giuliano

martedì 24 giugno 2014

VIAGGI ONIRICI: gente di passaggio (stupor mundi) (28/101)



















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Gente di passaggio: viaggi onirici (stupor mundi) (27/100)

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Viaggi Onirici: gente di passaggio (l'hanno trovato...) (29)  (102)















Ruggero a Palermo, ci offre uno stupendo saggio della sua capacità di sintesi di diverse discipline nella discussione che fa sul fenomeno delle MIGRAZIONI, quando ci parla dell’origine dei MIGRATORI dalle diverse fasce climatiche in cui è divisa l’Europa. Egli non solo sapeva che la Terra era tonda ma anche che poteva essere divisa in fasce parallele partendo dall’equatore, su sino… alle terre polari.
Sapeva che le… gru che giungevano in autunno in terra di Puglia provenivano dai Paesi scandinavi. Naturalmente molta parte del fenomeno migratorio si spiega con il fondamentale adattamento degli uccelli al mezzo aereo: ed ecco che puntualmente Federico dedica un capitolo del suo trattato alla dinamica del volo con interpretazioni originali non sempre in accordo con quanto affermato dal ‘maestro’ Aristotele con il quale neppure quando afferma che gli avvoltoi trovano le carogne degli animali di cui nutrono grazie all’olfatto. Ben sapendo che il più importante organo di senso degli uccelli è l’occhio, Federico prende alcuni avvoltoi e dimostra non soltanto che essi sono guidati dalla vista nel trovare gli animali morti, ma che non riconoscono come cibo prede vive offerte loro. 




Sono queste le conclusioni cui sono giunti gli studiosi moderni dopo diversi esperimenti che sette secoli prima il grande imperatore naturalista aveva già condotto. Federico ci descrive anche lo sviluppo del cuculo nato da un uovo deposto nel nido di un’altra specie e credo che si tratti della prima volta che si parli in termini scientificamente corretti del parassitismo riproduttivo negli uccelli.
Nel folclore scozzese ancora oggi si tramanda una leggenda secondo la quale certi strani crostacei che si attaccano spesso alla chiglia delle vecchie navi in legno, le lepadi, si trasformano in inverno, nelle oche facciabianca. Del tutto insoddisfatto di una simile spiegazione, Federico manda un suo emissario in Scozia a raccogliere pezzi di legno di navi naufragate e su cui fossero attaccati crostacei. 




Esaminate da vicino le lepadi, scrive che è impossibile che tali creature si trasformino in oche e sfata così una leggenda sino ad allora accettata per verità dal mondo scientifico.
La sua descrizione della muta, in particolare dei rapaci, è ancor oggi un esempio di profonda capacità di osservazione e chiarezza di esposizione a un tempo. Né vi è da credere che l’interesse naturalistico dell’imperatore si esaurisse nelle specie che aveva più spesso occasione d’incontrare e catturare nelle sue cacce. Federico amava tutti gli animali e ben nota era l’abitudine di portarsi appresso nei suoi spostamenti, anche durante le imprese militari, un vero e proprio serraglio ricco di animali mai prima allora giunti in Europa, come le giraffe o certi pappagalli. 




Tra questi ultimi spicca la presenza, testimoniata da diversi disegni nelle pagine del suo trattato di ornitologia, di un cacatua delle Molucche, avuto in dono da un califfo d’Oriente con cui era venuto in contatto durante la sua crociata in Terrasanta. La presenza di questo pappagallo nel serraglio di Federico ci dice anche qualcosa che spesso dimentichiamo, e cioè che già nel Medioevo il mondo occidentale era con molta probabilità regolarmente in contatto con la parte estrema del continente asiatico, e forse anche con terre d’Australia, comunque con una porzione di mondo che ufficialmente venne ‘scoperta’ molti secoli dopo.
Le straordinarie doti scientifiche e naturaliste di Federico II ne fanno un fenomeno unico per i tempi in cui visse e lo pongono nella Storia del pensiero scientifico tra Aristotele e Darwin.  
















domenica 22 giugno 2014

INTERMEZZO CASUALE (2)



















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Intermezzo casuale (1)














