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La congiura delle polveri (69)
Prosegue in:
Da un gregge di morti all'altro (71)
LEAR - Gli dèi superni che sul nostro capo
fanno questo terribile frastuono
stanino ora chi a loro è nemico.
Trema tu, sciagurato,
che chiudi in te delitti inconfessati
e rimasti tuttora non puniti;
e tu nasconditi, mano assassina,
sporca di sangue; ed anche tu, spergiuro;
e tu, specchio di finta rettitudine,
colpevole d’incesto!
Trema fino a spezzarti, tu, furfante,
che sotto le apparenze d’uomo onesto
hai cercato la morte del tuo prossimo!
Segrete colpe, delitti ignorati,
squarciate le cortine che vi celano
ed invocate la grazia del cielo
davanti a questi terribili messi
accusatori. Per me, io son uno
contro cui s’è peccato assai di più
che non abbia peccato lui medesimo.
KENT - Ahimè, a testa nuda?… Mio signore,
a due passi da qui c’è una capanna:
vi sarà almeno di qualche riparo
dalla furia di questo temporale;
andate intanto a mettervi là dentro,
mentr’io ritorno a quel duro castello,
più duro della pietra onde è formato,
dove poc’anzi, chiedendo di voi,
mi sono visto negare l’ingresso.
Cercherò di costringerli, signore,
a usarvi un minimo di cortesia.
LEAR - I miei sensi cominciano a smarrirsi.
(Al Matto)
Vieni, ragazzo. Come stai? Hai freddo?
Ho freddo anch’io.
(A Kent)
Dov’è questa capanna?
La magia del bisogno è prodigiosa;
ci fa dar pregio alle cose più vili.
Andiamo a questo ovile.
Povero Matto, canagliuccia mia,
mi resta ancora un pizzico di cuore
che riesce ad affliggersi per te.
MATTO - (Cantando)
“Chi serba ancora un pizzico di mente,
“ehi, ho!, con pioggia o vento,
“della sua sorte se ne stia contento,
“anche se piove ininterrottamente”.
LEAR - Vieni, ragazzo mio.
(A Kent)
Orsù, accompagnami a questa capanna.
(Esce con Kent)
MATTO - Una notte così è l’ideale
per raffreddar gli ardori a una puttana.
Prima d’uscir di scena, tuttavia,
vi voglio fare la mia profezia.(73)
“Quando saranno i preti
“più preti a chiacchiere che non a fatti;
“quando avranno i birrai
“guastato con troppa acqua i loro malti;
“quando saranno i nobili
“diventati maestri ai loro sarti;
“quando gli zerbinotti
“andranno al rogo al posto degli eretici;
“quando ogni nequizia
“sarà punita secondo giustizia;
“quando non vi saranno più scudieri
“pieni di debiti né cavalieri
“poveri in canna; quando sia svanita
“la calunnia da ogni lingua ardita;
“quando starà lontano
“dalla folla il mariuol svelto di mano;
“quando anche gli
strozzini
“conteranno all’aperto i lor quattrini,
“quando chiese saranno edificate
“da ruffiane e da donne malfamate…
“sarà il segnale che il regno d’Albione
“sarà ridotto in grande confusione;
“e sarà il tempo – chi vivrà vedrà –
“che chi vuol camminare a piedi andrà.”
A profetare questo non son io;
sarà il Mago Merlino al tempo suo,
io vivo secoli prima di lui….
….Ed io a lui….
…Questo per il vero
parmi un ‘passo’ difficile e di cui forse non gradita manifesta o velata
concretezza, certamente non dal nobile con cui divido tale intento, e la
signora che con me dimorano al finestrino della carrozza, ove il Viaggio
giammai smarrito, ragione della mia Parola ora che si affaccia cotal Spirale
dal cielo evoluta.
Forma un Tempo incerto
a tratti indeciso, un quadro certamente diverso quanto abituati figurare e narrare la bellezza di un
Sogno che pare d’incanto smarrito. Una poesia con cui tracciavamo Passo e
Parola, sentieri della nobile lingua evoluta ma ora all’improvviso smarrita
(forse perché ne hanno ‘inventato’ una nuova che esula dal dono della retta
Poesia al bosco ove la via parmi per il vero smarrita, oggi più di pria,
assieme alla fedele compagna Rima, cosicché privati della linfa nello sconcerto
e stupore di codesta vita, il verso fuggito e riparato alla caverna del Primo
Dio…).
