giuliano

giovedì 12 aprile 2018

REGRESSIONE MITOLOGICA ovvero: la morte del Sogno e della Parola (14)









































Precedenti capitoli:

Il Sogno di un Dio incompreso (13)

Prosegue in:

...del Sogno e della Parola (Seconda Parte) (15)














Premetto, nel proseguo del precedente da cui il presente post posto, di non conoscere profondamente l’opera di Holderlin da cui la Poesia tratta ed introdotta, solo di provare in talune sue Parole (come in altri poeti….) affinità e spirituale appagamento, come udire e percepire cioè ugual mio Sogno e Parola dal ‘pazzo’ non meno del sottoscritto espressa, attenente e confacente alla vera e sana ‘normalità’ cui l’uomo dovrebbe o potrebbe aspirare…

…Da ciò per molti e non solo addetti ai lavori quale vero confine che unisce e divide nell’interpretare il vasto regno della pazzia confrontato con quello odierno della normalità, preferisco così come molti altri pazzi del remoto e presente similar Tempo la spirituale Parola profondo Sogno e motivazione di taluni ispirati ‘pazzi’ i quali riescono ad esprimere e risolvere la ‘normalità’ da cui il vero Principio della Vita deriva, così come ogni Profeta costretto alla croce nello strano crocevia di questa terrena vita…

…E la ‘pazzia’ confinare non la ‘normalità’ ma il Principio della Vita…

…Da ciò ne derivano una infinita armonica e disarmonica consistenza di Riflessioni (così come quelle espresse e in parte condivise dell’Omonimo circa il mito….), Studi Filosofie Dottrine e Teologiche medesime ed opposte scienze e premesse entro i termini, però, di ciò che la Ragione impone descrive accerta e risolve concretizza formalizza riduce e circoscrive da l’astratto apparente donde il tutto deriva e non ancora del tutto, nonostante la nuova fiera scienza della psicologia, vorrebbe risolvere quale nuova dottrina, riducendo l’immateriale donde proveniamo ad un circoscritto Tempio entro e non oltre i confini, o peggio, il recinto di un ristretto Albergo così come la vita ciclicamente tende risolvere l’‘equazione’ nel fattore fisico e materiale del Tempo…

…Riconosciamo per cui nel breve Frammento o ‘Tratto’ di pennello, similar capacità evocativa con la quale la Poesia esplicita e risolve molto di più; formalizza e sottintende molto più di quanto detto o velatamente espresso, negando a questa una presunta oracolare verità e non certo relegata nel vasto sogno di astratta fantasia o similar bugia…, introduciamo una più vasta e profonda ‘retorica’ che certo non dall’astratto deriva ma quanto l’Anima e lo Spirito abbisognano per placare istinti e intendimenti nella ‘pace e benessere’ (anche e soprattutto interiore) riflessi indicati ed auspicati così come da un fidato amico dell’Omonimo espresso…

…Anche se spesso di fronte ad astratti miti nei quali la stessa [retorica storia] si esplicita tendiamo a rimuovere con ‘iconoclastico’ distinguo ciò in cui anche la Storia si compone dissolvendo medesimo ‘geroglifico’ - Infinto al Tempo (risolto dallo scienziato antropologo così come dal Teologo) - numerando per molti secoli ciò in cui ‘ammesso e non concesso’ la soluzione rappresentativa dell’Icona qual immagine principio di adorazione e rappresentazione [evoluzione del mito detto], e così, medesimo Uno risolversi frammentarsi annullarsi e formalizzarsi nel proprio opposto… di quanto raffigurato principio del Santo pregato in ragione del contrario esorcizzato: la Guerra...

…Si è portati ad escludere e rimuovere - così come l’Omonimo citato - motivati da principi e conflittuali sentimenti pagani e cristiani nel voler velatamente spiegare e risolvere la questione del mito richiamato ‘a forza’ quale soluzione convergente di uno Stato in cui in questo conosceva il proprio ed altrui fondamento quindi di unità, costretto per cui a ‘scrivere una cosa e pensarne un’altra’ (di similar teologica consistenza di quanto apparentemente avversato) l’Omonimo esplicitava il proprio sfogo e platonico dissenso di quanto ‘paradossalmente’ in verità riluceva (pochi hanno intuito nel Pagano un più profondo ed Eretico credente di quanto la Storia abbia tramandato) nell’opposto di quanto dalla folla reclamato nell’improvvisa dissoluzione di qualsivoglia stato principio e Dio… nei tanti Dèi pregati… (l’inversione Dio e Dèi non è certo casuale….)…

…Purtroppo il compito di taluni i quali come un tempo nell’Impero riflesso ricoprivano la ‘triplice’ carica a loro ‘offerta designata e/o riconsegnata’ medesima corona di spine che sempre dallo stesso popolo deriva, imponeva di ricoprire anche la regalità di cui ogni Re manifesta ed incarna Credo Giustizia e Difesa… in contrasto con il ‘nuovo’ cui la Storia evolve e trasforma quanto nell’equilibrio edificato, vedendo e scorgendo la minaccia (del ‘nuovo’ detto) in ciò cui ‘nominato e coronato’ rischia risolversi in globale rovina… (e qui risolviamo ed imponiamo anche nuova ‘antropologica’ ed inattesa  premessa: il ‘doppio sacrificio’ della e nella Storia posto, qualcuno ha risolto svelando medesimo amletico sofferto passo nella risoluzione e dissoluzione della ‘Religione impura’ riconducendo impropriamente ed in qual tempo ‘ellenizzato’ in giudaico accordo tradotto quanto ‘apparente’ medesimo diverbio…, peccato che tal testo dello Scrofani da una biblica condizione posta il quale Giuliano con fermezza dismetteva qual fonte di conoscenza…. Semmai possiamo tradurre e giammai interpretare ma solo leggere la ‘doppia premessa’ di un ‘doppio sacrificio’ cui due vittime innocenti motivati da ugual buoni principi risolversi e confrontarsi per il bene e la pace di ognuno in Terra predicato… ed altresì interpretato indistintamente da ugual ‘dissoluzione’ uno per ragion di Stato gli altri per concorde disfacimento ma unanime elevamento della stessa ‘dissoluzione’ da cui motivati e perseguitati ma lontani dall’originale primitivo messaggio reclamato…)…