Della fertilità e dei coltivatori, fu il portatore del fuoco e messaggero, il protettore dei
viandanti e dei pazzi e il dio della ricchezza e dei tesori nascosti. Ovviamente non fu
semplicemente un dio duplice, come vogliono gli studiosi: fu tutte le cose per tutti gli
uomini. Cominciò da uccello, diventò uno spettacolare uccello verde, e, a poco a
poco, acquistò forma antropomorfica alla maniera di tutti gli altri Dèi.
Leggo da Victor Von Hagen,‘Alla ricerca del sacro Quetzal’:
Gould raccolse abbastanza materiale sulla famiglia dei trogonidi della quale il quetzal è 

il membro più splendido….la fantasia arriva a stento a immaginare qualcosa di più son-
tuoso e magnifico del verde oro che adorna la parte principale del piumaggio di questo 
splendido uccello , o qualcosa di più elegante o grazioso delle fluenti piume che, dipar-
tendosi maestosamente dalla parte inferiore del dorso, formano un lungo strascico di 
metallica brillantezza. La natura sembra aver decretato che gli uccelli dotati di insolita 
brillantezza di piumaggio debbano dimorare in ambienti remoti e oscuri.
Delle fitte e tenebrose foreste degli stati meridionali del Messico ….ai Troconidi, tro-

gone… Trasferendoci dall’ambito mitologico, con un filo comune che corre costante 
nel linguaggio dell’universo, approdo a Richard Dawkins, ‘Il racconto dell’antenato’e
proseguo:
Percorriamo a ritroso centotrenta milioni di anni…..qui incontriamo un gruppo ancora 

più nutrito del nostro, i sauropsidi: rettili e uccelli. Significa, grosso modo, tutti i verte-
brati che depongono sulla terraferma grandi uova con il guscio impermeabile.
In questo periodo, la nostra linea ancestrale produsse fertili ramificazioni evolutive, co-

me sappiamo dalla ricca documentazione fossile dei ‘rettili mammaliformi’ …..tale arco di 
tempo senza pietre miliari si estende per metà del Giurassico, l’intero Triassico, l’intero 
Permiano e gli ultimi dieci milioni di anni del Carbonifero. A mano a mano che il pellegri-
naggio a ritroso passa dal Giurassico al mondo più torrido e arido del Triassico, si assi-
ste all’estinzione di massa del tardo Triassico, tre quarti di tutte le specie si estinsero, 
ma in fondo si trattò di poca cosa in confronto alla successiva estinzione, che coincise 
con il passaggio a ritroso dal Triassico al Permiano. All’epoca di quei picchi accadde 
qualcosa, qualcosa di brutto. Forse un singolo evento catastrofico, analogo alla colli-
sione con un grosso meteorite che sterminò i dinosauri 65 milioni di anni fa, durante l’-
estinzione del Cretaceo-Paleogene.
La terminologia del grado di evoluzione è efficace se si crede con fermezza che l’evolu-

zione marci progressivamente in una sola direzione , lungo linee parallele che partono 
da un punto comune. Se, per esempio, pensassimo che molte linee ancestrali correlate, 
si fossero evolute tutte, in maniera indipendente e parallela, dallo stato di anfibi allo 
stato di rettili allo stato di mammiferi, avremmo motivo di dire che si è passati per il gra-
do dei rettili sulla strada verso il grado dei mammiferi.
Se ci spostiamo all’estremo opposto e adottiamo una rigida terminologia cladistica, la 

parola rettile viene salvata solo se si reputa che includa gli uccelli. E’ la visione propu-
gnata dall’autorevole ‘ Tree of Life’, varato dai fratelli Maddison.
Siamo abituati a considerare i mammiferi i successori dei dinosauri che troviamo strano 

il fatto che rettili mammaliformi siano fioriti prima dell’ascesa dei dinosauri stessi. La no-
stra centocinquantamilionesima ava forse somigliava un poco al Thirinaxodon che vis-
se nel Triassico medio e i cui fossili sono stati rinvenuti in Africa e nell’Antartide …..
come gli altri fossili, il Thrinaxodon è con tutta probabilità un cugino della nostra ante-
nata, non l’antenata stessa. Era membro di un gruppo di rettili, i cinodonti, talmente si-
mili a mammiferi che si è tentati di chiamarli con quel nome.
I cinodonti erano uno dei tanti gruppi che si irradiarono da un precedente gruppo di 

rettili mammaliformi, i terapsidi ……il nostro antenato terapside era probabilmente una 
creatura più piccola e insignificante …..i primi terapsidi erano un po’ meno mammalifor-
mi dei loro successori, i cinodonti, ma più mammaliformi dei loro predecessori, i pelico-
sauri, che costituirono la prima radiazione evolutiva dei rettili mammaliformi ….




