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Con la 'vena creativa' ovvero il capitolo quasi
In rispetto e simmetricamente alle esigenze del ‘mercato’ e l’economia che al peggio e al meglio lo dovrebbe gestire, quindi e soprattutto alla volontà umana nel doverlo continuamente promuovere ed incentivare, sussiste un reciproco rapporto di dipendenza fra le mutevoli superiori forze della Natura e l’uomo proteso dall’inizio dei tempi nel piegarla al proprio volere, sfruttando a suo piacimento la risorsa costante ma non certo infinita che ogni Elemento, dalla crosta alle più alte vette della Terra sino in Cielo, può e sa offrire all’uomo assennato nel principio dei ritmi del Tempo con la Natura maturato…
Gaia un essere vivente e oltremodo cogitante!
Ricolma di Vita nel beneficio di comprenderla e capirla, con un cuore pulsante, le proprie vene [*1], ed il proprio Intelletto derivato e dedotto dall’intero moto e principio dell’Universo…
Fu detto qual timore del Verbo (mai sia detto corrotto!) che la Natura creata dal Dio communente e comunitariamente - dall’Europa all’America compresa la grande steppa russa -, unanimemente pregato nella volontà di asservire sotto ogni suo aspetto l’esclusività dell’uomo.
Nell’‘esclusiva esclusività’ - rivolta al meglio o al peggio - nel fine di dominarla più che comprenderla, giacché, purtroppo, la dedotta comprensione spesso conduce ad un fraintendimento del corretto rapporto procedendo verso il corrotto…
Dedotto margine di corruzione lo possiamo scorgere ovunque soprattutto negli ultimi duecento anni, anche nel fraintendimento della pandemica aggressione da parte del virus, del quale imputato un contesto naturale divenuto innaturale, l’innaturale corruzione derivante dall’uomo nel manipolare ciò che ritiene normale nella progressione, geneticamente non calcolata, la quale non può e deve essere imputata alla Natura…
Di grazia, uomo, fu un batterio l’origine della Vita; di grazia mio sire salite sino alla cima di Venere per scorgerne facezia e bellezza, microbica impronta ed urlare alla vita, sì sono venuto! Di grazia mio zar, la corsa fin sulla cima fu intrepida avventura, eppure lassù a Solaris la nota multiproprietà, non si può godere d’un bicchiere d’acqua neppure appestata!
Preghiamo ogni dì il Santo e pio Matteo, lui che spalanca sepolcri e porte!
Ecco perché nella Natura scorgiamo quella purezza persa da ogni contesto la possiamo osservare e comprendere, anche nel più sollecito modo di difendersi ridendo dell’intera commedia in nome della…
Per ciò concernente l’aspetto ecologicamente più serio - anch’esso mal interpretato - veicolato secondo le normative del nuovo assetto societario (dell’intero eremo all’ordine dottrinale dell’abbazia posto) con cui pretendono di specificare e dedurre la Natura (SPA SRL SNC, in essere e da fondare, trascurando in questa sede tutti quelle ‘cordate’ che traendo medesimo guadagno e non più dichiarato profitto, si astengono omettendo il beneficio con impatto ambientale equivalente a ZERO, quotate indistintamente in borsa per il maggior margine di profitto e nuova prospettiva di post crescita successiva la ‘benedetta’ [da taluni] crisi pandemica), le quali nulla cambiano rispetto al risultato costantemente ragguagliato, cioè il massimo inquinamento nell’illusiva prospettiva tridimensionale data (confacente al Dio del Verbo pregato) di poter esser presi per i più bassi istituzionalizzati fornelli…
Ebbene avete - se sapete ancor leggere -… letto bene!
Dacché la lieta novella o Grande Notizia ci giunge mentre ci affanniamo per un misero piatto di pasta con contorno di patata, all’Osteria di Don Chisciotte, lui il quale in Verità e per il Vero, fu il verro custode d’ogni energia trasmutata e affissa ad ogni mulino della silente Poesia a cui ci uniamo a mo’ di preghiera nel combattere la fitta schiera d’ogni inganno dato.
Di certo non fu un pazzo!
Aveva ben intuito cosa sarebbe divenuto quel mulino, e avendo prefigurato schiere di demoni rotanti tratti dalla silente letteratura della Natura; l’Anima dell’uomo di Mondo che lo teneva in custodia comandò di difenderne l’onore tradito.
Sancio rimase avvilito giacché l’alito suo sicuramente più abituato e avvezzo non men che appestato al cacio come al somaro, infatti, s’accompagna e comanda al proprio padrone sempre nobile pane con buona farina macinato…
Fu questo il Primo Grande avvento della negata Genesi del Genio, Dio meditò l’eterna contesa destinando pazzia Testamentaria fra il Vecchio che semina e il Nuovo che avanza (a passo di gambero)…
L’intero lascito testamentario, io che fui un eretico notaio, lo possiamo ben leggere in ogni strofa della nobile leggenda…
Secoli dopo, infatti, pur non avendo nulla d’Eretico, un altro gaglioffo non nominandolo ciarlatano, armato di matita al servizio del preciso compasso, rifondò l’Arte e non solo della Letteratura, ne trasse un giudizio in merito, forse perché pensava di appartenere al Vecchio Mondo ereditato, comunque sentenziò che l’Opera ‘schierata’ e al campo del mulino combattuta, altro non èra che l’Avvenire ammirato e dipinto circa la nuova industriosità nel vagito del nuovo Secolo nato dal cordone ombelicale mal reciso da codesto parto (questo uno dei casi in cui l’aborto ammesso e concesso per il bene delle rimanenti creature procreate e non più bestie dell’inferma terra non ancora infermeria…)...
Più che pianto pensiamo all’alito appestato!
Deva forse imparare ad interpretarne e leggerne l’Opera!
Lascio all’insindacabile Giustizia del Dio pregato il giudizio terreno, abdicando allo Spirito un diverso principio ma non certo pregiudizio…
Non abbiamo imparato e mai impareremo come al meglio pregarlo per questo ci braccano come animali, e come il Don ci insegna ancora, ci scagliamo contro le elettriche meccanizzate pale prive del Tempo (con annessa Memoria) come del vento cui la miglior Storia da cui la tormentata battaglia impone la folle corsa ma non certo l’altrui abisso eretto, sia dell’industrioso mulino, sia dei similar inutili artifizi del falso progresso nutriti da tutti quei gaglioffi che lo difendono in nome e per conto del falso sostentamento dato dal valore economico ragguagliato all’osteria della presunta ricchezza…
Che l’oste ne prenda nota!
E ne aggiunga una nuova, di botte mai sia detta damigiana, la quale vien travasata nel gradire codeste massime offerte qual introduzione al pasto (mai sia detto passo) dell’industrioso (mai sia detto obeso) anarchico…
(Giuliano)
Amo sempre queste centrali elettriche con i loro enormi camini, ma è altresì raro che compongano un architettura urbanistica confacente nei secoli. Altrettanti palazzi industriali di Berlino sono anche loro armoniosi: ad esempio i lavori della General Electric Company, i suoi negozi per la costruzione di dinamo, e i gasometri cittadini che sono stati trasformati in moderni castelli di lavoro di enorme mole; e gli edifici fioriti delle persone che lavorano. Tutto questo costituisce la meraviglia del lavoro a Berlino.
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