giuliano

sabato 31 ottobre 2020

LA GRANDE SPEDIZIONE (Seconda parte)

 










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Della spedizione...


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L'altra faccia della medaglia (3/4)









Partecipanti originali


 

 

Ci sono molte teorie sul motivo per cui Edward Harriman ha scelto di organizzare un viaggio in Alaska trasformato in spedizione. Alcuni sostengono che avesse pianificato di costruire una ferrovia attraverso il territorio, o forse che originariamente voleva solo cacciare il grande grizzly. Durante il viaggio ha mostrato chiaramente un interesse per le risorse minerarie dell’Alaska. Altri dicono che era perché la spedizione accademica faceva appello ai suoi obiettivi filantropici e desiderava essere riconosciuto per le sue buone opere.

 

Harriman chiese l’aiuto di C. Hart Merriam per identificare gli studiosi e in pochi mesi furono organizzati per il viaggio. Ha rimontato il piroscafo, il George W. Elder, ha tracciato l’itinerario e ha organizzato il viaggio verso la città portuale di Seattle. La spedizione che portava il suo nome salpò il 31 maggio 1899.

 

Capo della spedizione

 

Edward H. Harriman (1848-1909). Nel 1881, acquistò a titolo definitivo la sua prima compagnia ferroviaria, trentaquattro miglia di binari nello stato di New York, e il suo nome divenne presto sinonimo di ‘ferrovia’.



 

I partecipanti, un elenco selezionato





 Prof. William H. Brewer (1828-1910). Era un membro fondatore di The Arctic Club. Così, nel 1899, era lo scienziato Harriman ideale: esperto, rispettato e incantato dall’Artico. Brewer aveva settantuno anni ed era uno dei passeggeri più anziani della Elder. Anche così, ha tenuto la sua posizione, gareggiando con Muir come narratore, camminando tutto il giorno sui campi del ghiacciaio.




John Burroughs (1837-1921). Aveva pubblicato centinaia di articoli su uccelli, fiori e meraviglie naturali di ogni tipo: i suoi 27 libri avevano venduto oltre due milioni di copie. Era il più famoso scrittore di natura del giorno. La sua fama lo ha reso una scelta naturale per il viaggio di Harriman.

 

Frederick V. Coville (1867-1937) A 32 anni era uno dei più giovani a bordo. Ha approfittato di ogni opportunità per fare escursioni, accamparsi ed esplorare la costa dell’Alaska. Rimase per tre giorni sul Columbia Glacier con Palache e Gilbert. Trascorse anche molto tempo a parlare con gli scienziati più esperti, in particolare Fernow.




 William Healey Dall (1845-1927). A bordo dell’Anziano, Dall era ufficialmente il ‘paleontologo, geografo’, ecc. Ed era certamente l’esperto indiscusso dell’Alaska. I suoi compagni di nave erano spesso sorpresi dalla sua ricchezza di conoscenze, sia in biologia che rispetto alle culture native dell’Alaska.




 Bernhard E. Fernow (1851-1923). Fernow è stato un pioniere nel movimento forestale americano. Nel 1882, ha organizzato l’American Forestry Congress e ha chiesto leggi per proteggere le riserve forestali nazionali. Nel 1899, quando Harriman lo scelse per la spedizione, Fernow era capo della Divisione forestale presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti e fondatore della School of Forestry a Cornell.



 

GK Gilbert (1843-1918). Gilbert era il principale geologo sul campo dei suoi tempi e una scelta ovvia per il team scientifico della spedizione Harriman. Gilbert ha usato il suo tempo con l’Anziano per considerare la fisica della geologia glaciale e geomorfologica. Si è accampato con John Muir, ha scattato molte fotografie e ha deciso di costruire una serie affidabile di dati sui ghiacciai dell’Alaska che sarebbero stati utili ai suoi tempi e per gli anni a venire.




 George Bird Grinnell (1849-1938). Grinnell è stato editore di Forest and Stream, la principale rivista di storia naturale del Nord America, il fondatore dell’Audubon Society e del Boone and Crockett Club e un consulente di Theodore Roosevelt. Il Glacier National Park è nato principalmente grazie ai suoi sforzi.




 Charles Augustus Keeler (1871-1937). Keeler era il direttore del Museo di storia naturale presso la California Academy of Sciences. Durante la spedizione Harriman, Keeler è stato poeta e osservatore di uccelli. Ha contribuito al saggio descrittivo sugli uccelli che è stato successivamente pubblicato. Come Muir, fu disturbato dall’uccisione di animali per esemplari.