Potrebbe nascere
bufera dal calore torrido del primo mattino, fu inseparabile compagno per le
ricche terre attraversate forgiate nel nome di un Inferno cui il girone abbiamo
dimenticato dal troppo sudore sofferto, per un ricordo seminato e nel fuoco
raccolto del visibile panorama narrato. Cui noi, eterni nello Spirito, perimmo
e patimmo, ed ora riflesso nel misero loro ingegno e diletto mentre vediamo
perire la crosta su cui evoluta la sofferta ‘serra’ nella Spirale… febbre di un
incubo cresciuto e nutrito.
E nella fretta di
proseguire l’avventura, ragione del nostro esilio, sperare che il ‘passo’ detto
possa concedere un po’ del refrigerio cui le vette, di alte difficili e
inesplorate vie, sanno affidare quali avventure ed Eresie accompagnate dalla
volontà di scoprire e governare antiche e nuove regioni…
Dèi ed elementi
sconfitti…
Il ‘dotto’ accademico
potrebbe contestare l’azzardo di tale ‘enunciato’, giacché il suo regno,
specchio dell’ingegno giammai eretico, sempre al servizio di un monarca
progredito cui servo e signore. Araldo e custode nell’ortodosso sermone servito
alla mensa della Storia, piatto saporito il quale popolo bracca e divora.
La (sua) ‘materia’
potrebbe, qual solo giudizio dell’infelice (e propria) natura, obiettare nel
motivo del progresso dominato il principio del vero creato. Del resto era
scritto fin dall’inizio: ‘verbo’ del Dio saggiamente condiviso all’accademico
comandato nel principio del visibile viaggio… rivelato. Nel quale l’uomo, fra
l’altro, può godere dei traguardi raggiunti… Nel virtuale di ogni immagine
riflessa, in quanto calco e forma, godono ora, nell’inferno ove regna la
‘materia’ dominata, il fuoco d’una apocalisse specchio d’un inferno di cui solo
un Dio (Straniero alla ‘mensa’) potrà opporre giusto giudizio. Giusta sentenza
a cui altro ‘verbo’ inutile e inferiore alla Spirale ora contemplata nel rogo
quale grido di un ogni elemento perito.
Immagine del supplizio
cui condannarono il martirio dell’eretica Verità dettata di chi preferì altra
conoscenza.
Potrebbero, uniti, nel
visibile viaggio da ognuno consumato e goduto, tacitato e privato però, del
retto nutrimento e arbitrio ragione dello Spirito, contestare anche la pretesa
di chi ‘Nulla’ alla ‘materia’ da loro per sempre detta. Da quando, cioè,
l’Universo nella Spirale evoluto, Sogno inquisito e braccato immagine del Primo
Dio… e nella Spirale perito e taciuto nel Secondo… destino di un diverso
ingegno!
Ricordate il martirio?
Ricordate il supplizio
di chi nel doppio principio del proprio creato urlava la prigione dello Spirito
nel libero arbitrio inquisito?
Ricordate le grida
confessioni di peccati mai consumati?
Ricordate o solo
rimembrate il motivo di cotal Destino?
Ricordate le ultime
parole pronunciate dottrine di principi osservati abdicati alla cenere invadere
gli incubi al fuoco comandati di chi in nome della dottrina partorì ogni
peccato?
Ricordate l’esilio di
chi smarrito? Ricordate le leggi contrarie ad ogni Natura così taciuta?
Ricordate gli inganni
per cui la ‘materia’ uccide Dio? Ricordate le urla mentre veniva condotto
schernito ed umiliato al patibolo, Teschio e specchio di immondo creato?
Il Teschio illumina il
volto impaurito di chi pensa la condanna inflitta, dimenticata e taciuta, per
una diversa ‘religione’ pregata e… venduta!
Sogni che vi
appartengono, sogni della crosta infiammare l’ora notturna in quanto non v’è
moneta che potrà comprare il paradiso smarrito anche se sognate un diverso Dio!
Non v’è prete o
religione che potrà perdonare l’offesa per ogni Elemento così condannato.
Quando attraverso i boschi dell’umile Creato, nato da una Spirale d’un Sogno
perseguitato, l’immagine invade l’èstasi di chi giammai consumò peccato, solo
Verità annunciata da uno Spirito prigioniero di un diverso Dio.