I terapsidi, i cinodonti e infine i mammiferi a poco a poco sollevarono sempre più il ven-

tre da terra e raddrizzarono sempre più le zampe, sicché l’andatura diventò meno zigza-
gante e meno ittica. L’evoluzione dei rettili mammaliformi che colmano il divario di 130 
milioni di anni si è articolata, come ho detto, in tre ondate principali: quelle dei pelico-
sauri, dei terapsidi e dei cinodonti. Quanto ai mammiferi, essi rappresentano la quarta 
ondata .
Dove mi ha condotto un filo di eventi casuali seguito nella infinita spirale della sua
evoluzione?
Ad un dato comune, ad un semplice racconto mitologico, come una fiaba scritta e
raccontata da bambini in uno stato primitivo, che grazie al loro essere primitivi ed
involuti ebbero la visione di un intuito primo, di un ‘occhio’ verso la realtà
dell’universo.
Ciò che ho ammirato in quelle semplici parole dell’inizio della creazione,
probabilmente riviste da missionari spagnoli pur nella loro autenticità originaria, sono
oltre le evidenti simmetrie con analoghe mitologie, anche la bellezza della verità
percepita. La casualità mi ha condotto grazie all’interpretazione dei suoi nessi, ad una
considerazione monolitica e imprescindibile, cioè l’alterarsi delle condizioni
preesistenti, soprattutto nell’ambito climatico, preannunciano una più tremenda
verità e conseguente mitologia, sicuramente ugualmente percepita dagli stessi esseri
connessi all’ambiente circostante (pensati primitivi), per un’irreversibile e annunciata
catastrofe della quale sembrano ignorare le reali conseguenze nel medesimo disegno
che accumuna tutti i colonizzatori e dominatori della Natura.
Monitorando gli eventi atmosferici nella fattispecie delle piogge in quella zona
dell’America, potremmo notare un incremento annuo distribuito nei singoli episodi
protratti in un lasso di tempo di maggiore siccità. Le piogge non conservano più un
andamento continuo e stabile, ma al contrario, gli eventi sono divenuti più intensi e
distribuiti in archi di tempo diversi. Ragione per cui i dissesti geologici sono più
evidenti, soprattutto in quei terreni dove il disboscamento ha contribuito a rendere il
terreno privo delle radici che lo stabilizzano da probabili frane. Probabilmente la
capacità di contenimento della rete fognaria avrà conseguito un cedimento strutturale
in ragione delle leggi della fisica, nel momento in cui le acque di scarico della città
hanno dovuto assorbire il deflusso piovano in eccesso.
Questa è la riprova che la vita e la natura tendono a condizioni ottimali per il corso
biologico-fisico-chimico ed atmosferico delle leggi che la caratterizzano, rispetto alle
primitive condizioni, alterando di fatto tempi e modi della loro frequenza così come
distribuiti nell’arco dell’evoluzione (pur conoscendo stessi fenomeni la loro
manifestazione era ed è connessa con una vasta gamma di fattori ambientali
determinati da un costante equilibrio) assistiamo a questi inattesi eventi.
Se alterate le premesse, le condizioni di base (evolute) variano in maniera
irreversibile e tendono ad avere una reazione proporzionalmente inversa rispetto al
sistema originario, pari al doppio della loro frequenza nel corso di eventi prevedibili
in un lungo arco di tempo.
Dai primi dell’800 ad oggi abbiamo cambiato l’andamento climatico in brevissimo
tempo.





