giuliano

martedì 19 dicembre 2017

GALLERIA DI STAMPE (& punti di fuga...) (60)



















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Galleria di stampe (59)

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Se avrai imparato a disegnare la foglia (e il segreto respiro donato) (61)














….Abbiamo attraversato il confino nella dimensione del Tempo così come numerato e procediamo come fin qui fatto nell’irrazionale ed astratto in cui l’Infinito principio ma non il motivo in quanto vi è una diversa dimensione e questo signor mio, lei lo ha ben compreso altrimenti non sarei qui ad accogliere la sua Anima combattuta e contesa fra un Virgilio e Beatrice, e con questi, il povero Cecco… Non siamo pedanti procediamo ed espletiamo le formalità del caso i convenevoli che rendono questo nostro incontro una simmetria un cristallo in un fiocco di neve scorto il quale precipiterà su di un ramo evaporato e condensato compiere la natura del suo motivo e principio entro la perfezione di ciò che non è visto… Ed ora si trova in più rigogliosa Terra o Spazio concepito tutto entro la soglia appena percepibile di una fuga comporre Opera… Giacché noi esistiamo solo in ragione di quella, se pur appare principio di un più profondo e velato motivo, e questo per quanto detto concernente Intelletto e Pensiero; ma come disse il nostro Giamblico, in riferimento alla natura della matematica riflessa in pari tempo e scesa in ugual intento e motivo, nella teologia donde questa con la fisica posta, risiedere altro e simmetrico procedimento il quale rende i nostri atomi assenti alla Freccia del Tempo… 




Questo il punto di fuga contratto entro uno spazio troppo angusto e scuro di cui si può percepirne contorno solo nell’orbita di ciò che pensano vedere… ma di questo parleremo in seguito… Così come ben vedo l’Opera procede, certamente ha fatto una strada impervia, se un tempo quando era umano fra gli umani fuggito, l’attraversò a passo veloce di un moderno quadrupede divenuto macchina a vapore di cui già il nostro Leonardo aveva progettato qualcosa di molto simile, ora per gli stessi luoghi si avvia verso ugual e più difficili mète cime e confini attraverso antiche ed inagibili mulattiere… Per passi scoscesi, per ghiacciai cristallini, come mi par di intuire da tal intento percorso… Sicché non è certamente un facile procedere con il cambio di cavalli alla posta così come un Tempo, ma un lento e più profondo pellegrinaggio a piedi ed al contrario di quanto sempre contraddistinto qual mèta per una probabile dispensa e paradiso in terra: quell’atto apparente e ricchezza di una Chiesa… Ciò è di grande mio conforto nel moto opposto distoglie la comprensione del vero Dio cui io consumai una vita nello gnosticismo della mente riflessa su stessa… 




Così lei ugualmente ha da tempo maturato medesimo concepimento e proponimento tantè, come le dicevo, in molti qui scrutiamo uguali torture sino a questo confino la qual cosa noi sappiamo vera… Ragion per cui di nuovo pongo l’araldo del mio conforto accompagnato al saluto di benvenuto… coniando con lei certa e nobile moneta e non certo lo sterco del dèmonio nella casa dell’Anticristo giacché anch’io sono divenuto Eretico in merito al  medesimo proponimento fino alle porte di un confino terreno dritto… fino al manicomio… Ma di ciò le confesserò più tardi, in questo suo dire sono anch’io parte dell’Anima Mundi universalmente riconosciuta giacché prefiguriamo ugual confini di medesima natura… E come nell’evo antico da cui scaturì l’insonne mia natura mi pongo al suo servizio come un umile suddito all’Imperatore convenuto, giacché per quanto lo sforzo, dialogo quantunque con Giuliano il pagano nonché l’Apostata… 




Questa indomita consapevolezza fanno nascere ipotesi inquietanti che taccio e non dico… Quindi come Virgilio mi pongo quale Anima sua contesa ed al contempo mi rivelo Beatrice, mettendo d’accordo Dante e Cecco… Sono lei per l’appunto come ben disse un nostro comune amico di cui il confino di un esilio il qual aveva, ed ha, ben intuito, molto prima della mia scienza, ove il mito frantumato nel vasto regno della velata coscienza comporre pur sempre psicologico motivo non certo capito! Saggio il nostro Gabbriele non meno del grande secolare faggio non lontano da quella naturale fonte dove ha dissetato e riso con lui l’arguta lingua del sapere non certo condiviso dal comune pellegrinaggio di cui il moto opposto nella genesi della natura… Procediamo orsù: il confine superato! La cosa difficile è trovare la via maestra di cui invisibile mulattiere e ricongiungersi poi a questa, il suo Viaggio mi ricorda per certi aspetti  quello del nostro amato Ruskin: è impossibile non scorgerlo ed ammirarlo eppure con ugual intuito del Gabbriele parlò di lui nel ritratto che vedremo strada facendo… 




