giuliano

sabato 19 dicembre 2020

I VIAGGI DELL'ANIMA (20/9)











































Precedenti capitoli:

I Viaggi dell'Anima (19/8)

Prosegue in:

Il palcoscenico della vita (21/10) &

Curare il mondo (10)













...Sensazioni esterne del corpo’, e la seconda, ‘detta talvolta anche spirituale’ come quella che si produceva ‘mediante forme, e similitudini impresse nei sensi’. Sulla classificazione delle diverse forme di èstasi e rivelazioni, e sulla distinzione tra visioni reali e illusorie dissertava anche Federico Borromeo, autore di un De vario revelationum et illosionum genere (1617), cui seguivano i De vera et occulta sanctitate libri tres (1621), opere che tendevano, in quella fioritura di mistiche devote che caratterizzò la fine Cinquecento e il primo Seicento, a definire e indagare la santità piuttosto che imporre cautele, anche se non mancava naturalmente l’avvertenza che la vera santità doveva mantenersi occulta piuttosto che esibirsi con superbia…




(* 1)…Le diagnosi di santità, come quelle opposte di possessione, sono ‘razionali’ entro questo quadro epistemologico che concepisce l’Anima come forma del corpo, che lo anima in quanto gli dà vita e calore, movimento e sensazione; ammette che possa, come Spirito o sostanza, distaccarsi da esso per rendersi eguale alle altre forme o intelligenze solo spirituali, non percepibili dai sensi ma intelligibili, ossia reali per la visione intellettuale e ammettere infine che l’Anima sia in grado, come di esistere senza corpo dopo la morte – data la sua immortalità – così da distaccarsi dal corpo in vita, per sentire passioni, udire rivelazioni e contemplare visioni anche fuori di esso… Possessione ed esorcismo, non meno che èstasi… e ratti…, sono un’applicazione della fisica e metafisica neoscolastica. Il domenicano Gravina distingue, come si è già accennato, le visioni e apparizioni di Spiriti Invisibili ma di natura sensibile (raffigurabili), da quelle di enti soltanto intelligibili (cioè senza forma e figura), che appaiono nei ratti ai veri santi. Gli esorcisti considerano i diavoli come Spiriti, ossia come essenze intelligibili, capaci di agire sui corpi e sulle Anime; e allo stesso modo i teologi gesuiti dissertano sulle ‘intelligenze’ angeliche, controparte degli Spiriti o ‘intelligenze’ diaboliche. Teologi ed esorcisti si muovono entro il quadro di una teoria aristotelica che distingue dai sensi esterni il sensorio comune o interno, come organo della sensazione e della passione, in cui possono imprimersi sia le immagini proiettate dalle realtà esterne delle cose, sia quelle degli enti o forme invisibili, intellettuali perché senza materia, provenienti dalla realtà ultraterrena degli Spiriti, delle ‘intelligenze’ angeliche o diaboliche. …Nel… ratto superiore all’èstasi, l’Anima dovrebbe essere finalmente in grado di abbandonare del tutto il corpo, e di raggiungere, salendo nei cieli empirei, la visione puramente intellettuale degli enti invisibili e intelligenti che li muovono e li abitano: dovrebbe insomma entrare in contatto con gli angeli e con Dio e comunicare direttamente con loro. Questo Viaggio dell’Anima in totale distacco dal corpo è l’unico Viaggio non inquinato dal sospetto di ‘illusione demoniaca’: giacchè in tutti gli altri casi sussiste sempre il dubbio se l’èstasi sia naturale, divina o diabolica, se la comunicazione avvenga con Spiriti ultraterreni boni o mali, con angeli o diavoli, come si vedrà anche nell’analizzare qualche trattato teorico sul ‘discernimento degli Spiriti’, e qualche manuale d’esorcismi.

Ma come assicurarsi della ‘visione intellettuale’? (*1!)




…Per riconoscere la vera santità occorreva padroneggiare l’arte della Discriminatio Spirituum, ed essa supponeva una contiguità tra santità vera, ‘affettata’ e possessione diabolica. Per meglio comprendere quest’arte della Discretio spirituum, necessaria a distinguere la vera santità (ed in merito a questo punto possiamo anche eludere la santità detta, e rimanere nel terreno e più consono campo di cui i mali dei nostri tempi ci fanno indagare e rapportare diverse teologie o diversi sistemi della visione circa la vita; visione la quale per secoli ci ha diviso in ‘equivoci’ e ‘falsi idealismi’ divenuti pretesti, e, partecipare quindi alla santità cui ognuno dovrebbe aspirare, rimanendo come dicevo, nel terreno di ogni  retta, per quanto, saggia buona fede nel voler perseguire finalità ed intenti di cui l’Anima o lo Spirito non contaminato da ciò che a ragione e intelletto possiamo definire diabolico! Il qual esula per sua malefica natura da tutto ciò di cui la stessa (Anima) nei secoli ha principiato! La qual esula per sua deficienza e limitata consistenza da quando ogni uomo santo o pastore che sia, sciamano o bramino per sua natura ha cercato per ogni confine varcato con il suo ed altrui dolore la giusta appartenenza il consono Universo donde l’infinita visione rispecchiare la vita per ogni prospettiva e dimensione… Raccolta dall’uno all’altro continente ove la cellula evoluta, ove la frattura se pur la vita deve progredire ed evolvere nella consona prospettiva… cui l’uomo può con il dono di tutta la propria ed altrui Natura donde deriva…[*2]) non solo da quella finta, ‘ipocrita’ o ‘affettata’, ma anche dai sintomi della possessione diabolica – talvolta difficili da classificare e differenziare da quelli di presunta santità (o solo ed anche superiorità di Spirito avverso sempre e comunque sia per chi sempre abituato a pensare con o tramite la materia…), sarà utile richiamare i fondamenti teorici ed epistemologici che la ‘scienza’ dei segreti e segni di santità e possessione traeva (allora) e trae dalla filosofia (in continuo metafisico Viaggio di ricerca) e in specie dalla fisica aristotelica, posta alla base della teologia tomista rinnovata nella neoscolastica spagnola.




(*2) Allo stesso modo in cui entravano nel ‘senso interno’ le ‘immagini’ o specie sensibili, potevano entrarvi i diavoli (non più dèmoni di un mondo antico oppure trasposti al variegato mondo della Natura…) a manipolare le immagini, ma con dei limiti, infatti non siamo lontani dalla verità di Candido Brugnoli quando afferma: ‘Talvolta si dice che il male o solo il diavolo entra attraverso l’immaginazione (cui vuol suscitare o imporre i favori del suo delirio accordando la prospettiva della propria forviante natura verso una dimensione aliena e non consona alla verità casuale destinata o idealizzata cui ognuno indistintamente partecipa ed aspira anche nella umile santità celata di cui si può consumare un Sentiero una più consona via… Mentre sappiamo di certo che quello, come il male detto, vuol sovrintendere con l’inganno il baratto cui ispirato il suo mercato confondendo Dio e Natura Dèmone ed Elemento Verità e bugia…) e per questa via poteva produrre ‘effetti nel corpo quanto e non più nel cuore nella mente, nei sensi tanto esterni quanto interni, e soprattutto nell’immaginativa – indotta e virtuale – divenuta fallace propettiva, anamorfica specchio di una realtà trasposta…

(E. Brambilla, Corpi invasi e viaggi dell’anima)

















Nessun commento:

Posta un commento