giuliano

martedì 1 gennaio 2013

FORMA E IMMAGINE: LA CAMERA OSCURA (2)














'Signore....'
'Mettiti la vestaglia sulla testa, come ho fatto io (ti voglio vedere come
quando ti incontrai, se pur semplice i tuoi occhi mi hanno colpito, c'era
una luce intensa...).
L'immagine ti apparirà più evidente.
Guardala da questa parte, così non la vedrai capovolta (non è scompar-
sa, è rimasta immutata facci caso....)'.
Non sapevo che fare (perché voleva che guardassi quelle immagini, per-
ché non mi lascia fare il mio lavoro, sono brava...e non ....)
Il pensiero di me sotto quella sua vestaglia, che mi impediva di vedere,
mentre invece lui poteva guardarmi (ma in che modo mi guardava, mi
sono sempre chiesta..con quali occhi...forse una vista...nascosta alla
mia percezione?....), mi fece quasi svenire.....




Ma lui era il mio padrone.
Era logico che io facessi quello che mi comandava.
Strinsi le labbra, avanzai verso la cassetta, dalla parte in cui era stato sol-
levato il coperchio (poi disse o meglio sussurrò qualcosa, 'vedrai ciò che
per sempre nutre le nostre anime inquiete'...non so con chi parlava...sem-
brava assente ma eterno alla memoria...).
Mi chinai e guardai dentro il quadratino di vetro lattiginoso che vi era in-
serito.
Si vedeva la vaga traccia di qualcosa ('le vedi o sono scomparse di nuo-
vo...' disse di nuovo come impietrito....)
Lui aggiustò con gesti delicati la veste sul mio capo, così da farmi rimane-
re nel buio più assoluto. Era ancora tiepida del suo corpo e aveva lo stes-
so odore di libri scaldati dal sole (della verità).
Poggiai le mani sul tavolo per tenermi salda e chiusi per un momento gli
occhi. Mi sentivo come se avessi bevuto tutto d'un fiato la birra della sera.




'Che cosa vedi?' lo udii chiedere (poi di nuovo bisbigliare con una in-
visibile presenza - mi sembrava un paz... - 'vedi sono di nuove scom-
parse...è Eraclio che mi perseguita...'. Feci finta di nulla...è sempre il
mio padrone...)
Aprii gli occhi e vidi il quadro, ma senza (più) la donna (e per il vero
neppure più quell'uomo all'angolo quasi nell'ombra ...di una caverna).
'Oh!' Mi raddrizzai con tale impeto che la vestaglia mi scivolò (e gli
occhi mi si illuminarono così come mi aveva visto il mio ...) e finì sul
pavimento.
Mi allontanai dalla cassetta (che vuole, pensai fra me...vai via...stam-
mi lontano...io debbo lavorare ho tante faccende da svolgere...).




Ritirai il piede.
'Mi spiace, signore. La laverò stamattina stessa'.
'Non ti preoccupare della vestaglia, Griet. Che cosa hai visto?'
Deglutii.
Ero terribilmente sconcertata e un po' impaurita. Nella cassetta c'era
un trucco del Dèmonio (io debbo fuggire il diavolo altrimenti farò la
stessa fine di quella mia....ma non volevo dirlo....), o qualche mi-
stero dei cattolici, che io non potevo capire: 'Ho visto il quadro, si-
gnore, solo che non c'era la donna, ed era più piccolo (ed anche
quell'uomo all'angolo nello scuro della...).
...E tutte le cose sono.....all'incontrario.....'.




'Certo. L'immagine è proiettata a testa in giù ('è tutto al contrario di
come ti appare il mondo reale....ma la realtà e la verità qual'è?, ed il
suo confine'... sussurrava di nuovo...mio Dio era lui ora che sembra
(va) un Demonio....), e la destra e la sinistra sono invertite.
E' a causa degli specchi'.
...Non capivo che cosa stesse dicendo.
'Ma....'
'Che cosa c'è?'
'Non capisco, signore. Come ha fatto a entrare nel libro e nella cas-
setta?
E come ha fatto ad entrare in quel quadro...quello che tiene così ge-
losamente custodito? (non so come abbia fatto ad entrare nel 'tempo
di quell immagini.........della memoria'.....è di nuovo assente e dice
cose strane parla anche in modo strano....ho paura....)

(T. Chevalier, La ragazza con l'orecchino di perla....; Immagini consi-
gliate per un nuovo anno....Antonella Monzoni)










 

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