Solo il miracolo
pregato di appartenere al Principio di un Primo apparente ‘Nulla’… Dio
perseguitato.
Estasi nell’invisibile
dimensione da loro giammai compresa, ma linfa di vita restituita nell’elemento
di cui privarono e privano la vita.
Chi fu l’eretico nella
bestemmia detta?
Non certo chi predicò
un diverso ‘verbo’ al tempio della ‘materia’, nell’apparente ‘errore’ di una
eretica vita vissuta… dettò principio invisibile alla loro preghiera. Fu
perseguitato, come colui che incarnato,
braccato per la Parola non conforme alla legge cui il popolo domina e
fa’ ‘libero mercato’ in nome del ‘verbo’ interpretato. Perì con il fuoco nel
sudore e tormento d’un Tempo nato, consumato al calore di un Inferno quale vita
vissuta assente allo Spazio dimensione evoluta, Spirale di un dolore quale
martirio d’un corpo alla Terra nato agnello del loro peccato.
‘Anima mundi’ vittima del loro ‘creato’.
Ed io che attraverso
il bosco della vita ho udito la Rima dettata da chi privato della vita, donarmi
Poesia e nell’èstasi quale pazzia condannata scorgere verità dimenticata e
barattata. Raccolgo le voci e la sublime bellezza di chi recita questa
Preghiera. Raccolgo certezza antica giammai Eretica giacché narra la vita. Con
il perdono ringrazierò il vento, urla e vibra lungo ogni foglia, per dire,
attraverso ogni ramo Parola udita dall’Anima mia, che in verità ciechi
all’invisibile Prima bellezza per sempre inquisita punita e smarrita.
E’ l’oro della sua e
mia mattina all’alba della vita! No!
Non fu’ errore, ma
certezza di una diversa Dimensione pregata evoluta fino all’Eresia di chi
preferì una diversa via. Chi mai prigioniero dell’istinto cella di un corpo
nato dalla ‘materia’, ma bellezza del Creato giammai ammirato e scorto per
codesta Invisibile Sentiero pregato… Straniero quanto da lui desiderato ed
assente ad ogni peccato, mutato nell’ingegno figlio di un diverso disegno
creato.
La verità sempre
inquisita figlia di una coscienza scritta nella Spirale di uno Spirito primo
alla ‘materia’ su cui costruire l’araldo di una guerra ragione della misera ed
‘umana’ natura… Narrai, all’inizio dello scritto, il motivo, cagione della
volontà di ripercorrere tale via (tale Viaggio, tale testimonianza), risiedere nella
Verità perseguitata di lasciare manifesta ed indubbia, per quanto certa
testimonianza. Perché, anche se apostrofata negli accenti della poesia cui
sazio la dottrina dettata dal Sentiero della vita, questa (per ‘miracolo di
Natura’, cui l’aguzzino crea Tempo avverso, materia serva della Storia… così
nuovamente vissuta) divenire Rima (non datemene colpa), in quanto linfa, perché
così la sintesi alla luce nell’onda creata dalla notte nata, la Verità spira
vento quale elemento incarnato avversa agli aguzzini paladini del Feudo
attraversato.
‘Composti’ contrari
soffocare ogni equilibrio evoluto, giacché l’ingegno giammai perso o smarrito,
da chi sa riporre giusta e saggia ragione sull’opera compiuta. In verità, il
Sentiero, colpa del big-bang della ‘materia’, tradotto in ‘regione’ d’eterno
tormento divenuto tortura, motivo della Spirale descritta e così evoluta nel
torbido inferno ove reclamano ogni retta
natura smarrita e persa…
Solo bruciata al rogo
di una diversa creanza.
Solo inquisita alla
Spirale di una visibile dottrina.
Ogni Stagione della
vita perita al crocevia di una in-voluta dottrina. Ogni elemento figlio della
sua prima natura braccato e condannato alla vista di chi cieco per sua evoluta
e dicono compiuta… natura. Ragione della loro ‘materia’. …Giacché la guerra edifica
e governa l’evoluzione su cui misurare l’indubbio dominio figlia di nessun Dio.
