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....E voi chiveffrega?... (24/1)
Prosegue in:
Storia di un Eretico (in onor alla Storia fedele a se stessa e ferma nella propria
ed altrui....) (26)
Quello che mi accingo a raccontare è il frutto di una lunga confessione
di un vecchio disgraziato che incontrai per la prima volta su di una panchina…
Dall’aspetto non era per il vero tanto vecchio, ma i modi e il suo
fare, nel complesso, lo rendevano più datato di quanto era. Di lui, oggi, dopo
l’impegno che mi sono assunto, non ho saputo più nulla. L’ho cercato per valli
e monti, l’ho forse intravisto da lontano, anche rincorso, oggi spesso vivo nel
riflesso della sua ombra. Ma poi è svanito, come un fantasma, delegandomi unico
esecutore testamentario della sua vicenda, di questo gravoso impegno.
Nei termini, da lui indicati, fra il romanzo ed il taglio
giornalistico.
Nei termini di questo patto, dove ora da lontano vedo scorrere acqua
limpida e fragorosa, ho combattuto in prima persona per mantenere l’impegno,
del suo narrare e confessarsi, a metà tra il romanzo ed il racconto
autobiografico. Sin dall’inizio mi fece preghiera affinché divenissi custode e
banchiere della sua esperienza.
Il disgraziato lo incontrai molte volte, in un arco temporale di circa
venti anni. Se da principio erano fugaci incontri, a cui entrambi non davamo
troppo peso, in seguito divenne amicizia sincera.
Ci vedevamo sovente in luoghi apparentemente differenti, ma in realtà
sempre uguali. Belli ed infiniti, come gli incubi, che di volta in volta
trasudavano dalla pelle di quell’uomo, nell’apparenza di una morte imminente,
che si affacciava come una verità nuova mio braccio. Brancolando nel lucido
delirio di un bosco pieno di fantasmi. All’inizio, pensavo, che erano
null’altro che spettri della sua mente, i deliri di un malato. Poi mi convinsi
del contrario.
…Eppure ho incontrato ancora quell’uomo, quella Natura afflitta,
premessa di un Eretico Dialogo mai cessato, e l’ultima volta in medesimo posto
rimembrato come un luogo confuso della coscienza che gli aguzzini impongono o
vorrebbero comporre per propria demenza, mi narra e racconta una Storia
apparentemente sconnessa, fatti di Lupi e cacciatori i quali assolvono il loro
potere terreno, mi dice che nel suo solitaria e ultima perseguitata dimora ove
tanti e troppi cavalieri accompagnati dai propri fidi scudieri compiono le
cosiddette opere materiali dell’uomo: cioè edificano e ristrutturano quanto può
apparir meglio allo scopo ultimo della detrazione finale in cima alle scale e
non certo quelle del Paradiso….
Mi narra una Storia antica, un pubblico monito cui trarre suggerimento
in merito ad una antica caccia mai estinta che vuole il lupo erede di una
immagine demonizzata dell’Eretico che meglio lo incarna…
In codesto luogo non lontano da similari dove Pensiero e Ragioni
perseguitati e torturati, l’uomo mi narra il pubblico monito mentre i muratori
battano e incidono il Tempo di un aguzzino e leggo in vero il raccapricciante
manifesto in tutta la sua demenza:
…Il giorno
all’interno del cortile e dell’abitato un lupo viene avvistato
lasciato libero di azzannare e disturbare il fedele gregge dei viandanti della
notte; la notte quanto il giorno il lupo viene visto ed avvistato da chi già ubriaco di fumo sparso senza collare e museruola
aggirarsi per vicoli e scalinate entro
e fuori cortili cancelli e mura urinando su’ per le scale e lasciando l’intero
popolo della Cascata interdetto e ammutolito per il ritorno del fiero Lupo
presso l'antico ovile... e giammai sia detto il vero nome do codesto regno! Di notte spesso viene udito spostare mobili ed altri
oggetti mentre fuggono da una tortura centenaria, forse solo demenza tornare a scalciare proprio secolare sterco… moneta di un diverso Dio pregato; tanto da arrecar disturbo al muratore aguzzino... di turno…
….Caro amico, ti rispondo è l’antica caccia dell’uomo, giacché tutte le
Creature son pur benedette altre invece dovrebbero essere solo… giacché lo
penso e forse è meglio non dirlo per i lupari che dopo arriveranno: ma tutta la
tua pubblica ‘defecatio’ insieme all’urina avvistata è una benedizione per
cotal cemento sparso; va e corri assieme al tuo amico e le mie parole ti siano
di conforto e a te io benedico…
…E leggo a mo’ di sermone similar intento dalla Storia tratto:
…I
Lupi per diverse ville del borgo della Cascata andavano manzando de piccoli et
de grandi, ritrovandose uno et doi et tre et più de compagnia ala volta, quali
facevano de brusci assalti a doi et tre homini che se trovavano insieme, così a
piè come a… cavallo…; contra li quali lupi tutta la Patria de villa in villa
era estretta a farli ogni previsione de cazze et lazzi, et perseguitandoli in
ogni modo; et hera venuti da Greccio del reame Pontificio, certi che havevano
portato d’una polvere d’un herba, qual si meteva sopra la carne, qual manzandola
li lupi morivano, et cani et gatte et sorzi similmente, d’onde ne seguiva così
anche danno; ma nulla nuoceva tal polvere at homo perché questa essere polvere
industriosa dello proprio progresso la quale in ogni loco se cala e dallo celo
scende a coprir ogni passo ed evidenziare l’orma del lupo così meglio braccato;
cotesta polvere nulla noceva all’homo di bona panza anzi per ogni borgo e loco
v’erano innumerevoli schiere de ciarlatani che l’ha vendevano come farmaco
curatore, e se la manzavano per demonstrar che non facea mai mal a li homeni,
come anco io viti deterse in bocha come una brocca che se spegne e se smorza
eppure anco non è una stella….
(da
una testimonianza dagli specialisti di Puglia del 1539)
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