giuliano

martedì 15 dicembre 2015

POTENTI EMISSIONI RADIO provenienti da pianeti & mondi sconosciuti: I RADIOLARI (2)











































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I Radiolari














Quello che colpisce, oltre alla cura e alla precisione con cui Haeckel si dedicava alle ricerche, è la sua capacità di non perdere mai di vista i legami tra i microcosmo e macrocosmo.
Basta citare alcune curiose osservazioni proprio sugli ‘acantari’, quei Radiolari il cui scheletro è fatto di solfato di stronzio e che un giorno forse potranno restituirci ‘puliti’ almeno i mari: ‘Gli acantari’, scriveva, ‘si distinguono per la particolare composizione chimica e morfologica della loro struttura… i venti aculei che si irradiano dal centro del corpo unicellulare sono regolarissimamente distribuiti per cui… le punte cadono esattamente in cinque cerchi paralleli che corrispondono all’equatore, ai due tropici, ed ai due circoli polari del globo terrestre…’. Le tavole dei Radiolari incise da Haeckel sono 1.600. Vi si descrivono 4.318 specie, di cui 3.508 nuove e 810 già conosciute. ‘Ci volevano ancora dieci anni’, dice, ‘e ve ne avrei mostrati altri mille. Ma per una classificazione completa il tempo che si ha da vivere non basta’.




Anche le correlazioni nei ritmi della natura non sfuggono al suo bisogno di interpretare il cosmo in modo globale. Fu lui a formulare la ‘teoria biogenetica’ secondo la quale l’ontogenesi (l’evoluzione dell’individuo) ricapitola la filogenesi (l’evoluzione della specie). L’embrione umano, per esempio, sviluppandosi, presenta la stessa sequenza caratteristiche simili a quelle dei pesci, degli anfibi, dei rettili e dei mammiferi inferiori. Ed è su questa legge che si basa in gran parte l’affascinante teoria di un’evoluzione stratificata delle strutture cerebrali, teoria che apre nuove strade alla medicina del futuro.
Anche osservando i ‘policittari’, ossia i Radiolari che vivono in colonie, Haeckel non perde mai il filo di un possibile  riferimento all’uomo. Per lui questi esseri rappresentano dei veri e propri ‘stati di cellule’ e gli appaiono come l’esempio più riuscito di una organizzazione sociale che in qualche modo somiglia alla città perfetta degli utopisti. Ma se Platone bandiva dalla sua Repubblica i poeti, i ‘policittari’ hanno bandito l’amore, neanche il re del gruppo se lo concede; eppure, la colonia sembra vivere in modo straordinariamente gioioso, mentre certe civiltà di insetti, nelle quali la coppia reale è schiava del procreare e le operaie sono sacrificate al lavoro, danno proprio l’impressione di avere scelto un modello di vita politicamente sinistro.




Con i modesti mezzi di allora Haeckel arrivò a conclusioni che la scienza di oggi conferma: quando esaminava le ‘xantelle’, alghe microscopiche che alcuni Radiolari portano sempre con sé e sembrano monetine d’oro, lo studioso tedesco capì subito che tra gli uni e gli altri esisteva uno scambio di cortesie. Le ‘xantelle’, affermava, forniscono ai loro ospiti amidi e ossigeno e probabilmente li aiutano a digerire, ottenendo in cambio avanzi di cibo e protezione.
…’La scienza’, scriveva Haeckel, ‘ci insegna che una forma primitiva di - attività dell’anima – è presente anche negli esseri considerati inferiori: una somma di percezioni, sensazioni, scelte o ripulse che sembrano volontarie’. Notava che se i Radiolari finiscono per caso su qualche scoglio, si affrettano a filarsela.




Sia pure puntigliosamente chino su quei frammenti di microcosmo che riusciva ad osservare, lo scienziato non perdeva mai di vista l’universale. Aveva conosciuto e letto Darwin e ormai si sentiva più darwinista di lui, tanto che l’inglese si era spaventato e gli aveva suggerito un po’ di cautela: si era accorto che il concetto di evoluzione, per il collega tedesco, andava oltre la selezione naturale di cui lui (più sommessamente di quanto si pensi oggi) era diventato il padre putativo.
Heckel fondeva nel crogiuolo della sua mente una serie di teorie e chiamava tutto darwinismo. Scriveva, studiava, discuteva, filosofava, insegnava, litigava, coltivava appassionate amicizie. E’ lui che ha coniato la parola ‘Ecologia’, oggi usata da tutto il mondo, per definire il rapporto tra gli animali e l’ambiente. Il suo libro ‘L’enigma dell’Universo’ (1899) aveva venduto subito centomila copie, e perfino il suo editore ne era esterrefatto.




 ‘Eppure’, commentava Haeckel, ‘non è che un trattato di filosofia, di lettura difficile e di esposizione tutt’altro che letteraria’.
Nella ‘Morfologia generale’ scritto nel 1866, quando aveva solo 32 anni, aveva dichiarato che ‘là dove comincia la religione finisce la scienza’. Ma nella ‘Confessione di fede’, più di trent’anni dopo, si ricrede: scopre anzi che il concetto umano di Dio è troppo basso. E’ come vedere in Dio un ‘vertebrato allo stato gassoso’ che fa, sbaglia, disfa, ricomincia da capo. Dio si trova ovunque, e questa unità, che lui chiama ‘monismo’, ora è la sua religione.
Fratelli Radiolari, sorelle meduse, cugini vermi: siamo tutti uguali per la Natura che ci crea, ci muta, ci ricicla…















 

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