- Sedetevi, Kuchog,
dissi al visitatore.
- E' fatica sprecata la vostra. Non c'è nulla di curioso da vedere qui.
- Ci siete voi,
rispose il lama.
- Cosa fate qui?
- Aspetto che le piaghe delle mie bestie guariscano per ripartire.
- Da dove venite?
- Dal Nord, vicino alla Mongolia.
- Dove andate?
- A Sud, nel mio paese.
- Quale?
- Gyamed.
- Ma non siete cinese.
- No, come non lo sono i gyaronpa. Anche i gyamedpa sono diver-
si dai cinesi.
- Ah!
Questo nome lasciava il lama perplesso, non si immaginava bene
di quale regione si trattasse.
- Yunnan?
chiese.
- Più a Sud....
- E' molto lontano?
- Lontanissimo...
Seguì un lungo silenzio.
- E in questo paese, le persone sono nangpa (buddhiste)?
- Sì.
- Siete religiosa da tanto?
- Dieci anni.
Mi guardò per un po'.
- Cosa facevate prima?
- Ero sposata.
- Vostro marito è morto?
- No, mi ha permesso di abbracciare la religione... ha altre
due mogli.
La porta si richiuse all'improvviso dietro Yongden che scappò
per timore di non trattenere la sua ilarità. Non mi divertivo co-
me lui, questo interrogatorio mi infastidiva. Vi misi fine.
- In che modo tutto ciò vi può interessare, Kuchog?
- Non mi interessa per niente. I trapa mi hanno detto che qui c'-
era una ani straniera che per tutto il giorno recita libri religiosi
e mi è parso sorprendente.
...Cosa recitate?
- Non recito, leggo.
Mi guardò nuovamente con aria canzonatoria.
- Eh sì! Leggo,
ripresi quasi in collera.
- Leggo per cercare di sapere come 'la forma è il vuoto e il
vuoto è la forma stessa', come 'al di fuori del vuoto non ci
sia forma e al di fuori della forma non ci sia vuoto'.
Non rispose, si fece serio e alzandosi andò a esaminare i libri
che avevo sul tavolo (certamente è una cosa assurda, ma l'in-
telligenza unita all'antica sapienza mi imponeva di tacere...).
- Tempi brutti, jetsune kuchog,
disse, dopo aver finito l'ispezione.
- Lo spirito degli uomini è rivolto alla cattiveria (al male..),
pensano solo a fare e farsi del male. Cercando solo il proprio
bene, preparano la loro rovina.
Sono ciechi; gli manca la tranquillità (per questo la privano
agli altri...) nella quale sviluppare la 'visione profonda' che
produce saggezza.
I chirolpa e altri ancora hanno pensato, meditato, hanno a-
vuto saggi e santi, ma non hanno continuato a credere alla
realtà di un 'io' separato, isolato.
Di questa cosa inesistente hanno fatto oggetto di adorazio-
ne, per cui si tormentano...e tormentato gli altri.
Non hanno raggiunto la 'visione profonda' (per questo mor-
tificano l'anima altrui ...) che rivela l'irrealtà dell'io che appa-
re loro.
Fino a quando non avranno riconosciuto l'errore di credere
nell'io, saranno sottomessi alla dolorosa illusione della nasci-
ta e della morte. Riconoscere questo errore ed estirparlo dal-
la nostra mente, libera dalla morte.
Tacque a attesi in silenzio, come per non interrompere il filo
dei suoi pensieri se avesse voluto continuare, ma cambiò ar-
gomento.
- La mia famiglia era dei dintorni di Gartag,
riprese il lama.
- Ho avuto come guru un lama che aveva raggiunto la 'visio-
ne profonda'. Non era un gomchen, non aveva mai ritenuto
necessario ritirarsi in un eremo. Vedeva ogni cosa diversa-
mente da come la percepiamo noi attraverso la nostra igno-
ranza....
(Alexandra David Néel)
Nessun commento:
Posta un commento