…Anche oggi fermi in medesimo amletico dissolvimento: la folla unita divisa e protesa nella pace reclamata ed ostentata con scenari e spettacoli di massa nascondere diversa natura e sostanza non meno come qualcuno interpretò la scrittura dell’Omonimo detta…, nel clandestino difeso, però nella sostanza frammentata in ogni Stato e il principio rappresentativo che ne deriva in cui questo si riconosce quale diritto negato e/o sottratto oppur manifesto ed ostentato il quale sottintende ed esprime la corretta interpretazione dell’evoluzione raggiunta nello stesso, rappresentando poi in privato il proprio personale ed assoluto dissenso…

…Per cui ripeto e filosoficamente esplicito ed ereticamente risolvo nell’affermare che ancor oggi fermi allo stesso medesimo inciampo, mentre la Ragione impone una più ampia riflessione la quale dall’Omonimo ispirata può e deve evolvere e non certo convergere, in quanto per convergenza spesso si intende univoca e globale premessa… e catastrofica apocalittica paradossale ortodossa sentenza,  privata cioè di qualsivoglia soluzione di continuità per il miglioramento di ciò che ugual Fede impone senza però cadere nel profondo baratro della stessa (Stori(c)a (e) sentenza) con la Guerra per ogni confine posta quale unica e molteplice parola risolutiva anche se purtroppo questa deriva dalla pace pregata, così come il Paganesimo in difetto ed in contrasto con la nuova Fede posta anche in quella Antiochia dove il diverbio ampio e di vasto ragionato dibattito…

…Per cui torno - privato e disarmato - da qualsiasi sarcasmo e giammai incarnare o recitare qualsivoglia pazzia preferendola e abdicandola alla grande massa che prega si inchina e poi tacitamente si appresta, volontariamente o non, ad accettare la guerra ed ogni guerra vera ragion di collettiva pazzia. La guerra ogni guerra è un atto di esplicito regresso ed anche se l’uomo su questa verità antropologica ha costruito ogni valore e fondamento della storia, noi lo riconosciamo e traduciamo in maniera univoca come l’inutile prodotto della materia impropriamente evoluta sino all’assurdo di quanto ciclicamente manifesto…

…Entro e non oltre il Tempo in cui questa si esplicita e formalizza si può e deve intervenire senza permettere alla ‘materia’ ogni ulteriore pretesa di conquista… il che vuol dire che quando questa si palesa intercorrono ‘lassi di tempo’ di ‘silenzio’ con le proprie apparenti ragioni di svolgimento - improprie espressioni dello stesso (e conseguente ‘visibile ed invisibile’ falso benessere innestato [ed in borsa quotato] inversamente proporzionale allo stesso [tempo] impiegato per ‘identica’ Ragione comprenderne e raccoglierne i frutti sempre seminati nel male arrecato e nella successiva guerra in nome e per conto di unanime ‘materia’ offerta; maggiormente ed impropriamente lunghi i tempi di ‘complice intesa’ inversamente proporzionati e brevi all’opposta divergente sorpresa per ogni guerra alla fine pretesa ed offerta…) ed infruttuosi frammenti dello stesso [minuti ore giorni ed anni] ove ognuno semina e raccoglie quanto questa infausta ‘espressione’ compare nel formare l’impropria matematica del tempo, sottintendendo altresì, oltre un linguaggio perennemente presente in ogni mitologica estrapolazione donde l’eroe che ne deriva sopprimere ciò che per lui il male della terra…, anche l’inutile violenza nutrire ed appagare il mito in cui l’humano evoluto ancora impropriamente (i)spirato…

…Il dispiegamento del male si risolve e compone nei tempi che intercorrono nella soluzione cui ognuno assente per materiale principio posto, come il dannoso problema delle armi in America. Gas ed Armi appartengono e traggono il proprio malefico principio da un presunto linguaggio derivato e composto di reciproca sussistenza non meno di un simmetrico ed uguale divergente principio tradotto in materiale ed economica deficienza posto che nella guerra prospera edifica… o ancor peggio… pone improvvisa risvegliata sollecitata coscienza premettendo, o peggio, sperando in una globale unanime demenza… e servile sudditanza…

…Per cui procedo a quanto detto circa la Poesia ed ogni Arte che da questa deriva con la Natura prima Musa, utopicamente sperando che l’uomo evoluto riconosca il mito sottratto da cui ogni Parola deriva, possa motivare più di quanto lo stesso codificato e impropriamente derivato dedotto e evoluto, gli odierni risultati parlano ed enunciano da soli senza che mi dilungo su tal premessa…

(Giuliano)   
























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