Nel racconto dell’antenato di Dawkins e di Hagen abbiamo percepito due connes-

sioni, la sacra divinità adorata non è null’altro che un antenato antichissimo
dell’uomo, nella forma in cui due specie si coniugano fra loro, una è conseguenza
dell’altra, rapportate in tempi geologici primitivi ma non estranei al linguaggio
mitologico dei nativi, che essendo a stretto contatto della natura conservano, come
già detto, una connessione privilegiata o meglio una osservazione privilegiata che
possiamo decifrare secondo i nostri schemi culturali, le nostre scienze, i nostri
modelli matematici, ma nei limiti di questi non leggono un legame molto più
‘assoluto’ del semplice codice genetico che rende tutt’uno l’essere con la terra a cui si
appartiene. La condizione di sottomissione è imprescindibile per capire taluni
meccanismi, linguaggi, eventi.
Nella luce dell’‘osservazione’ posso adottare la teoria della ‘meccanica quantistica’
anche su un terreno apparentemente non proprio della antropologia, psicologia,
geologia, ed ecologia. Nel momento che osservo e studio una prevedibilità di cause,
noto ‘posizione’ e ‘velocità’ mutare secondo un rapporto ben preciso nelle sue
indeterminazioni riflesse al linguaggio della Natura.
La vita costituisce la sua essenzialità in funzione di queste premesse le quali sono
valide se proiettate anche alla dinamica dei macro-eventi.
La validità di questo assunto mi porta a determinare l’osservazione come metodo di
non-sottomissione alle leggi fondamentali della natura inglobata in un riduttivo
sistema statistico o casuale (frequenza delle piogge confrontata con l’andamento
nell’arco di secoli cercando eventi analoghi ragione per cui imprevedibilità
dell’andamento atmosferico inteso come ‘caos’) che conducono alla nuova
‘catastrofe’ dell’affermazione della vita stessa (ottimizzazione degli eventi nella loro
forma e costanza), ma con valori alterati rispetto a quelli iniziali di cui ci sforziamo di
vederne degli improbabili benefici. La doppia validità mi porta a confermare una
connessione costante e continua in tutti gli ambiti della natura, ragione per cui
variando o assoggettando con la sola forza dell’alterazione possiamo sollecitare tutte
le connessioni. A conferma di quanto detto mi torna alla memoria un brillante saggio
di John Mcphee, ‘Il controllo della natura’….
Gillis mise in funzione lo scandaglio.
Avevamo risalito il fiume sul lato opposto a Old River, e ora egli descrisse un arco al 

traverso della corrente, dirigendo verso il banco intagliato sul lato occidentale esterno 
della curva a monte del complesso. Mentre tagliavamo il Mississippi la profondità au-
mentava e seguitò ad aumentare via via che ci avvicinavamo alla sponda. 
A poche bracciate dalla riva, essa toccava i trenta metri. Già era notevole che il letto del 
fiume trovasse quindici metri sotto il livello del mare a quasi cinquecento chilometri dalla 
foce; ma una così grande profondità a così poca distanza dalla riva destra mi lasciò sba-
lordito.
Ecco dimostrata la capacità di escavazione di un fiume poderoso.
E’ ben raro che le fondamenta dei grattacieli scendano di tanto. Ed era da questa curva che 

l’acqua fluiva oltre e dentro il Controllo Old River: una curva rivestita di calcestruzzo, dove
 il Mississippi poteva liberamente riversarsi nell’Atchafalaya. Il Kent era talmente vicino al-
la sponda da non avere spazio per girare e Gillis dovette fare macchina indietro per allonta-
narsi. Venti anni prima, una chiatta andata alla deriva entro la struttura, e fracassatasi dopo 
esservi affondata, era stata trascinata per il canale di afflusso e lasciata a lato del fiume. 
Là era rimasta, mentre l’impeto travolgente delle correnti erodeva la sponda in direzione 
ovest. La chiatta giace ora nel Mississippi, centocinquanta metri al largo.




Riflettendo su questi fatti il generale Sands ebbe a dire una volta: “La struttura di Controllo 

Old River si trova nel posto sbagliato, ma è stata progettata per costare non più di tanto”; il 
suo ingegnere capo, Fred Bayley , aggiunse:“ Proprio così. E’ stata fatta durante l’ammini-
strazione Eisenhower”. Il Corpo ha provato anche a sbarrare l’opera di presa con una catena 
di barconi ancorati al fondo. Ma i grossi tronchi che discendono in continuazione il corso del
 fiume si accatastarono contro i cavi di ormeggio, tanto numerosi da formare un’alta pila che 
minacciava di spezzarli. Come se i tronchi non bastassero, si è saputo che ha fatto la sua com-
parsa anche il ghiaccio.
In Luisiana non gela più di una volta ogni vent’anni; ma, se succede, è pur sempre ghiaccio. 