 

Trevor Kincaid (1872-1970). In qualità di specialista di insetti, pensava che la gelida costa dell’Alaska avrebbe prodotto solo poche scoperte, ma apprese che ‘la presenza di un ghiacciaio non significa necessariamente assenza di vita’. Una specie che ha raccolto e descritto era il ‘verme del ghiacciaio’, familiare ai nativi dell’Alaska, ma in gran parte sconosciuto alla comunità scientifica.

 

C. Hart Merriam (1855-1942). Non c’era da stupirsi che, quando Edward Harriman aveva bisogno di aiuto con la sua proposta di spedizione in Alaska, si fosse rivolto prima a C. Hart Merriam. Merriam ha saputo riunire in brevissimo tempo un eminente staff di professionisti, impresa tanto più impressionante se si ricorda che il telefono doveva ancora essere inventato.




 John Muir (1838-1914). Muir aveva viaggiato in Alaska per estese spedizioni nel 1879-1880 e nel 1890. Era un’autorità riconosciuta sui ghiacciai lì; a Glacier Bay, uno dei ghiacciai più grandi era già stato chiamato per lui. È stata questa esperienza in glaciologia, insieme al suo ampio background nello studio della natura, che ha spinto Harriman a invitarlo a unirsi alla spedizione.

 

Charles Palache (1869-1954). Lavorando con gli altri ricercatori di The Elder, ha preso molte delle gite in campeggio, incluso un soggiorno di tre giorni al Pacific Glacier con John Muir e un soggiorno di dieci giorni a Popof Island. Raccolse campioni e prese appunti che alla fine sarebbero stati incorporati nei rapporti pubblicati del viaggio.

 

William E. Ritter (1856-1944). Ha studiato creature marine e costiere in California, diventando uno dei pochi esperti in questa branca della zoologia relativamente poco studiata. È stata questa esperienza che ha portato il Merriam a invitare Ritter nella spedizione Harriman. A bordo della nave, Ritter era conosciuto come uno degli ‘uomini verme’, per il suo metodo ostinato di raccogliere invertebrati marini.

 

William Trelease (1857-1945). Mentre era sull’Elder, ha lavorato con gli altri coinvolti nella botanica e nella raccolta di campioni, ma tendeva a suonare il secondo violino a Muir, Gilbert e gli altri scienziati più loquaci. Era prima di tutto uno scienziato, non un narratore.





 

Gli artisti imbarcati



 

Edward Curtis (1868-1952). Curtis è andato in Alaska entusiasta della prospettiva di fare foto in un paesaggio così grandioso. Durante il viaggio, ha catturato migliaia di immagini, lavorando con l’attrezzatura ingombrante dell’epoca. Ha fatto di tutto per ottenere le sue foto; una volta, si è quasi capovolto in una piccola barca che galleggiava troppo vicino a un ghiacciaio in fase di distacco. Ha scattato oltre 5000 fotografie durante la spedizione.

 

Frederick S. Dellenbaugh (1853-1935). Sebbene Dellenbaugh fosse un viaggiatore esperto quando si unì alla spedizione Harriman nel 1899, i suoi diari e le sue lettere mostrano che era davvero entusiasta di partire per questo viaggio. Molti dei suoi dipinti del viaggio furono usati come illustrazioni per i primi due volumi pubblicati dopo la spedizione Harriman.

 

Louis Agassiz Fuertes (1874-1927). Durante la spedizione, Fuertes fece di tutto per raccogliere quanti più tipi di uccelli poteva. Disegnava costantemente, rincorrendo boschi e ghiacciai per avvistare specie rare. Fece rapide immagini di uccelli in volo e conservò i ricordi dei loro richiami. Ha sparato e scuoiato centinaia di uccelli e ha preso appunti su ciò che stava vedendo e imparando. Semplicemente non ne aveva mai abbastanza dell’Alaska.




R. Swain Gifford (1840-1905). Gifford è stata una scelta logica per Harriman. I suoi dipinti erano stati usati nei due volumi Picturesque America, e aveva anche illustrato opere sull’Europa e sul Nord Africa. Il suo stile mostrava la natura in modo intimo, le figure umane come piccoli dettagli, i colori tenui dei verdi e dei grigi. Le opere del viaggio trasmettono chiaramente la remota bellezza del paesaggio alle alte latitudini.




