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La variante della vita (3) (2) (1)
...E privati di ugual dignità e diritto così come gli altri giù nella stiva
deportati a miglior vita dal ‘vapore’ di nero vestito. Tutti indistintamente
truffati in cotal confino così da poter rispondere loro che per noi è cosa
lieta… ogni offesa e calunnia che dall’urlo…, scusatemi che dico…, nobile ‘verso’ che da questi proviene posato
l’abito che lor conviene... E siate pur certi che in diversa e più certa
consistenza sarà tradotto e nel cielo benedetto ogni inganno sofferto mutato in un nuovo paradiso
alle porte di un altro e più certo Dio… Al Giubileo pregato ove ogni peccato
siate certi dal parlamento sarà perdonato… Nel tempo ‘inverso’ ed invariato di
codesto triste universo abitato, infatti chi innocente, esiliato per un
semplice decreto amministrativo senza giudizio alcuno, eccetto quello del
popolo che urla e sentenzia minaccia e ingiuria, senza aver cognizione che non
sia breve messaggino al visore di una più illuminata ora circa il reato o
peccato dal reo giammai consumato… Nell’ora in cui il ‘vapore’ allontana
codesta Rima dal bianco natale esiliandola a miglior confino… E che Dio… li… mal...benedica…!)
E finalmente chi fu deportato dietro richiesta del suo comune…
Quest’ultima forma di condanna è la più strana (prevede anche dei boia
particolari i quali come al tempo, non solo del Rossetti ma anche del Pellico,
vigilano sulla coscienza del povero esiliato, e se par leggenda siate pur certi
che cotali tristi accadimenti sono ancor presenti pur nella bella apparenza la
quale il regime dispensa. Pur nella bella preghiera offerta ad ogni bianco o
nero rifugiato predicato dalla loggia così ben nutrita…), infatti il ‘mir’,
nell’assemblea composta dei membri del comune, delibera che un tale, se membro
inutile pericoloso o nocivo della società e altresì avverso o solo critico al
suo regime venga espulso dal suo paese. Quando questa sentenza è stata
ratificata dalle autorità governative, l’uomo e la donna che ha perduto in tal
modo la cittadinanza viene trasportato in Siberia…
Queste varie condanne portano con se la perdita di tutti i diritti
civili e l’annullamento del matrimonio, o solo la perdita parziale dei diritti.
Le condanne più gravi si scontato nella Siberia orientale. I condannati
all’esilio semplice, o al domicilio coatto, vengono in parte portati in Siberia
orientale, in parte rimangono nella Siberia occidentale. …Non so per quanto
entrino in tal numero i condannati politici, questi per la maggior parte
vengono esiliati con decreto amministrativo, e di tali condanne non è mai stata
fatta la statistica, o almeno non è mai stata resa pubblica ragione. Infatti
secondo alcuni, i condannati per via amministrativa sarebbero più numerosi
degli altri deportati…
Un’altra categoria di esiliati è formata dai ‘raskolniki’ (*Eretici…) o
dissidenti dalla religione ortodossa professata dallo stato… Mentre il governo
tollera tutte le religioni più diverse, si è mostrato spesso di una severità
eccessiva contro le sette sorte nel seno della religione ortodossa; e di tali
sette è stato ognora fertile il suolo della italica patria quanto della Russia
comunque sia in tutto il mondo ove si principia e prega una materiale principio
di vita… (non certo lo Spirito rimembrato degli Eretici negati al loro piccolo
e meschino stato… Non certo l’umile poesia cui è gradita una più sicura e
nobile variante, non certo un libro o un pensiero di culturale principio
storico, a quello è più gradito l’insulto del bulletto o bambino di turno… cui
appendere l’urlo satellitare dal regime in parabola comandato per superiore
interesse di stato…).
Grazie all’esilio o all’espatriazione volontaria previa confisca dei
beni la maggio parte di quelle sette non solo perseverano taluni dualismi e
credenze, ma spesso ancora fanno proseliti… Se non ci commoviamo molto per la
sorte di volgari malfattori o truffatori (i quali in altri luoghi legati in
pianta stabile alla legge cui è regolato il tempo della realtà civile in cui
albergata e predicata la democrazia, in cui i suoi ‘consoli’ padroneggiano ed
si professano paladini dell’ordine pre-costituito nel difendere ben altri
malfattori truffatori ciarlatani…) vi è una classe di deportati per i quali non
ci possiamo difendere da un più genuino sentimento di viva compassione, e sono
i condannati politici (quelli cioè di cui il truffaldino politico accompagnato
al suo scudiero di casta o feudo non gradisce verbo parola e più certa verità
dispensata…).
Non tocca ad un forestiere il portare un giudizio sulla legittimità di
tali condanne (di tali torture di tali calunnie…) in un paese dove le
condizioni politiche sono così anormali e disgraziate. Non si può fare a meno
di indicare e condannare in ogni tempo condiviso con qual si voglia aguzzino,
che per un semplice decreto delle autorità politiche (della casta del proprio o
delegata all’altrui comune), può privare un cittadino dei suoi diritti, dei
suoi scritti, dei suoi averi, della propria casa ed calunniarlo in ragion dello
stato…
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