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Dalla
finestra, lassù nel Potala, soltanto un piano sotto il Dalai Lama, potevo
vedere tutta Lhasa, tutta la Vallata. In lontananza scorgevo la grande
Cattedrale (Jo Kang) col tetto dorato luccicante. La Via Circolare o Ligkor si
stendeva nel suo circuito completo attorno alla Città di Lhasa. Vi si
accalcavano pellegrini devoti venuti a inchinarsi davanti alla maggiore sede di
Scienze Occulte del mondo. Mi stupivo per la mia fortuna di avere una Guida
così meravigliosa come il Lama Mingyar Dondup; senza di lui sarei stato un
novizio comune, alloggiato in un dormitorio buio invece di trovarmi quasi sulla
cima del mondo.
Improvvisamente, così improvvisamente che
squittii di sorpresa, due braccia forti mi afferrarono e mi alzarono per aria.
Una voce profonda disse,
‘È così! Pensi solo alla tua Guida
perché ti porta quassù nel Potala e ti dà da mangiare quei dolciumi nauseanti
provenienti dall’India?’.
Rise
per far tacere le mie proteste e io ero troppo cieco, o troppo confuso, per
capire che sapeva benissimo cosa pensassi di lui!
Finalmente
disse,
‘Noi due siamo strettamente legati
l’uno all’altro, ci conoscevamo bene in una vita precedente. Tu sai tutto di
quella vita passata, devi solo essere aiutato a ricordare. Ora dobbiamo
lavorare. Vieni nella mia stanza’.
Mi lisciai la veste e rimisi a posto la scodella che era caduta mentre venivo alzato in aria, poi mi affrettai verso la stanza della mia Guida. Mi fece segno di sedermi, e quando fui sistemato, disse:
‘Allora, hai meditato sulla questione
della Vita, sulla nostra discussione di ieri sera?’.
Abbassai
la testa, costernato, e risposi,
‘Signore, ho dovuto dormire, poi il
Signor Abate ha voluto vedermi, poi voi mi avete mandato a chiamare, poi ho
dovuto mangiare e poi voi mi avete voluto vedere di nuovo. Non mi è rimasto il
tempo di pensare a niente, oggi!’.
Scorsi
un sorriso sulla sua faccia mentre diceva:
‘Discuteremo più tardi sugli effetti
del cibo, ma prima riprendiamo il discorso sulla Vita’.
Si
fermò, allungò una mano e prese un libro scritto in una lingua straniera ed
esotica. Ora so che si trattava dell’inglese.
Sfogliando
le pagine, trovò finalmente ciò che cercava. Passandomi il libro, aperto a una
figura, chiese:
‘Sai cosa sia questo?’.
Osservai la figura ed era così ordinaria che guardai le parole strane scritte sotto. Non significavano niente per me. Restituendo il libro, dissi in tono di rimprovero:
‘Sapete bene che io non so leggerlo,
Onorevole Lama!’.
‘Ma riconosci la figura?’,
continuò.
‘Ebbene, sì, è solo uno Spirito della
Natura, uguale a quelli che ci sono qui’.
Ero
sempre più perplesso. Di che cosa si trattava? Il Lama aprì il libro di nuovo e
disse:
‘In un paese lontano, oltre i mari,
la facoltà generale di vedere gli Spiriti della Natura si è persa. Se una
persona vede un tale Spirito, diventa oggetto di scherno, e il veggente viene
addirittura accusato di ‘avere visioni’. Gli occidentali non credono in ciò che
non possono fare a pezzi, tenere in mano o mettere in gabbia. Uno Spirito della
Natura viene chiamato Fata in occidente — e le Favole non sono credute’.
Questo mi stupì moltissimo. Io potevo vedere gli Spiriti, sempre, e li consideravo normali. Scossi la testa per fare uscire un po’ della nebbia che vi si trovava.
Il
Lama Mingyar Dondup parlò:
‘Tutta la Vita, come ti ho detto ieri
sera, consiste in Materia che vibra rapidamente e che genera una carica
elettrica, l’elettricità è la Vita della Materia. Nello stesso modo, in musica,
vi sono varie ottave. Immagina che l’Uomo comune per Strada vibri su una certa
ottava, allora uno Spirito della Natura e uno Spettro vibreranno a un’ottava
superiore. Siccome l’Uomo Medio vive e pensa e crede soltanto su un’ottava, le
persone delle altre ottave gli sono invisibili!’.
Giocherellai
con la mia veste, mentre pensavo a queste cose; non le capivo. Potevo vedere
sia gli spettri sia gli spiriti della natura, perciò chiunque avrebbe dovuto
poterli vedere come me. Il Lama, che leggeva nella mia mente, rispose:
‘Tu vedi l’aura degli esseri umani.