La massa d’acqua che preme sul Controllo Old River agisce senza sosta e, in maniera diversa, 
da entrambi i lati. Nel 1986 una delle undici paratoie appartenenti alla soglia bassa fu seriamen-
te danneggiata dal continuo martellamento del fiume e un’altra perse la rotaia di guida. 
Quando chiesi a Fred Smith geologo del Corpo per il Distretto di New Orleans, se ritenesse ine-
vitabile che il Mississippi riuscisse alla fine a volgere il proprio corso a ponente, egli mi rispo-
se: “ Personalmente credo di si. Tuttavia questa non è la posizione ufficiale del Corpo. Per mo-
tivi economici noi cercheremo di mantenerlo dov’è. Ma se le circostanze sfavorevoli si verifi-
cassero tutte insieme ( piogge torrenziali , esteso disgelo ), vi sarebbe una concreta possibi-
lità di deviazione e il fiume potrebbe imboccare il bacino dell’Atchafalaya.
Finora siamo riusciti a stornare questo pericolo”.
Con un particolare ringraziamento al Kent.
A poppa del battello, c’è una lancia stabilmente equipaggiata tra l’altro, con una canna di bam-

bù  di cinque metri. Il Kent tiene d’occhio tutto ciò che si muove nel fiume, compresi i pesci 
gatto.

(Giuliano Lazzari, Il Viaggio, Ed. Uniservice)



















 

venerdì 20 giugno 2014

VIAGGI ONIRICI: gente di passaggio (26) & (99)


















Precedenti capitoli:

Viaggi Onirici  &  Gente di passaggio &

Terza passeggiata

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Gente di passaggio: viaggi onirici (stupor mundi) (27/100)














Il nostro ospite fa segno di abbandonare le chiacchiere, vuole prendere la parola…. ‘Amici miei’, la voce è tiepida, il tono pacifico, ‘vi ho convocati qui quest’oggi perché credo sia utile a tutti noi uno scambio di idee sull’evento che va profilandosi all’orizzonte’. Si schiarisce la voce. ‘Vi sarà probabilmente giunta notizia della convocazione di un Concilio a cui far partecipare tutta la cristianità divisa, per cercare un punto d’accordo e la possibilità d’una riconciliazione tra tutte le fazioni. E sicuramente Calvino e Lutero faranno di tutto per lasciarci fuori da qualunque trattativa e se mai concludessero un accordo con Roma, esso sarà dannoso per chiunque non si riconosca pienamente nelle loro proposte. Che ne sarà dei Michele Serveto, del Lelio Socini, dei Sebastian Castellion?
CHE NE SARA’ DI TUTTI NOI FRATELLI?
Dalla sedia più esterna, in fondo alla fila, il basileese Serre interviene: ‘Non ci sarà nessun accordo, Oporinus, perché i papisti non cederanno mai sulla giustificazione ‘per opere’, e Lutero e Calvino dall’altra parte non sono disposti a muoversi d’un passo dalla giustificazione ‘per sola fede’. Per loro vorrebbe dire lasciare ancora spazio al potere anticristiano del Papa, alle indulgenze, alla COMPRAVENDITA DELLA FEDE!'.




Ora vorrei sapere il vostro parere, messer Perna, voi più di tutti siete a conoscenza degli affari italiani.
Il piccoletto stira le braccia cortissime, non s’aspettava d’essere chiamato in causa, si gratta la fronte e si alza in piedi senza riuscire a superare le teste dei presenti. Un lungo sospiro: ‘Signori, ho sentito molte belle parole, ma nessuna è riuscita a centrare il cuore del problema, potete scrivere o commissionare le più belle opere teologiche del secolo, se questo può farvi sentire meglio, ma non cambierete i fatti. E la realtà, signori, è che non saranno le questioni dottrinali a segnare i destini del Concilio, ma la politica, la meschina politica del Palazzo del potere, dei trafficanti, dei miserabili e vili trafficanti…. di codesta corrotta economia!