 


La scienza a bordo



 

C. Hart Merriam aveva solo due mesi per assemblare un team di scienziati di altissimo livello per la spedizione Harriman. Non aveva il vantaggio di tempo, ma aveva altre risorse, comprese quelle finanziarie. Edward H. Harriman, che disponeva di notevoli risorse finanziarie, finanziò personalmente l’intero costo della spedizione. Harriman si è occupato di tutte le disposizioni del viaggio, compreso il noleggio di un treno speciale e la ristrutturazione del piroscafo George W. Elder. Tuttavia, il lavoro di Merriam era importante: doveva convincere alcuni dei migliori scienziati d’America a interrompere i loro fitti impegni per questo viaggio di due mesi lungo la costa dell’Alaska.

 

Alla fine il gruppo di Merriam si è rivelato vincente.

 

L’illustre gruppo da lui reclutato rifletteva lo stato degli studi scientifici alla fine del XIX secolo. Gli scienziati hanno invitato l’Anziano erano uomini bianchi; sarebbe molto raro, nel 1899, trovare donne e minoranze etniche a ricoprire cariche universitarie e di governo. Ma le scelte di Merriam erano diverse in altri modi. Alcuni scienziati erano di grande talento e avevano già esperienza in Alaska. Altri erano giovani: Charles Palache, poco più che ventenne, ha dovuto rimandare il suo matrimonio per partire. Trevor Kincaid ha saltato la sua laurea. La vera diversità del gruppo risiedeva nella sua vasta gamma di interessi. Oggi, il team di Harriman sarebbe chiamato ‘interdisciplinare’, con specialisti provenienti da molti campi diversi. Un gruppo del genere era molto insolito alla fine del XIX secolo.





 

The Floating University



 

L’ornitologia, lo studio degli uccelli, era uno dei più antichi rami della scienza rappresentati sull’Antico. Aristotele, il filosofo greco, aveva sostenuto che lo studio accurato di queste creature piumate fosse una nobile ricerca umana. Nel 1899, era anche una specie di inseguimento mortale, almeno per gli uccelli. Elliot Coues, l’ornitologo più rispettato dell’epoca, ha esortato gli scienziati a raccogliere il maggior numero possibile di un tipo di uccello, cinquanta è il numero più basso di ciascuna specie necessario per costruire una collezione veramente degna. ‘Esistono abbastanza uccelli di tutti i tipi per rifornire in eccesso ogni collezione pubblica e privata nel mondo, senza una sensibile diminuzione del loro numero’, ha detto Coues. Sul Vecchio e in molte spedizioni scientifiche, un gran numero di uccelli fu raccolto, conservato e studiato come esemplari.

 

La zoologia, lo studio generale degli animali, aveva, nel 1899, molti rami specializzati. La zoologia sistematica, di cui lo stesso Merriam era un esperto, consisteva nella classificazione e nello studio della distribuzione geografica di una specie; la zoologia strutturale ha esaminato l’anatomia delle specie viventi e fossili; la zoologia fisiologica ha esaminato il comportamento e la funzione di un animale; la zoologia sperimentale includeva lo studio della genetica; la zoologia filosofica si è concentrata sullo studio dell’evoluzione.

 

I botanici, gli scienziati che studiano le piante, erano, come gli ornitologi, avidi raccoglitori di esemplari. Hanno raccolto centinaia di muschi, licheni e funghi, insieme a felci e piante fiorite da aree che, prima della spedizione Harriman, erano in gran parte sconosciute alla scienza botanica. La ricerca di questo Viaggio ha prodotto una buona quantità di informazioni sulla distribuzione delle piante dell’Alaska, informazioni che altri hanno successivamente utilizzato come linea di base da cui giudicare la salute degli ecosistemi costieri dell’Alaska.




 

 

Campi di studio più recenti



 

Più o meno allo stesso modo dei botanici, Bernard Fernow, l’esperto forestale, ha fornito una valutazione di base delle foreste dell'Alaska. Ma la silvicoltura, a differenza della botanica, era una nuova scienza negli Stati Uniti. In qualità di guardaboschi, Fernow ha esaminato la salute generale e il valore economico di una particolare area, piuttosto che i singoli esemplari all’interno di una specie. Non raccolse alberi, ma espresse piuttosto un giudizio sul vigore e sul valore complessivi delle foreste che vedeva.