La maggior parte degli altri umani non la vede. Tu vedi gli spiriti della
natura e gli spettri. La maggior parte degli altri esseri umani, no. Tutti i
bambini piccoli vedono queste cose, perché i giovanissimi sono maggiormente
ricettivi. Poi, man mano che crescono, le preoccupazioni per la sopravvivenza
ottundono la facoltà percettiva. In occidente, i bambini che raccontano ai
genitori di aver giocato con dei Compagni dello Spirito vengono puniti per la menzogna
o derisi per la loro ‘fantasia troppo vivace’. Il bambino se ne risente e dopo
un po’ si convince che era solo immaginazione! Tu, a causa della particolare
educazione che hai ricevuto, vedi gli spettri e gli spiriti della natura e li
vedrai sempre — come vedrai sempre l’aura umana’.
‘Allora perfino gli spiriti della natura che si prendono cura dei fiori sono uguali a noi?’,
…chiesi.
‘Sì’,
…rispose,
‘uguali a noi, solo che vibrano più
velocemente e che hanno le particelle di materia più distanti le une dalle
altre. Questo spiega anche perché riesci a far passare la mano attraverso un
raggio di sole’.
‘Avete mai toccato — cioè afferrato —
uno spirito?’,
…chiesi.
‘Sì!’,
rispose,
‘si
può fare se si aumenta la velocità delle proprie vibrazioni. Te lo racconterò’.
La mia Guida toccò il suo campanello d’argento, dono di un Alto Abate di uno dei Monasteri più conosciuti del Tibet. Il monaco–servo, che ci conosceva bene, ci portò — non della tsampa, ma del tè indiano con quei dolci che venivano portati attraverso le alte montagne specialmente per Sua Santità, il Dalai Lama, e che piacevano tanto a me, soltanto un povero novizio.
‘È
un premio per gli sforzi particolari che fai nello studio’, come Sua Santità
aveva detto spesse volte. Il Lama Mingyar Dondup aveva visitato il mondo, sia
quello fisico che l’astrale. Una delle sue poche debolezze era la predilezione
per il tè indiano. Una debolezza che condividevo con tutto il cuore! Ci
sistemammo comodamente e appena ebbi finito i dolci, la mia Guida e Amico
parlò.
‘Molti anni fa, quando ero un
giovanotto, mi precipitavo a svoltare un angolo qui al Potala — proprio come
fai tu, Lobsang! Ero in ritardo per la Funzione e, con orrore, vidi un Abate
corpulento che mi bloccava la strada. Anch’egli si affrettava! Non avevo più
tempo per evitarlo; stavo ripetendomi le scuse che avrei dovuto pronunciare,
quando gli passai attraverso. Il suo spavento fu uguale al mio. Comunque, ero
talmente stupefatto che continuai a correre e arrivai in tempo, quasi in tempo,
dopotutto’.
Risi
al pensiero del dignitoso Lama Mingyar Dondup che si precipitava! Egli mi
sorrise e continuò.
‘Quella notte tardi, ci pensai. Pensai: ‘perché non dovrei poter toccare uno spettro?’. Più ci pensavo e più cresceva in me la determinazione di toccarne uno. Stesi i piani molto accuratamente e lessi tutti i Documenti antichi che parlavano di questo. Consultai anche un uomo molto saggio che viveva in una caverna, sulle montagne. Mi disse molte cose, mi mise sulla strada giusta e ti dirò le stesse cose perché conducono direttamente all’argomento di cui ci stiamo occupando: toccare uno spettro’.
Si
versò dell’altro tè e lo sorseggiò prima di riprendere.
‘La vita, come ti ho detto, consiste
in una massa di particelle, piccoli mondi che rotano attorno a piccoli soli. Il
movimento genera una sostanza che, in mancanza di un termine più adatto,
chiameremo ‘elettricità’. Se mangiamo sensatamente, possiamo aumentare la
velocità delle nostre vibrazioni. Una dieta sensata, niente di quella roba fantasiosa
e stramba, la star meglio, aumenta la velocità basilare delle vibrazioni. Così
possiamo avvicinarci alla velocità di vibrazione di uno spettro’.
Si
fermò e accese un nuovo bastoncino d’incenso. Quando fu soddisfatto di come
ardesse la punta, rivolse la sua attenzione di nuovo a me.
‘L’unico scopo dell’incenso è di aumentare la velocità delle vibrazioni dello spazio in cui viene bruciato e di coloro che vi si trovano. Usando il tipo giusto, perché ogni tipo d’incenso è legato a un certo tipo di vibrazioni, possiamo raggiungere determinati risultati. Per una settimana seguii una dieta rigorosa che aumentò le mie vibrazioni o ‘frequenza’. Durante quella settimana bruciai anche, continuamente, nella mia stanza, l’incenso appropriato. Alla fine di quel periodo di tempo ero quasi ‘fuori’ di me; sentivo di galleggiare anziché camminare, e provavo difficoltà nel mantenere la forma astrale all’interno di quella fisica”. Mi guardò e sorrise mentre disse: “Tu non avresti apprezzato una dieta tanto limitata!”. “No!”, pensai, “preferisco toccare un vero pasto piuttosto che qualsiasi spettro!’.