Ora statemi a sentire bene…, giù a Roma c’è un discreto numero di cardinali a cui i roghi piacciono molto, a cui la tortura li eccita li invigorisce…, ma non dovete pensare che ‘questi santi uomini’ ai piani alti del potere muoiano dalla voglia di arrostire Lutero, Calvino, Bucero, e tutti i qui presenti. Perché, vedete, finché questi Eretici, come li definiscono, saranno in circolazione, loro potranno sguinzagliare l’Inquisizione a caccia degli intelletti migliori e dopo averli trucidati calunniati e torturati, dopo averli spogliati dei loro miseri beni, questi esseri si maschereranno da eroi da poeti da professori, da giudici da politici, l’Anticristo esiste ed abita a Roma, ricordate….!
Da che mondo è mondo i nemici esterni fanno comodo per mettere in sacco quelli interni… scrivete, scrivete pure se volete, tutti i trattati teologici del mondo, ma non sarete voi, né Calvino, né Lutero a giocare la partita, Se volete sopravvivere dovrete pensare qualcosa di diverso….’.
‘Messer Pietro, aspettate! Cosa intendete dire? Cosa vuol dire che devono pensare a qualcosa di diverso?'.




L’italiano sorride e scuote la testa: ‘Venite con me, ascoltate compare, qui non c’è più niente da fare. Tutti i vostri amici, o tutti gli amici di messer Oporinus, sono carissime persone, capito? Ma non andranno da nessuna parte…’.
‘Dove volete arrivare?’.
‘Suvvia messere! Non prendiamoci in giro: se deve essere un misero libraio (o autore di blog in centinai di frammenti di libri…) italiano a dire loro come stanno le cose, significa che queste bellissime teste (compresi i loro compari buffoni…) non vedono al di là del loro naso! Scrivono trattati teologici per altri dottori capito?, e il giorno che li verranno a prendere per legarli ad un palo (gli stessi che hanno difeso…) con qualche fascina sotto, forse allora apriranno gli occhi!
Solo che sarà troppo tardi!
Quello che intendo, amico mio, è che i giochi sono fatti. Su in Germania ne avete fatto di chiasso, e ve le siete suonate di santa ragione, e poi ci sono stati gli olandesi, gran buontemponi quelli, matti come cavalli, e adesso i francesi e gli svizzeri, e Calvino che diventa la stella della rivolta contro il papato. 




Tutte balle messer mio!, IL POTERE, IL POTERE.. PER QUESTO SI SCANNANO!!
Io faccio il mio mestiere, avevo una libreria un tempo, me l’hanno tolta, avevo un editore me lo hanno messo contro anche quando cercai di difenderlo, per i loro giochi, per i loro traffici, PER IL POTERE…!
Adesso vado in giro, e mi vedi, per vendere libri e verità senza Tempo, perché il Tempo l’inganno di questa umanità è fermo, FERMO CAPITO, non li vedi uguali a ieri, non li scruti, senza oggi né domani con la bava fra le mani, non li vedi ci girano attorno come cani affamati senza capire le ragioni dell’odio, il potere li manovra, il potere li trascina, il potere li divora…!
IO PROPAGO IDEE…
Per questo mi odiano tanto, il mio mestiere è il mestiere più rischioso, loro propagano l’inganno lo confezionano per gli amanti dello sguardo veloce proiettato in moderni schermi, in moderne maschere del potere…




IO SONO RESPONSABILE DELLA DIFFUSIONE DEI PENSIERI, MAGARI DI QUELLI PIU’ SCOMODI per questo mi odiano più di tutti voi….
NON CAPITE QUELLO CHE DICO… prendete ‘Il Beneficio di Cristo’, o quelli che ho scritto io stesso, in special modo gli ultimi due, Poesie, umili Rime, e sapete quello che hanno fatto? GUERRA, GUERRA! Caro messere questo il loro mondo. Poi della poesia, ne hanno fatto diletto per i loro pargoli su a Roma, non riuscendo a capire neppure una Rima, confusa fra una Gazza ed un Corvo. La gazza ripete la Rima appresa da un corvo dopo averlo umiliato, crocefisso ed esiliato…, questo il loro mondo….
Ma ora messere debbo andare io sono solo un libraio un umile libraio e debbo fuggire perché il Tempo non esiste e mai esisto per questo loro mondo…..’ .  

(H.P. Lovecraft & L. Blissett)