Non sapendo descrisse il suo profilo sofferto ai piedi di quel cristallo mutato in ghiacciaio che un tempo adornava il monte e nutriva l’intera vallata. Ha scorto il volto il profilo: la Natura da cui noi secolari arbusti, foglie e rami, viviamo nella magnifica sua creanza e comprensione divenuta scienza. Il suo sguardo si perse nei nostri atomi di luce sino a raggiungere il desiderio che ornava e rapiva la vista arguta, in cotal ‘Gallerie di stampe’ come suo e nostro accadimento, lontano dal tempo, ha percepito ugual punto di fuga, ed ora è il miglior critico dell’intera opera… Se non ci fosse lui saremmo evaporati in una nuvola di deserto e cemento come bene ha profetizzato lei in codesta vista… Come le dicevo, quindi, abbiamo superato il difficile passo e con questo il confine detto, il pittogramma nel suo enunciato ed esposizione alla ’Gallerie delle stampe’ appare di vaste proporzioni, ricorda per certi aspetti un pittore che non lontano da questi luoghi perì di freddo mentre tentava di abbracciare l’intera mirabile visione: il Segantini  congeniale ed affine al nostro intento, e tutto questo per rimanere fedeli alla visione di cui si nutre l’Anima… 




Forse il vero ricongiungimento e nutrimento ove alberga lo Spirito ricondotto all’infinita essenza sottratta alle materiali avverse condizioni del Tempo… Avviamoci! Sono sempre e per certi aspetti parte del suo intelletto, ragion per cui esulo dalla mia facoltà e scienza… e non certo è mio recondito intento condurla alla saggezza la qual esula dalla pazzia, non staremo ora e qui a dialogare assorti nelle ‘Gallerie delle stampe’ antiche o moderne come il Ruskin amò definire… Tutt’altro! E’ mio dichiarato motivo nell’irrazionale posto rimembrare la perenne fuga della quale provo certa vergogna per gli antichi aguzzini: so bene ciò che dico in quanto anch’io ebbi ugual problemi e volli sacrificare ogni volgare paganesimo - ma non certo la filosofia sua - con un principio transitato e rifugiato come lei per questi luoghi… Intelligibile principio affine alla ragione… Signor mio si è ben accorto esserci comunione ed affinità di questi nel nostro Sentiero, giacché quando tenni celata parte della mia Anima prima di rivelarla, lei ha compiuto ugual passi ed accadimenti, ed identiche figure e visioni accalcate, prefigurare la selva la qual sempre sogna benandato ed affisso per ogni ramo e foglia… 




Delle quali ammiro la fisica nel volerle esplicitare ed enunciare qual cosa più che certa transitata dall’irrazionale al razionale posta: anche Godel formulò espressione analoga dopo la relativa scienza rilevata… come me ha conosciuto e ben visto. Hanno accompagnato nella comprensione estensiva del sapere formula esplicitativa nel razionale posta superando il formale nell’insieme dell’irrazionale posto… Come lei condiviso e letto qual Straniero, per questa ragione e regione i suoi passi i suoi pensieri… compongono Anime ben vive delle quali ha colto principio e fine in un contesto all’infinito posto le quali si macchiarono della colpa di vivere in armonia con il principio e ‘Il beneficio di Cristo’… Il mio fu un diverso libretto (di cui poi le dirò) il quale mi costrinse nell’incubo di in un inferiore edificio di cui il Brunelleschi adornare la fuga…: divenne tortura e siffatto edificio con ogni chiesa piazza ed altra apparente architettura ben conosciamo nel diletto dell’infamia dispensata giacché siamo principi di Prima ed immacolata Natura nel pensiero posta…  




E sì che aver udienza con lui (il Brunelleschi) è cosa ardimentosa la parete di nuda roccia sulla quale non basta né il chiodo della ragione né il coraggio dell’incosciente alpinista… Lo ammiri da lontano è fiero marmo da cui il diletto di future maestranze… Ma procediamo per il Sentiero assieme ad ogni ramo e foglia ed altra natura che lo adorna: molte di quelle assieme ad altre, se pur eretiche, affollare secolari selve di cui la vista per quanto si dica allieta la venuta dell’uomo… In quanto sgorga la linfa principio del Primo Dio, se pur apparente o invisibile paradosso la loro sintesi rimane il miracolo della vita in ragione della privazione del male, quindi quando cammina per quei primordiali boschi di cui talvolta nera la via, non tema se oltre la mirabile visione anche una primordiale paura può nutrire il passo talvolta indeciso… Una Natura indomita che agita Primo pensiero privato dell’uomo: è come se questo non fosse stato ancora concepito, o meglio che dico, non ancora evoluto, e tornare all’adamitico mondo incompiuto dall’animale evoluto qual nostro intento condiviso e raccolto in questo bivio ove la vista ed il panorama opera sublime! 