 

L’antropologia, come la silvicoltura, era uno dei rami di studio più recenti rappresentati sul Vecchio. Definito nel 1866 come ‘lo studio dell’uomo come animale’, l’antropologo ha esaminato il linguaggio, l’arte, le pratiche culturali, il cibo, l’agricoltura e altri aspetti della società umana di un gruppo. All’interno dell’antropologia, rapporti e dati scritti erano importanti quanto la raccolta di campioni, ma la raccolta di artefatti avveniva sull’Anziano. Ci sono stati molti acquisti di reperti in molte delle fermate lungo il percorso, e i reperti più apprezzati erano quelli offerti dalle comunità dei nativi dell'Alaska. Durante il viaggio verso nord, i passeggeri dell’Anziano hanno acquistato oggetti Tsimshian nel villaggio di Metlakatla. Durante il viaggio di ritorno, la spedizione ha raccolto un gran numero di totem e altri oggetti cerimoniali dal villaggio Tlingit di Cape Fox, per la distribuzione a musei e collezioni private in America.




 

 

Una parte importante della documentazione scientifica



 

Una delle scoperte più importanti della spedizione Harriman del 1899 riguardava la glaciologia, lo studio dei ghiacciai. GK Gilbert, un geologo noto per il suo meticoloso lavoro sul campo, ha utilizzato le proprie osservazioni e le centinaia di fotografie dei ghiacciai del viaggio per sviluppare teorie sul clima glaciale, la topografia e il movimento che hanno veramente avanzato la comprensione scientifica dei ghiacciai.

 

Uno degli obiettivi di Harriman per il viaggio era l’ampia diffusione dei risultati della spedizione e Merriam sapeva che una buona scrittura avrebbe reso i rapporti più popolari. Due scrittori della natura, John Burroughs e Charles Keeler, furono invitati a unirsi al viaggio e Burroughs fu incaricato di scrivere un volume completo della storia della spedizione per il grande pubblico. Merriam sapeva che mappe, schizzi, dipinti e fotografie avrebbero reso l’opera pubblicata più accessibile al grande pubblico e fece in modo che la festa includesse due paesaggisti, due fotografi e un artista della fauna selvatica.

 

In ogni caso, la Harriman Alaska Expedition ha dato un enorme contributo alla comprensione scientifica e popolare dell’Alaska nel 1899. I risultati hanno rivelato molto sulla costa lunga, frastagliata e bellissima, un territorio che era, all’inizio del secolo scorso, del tutto sconosciuto alla maggior parte degli americani. Ora, più di un secolo dopo, le osservazioni fatte su quella spedizione rimangono una parte importante della storia dell’Alaska.








domenica 25 ottobre 2020

A ovvero ZONA AD ALTA TUTELA (5)

 







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Circa l'homo salvatico (4)  (& Capitolo completo... o quasi...)


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Fotografia Naturalistica (6)









Abitazione 

 

Una volta il palazzo o la capanna; ora l’hotel, la strada, il treno, il transatlantico, l’automobile. Arriveremo alle marinettiane città semoventi. Il futurismo, morto come letteratura, è diventato vita. E infatti l’uomo (escluso quello salvatico) non avendo tempo da perdere, perché ‘il tempo è moneta’ muore per aria, sulla terra e nell'acqua a grandissima velocità.

 

Albero 

 

Pianta di forma allungata che la natura ci ha generosamente regalato perché potessimo utilizzarla come strumento di pena. A causa del declino delle nostre istituzioni legali, adesso ci dà pochi frutti o addirittura nessuno. Quando viene coltivato con cura, l’albero risulta un elemento fondamentale di civilizzazione e un importante fattore di pubblica moralità. Nelle praterie del West e nel Sud degli aristocratici, i suoi frutti (rispettivamente bianchi e neri) sono molto graditi al gusto della popolazione, anche se non si possono mangiare, e sono molto vantaggiosi per tutti, anche se non vengono esportati. 

 

Alleanza 

 

Diritto internazionale: l’unione di due ladri che hanno infilato le mani nelle tasche l’uno dell’altro così bene che separatamente non riuscirebbero più a derubarne una terza.




Arrestato 

 

Colto in flagrante senza avere abbastanza soldi per tacitare il poliziotto. 

 

Assente 

 

Soggetto agli attacchi degli amici e dei conoscenti. Diffamato. Calunniato. Denigrato in tutti i modi e in ogni occasione. Ha sempre e inevitabilmente torto, purtroppo. 

 

Associazione 

 

L’atto di unire parecchie persone in un solo organismo fittizio con lo scopo di alleggerire la responsabilità individuale delle loro azioni. 




