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Coscienza e vita
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L'Universale singolare (3)
Nell’anima collettiva, le attitudini intellettuali, si annullano. L’eterogeneo
si dissolve e i caratteri inconsci predominano.
Questo patrimonio di caratteri ordinari ci spiega perché le folle non
sono in grado di compiere atti che esigano una grande intelligenza. Le
decisioni di interesse generale prese da un’assemblea di uomini illustri, ma di
specializzazioni diverse, non sono molto migliori delle decisioni che
potrebbero essere prese in una riunione di imbecilli. In effetti, quegli uomini
illustri sono in grado di associare soltanto le mediocri qualità da tutti
possedute. Le folle non accumulano l’intelligenza, ma la mediocrità.
Si ripete spesso che non tutti sono più spiritosi di Voltaire. Voltaire
è certo più spiritoso di tutti se questi ‘tutti’ rappresentano la folla. Se gli
individui in folla si limitassero a fondere le qualità ordinarie, otterremmo
semplicemente una media e non, la creazione di caratteristiche nuove.
Come nascono queste caratteristiche?
Lo studieremo ora.
Diverse cause determinano la comparsa dei caratteri specifici delle
folle.
La prima è che l’individuo in folla acquista, per il solo fatto
del numero, un sentimento di potenza invincibile. Ciò gli permette di cedere ad
istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe senz’altro repressi. Vi cederà
tanto più volentieri in quanto – la folla essendo anonima e dunque
irresponsabile – il senso di responsabilità, che raffrena sempre gli individui,
scompare del tutto.
Una seconda causa, il contagio mentale, determina nelle folle il
manifestarsi di speciali caratteri e al tempo stesso il loro orientamento. Il
contagio è un fenomeno facile da constatare ma non ancora spiegato, e da porsi
in relazione con i fenomeni d’ordine ipnotico che studieremo tra poco. Ogni sentimento, ogni atto è contagioso in
una folla, e contagioso a tal punto che l’individuo sacrifica molto facilmente
il proprio interesse personale all’interesse collettivo. Si tratta di un
comportamento innaturale, del quale l’uomo diventa capace soltanto se
entra a far parte di una folla.
Una terza causa, di gran lunga la più importante, determina
negli individui in folla, caratteri speciali, a volte opposti a quelli dell’individuo
isolato. Intendo parlare della suggestionabilità, di cui il contagio citato più
sopra è soltanto l’effetto. Per comprendere tale fenomeno, dobbiamo tenere
presenti alcune recenti scoperte della fisiologia. Oggi sappiamo che un
individuo può essere messo in condizioni tali che, avendo perso la personalità
cosciente, obbedisca a tutti i suggerimenti di chi appunto tale coscienza
gli ha sottratta, e commetta le azioni più contrarie al proprio temperamento ed
alle proprie abitudini.
Orbene, osservazioni attente sembrano provare che l’individuo immerso
da qualche tempo nel mezzo di una folla attiva cada – grazie agli effluvi
che dalla folla si sprigionano, o per altre cause ancora ignote – in uno stato
particolare, assai simile a quello dell’ipnotizzato nelle mani
dell’ipnotizzatore. Un individuo ipnotizzato, dato che la vita del suo
cervello rimane paralizzata, diventa schiavo di tutte le attività inconsce, dirette
dall’ipnotizzatore a suo piacimento. La personalità cosciente è svanita, la
volontà e il discernimento aboliti.
Sentimenti e pensieri vengono orientati nella direzione voluta dall’ipnotizzatore…
Tale è press’a poco la condizione dell’individuo che faccia
parte di una folla…
Non è più consapevole di quel che fa. In lui, come nell’ipnotizzato,
talune facoltà possono essere spinte a un grado di estrema esaltazione mentre
altre sono distrutte. L’influenza di una suggestione lo indurrà con irresistibile
impeto a compiere certi atti. E l’impeto risulterà ancor più irresistibile
nelle folle piuttosto che nel soggetto ipnotizzato, giacché la suggestione,
essendo identica per tutti gli individui, aumenta enormemente poiché viene
reciprocamente esercitata.
Gli individui che in una folla siano dotati di una personalità forte
per resistere alla suggestione sono troppo pochi e vengono trascinati dalla
corrente. Al massimo potranno tentare una diversione con una suggestione
diversa. Una parola ben scelta, un’immagine evocata al momento giusto hanno
talvolta distolto le folle dagli atti più sanguinari. Annullamento della
personalità cosciente, predominio della personalità inconscia, orientamento
determinato dalla suggestione e dal contagio dei sentimenti e delle idee in un
unico senso, tendenza a trasformare immediatamente in atti le idee suggerite,
tali sono i principali caratteri dell’individuo in una folla.
Egli non è più se stesso, ma un automa incapace di esser guidato
dalla propria volontà.
Per il solo fatto di appartenere a una folla, l’uomo
scende dunque di parecchi gradini la scala della civiltà. Isolato, era
forse un individuo colto; nella folla, è un istintivo e dunque un barbaro. Ha
la spontaneità, la violenza, la ferocia ed anche gli entusiasmi e gli eroismi
degli esseri primitivi…
…L’individuo della folla è un granello di sabbia tra altri granelli di
sabbia che il vento (del potere totalitario dell’economia) solleva a suo
piacimento. Ecco perché vediamo una globalità sociale emettere verdetti che il
singolo disapproverebbe. Ed un’assemblea parlamentare adottare leggi e
provvedimenti che ciascuno dei suoi membri condannerebbe in privato…
…Ne consegue che attribuiamo alla parola moralità il significato di
rispetto costante di certe convenzioni sociali e di repressione permanente
degli impulsi egoistici, è evidente che le folle sono troppo impulsive e troppo
mutevoli per essere sensibili ai problemi morali tanto le folle quanto i loro
rappresentanti in tutte le istituzioni…
I rari psicologi che hanno studiato le folle, lo hanno fatto soltanto
dal punto di vista criminale, e, notando quanto i delitti siano frequenti,
hanno attribuito alle folle un livello morale molto basso.
Senza dubbio spesso è così.
Ma perché?
Semplicemente perché gli istinti di ferocia distruttiva sono residui di
età primitive assopiti nel fondo di ciascuno di noi. Per l’individuo isolato
sarebbe pericoloso il soddisfarli; ma per l’individuo che si trova nel mezzo di
una folla irresponsabile, dove l’impunità è assicurata, non ci sono ostacoli
alla libertà di seguire quegli istinti.
Dato che abitualmente non possiamo dare sfogo agli istinti distruttivi
sui nostri simili, ci limitiamo a soddisfarli sugli animali. La passione per
la caccia e la distruttività dell’ecosistema da loro abitato e la ferocia
delle folle derivano da una medesima fonte.
La folla che fa lentamente a pezzi una vittima indifesa dà prova di una
crudeltà infame oltre che codarda; ma non tanto dissimile, per il filosofo, da
quella dei cacciatori che si radunano a dozzine per godere lo spettacolo di un
povero cervo dilaniato dai cani.
Se la folla è capace di uccidere, di incendiare e di commettere ogni
sorta di crimini, è pure capace di atti di sacrificio e di disinteresse molto
più elevati di quelli che son di solito compiuti dall’individuo isolato…
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