giuliano

giovedì 12 marzo 2015

L' UOMO PELOSO (2)












































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l'uomo peloso &

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l'uomo peloso (3)














Gli piaceva correre nei letti asciutti dei torrenti, e strisciare
spiando la vita del bosco.
Riusciva a restare disteso per un giorno intero, nel sottobo-
sco, dove poteva vedere le pernici che si pavoneggiavano
becchettando avanti e indietro.
Ma, soprattutto, gli piaceva correre nel pallido crepuscolo
della mezzanotte estiva, ascoltare il mormorio sonnolento e
soffocato della foresta, leggere i rumori come gli uomini leg-
gono in un libro, in cerca di quell'alcunché misterioso che lo
richiamava: che chiamava, nella veglia e nel sonno, tutti i
momenti, per farlo andare.




Una notte balzò nel sonno con un sussulto, l'occhio sbarrato,
le narici che fremevano annusando, e la criniera che si riz-
zava a ondate successive.
Dalla foresta era giunto il richiamo (o una sua nota, poiché
il richiamo consisteva di molte note, - non le note dell'uomo
peloso, ma le vere note della vita -) chiaro e distinto come
mai lo era stato: un lungo ululato simile (ad un temporale
improvviso), e tuttavia non identico, al suono emesso da
un cane eschimese (ammaestrato e ben educato dal suo...
padrone).
Come una nota o una diversa grammatica di vita, una
pagina diversa di letteratura, non era un cane ammaestra-
to del branco di un qualche padrone...non era la solita pa-
ginetta di letteratura, ma una rima strana un frammento
che desta spavento....




Egli lo riconobbe, in quel modo consueto, come un suono
già udito prima. Come se la vita e le sventure e anche le ...
fortune avessero diviso in un tempo passato, remoto, lon-
tano da quel... volgo....
Si lanciò attraverso il campo addormentato, e, rapido e
silenzioso, si precipitò attraverso i boschi. A mano a ma-
no che si avvicinava al grido, rallentava il passo, divenen-
do cauto a ogni movimento (l'uomo peloso intanto...);
finché giunse a uno spiazzo tra gli alberi.
Qui, osservandosi attorno, accucciato e col busto eretto,
il naso puntato verso il cielo, un lungo e magro lupo dei
boschi (che sembrava aver sofferto...).




Non aveva fatto rumore, e, tuttavia, il lupo cessò l'ulula-
to e si pose a fiutare la sua presenza.
Buck uscì nello spiazzo con passo misurato, il corpo rac-
colto e un po' abbassato, la coda rigida e dritta, e i piedi
che toccavano il terreno con insolita cautela.
Ogni mossa era, assieme, un atto di minaccia e una pro-
posta d'amicizia. Era la tregua minacciosa che segna l'in-
contro di bestie selvagge in cerca di libertà.
Ma, il lupo, fuggì dalla sua vista, ed egli lo inseguì con
balzi felini, in una frenesia di raggiungerlo.....
 
(J. London, Il richiamo della foresta)

(Prosegue...)























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