  Acrobata 

 

Chiunque voglia ‘arrivare’ dev’essere, anzitutto, un eccellente e resistente acrobata. Si avverta, però, che non bastano più i vecchi giocherelli degli equilibristi come sarebbe tenere il piede in due staffe o attaccarsi ai rasoi. Ci vuole ben altro! L’acrobata nuovo stile, politico o letterario che sia, deve saper dire con una sola lingua e nello stesso tempo tredici discorsi diversi; deve, colla stessa unica lingua, baciare, leccare, pulire, lustrare venti paia differenti di scarpe, stivaletti, babbuccie e pantofole; deve, collo stesso piede destro, dare una carezzosa pedata nello stesso momento che tira un calcio destinato a mutarsi in genuflessione e infine deve dar l’impressione, colla fulminea simultaneità, di possedere almeno sette deretani diversi per poter sedere contemporaneamente a un banchetto, a una seduta del Parlamento, a una conferenza, a una riunione di partito, a un caffè, sui guanciali di una fuggente automobile e finalmente, meritato riposo, sul seggiolino di un pubblico water closet. 

 

Adagio 

 

Parola chiocciolesca, superata, morta; si cancelli subito, non se ne parli più. Ma che adagio! Il nostro tempo, munito di motore a scoppio, ha adottato la maniera forte. Tutto, oramai, dev’esser rapido e forte: parola forte, pugno forte, politica forte, gioventù forte, governo forte, aceto forte, stomaco forte, peto forte. Avanti, perdio! Tutto a macchina! Volete scrittori, politici, artisti, inventori, ciarlatani, corruttori, filosofi, avvelenatori, alienati, taumaturghi, cinedi, prestigiatori, truffatori, vigliacchi, sicari? Pronti. Volete guerre, rivoluzioni, pronunciamenti, processioni, blocchi, bastonature, fughe, girandole e pout pourris? Pronti. Tutto s’appronta perfettamente dalla nostra Casa della Pazzia nel minor tempo possibile. Una volta si diceva: ‘Adagio Biagio!’. Ma ora da tutte le parti si strepita: ‘Forza, Biagio!’. E Biagio si butta a fittoni nella mischia, senza paura di nulla. 

 

Adescare 

 

Due adescatoli: la donna pubblica e l’uomo pubblico. L’una e l’altro ‘adescano i passanti’; la prima, con cenni discreti, dalla soglia del lupanare; il secondo, con roboanti concioni, da un panchetto, da una seggiola, da un tavolino, da un terrazzo. L’adescatrice è punita od era (se colta in flagrante) per reato d’oltraggio al pudore. L’adescatore, più fortunato, è fatto ascendere dagli adescati in Parlamento, dove appunto voleva andare. In tutti e due i casi però l’adescato (popolo o semplice passante) quasi sempre, poco dopo, si vede camminare a gambe larghe.




 Addizione 

 

Certo (meditava una sera fra sé e sé Narciso Francatrippa dopo aver messo le bande e fatto il riscontro di cassa) non c’è da paragonare l’addizione con la moltiplicazione. Questa è senza dubbio la più simpatica, desiderabile e proficua delle quattro operazioni. Eppure, per esser giusti, bisogna riconoscere che, anche con la somma, a forza d’incolonnare, sì fa mucchio. Invece quando si fa la sottrazione e la divisione..., che disastri! Tuttavia bisogna distinguere: Se qualcuno sottrae qualche cosa a me, ovvero se mi si costringe a dividere il mio con dei terzi, son dolori; ma se avviene la cosa inversa, se son io, vale a dire, che in qualsiasi modo sottraggo ad altri, o mi becco i miei bravi dividendi, in un tal caso non si può negare che queste due operazioni si riabilitano. Però, tutto considerato, viva la faccia dell’addizione.  Addere (come mi fu spiegato una volta dal mio amico e cliente prof. Mediani e non l’ho più scordato) vuol dire aggiungere. E aggiungere è una parola che mi risona bene per tutti i versi; perché non vuol mica dire che io debba aggiungere quando dò agli altri? Allora sottrarrei a me stesso. Fossi idiota....! Ma aggiungere (e cioè addizionare, ovverosia sommare), in qualunque modo la rigiri, mi significa aumento di cassa; e qui, con questi porci panicati, comprati a trenta e rivenduti, come finocchiona, a trecento, per dir la verità non va male! 

 

Addome 

 

Nobile e scientifico sinonimo di pancia la quale, nell’edificio anatomico dell’uomo medio, corrisponde alla stanza della cassaforte negli edifici amministrativi. In esso addome ben protetto di maglie e ventriere contro ogni insidia del mondo esterno il signore che non ha mai spiccioli deposita le primizie che gli offrono a gara la terra, il mare e il cielo perché siano da lui trasformate in materia squisitamente fecale. 

