Precedenti capitoli:
Geografia Cosmologica (28)
Prosegue in:
Sul commercio dell'Anima e del corpo (30)
Insistendo su questo stesso tema, egli lo ricollega al problema più
generale della Natura che, come l’Anima (mundi), non può essere considerata
causa, ma effetto, in linea con la strategia antimaterialistica, infatti, la
teoria dell’influsso spirituale si rivela in questo caso funzionale per affermare
che le ‘res naturates’ non sono altro che i veicoli ed i mezzi di cui l’Anima
si serve per produrre i suoi effetti nel mondo.
[Continua la sua disquisizione (di cui potremmo aver discordanti
principi) con qualche contraddizione alla quale abdico ogni obiezione
riconoscendo alla sua Opera un profondo rispetto anche nella dubbia morale in
talune geografie ‘dissolta’, pur nella paradossale illusione e condizione
rivolta al contrario principio in cui (in)scritto il libero arbitrio negato… E
se pur i conflitti o diverbi governano il mondo, concedo alla visione dello
scienziato e teologo l’opportunità del suo stratigrafico Universo fino alla
vetta con cui si è soliti conoscere l’apparente evoluzione detta… E nel
rispetto di cotal principio mi assento da qualsivoglia raggiro o operetta di
filosofica ed equivoca natura nella regola morale parente del diritto: Pensiero
il quale può essere solo approfondito giammai nel cavillo nel quale ogni
presunta e storicamente dedotta ‘ortodossa scienza’, antica presente o futura
che sia, riconosce la natura della propria essenza rivolta alla progressiva
convergenza di un simmetrico autoritario e bestiale istinto (senza arrecare
offesa alcuna alla bestia o piante di apparente morta natura in quanto vive di
cotal progredita ed emancipato progresso nominato similmente natura, in
eccesso, e mai in difetto della propria deficienza spacciata rivenduta per
arguta intelligenza… astuta e ben compiaciuta della propria statura giacché la
morale difetta proprio nell’evoluzione di questa…) parente di nessun Dio
pregato… Ma nell’uguale volontà di colui
che approdato da una scienza fino ad un pensiero in apparenza irrazionale o
privo di quella ‘natura’ la quale pone la dovuta differenza fra ciò che è e non
è razionale premette ed accetta, di conseguenza, solo materiale consistenza
cercando di svelare la contraddizione ed il limite di questa, giacché, come già
più volte detto ed espresso la condizione ‘materiale’ dell’uomo pone codesto confine
ed il superarlo, o ancor meglio, il cercare di svelarlo aprendo a successive
‘metafisiche’ conclusioni riflessioni ed esperienze mi pare una via ben
conseguibile anche per rimanere in accordo a quel ‘multiverso’ di Greene il
dotto ed acuto scienziato, il quale esamina se pur da un differente punto di
vista, ugual nodo e conseguente dilemma… E specchiandoci e prendendo
ispirazione da questa ‘ugual materia, per porre la dovuta consistenza fra ciò
che vivo, e al contrario, propriamente o impropriamente definito morto. Sicché
emerge, come leggeremo, successivamente a questo breve accenno allo Swedenborg
detto, un opposto intento rivolto alla morte e alle Anime che nutrono un
differente ‘pasto’ e con questo una cultura, sottintendendo le dovute
considerazioni sulla reale natura dell’uomo, non tanto del ‘visionario-veggente’
ma di coloro che delle stesse (anime) ne fanno un diverso commercio… Sia, che
queste pur ‘vive’ ma ben sepolte, sia, al contrario, apparentemente ‘morte’ e
approdate alla vera convergenza dell’invisibile ed impercettibile ‘vita’
dimensione a noi - morti - sconosciuta (chi il vivo e chi il morto abdico
l’intricato antico dilemma), ma quantunque sempre rapportate al principio
eterno del loro ‘ochemico’ principio sul quale possiamo divergere, ma, mi par
sottinteso, riconosciamo una reale corrispondenza ed eterna invisibile affinità
nel permettere loro consistenza, e, divergendo irrimediabilmente e
improrogabilmente da chi pensa la ‘materia’ assente da questa peculiarità
riconoscendo nella vita e i suoi principi una ‘opposta ed infinita’
inclinazione per un lecito ‘commercio’ di tutto ciò che può appagare un corpo
malato assente ed in difetto di una più ‘elevata natura’ aspirare ai principi
veri e sani di cui la vita…
E pongo accento sul successivo cammino e passo…
…La vera vita, unica, increata e proveniente da una fonte infinita, è
suscettibile di alimentare e influenzare le forme che la ricevono, cioè tutte
le parti dell’universo creato. A torto confondiamo l’Anima con la vita, la
riteniamo un principio vitale in grado di sostenere da sola l’essere, e che
perciò si possa vivere solamente grazie ad essa. Da ciò derivano una serie di
errori e gli uomini costruiscono nella loro mente ‘caverne oscure’, piene di
illusioni, e veri e propri labirinti di idee…
…Se finora i filosofi hanno considerato l’influsso come proveniente e
diretto dall’Anima verso il corpo, per cui le indagini si sono soprattutto
concentrate sul nesso Anima-corpo, Swedenborg ritiene invece che siano da
considerare Dio-Anima-corpo e che il rapporto tra Dio e l’Anima sia quello decisivo,
generalmente sottostimato dalla maggior parte dei pensatori.
…Riscoprire questo legame significa stabilire un rapporto d’elezione
col divino e rinsaldare l’antica alleanza tra Terra e Cielo, che aveva
contraddistinto l’età adamitica e quella dei primi popoli…
(F. M. Crasta, Geografia celeste
& Mundus imaginalis)
Nessun commento:
Posta un commento