coscia), spostando il piede nella staffa ed eseguendo la figura dello staffile, col che, dopo aver inclinato il corpo verso il basso, immediatamente si lanciò in alto per aria e posò entrambi i piedi uniti sulla sella dello scrigno, rimanendo eretto, con la schiena rivolta verso la testa del cavallo.

 

Ora (disse) la faccenda continua.




 E improvvisamente, dalla posizione in cui si trovava, fece un guizzo su un piede solo e girando a sinistra, non mancò di far rotare perfettamente il corpo, riportandolo nella posizione primitiva senza sbagliare d’un iota.

 

Ah! (disse Sgambetta)…

 

‘Io non lo farò adesso, e non senza ragione’.

 

‘Bene (disse Ginnasta) ho fallito. Annullo questo salto’.




 Allora, con meravigliosa forza e agilità, rotando verso destra dalla sinistra ove proveniva, fece un altro agile guizzo come prima; ciò fatto, pose il pollice della mano destra sul bottone… scusate… sull’arcione, si sollevò in alto e schizzò in aria, bilanciando e sostenendo tutto il suo peso sui muscoli e sui nervi del detto pollice, e così girò e piroettò per tre volte; alla quarta, rovesciando il corpo e capovolgendolo con la testa all’ingiù e col davanti indietro, senza toccare nulla, si portò tra le due orecchie del cavallo, e poi, con una spinta scattante, si sedette sulla groppiera...”

 

[ ‘Che combattimento è mai questo?’ disse lo zio Tobia. Il Caporale scosse la testa. Abbiate pazienza, disse Yorick]

 

Allora (Sgambetta) fece passare la gamba destra sopra la sella e si mise en croup.

 

Però (disse), sarebbe meglio che andassi sulla sella.




Allora, mettendo i pollici delle due mani sulla groppa davanti a sé e appoggiandosi su di essi come unici sostegni del suo corpo, immantinente fece rotare i talloni in aria sopra la testa e si ritrovò dritto tra gli arcioni della sella in posizione tollerabile; quindi, schizzando in aria con un salto mortale, roteò come un mulino a vento e fece un centinaio “di salti, giravolte e volteggi.

 

‘Buon Dio!’

 

gridò Trim, perdendo la pazienza.

 

‘Un affondo di baionetta vale più di tutto ciò’.

 

‘Lo penso anch’io’,

 

rispose Yorick.

 

‘Io sono di parere contrario’,

 

disse mio padre

 

Tutti seduti ad ugual medesima mensa…

 

O mensola?

 

Il dubbio rimane consulteremo l’oracolo.


(L. Sterne)