 

Adulazione 

 

Si chiama adulatore colui che dice, senza pensarle, le cose che l’adulato pensa di sé stesso senza dirle.

 



  Adulto 

 

Quando si vede scritto ‘spettacolo per adulti’ è sottinteso che si tratta di oscenità, e adulto viene così ad essere sinonimo di porco. Tutti i cittadini diventano legalmente adulti alla fine del ventunesimo anno, tutti eccettuati due: il Poeta e il Santo, che rimangono tutta la vita simili a quei fanciulli che Gesù cercava e per i quali è fatto il Regno dei Cieli. Ma da quando i Poeti hanno dato il posto ai verseggiatori e i Santi ai bigotti, l’intera umanità è irremissibilmente adulta… e si vede! 

 

Afa 

 

Clima perpetuo dei cinque continenti nel secolo XX. L’aria, impestata dai fumi delle fabbriche, dagli odori del petrolio e della benzina, dal fiato degli elettori eleggibili, dal fetore dei peccati occulti; riscaldata e arroventata dalle passioni, dall’odio, dalle guerre e dalle guerriglie, l’aria del mondo, da un pezzo in qua, è pesante, puzzante, irrespirabile, afosa. L’afa, insegnano i contadini e i meteorologi, annunzia le burrasche: si sono avuti i primi spruzzi dal ’ 14 in qua ma l’Omo Salvatico teme che stiano per aprirsi sul serio le cateratte del cielo. 

 

Affrica 

 

Detta anche il continente Nero perché abitata, prima dell’arrivo provvidenziale degli Europei, da negri affamati di carne umana. Per molto tempo ha servito come un gigantesco parco di carne da lavoro per gli evangelici Britanni e i puritani degli Stati Uniti; poi è diventata il campo aperto per le gare e l’esperienze coloniali delle grandi nazioni di pelle bianca. Le quali hanno portato laggiù le armi da fuoco, l’acquavite, la sifilide e il sistema rappresentativo colla ferma speranza di sterminare a poco a poco gli antichi abitanti, colpevoli di ferocia disarmata. Lo scopo che si proponevano gli incivilitori è quasi raggiunto e nell’ultima guerra, per rendere più rapido lo sterminio, i francesi hanno portato in Europa, perché prendessero parte ai nostri massacri e si educassero agli spettacoli della nostra civiltà, molte diecine di migliaia di negri affricani. All’Omo Salvatico resta però una speranza: che nel centro dell’Africa esistano ancora, insieme agli ultimi ippopotami non confiscati dai giardini zoologici, alcune tribù non deteriorate dalla civiltà dei paesi temperati e capaci perciò d’ingoiare ogni tanto la carne di un esploratore e di allevare i figlioli nel salutare rispetto del bastone e del serpente. Non va dimenticato, tanto per promemoria agli altezzosi moderni, che la prima grande civiltà della terra, dalla quale anche oggi potremmo imparare parecchie cose, è fiorita in Affrica, sulle due rive del Nilo, ahimè, non più misterioso.

 



 Agitazione 

 

E una dolce conseguenza della libertà; un governo libero, dice Montesquieu, è sempre agitato. E infatti: Agitazione dell’individuo e agitazione delle masse; l’individuo (maschio e femmina) agita la lingua, le braccia, i piedi, le mascelle, i membri che l’uom cela e sempre meno il cervello; le masse s’agitano fra loro; le macchine agitano l’uomo e sono agitate dall’uomo; chi s’agita meno di tutti è il vero e proprio agitato, ossia il pazzo rinchiuso, non si sa perché, nei manicomi. Proponiamo dunque di liberarlo per vedere (chiodo scaccia chiodo) se questo povero calunniato rimetta a posto le cose. 

 

Alcolismo 

 

Il più pericoloso non è quello del vino e neppure della grappa, ma quello delle passioni o delle idee. Ci si ubriaca d’odio, d’avarizia, di ferocia, d’imbecillità, di libertà, di filosofia, di scienza, di politica, di retorica, di vento, di bolle di sapone, d’ombre e di nulla. Per combattere questa specie d’alcoolismi, non c’è che una medicina: la parola di Cristo; ma ora parla l’Anticristo e perciò questa sudicia pallottola della terra barcolla ubriaca fradicia, con tutti gli ubriachi che partorisce e divora. 

