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L'Eretico Viaggio (6/1)
Prosegue in:
Ad un viaggiatore sul Sentiero del Chan (meditazioni) (8)
Alto nel cielo vola
un Pensiero
Corre veloce
nell’istinto
Divenuto bosco in
cerca
Del futuro uomo
evoluto
Sì è pur Suo
Pensiero
Non certo
manifesto….
Istinti, direzioni, navigazioni, connessioni….
Come talune specie riescono, durante i loro Viaggi, a mantenere precise ‘rotte’ e ‘coordinate’; e trovare determinate destinazioni, come
nel caso dei migratori – quartieri di svernamento e riproduttivi.
In questo campo la ricerca ha fatto grandi progressi negli ultimi
cinquant’anni, da quando, cioè, è stata scoperta la prima bussola. Tuttavia, ed
è proprio questo l’aspetto più interessante che pone le dovute considerazioni
non meno delle dovute finalità e motivi che pongono le differenze fra ciò ‘che
era’ ed il ‘tutto divenuto’. Probabilmente anche noi specchio di un ‘remoto
tempo’ nel bagaglio genetico conserviamo specifiche capacità connesse con il
vasto ambiente della Natura; un ‘remoto tempo’ esprimevamo cotal concetto’, ed
il ‘remoto tempo’ rimembrato cerca la propria Ragione e Beatrice fors’anche la
rimpiange, giacché la genetica appartiene alla Natura come una muta parola e
non certo incompiuta, non meno chi la canta e la celebra quale maestra taciuta
in codesta (moderna) selva donde ogni ‘verso’ smarrito o forse mai nato, ma pur
sempre vero che codesta Prosa (o selva che sia) ha conservato le proprie radici
represse al rogo della Storia, che certo non è Poesia!
Così scopriamo ancora una volta che molte questioni per ciò che
concerne un nostro ‘simbolo interpretativo’ così come un Tempo deducevamo ‘evento’
hanno una propria genetica, Aristotele a tal proposito fu primo indiscusso
maestro! Ed allora fedeli ha cotal genio rivolgiamo la nostra attenzione ad uno
dei meccanismi (o forse sarebbe meglio dire i molti ed infiniti) di
orientamento degli uccelli i quali costituiscono per noi ‘umani’ ancora una
modalità di comportamento largamente estranea alla comune ed attuale, aggiungo, esperienza (del
resto ‘navigare’ ha assunto il profilo di uno specifico e globale evento… ed
anche un proprio superamento giacché confini regioni e morali e diritto ben
travalicati o forse solo taciuti….); e che si tratta di meccanismi altamente
complessi, i quali per loro natura coinvolgono processi fisiologici e fattori
ambientali difficili da accertare. Il che tradotto significa che gli stessi
obiettivi iniziali della ricerca sono difficilmente definibili.
Spesso si tendono ad attribuire ai migratori, che coprono enormi
distanze in viaggi intercontinentali, capacità di orientamento eccezionali, o
almeno particolarmente spiccate sembra infatti che gli uccelli in generale, in
quanto esseri estremamente mobili, siano dotati di meccanismi di orientamento
molto sensibili, la maggior parte dei quali è stata sviluppata già dai loro più
antichi progenitori. Così anche gli uccelli stanziali, che normalmente non
migrano, negli esperimenti di dislocamento tornano rapidamente ed in modo
mirato, per esempio, ai loro quartieri riproduttivi, e si mostrano dunque
capaci di ‘navigare’.
Secondo la nostra esperienza umana, la forma più semplice di
orientamento è quella visiva, che soprattutto quando si esercita in un’area
familiare si appoggia a immagini conosciute, o punti di riferimento. L’orientamento
con l’aiuto di tali contrassegni visivi è chiamato pilotaggio, in passato era
detto anche orientamento puntato o di parallasse.
Quanto alle prestazioni di orientamento degli uccelli, si distinguono
due categorie: l’orientamento direzionale o bussolare e l’orientamento verso la
meta, o navigazione (pura). Nel primo caso viene mantenuto un determinato
angolo rispetto ad un dato sistema di riferimento esterno utilizzato come
bussola (per esempio il campo magnetico terrestre). Ne risulta una direzione
(migratoria) in linea retta, indipendente da punti di riferimento visivi. Senza
l’intervento di meccanismi supplementari, la direzione rimane priva di una
destinazione precisa. L’orientamento verso la meta invece ha una destinazione
ben determinata fin dall’inizio, spazialmente definita e molto spesso già
conosciuta, che di solito viene raggiunta.