I dinosauri signor mio in codesto loro tempo regredito esistono e muovono il passo tellurico del presunto sapere… Riprendiamo il senso del discorso per questa mulattiera per questo difficile Sentiero, stiamo attraversando come ben vede le remote stratigrafie della nostra secolare cultura, ove dai tempi di Gog e della primordiale calligrafia pittogramma e bussola di codesta via, come alla mia congeniale ed affine cultura, i miti e le pietre di un precedente strato hanno dato modo di incontrare piccoli paradisi ove il principio - da me accettato nel monolitico enunciato - cresciuto in ricco e florido contesto… pur avversati dalle ragioni contrarie affini alla vera Natura del Tempo. Ed il Tempo esposto alle recondite e limitate ragioni della materia per pretesa e falsa intesa, come da lei esposto nella pagana buona fede e non certo paradossale intento - dalla genesi convenuto, talvolta sfociare in un contrasto di correnti avverse al mite e compiuto pensiero qual (vero) ‘Beneficio di Cristo’ comporre icona al più (+) posta dell’eterno martirio di chi assente alla somma… 




Di cui evoluta e trasposta successiva altezza alla fotosintesi della vita, di cui noi doniamo elemento ed ombra, giacché non possiamo negare che entrambi vittime di condizioni avverse e sfavorevoli del clima e il suo Tempo, aver risentito la crescita nell’acerbo frutto colto ma non certo capito né intuito… Ed entrambi vittime di una mela che a tutti par cosa più gradita… Questo velato intento, per decretare o meglio diagnosticare gli elementi della materia, quando nella genesi incompiuta, contrastare con il ‘Beneficio’ oppure l‘’Imitazione’ di cui Cristo un semplice agnello… E nel bosco rilevare (nonché misurare ed enunciare come  l’emerito Godel e con lui molti altri)  quel clima quella bufera quell’orbita quelle rette e diagonali quella gravità, insomma tutte quelle condizioni non consone all’uomo, generare in un evento storico e climatico di avversa prospettiva evolutiva: la selva ed ogni albero che l’adorna con tutti gli agnelli sacrificati da un lupo mascherato da falsa e docile natura soffrire e patire un comune male antico… Un conflitto universalmente espresso da quando noi Eretici fuggiti in questo invisibile punto in questa prospettiva in questa ‘Gallerie di stampe’…  




Non certo potremmo nominare batterio con il quale iniziò la chimica da una antica alchimia evoluta… Per cui in questa precoce morte simile ad un sonno o sogno profondo scorge quanto anch’io…, sicché da queste nascono tutte quelle bufere di cui talvolta quelle ed altre genti patirono il calvario in nome di Cristo nella sua ‘Imitazione’ o ‘Beneficio’ pur nell’ortodossia del principio sposato stranamente, in questa selva ammirata, alla diversità della vita. Sicché il panorama appare preservato da tutte quelle condizioni cui la fuga principio della sua quanto nostra e naturale per quanto logica prospettiva, sì certo meraviglioso l’edificio ma se l’Architetto deve fuggire le condizioni della verità da quelle linee nate, per una più piatta condizione ove la figura non confà con la realtà della Natura,  nascono allora quelle perturbazioni di cui lei rileva e rivela il Tempo, purtroppo e quantunque infinito aggiungo alla mia diagnosi di cui gnostico principio… E non certo suo altrimenti assente alla ‘Gallerie delle stampe’ nell’enunciato posta in quanto la materia prefigura e incide, pur nella totalità esposta della conoscenza, volontà di  perseguire ben altri fini al limite cui l’uomo soggetto…E non certo transitato per questo irrazionale spazio invisibile (di cui ancora non coglie il punto di fuga), per quanto apparente astratto infinito di questa piccola ma pur ugualmente infinita prospettiva, di cui io un umile confine come altri per questi Dialoghi… Taccio e più non dico… altrimenti con lei il manicomio l’ultimo e terreno edificio…




Di questa nuova nascita le faccio dono
A questa vita nell’apparente morte
Cingo la vista…
Il nostro comune intento
Regola verità velata
Componendo quello
Il giorno Primo:
Follia Divina
E invisibile via
Il secondo
Solo un inutile edificio
Cui inquisiranno chi senza quello
Cui condanneranno chi ne è privo
Cui al confine di questo
Negano Elemento e Tempo
E noi Donare quello…

…Dunque: Il Viaggio porta evidentemente al manicomio.
E’ un prezzo da pagare, ma si direbbe che anche questa via sia da percorrere.
Questa via non è poi così inusuale, la percorrono migliaia di nostri simili… (*)(1)

(Galleriadi Stampe, il Quadro completo nei punti di fuga dell’ "Eretico Viaggio"….)

















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