 

Alpenstock 

 

È il bordone dei moderni pellegrini dello sport. I santuari della loro religione turistica sono l’alte cime. Essi s’arrampicano sulle rocce, si bilanciano sui precipizi, sdrucciolano sui ghiacciai e sfidano il freddo e la tormenta per toccare la vetta più alta e per raccontare, se ritornano, d’averla toccata. Quando muoiono, precipitati in un burrone, sepolti dalla neve o intirizziti dal gelo, non rappresentano, secondo l’Omo Salvatico, che i martiri della loro stupidità e vanità. E se di ciò si volesse una prova convincente basterebbe pensare che neppur uno, probabilmente, di questi animali sportivi e rampicanti, ha mai sentito che l’alta montagna, come i cieli, narra la gloria di Dio.




 ANTICHI E MODERNI 

 

La disputa sul primato degli Antichi e dei Moderni fu prima sollevata dal padre del conte di Culagna, Alessandro Tassoni, e in Francia vi prese gran parte il raccoglitore delle novelle della nonna, Carlo Perrault. Oggi, mi sembra, la questione è decisa: i Moderni superano in tutto e per tutto gli Antichi. Gli Antichi badavano alla qualità e i Moderni alla quantità, gli Antichi creavano dei capolavori e i Moderni li commentano e li copiano, gli Antichi combattevano delle giornate intere lasciando pochissimi morti e i Moderni in pochi momenti posson ammazzare tutti gli abitanti di una città, gli Antichi credevano a Dio e i Moderni credono all’Io, ch’è più certo, gli Antichi volevano salire al cielo colle preghiere e i Moderni ci vanno più comodamente coll’aeroplano. Arrogi che gli Antichi non conoscevano né il tabacco, né la cocaina, né la sifilide, né l’automobile, né la pistola a sei colpi, e la causa ci sembra irrecusabilmente vinta.

(Prosegue con il Capitolo completo...)







sabato 24 ottobre 2020

PARLANO I MONTI (Seconda parte)

 




















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Parlano i monti (1)


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Capitolo completo (ovvero: L'HOMO SALVATICO)  (3)  &  (4)








Eccetera, ma è tutto nudo e freddo; il fatto è che a scriverle non era più un artista. (Per loro fortuna l’anno venturo la famosa guida sarà dismessa, in suo vece uscirà una nuova aggiornatissima edizione elegantemente vestita all’ultima moda; divisa in due volumi di peso trasportato per la baita della Cima. L’hanno incaricata ad un assoggetto della ‘casta’. Sarà condita e nutrita con tutte le vie nuove degli ultimi vent’anni compressi in brevi messaggini comandati. Con tutti i sesti gradi compresi i divani su cui a coppie rotolarsi. La documentazione dei progressi tecnici uniti da chiodi ben cementati. Ma anche, ne siamo più che certi, con l’uguale disumanità di prima in accoppiata unita…)




 Intanto il ‘povero’ Antonio Berti, con materia e in forma assai diversa, ha rinnovato in certo senso il suo fenomeno. Questa volta non sono descrizioni di rupi e di salite. Si tratta di un graziosissimo libretto, Parlano i monti, che Hoepli ha stampato con molto stile. In 550 pagine sono raccolte 419 brevi testimonianze di ogni genere sulla montagna.

 

Breviario?

 

Antologia?

 

Florilegio?

 

‘Libro dei mille savi’ alpino? Non c’è un termine adatto.




Parlano Dante, Guido Rey, Shakespeare, Emilio Comici, la Bibbia, Gervasutti, Jacopone da Todi, Lammer, Senofonte, Tita Piaz, le grandi guide, le vecchissime gazzette, gli antichi testi indiani, i cannoni del sesto grado, i poeti e i romanzieri delle Alpi. Le voci sono in ordine alfabetico.

 

Ecco le prime: Abisso, Acrobatismo, Alba, Allenamento, Alpi, Alpini. E sotto Alpini per esempio: ‘Fioi, avanti per l’onor del baston, chi torna indrio lo copo mi’ (un caporale ignoto, subito fulminato sulla Schönleitenschneide, ottobre 1915).

 

Apriamo alla G.: Gloria, Gola, Grandine, Grotta, Guerra, Guglia.

 

Apriamo all’N: Nebbia, Nembo, Neve. E sotto Neve: ‘Où il y a la neige, on peut toujours passer’ (D. Maquignaz, guida).

 

Apriamo all’R: Rifugio, Ripa, Ripetizione di salite, Ripidezza. E sotto a Ripidezza’: Non l’altitudine, è il pendio che è terribile!’ (Nietzsche, Così parlò Zarathustra).