Le mete principali di questa vera navigazione sono i quartieri
riproduttivi e i quartieri di svernamento già visitati in precedenza. Mete
sconosciute sono invece i quartieri di svernamento per i giovani alla prima
migrazione autunnale* (* un ricercatore ha potuto dimostrare che il luì grosso
dispone di una cosiddetta periodica circannuale endogena, tra l’altro, lo
sviluppo dell’inquietudine migratoria, ossia l’attività migratoria di uccelli
in cattività. In seguito sono stati rilevati e studiati sistematicamente i
ritmi endogeni annuali nelle Sylvidae,
dimostrando il ruolo determinante che essi svolgono nel controllo della
migrazione. Sino ad oggi la periodica circannuale è stata dimostrata per una
ventina di specie migratrici di diversi gruppi sistematici e di cinque
continenti, e anche per specie non migratrici. Questi ritmi fisiologici, la cui
origine e il cui funzionamento nell’organismo non sono ancora del tutto chiari,
regolano il corso di molti processi a periodicità annuale nei più diversi
gruppi animali, dai celenterati ai mammiferi, oltre che nelle piante, e sono
universalmente diffusi.).
…I due metodi di orientamento, l’orientamento bussolare e la navigazione,
furono rappresentati chiaramente l’uno accanto all’altro in un esperimento
semplice, ma classico: 11.000 storni che stavano compiendo la loro migrazione
autunnale provenienti dall’Europa nord-orientale e diretti ai quartieri di
svernamento nell’Europa nord-occidentale, vennero catturati in Olanda,
trasportati in Svizzera e lì rilasciati. I giovani individui alla prima
migrazione ripresero il volo seguendo un tracciato parallelo alla loro
direzione originaria, che li portò in Spagna, una regione di svernamento non
abituale per la loro popolazione. Evidentemente essi avevano seguito una
direzione bussolare predeterminata, senza tener conto del dislocamento subito.
Gli individui adulti invece, i quali avevano soggiornato almeno una volta nei
loro quartieri di svernamento nord-occidentali, dalla Svizzera si diressero di
nuovo verso questi quartieri ed in buona parte li raggiunsero. Perciò essi
seguirono un orientamento verso la meta, effettuando una vera navigazione.
Questi uccelli presero la direzione dei loro abituali quartieri di svernamento
al momento del rilascio, dunque la localizzazione della meta da raggiungere
avvenne già nel punto di rilascio.
E’ bene, a questo punto, dire con tutta chiarezza che ancor oggi si
ignora come simili determinazioni del sito e della direzione verso la meta
vengano realizzate dagli uccelli. E questo per inciso motivo della presente
nota, è il grande enigma delle migrazioni animali, per il quale fino a oggi non
c’è spiegazione e neppure vi sono ipotesi davvero soddisfacenti (al contrario
di quelle ben note e più conosciute ‘umane’)…..
COMMENTI
SENZA COMMENTI
Breve epilogo alla nota introduttiva del
capitolo sesto di codesta nuova Eresia motivo e distinguo fra diversi
contesti di navigazione… e ciò che hanno di conseguenza originato al Secolo
fermo di questa premessa alla Navigazione detta…
Tra i molti documenti che, da qualche tempo, gli archivi stanno restituendo
all’attenzione dei biografi di Alessandro Malaspina, quello che qui brevemente
riassumo riveste un’importanza davvero notevole…..Il documento in questione
consiste nella minuta di un’istruttoria redatta dal ‘Fiscal’ dell’Inquisizione
spagnola contro Alessandro Malaspina. Tutta la vicenda ebbe inizio nel 1783,
ossia mentre Malaspina navigava già da parecchi mesi con la fregata ‘Asuncìon’
e si trascinò fino all’estate del 1788, anno in cui l’ufficiale, rientrato in Spagna
dal periplo compiuto con la fregata ‘Astrea’, già era intento ad organizzare la
grande spedizione esplorativa.
Per
l’oscura vicenda… o tentata migrazione puoi navigare in codesto secolare mare....
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