giuliano

lunedì 24 ottobre 2022

"LUI".... parla... (2)




















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L'olio di balena

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Due Eretici (3/4)













L’olio di balena qual fango e materia della Terra.

Oppure l’oro della Terra svelare la propria Natura, così se ammirata e pregata narra come, in verità e per il vero, un più probabile Dio che così Perfetta l’ha pur creata rivelare il miracolo della Vita celato e velato nel duplice intento e Superiore manifesto Ingegno rispetto alla bassezza con cui per sempre si cimenta l’artefice della (dotta) Parola o ancor peggio del Verbo.

Parla e ricambia la cortesia di aver pregato lo Spirito Anima del Creato, giacché la sua lingua per quanto ricercata apostrofata perfezionata castigata rinchiusa costretta studiata monitorata torturata… ma giammai capita o appena decifrata.

E chi l’arduo compito apostolo della  Divina Natura giammai profeta di un Verbo mal interpretato… coniugare retta linfa, solo l’umana tortura di chi cogitando, pensa, o ancor peggio, crede di averne intuito il principio divino affine all’intero Creato con cui castigare un Dio…

…E con vil destino viene esiliato e condannato…

In Verità e per il Vero la sua creazione affine ad un più elevato e certo Pensiero in cui l’uomo compirà l’eterna croce della propria inferiore natura: Golgota sacrificato a cui affidare il proprio vil misfatto pensandosi superiore a ciò da cui nato e derivato, apostrofando e pregando un Dio costretto e rinchiuso, o ancor peggio, interpretato ad uso della propria natura ma non certo specchio d’un più elevato Superiore Ingegno.

E se codesto ‘animale evoluto’ in uso di presunto Intelletto Ragione e Parola pensa d’aver compreso, o ancor peggio conquistato, il piccolo mondo osservato da cui trae costantemente il nettare della vita barattato per inutile materia; in realtà, in difetto della benché minima comprensione di come un più Elevato linguaggio composto da una completa armonia distribuisce, non una, ma innumerevoli lingue giammai udite da chi a malapena coniuga un sola parola in difetto della corretta pronuncia.

Un vagito, un tenue lamento anche mal coniugato con l’Universale lingua del Creato.

Un difettevole pregiudizievole limitato limitante pensiero con cui vorrebbe apostrofare l’intera grammatica non ancor compresa capita e neppure correttamente pronunciata.

È come se un neonato volesse insegnare le Superiori Leggi del Creato alla Natura che così l’ha pur partorito in difetto di ciò che pur sempre dovrà compiere ‘simbolo’ e ‘limite’ della corrotta inferiore parola giammai specchio e grammatica d’un Dio Infinito per essere appena pronunciato da un neonato.

E se solo Uno di questi sceso in ciò che Creato svelare il difetto di pronuncia, oppure, l’accento stonato divenuto insopportabile dialetto, allora l’Uomo cresciuto non più Dio dimostrare il limite limitante della parola costretta ad una diversa grammatica coniugata in difetto del vero Pensiero che così l’ha pensata inchiodata ad un più elevato incompreso linguaggio divenuto mito o peggio sacrificio.

Qualche Spirito d’un più elevato Ingegno si alterna in questa Parabola, troppo elevata per essere appena osservata o solo compresa.

Ben altre parabole regnano in questa misera Terra.

‘Lui’ parla cogita e svela il proprio Pensiero da cui inferiore limitato linguaggio in cui costretta l’intera opera, e se il neonato nato nominato uomo difetta della corretta pronuncia credendosi dio in Terra, non dirgli mai che esiste un Dèmone antico affine al male con il quale per sempre stiamo combattendo.

Da quando, cioè, Tempo e Materia, da e in ciò, in cui rivelato o udito, nella difettevole limitata parola con cui si diletta e balocca.

Noi crediamo in un più Elevato Ingegno con cui il nostro Dio ha creato non una, e non certo Perfetta Natura, la quale però ha mantenuto e mantiene l’elevato compito a cui la corretta pronuncia divenuta Poesia, Rima e Sinfonia.

Ci scusino i rimanenti piccoli uomini nati se la loro una carente pronuncia in difetto della vera parola, noi preghiamo Madre Natura!    



       











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