 Versi, descrizioni, detti memorabili, brani polemici, pagine di diario, episodi strani, avventure agghiaccianti, fulminei resoconti di tragedie, brani di poemi e di romanzi, confidenze di grandi scalatori, e per ciascuno poche righe, al massimo un paio di pagine. Non pretese di enciclopedia, non scopi di pura erudizione, non mentalità di professore.

 

Ma la scelta com’è stata fatta?

 

Col sentimento, prima di ogni altra cosa. E nel coloritissimo mosaico – così come avvenne nella guida – le cento e cento voci di ogni tempo si compongono in una voce sola, nobile, umana, familiare.

 

Parlano Aristofane, Zsigmondy, Victor Hugo, Cassin, Tolstoj, Giacosa; ma Berti, senza una riga di commento, li ha combinati in modo che si incastrano per incanto l’uno nell’altro con straordinario effetto. Non son che citazioni, eppure è come leggere un romanzo.

 

Di colpo tornano a noi i mille volti della montagna, le albe, le paure, i temporali, le delusioni, le soste al sole sulla cima, la pioggia sotto la tenda, i malinconici ritorni, i boschi, le nuvole, le rupi. E tutto intorno sta una gente candida e onesta, i pionieri, i poeti, i vittoriosi delle massime muraglie, i morti degli abissi.

 

Un esempio della Guida aggiornata.




C: connessione:

 

Passaggio periglioso, in prossimità di Sentieri più facili fors’anche ‘adatti’ e ricongiunti dalla parabola segnalata, senza rischio alcuno per il rimosso stato d’incosciente coscienza inchiodato ad elevate quote partecipative sull’utile netto del capitale. Sottratto al dovuto rischio del normale Sentiero. Connessione verso più elevato Sentiero calcolato e non segnalato dal dovuto controllore controllato, nell’equilibrio ben esercitato nell’esercizio dell’auto-controllo-certificato. Si prega di connettersi alla dovuta materia ed imprecare Dio. Al passo disgiunto per ogni Elemento precipitato e ben curato. Chi sorpreso in più elevata immateriale Connessione rischia l’ammenda del cantone. Esempi quivi riportati di impropria ‘remota’ Connessione non del tutto in Vista. Chi prega e si incammina nella dubbia fallace credenza che ‘nulla’ per sé esiste eccetto Dio (di per se grave peccato punito altresì dall’alto prelato; alto: in più elevato rifugio al riparo da ogni bufera); che l’Anima (Anima: inutile bagaglio, si consiglia l’ultimo modello della Apple e coglierne il frutto proibito, tutto sarà più saporito; il Rifugio Giardino vi attende, i vigilanti dell’ordine pubblico tuteleranno e veglieranno la salute d’ognuno e nessuno sarà salvato. Digitare il numero con prefisso. Grazie per l’intrusione. L’Anima sarà debitamente salvata e rimossa nonché controllata e purgata da ogni virus del dovuto contagio…)... 




...umana è una emanazione dell’essenza di Lui, la quale, benché dalla sua celeste sorgente rimanga per un periodo divisa, pure in siffatta Connessione sarà ad essa finalmente ricongiunta; e che la più elevata felicità di questo Sentiero da tal unione sarà per derivare; e che il principale bene della umanità in questo transitorio Sentiero consiste in un perfetto congiungimento con lo Spirito Eterno, per quanto gli abbracciamenti dell’umana forma il possa permettere; che a tal fine gli uomini debbon rompere qualunque Connessione con gli esterni oggetti, e valicare attraverso il mar della vita senza ritegni, pari ad un nuotatore il qual tutto libero, e sgombro dell’imbarazzo delle vesti, naviga (senza più  connessione alcuna) l’oceano; che se meri diletti terrestri han tanta forza sull’Anima, l’idea della celestial bellezza debba di necessità rapirla in estatica voluttà; che per mancanza di parole capaci di esprimere le perfezioni dell’Altissimo Dio, e gli ardori dell’Anima devota, convien far uso di tali espressioni che più si avvicinino alle nostre idee, e parlare di Bellezza e d’Amore, ma in un senso mistico e trascendentale; che il figlio dell’uomo con malinconico canto lamenta la sua disunione da ciò che più ama, e versa lagrime cocenti, come una candela accesa, la quale tristamente anela al momento del suo estinguersi, quasi per isvilupparsi dai suoi vincoli terrestri, e come mezzo di ritornare all’unico sospirato oggetto dell’amor suo.

 

(D. Buzzati con i FuoriLegge della Montagna)