lunedì 17 giugno 2013
LA TESTA DELL' UOMO ELEFANTE (2)
Precedente capitolo:
la testa dell'Uomo Elefante
Passa poi a descrivere la schiena, le natiche, le gambe e le braccia
di Merrick, in un crescendo di pietà e di disgusto.
Ma anche questa ricostruzione letteraria lascia un senso di frustra-
zione a noi che tentiamo di immaginare questo mostro; e allora con-
vinti che soltanto le immagini possano rendere in maniera adeguata
ciò che era destinato anzitutto all'occhio, ci rivolgiamo alle sue foto-
grafie (innumerevoli scattate sotto la diretta guida del dottor Treves).
Costui, però, aveva avuto le prime informazioni sulla mostruosità di
Merrick (ragione della sua fortuna...) da una foto assai differente da
quelle degli studi clinici che ci ha lasciato.
E quaranta anni dopo, ricordava ancora l'insegna appesa davanti al
baraccone dove nel 1884 tutti i passanti disposti a versare due cents
potevano vedere l'Uomo Elefante sbarazzarsi di un sudicio lenzuolo,
per mostrare tutto l'orrore della propria nudità.
"Questa rozza immagine raffigurava una spaventosa creatura che
sarebbe stata possibile solo in un incubo. Era la figura di un uomo
con le caratteristiche di un Elefante. La metamorfosi (per tutti i de-
mocratici paganti...) non era molto avanzata. C'era ancora più dell'-
uomo che della bestia (forse anche una bestia...). Questo fatto - che
fosse ancora umana (non ancora del tutto bestia) - era l'attributo più
repellente della creatura (dai tempi remoti dell'uomo lupo... il mostro
che aveva sacrificato innumerevoli pargoli... nelle desolate lande del-
la Germania...).
Non c'era nulla in essa della miseria del malformato o del deforme,
né del grottesco, ma solo la disgustata insinuazione di un uomo mu-
tato in animale....".
Per i suoi ultimi idillici tre anni e mezzo la descrizione migliore ce
la dà, forse una lettera inviata al Times dopo la sua morte da F. C.
Carr Gomm, resa ancor più commovente dal tono condiscente e
compiaciuto.
"Qui, dunque, il povero Merrick poté trascorrere gli... anni rima-
nenti della propria vita nella solitudine e nel conforto. Le autorità
ospedaliere, il personale medico, il cappellano, le suore e gli infer-
mieri si unirono per allievare il più possibile la miseria della sua e-
sistenza, ed egli imparò a chiamare la propria camera la sua casa.
Ricevette inoltre molte visite gentili, tra le quali quelle delle più al-
te personalità del paese... era un vorace lettore e veniva abbon-
dantemente fornito di libri; per la cortesia di una signora, uno de-
gli ornamenti più luminosi della professione teatrale, gli fu anche
insegnato a intrecciar panieri e più di una volta fu portato a vede-
re commedie, alle quali assisteva nascosto in un palco privato....".
Ma quella che a me rimane in mente come qualcosa di non defini-
to non è però la nota patetica o quella devota, bensì l'erotica: l'-
imperioso bisogno di Merrick di avere una donna, esarcebato dal-
le grandi dame che (sollecitate da Treves) andavano a trovarlo,
gli parlavano, gli prendevano la mano e gli spedivano persino fo-
tografie con autografo.
'La sua deformità fisica aveva lasciato intatti gli istinti e le sen-
sazioni dei suoi anni', ci dice Treves di questo giovane che morì
appena ventiseinne.
'Era sensibile all'amore' e, nella meno cauta relazione pubblica
in 'The Transactions of the Pathological Society of London' del
1885, sottolinea il paradosso delle condizioni fisiche di Merrick
scrivendo: 'E' singolare che la pelle del pene e dello scroto fos-
sero normali sotto ogni aspetto'.
Il fascino dell'Uomo Elefante fu sin dall'inizio ambiguamente ero-
tico: le sue prime esibizioni erano una sorta di spogliarello in....
quanto, dopo una lunga attesa, finiva per scoprire completamen-
te il proprio corpo. E anche le successive conferenze-dimostrazio-
ni del dottor Treves non poterono del tutto evitare questo metodo
di presentazione, come dimostrano le fotografie del 'British Me-
dical Journal' che ci sono rimaste.
In fondo l'orrore totale di Merrick poteva essere visto soltanto
nella totale nudità.
Lo stesso giornale e bollettino medico, spiega, inoltre, con sor-
presa dei lettori, dell'interessamento da parte delle signore cir-
ca il pene del povero Merrick. Ma non trovò mai - né tra il suo
pubblico né in ospedale - chi fosse disposto a essere la Bella di
lui Bestia; non si materializzò neppure quella donna idealmen-
te cieca sulla quale egli amava fantasticare.
E quindi, per concludere, a differenza delle sue equivalenti di
sesso femminile, Julia Pastrana e Grace McDaniels, non prese
moglie e non generò figli; forse perché in lui, come non acca-
deva in loro, la nota dell'eccitazione erotica era sommersa dal-
la 'disgustosa insinuazione di un uomo mutato in animale'......
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