‘Alla fine di quella settimana’,
disse
il Lama, la mia Guida,
‘scesi al Santuario Interno e bruciai
altro incenso mentre imploravo uno spirito di venire e di toccarmi. Improvvisamente
sentii il calore di una mano amica sulla spalla. Mi girai per vedere chi fosse
a disturbare la mia meditazione e feci un salto tale da uscire quasi dalla
veste quando vidi che chi mi toccava era lo spirito di un lama, ‘morto’ più di
un anno prima’.
Il
Lama Mingyar Dondup si fermò improvvisamente, poi rise forte al pensiero di
quell’esperienza del lontano passato.
‘Lobsang!’,
esclamò
finalmente,
‘il vecchio lama ‘morto’ rise e mi chiese perché avevo faticato tanto, quando mi sarebbe bastato andare nel mondo astrale! Confesso che mi sentii mortificato oltre misura al pensiero che una soluzione così ovvia mi fosse sfuggita. Ora, come ben sai, noi andiamo nel mondo astrale e parliamo con gli spettri e la gente della natura’.
‘Certamente avete parlato per telepatia’,
notai,
‘e non conosco nessuna spiegazione
per la telepatia. Ci riesco, ma cornei’.
‘Le domande che fai, Lobsang, sono
sempre le più difficili!’,
rise
la mia Guida.
‘Le cose più semplici sono le più
difficili da spiegare. Dimmi, come spiegheresti tu il processo del respirare?
Ci riesci, tutti ci riescono, ma come si può spiegarne il processo?’.
Assentii
cupamente. Sapevo che facevo sempre delle domande, ma era l’unico modo per
imparare. La maggior parte degli altri novizi non dimostrava interesse, a loro
bastava mangiare e lavorare poco, ed erano soddisfatti. Io volevo di più,
volevo sapere.
‘Il cervello’,
disse
il Lama,
‘è come una radio, come il meccanismo che quel Marconi usa per mandare messaggi attraverso gli oceani. L’insieme di particelle e di cariche elettriche che compongono un essere umano è guidato dal meccanismo cerebrale elettrico, o radio. Quando un essere (compresa una scrofa...) pensa di muovere un arto, delle correnti elettriche corrono lungo i nervi giusti e stimolano il muscolo, che compie l’azione desiderata. Similmente, quando una persona pensa, il cervello emana delle onde radio o elettriche — in realtà provengono dalla parte superiore dello spettro radio. Esistono degli strumenti per individuare le radiazioni e perfino tracciarne le linee che i dottori in Occidente chiamano ‘alfa, beta, delta e gamma’.
Assentii
lentamente con la testa, avevo già sentito parlare di cose simili dai Lama
Medici.
‘Ora’,
continuò
la mia Guida,
‘anche i sensitivi possono captare
queste radiazioni e possono capirle. Io riesco a leggerti nel pensiero, e se
fai uno sforzo, tu puoi leggere nel mio. Più è forte la simpatia, l’armonia che
lega due persone, più è facile per loro leggere queste radiazioni cerebrali che
costituiscono il pensiero. Questa è telepatia. Spesso i gemelli sono legati da
un fortissimo contatto telepatico. I gemelli monozigotici, i cui cervelli sono
esattamente la copia l’uno dell’altro, hanno un’intesa telepatica così forte
che è sovente molto difficile stabilire in quale dei due nasca un determinato
pensiero’.
‘Rispettabile Signore’,
dissi,
‘come ben sapete, io riesco a leggere
nella mente della maggior parte delle persone. Perché succede questo? Esistono
molte persone che abbiano le stesse facoltà?’.
‘Tu, Lobsang’,
replicò
la mia Guida,
‘sei particolarmente dotato e
particolarmente addestrato. Le tue facoltà vengono aumentate con tutti i mezzi
a nostra disposizione, perché dovrai affrontare un compito difficile nel corso
della tua Vita’.
Scosse
la testa solennemente.
‘Un compito veramente molto
difficile. Nei Tempi Antichi, Lobsang, il Genere Umano poteva comunicare
telepaticamente col mondo animale. Negli anni a venire, dopo che il Genere
Umano avrà conosciuto la follia delle guerre, questa facoltà sarà di nuovo
acquisita; di nuovo l’Uomo e l’Animale cammineranno insieme, in pace, senza
desiderare di nuocersi vicendevolmente’.
Dai
piani inferiori rimbombò il suono di un gong. Udimmo lo squillo di trombe e il
Lama Mingyar Dondup balzò in piedi dicendo:
‘Dobbiamo affrettarci, Lobsang, sta
per incominciare la Funzione nel Tempio, e Sua Santità in Persona sarà
presente”. Mi alzai subito, mi sistemai la veste e corsi dietro alla mia Guida,
ormai lontana e quasi fuori di vista’.
(T. Lobsang)
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