giuliano

venerdì 6 ottobre 2017

LA 'FABBRICA' DEL FUTURO (brevi dialoghi) (11)


































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HEISENBERG: Penserei che ci si potrebbe mettere d’accordo con gli angloamericani in modo che da un lato sovrintendano al lavoro – cosa che farebbero comunque – e dall’altro facciano sì che abbiamo sufficiente materiale.

HARTECK: Posso assicurarle che, se accadesse, saremmo bollati come traditori agli occhi della gente.

HEISENBERG: No, ma si deve farlo per bene. Per la gente sarebbe come se sfortunatamente fossimo obbligati a continuare a lavorare sotto il controllo dei crudeli anglosassoni, senza poterci fare nulla. Dovrà sembrare che accettiamo questo controllo con rabbia, digrignando i denti.

HARTECK: non ce la caveremmo così ad Amburgo.

HEISENBERG: Ma a Hechingen sì.

WIRTZ: Non capisco perché siate così ottimisti sugli anglosassoni. Hahn e gli altri lo stesso. Sicuramente gli ultimi cinque mesi vi hanno mostrato che non c’è molto da essere ottimisti.

HEISENBERG: E’ vero che adesso ci hanno tenuto prigionieri per cinque mesi, considerata la posizione degli Alleati, è comprensibile. Ora che hanno la bomba atomica….. Comunque abbiamo discusso un po’ con Darwin e lui ci ha detto che Bohr sostiene con forza l’opinione che tutto (riguardo alla bomba) dovrebbe essere reso pubblico, e non tenuto segreto; d’altra parte, naturalmente è una cosa così importante per la politica che è quasi impossibile agire in tutta segretezza.

BLACKETT: Un bel po’ di gente seria è favorevole, ma credo che i diverbi siano molto accesi. Naturalmente, se si fa, è un po’ difficile in termini logici: allora perché non si fa con tutti gli altri armamenti? Dopo tutto la bomba è una sola. Dale, nella sua lettera al Times, ha detto che crede che non ci dovrebbe essere alcun segreto sugli armamenti? 

HEISENBERG: Probabilmente arrivare a questo è impossibile. Non si possono forzare i vari governi a dar via i loro armamenti a meno che non si arrivi ad un completo disarmo mondiale, che ovviamente sarebbe la cosa migliore.

BLACKETT: Ma da dove si comincia?

HEISENBERG: Già, temo che per esempio i russi non lo faranno e basta.

BLACKETT: Gli americani sono gli unici ad averla e loro si muovono a seconda di come si muovono i russi e, chiaramente, i russi sono indietro rispetto agli americani. Di quanti anni non lo sono.

HEISENBERG: Almeno tre.

BLACKETT: Sì, almeno tre. Io non ci ho avuto niente a che fare. C’ero un po’ dentro nel’ 41 e solo da poco mi ci sono riavvicinato attraverso questa commissione – l’ha visto nel libro – che in parte è un risultato del cambio di governo eccetera. Ha visto il Libro Bianco britannico?

HEISENBERG: Sì.

BLACKETT: Ce n’è uno molto più dettagliato che sta per uscire in America. Non è stato ancora pubblicato in Inghilterra.

HEISENBERG: Dalle cose che ho visto io sui giornali e nel Libro Bianco che ci ha dato Darwin, penso di riuscire ad immaginare i dettagli di tutto quel che hanno fatto. La fisica è, di fatto, molto semplice: IL PROBLEMA E’ INDUSTRIALE, AVEVAMO COMINCIATO SU SCALA MOLTO RIDOTTA, CI INTERESSAVA UNA MACCHINA, MA NON UNA BOMBA…

(Il club dell’uranio di Hitler)





















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