La guerra di chi non evoluto ai principi del libero arbitrio conosce la volontà
del dominio come manifestazione del proprio ingegno in misura di chi pensa
avverso. Chi pensa nemico. Chi pensa custode di dèmoni e diavoli troppo antichi
per esser qui solo descritti o immaginati, in quanto l’operosità di secolare ed
infame memoria palesa la vera e ortodossa cultura figlia di nessuna natura
dalla Spirale cresciuta.
Con la guerra fummo e
siamo taciuti, potenti nelle armature e nelle giostre astute. Nella guerra si
riconoscono ‘evoluti’, nella ‘guerra’ per ogni via costruiscono la certezza di
una vita esente da una diversa Rima. La guerra motivo movimento e dominio di
chi in errore servo del proprio Dio, uccide ignaro della Parola taciuta in ogni
miracolo inquisito. La guerra edificherà l’economia della materia evoluta, come
il fuoco nato da un gas scomposto al principio della vita, costruirà la
certezza per ogni vita cui la Natura affida il compito dell’eterna lotta.
Per questo fummo anche
Eretici perseguitati, tal motivo esula dal nostro Principio. Tal istinto esula
dal nostro Dio… Il Bene ragione e comunione con ogni elemento nel quale la
vita, non per nostro arbitrio, espressione di un conflitto a cui abdichiamo
diverso Principio, lo Spirito prigioniero e subordinato al male incarnato…
Questo sì, fu un nostro peccato…
Preghiamo la
perfezione di un Primo Creato!
Noi, scusatemi signori
‘campioni’, apparteniamo alla sublime bellezza dell’èstasi di un Primo Dio ove
non c’è materia a condire il pasto
rubato, doniamo linfa alla vostra via, doniamo verità indispensabile per ogni peccato
consumato, doniamo la vita bruciata al fuoco della vostra umana natura…
Noi, Dèi di un’altra
Dimensione precedente al Tempo narrato.
Guerra, di chi custode
e padrone di ogni falso principio accompagnato alla certezza di una materia
evoluta entro il regno della violenza cresciuta in un ‘ratto’ di demoniaca
memoria. La guerra, principio e misura di ogni fugace calunnia disconosce nel
Viaggio dello Spirito la sua Prima Natura, ma al contrario, nella volontà
annientatrice della Memoria per ogni secolare testimone abbattuto al loro
passaggio, nello sforzo di volerla perseguire entro il confine certo di una
dimensione visibile al creato così svelato, arde fuoco al salone araldo del
dominio nella ricchezza custodito.
La guerra, condizione
ideale affinché l’economia affermi l’insano principio manifestazione del
conflitto quale grado di imporre il proprio ed altrui cammino sentiero di
violenza specchio dell’antica natura… dalla ‘ragione’ evoluta. Non certo
condizione da cui nella spirale dell’odio coniato e fabbricato l’uomo può
riconoscere lo Stato (di quanto) creato, ma odio forgiato dal nulla di quanto
seminato. L’odio seme d’ogni violenza nel quale ogni falso dominio riconosce la
capacità dell’intelligenza di quanto nulla coniato moneta del materiale creato.
Ragion per cui, quando dissi e dico…, ribadisco per il vero i motivi della loro
tortura, costante negazione nel voler tacitare ogni diversa verità palesare il
paradosso sulla dubbia ‘materia’ evoluta, antica gnosi di cui il mio nome va’
fiero! Motivi di una guerra principio di ogni falso Dio pregato. Di ogni dèmone
braccare lo Spirito di una Primo Dio.
Ed ora qui scrivo a
caratteri di sangue entro la cella di codesto misero creato, entro la secolare
cella che lo Spirito ha di nuovo svelato, perché venuto a bussare alla porta di
chi perseguitato:
…Natura torturata
costretta braccata umiliata conquistata e punita per giammai nessun peccato
consumato.
Ora mentre scrivo
codesto sangue della storia, lei geme il caldo dell’inferno di cui apocalisse
degna per la punizione del tormento… arrecato…
…Signori la carrozza
prosegue il Viaggio e il ‘passo’ ammirato di cui la salita ha conferito degna
Rima ha restituito linfa smarrita e nel panorama goduto abbiamo visto la terra
attraversata al fuoco del peccato taciuto…
Noi eterni viaggiatori
in questo Infinito braccato narriamo l’Universo… Spirale di un diverso Tempo
nato…
(L’Eretico Viaggio)
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