venerdì 30 agosto 2013
I DIAVOLI DELLA MONTAGNA (moderna geografia alpina) (56)
Precedente capitolo:
I 'Passi' dei pellegrini (55)
Prosegue in:
Un Pagano risponde ad un Cristiano (57)
Moltissime leggende delle Alpi quasi tutte assai bizzarre, trattano di animali fanta-
stici, di terribili draghi, di combattimenti fra i Santi e le Serpi, ed in questo caso
come in tanti altri, troviamo una delle credenze più comuni fra il mondo del Me-
dioevo, derivata da miti antichissimi, e rimasta ancora nella coscienza degli alpi-
giani.
Preziose miniature, vecchie incisioni su legno e anche meravigliosi dipinti su vetri
di antiche cattedrali, ci provano come l'arte rinascente si attenesse alle credenze
popolari coltivate in ambito religioso, nel rallegrare in forma stranissima serpenti
che avevano qualche cosa di diabolico e dèmoniaco; e quasi sempre vedonsi sotto
i piedi della Madonna, o mentre trascinano nell'Inferno le anime dei dannati, se
non addirittura mentre divorano per intiero pargoli e putti.
Altre volte ancora uniti in numerosa schiera, si muovono a lotte feroci contro gli
angioli ed i santi o benedetti Cavalieri della croce.
Essi ritrovansi pure con frequenza nella poesia cavalleresca medievale, e ispecial-
mente in quella appartenente al ciclo di Artù... Spesso nel Medioevo non solo i
serpenti fecero parte della corte diabolica; ma il Diavolo stesso che vedemmo tra-
sformato sui ghiacciai, oltre la Valle d'Ala, in camoscio; che diventa Schiena di
Mul in Val di Genova, ed assume anche altre forme innanzi alla fantasia degli alpi-
giani, et esso prendea aspetto di Serpente alato o di orribile Mostro.
Fu ritenuto eterno nemico di ogni uomo o pellegrino.....
Secondo la credenza popolare, in moltissime valli e nelle gole più orride delle
Alpi vivevano in tempi lontani altre specie di rettili spaventevoli, che divoravano
gli alpigiani, distruggevano intere greggi, e potevano solo essere vinti dalla so-
vrumana potenza dei santi o del valore d'animosi guerrieri.
In questo caso ancora gli alpigiani inventarono favolosi racconti, ricordando pe-
rò sempre le credenze tramandate da secolo a secolo (fino ai nostri giorni...), e
la loro fantasia fu al pari di quella dei marinai o dei ciarlatani.....
Una vecchia pittura in Val d'Ala ricorda la leggenda del famoso cacciatore e del
diabolico camoscio; in un'altra che trovasi nell'antico convento della Novalese,
in Val di Susa, vedesi Sant'Eldrado che vince i serpenti, ed innumerevoli sono
anche in altri paesi i dipinti che rappresentano le vittorie dei Santi sui Mostri e
sui Serpenti.
Secondo certe credenze sparse fra gli alpigiani del Tirolo, le Serpi hanno il loro
impero e le loro leggi, et si uniscono in molto numero per la comune loro difesa.
In qualche leggenda delle Alpi, si può anche trovare memoria di una credenza
che fu quasi generale nel Medioevo, ed anche più tardi, quando dicevasi che gli
stregoni potevano percorrere rapidamente immense distese, essendo trasporta-
ti dalle serpi alate.
Nei racconti così popolari del Medioevo sui combattimenti degli angioli e dei santi
contro le Serpi, che sono spiriti infernali, le figure che rappresentano il principio
del bene hanno una grandezza epica, la quale può ritrovarsi nel Milton; ma viene
anche resa colla maestria del verso e la potenza dell'immagine dal nostro Torqua-
to Tasso, quando egli descrive l'arcangelo che scende sulla Terra Santa; per di-
sperdere gli spiriti diabolici, intenti a rendere più vivo il furore dei Pagani contro
i cristiani.
Ritroviamo tutta la poesia del concetto popolare, che mette tanta gloria intorno
all'arcangelo Michele, che vediamo con molta frequenza pronto alla lotta o vinci-
tore, anche sugli antichi dipinti delle cappelle disseminate sulle Alpi, quando il
poeta ci dice ch'egli:
Venia scotendo con l'eterne piume
La caligine densa e i cupi orrori.
S'indorava la notte al divin lume
Che spargea scintillando il volto fuori.
Tale il sol nelle nubi ha per costume
Spiegar dopo la pioggia i bei colori.
Tal suol fendendo il liquido sereno,
Stella cader della gran madre in seno
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