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Le foreste
e le altre superfici boschive coprono oltre il 43,5% del territorio dell'UE e
sono essenziali per la salute e il benessere di tutti gli europei. Da loro
dipendiamo per l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo e la maggior parte
delle specie che popolano la terraferma nel mondo trova in esse il rifugio e
l'habitat ideali, grazie alla ricca biodiversità e al sistema naturale unico
che rappresentano. Le foreste sono un luogo in cui connettersi con la natura,
aiutandoci così a migliorare la nostra salute fisica e mentale, e sono
fondamentali per preservare il dinamismo e la prosperità delle aree rurali.
Da sempre
le foreste svolgono un ruolo estremamente importante nella nostra economia e
società, creando posti di lavoro e fornendo cibo, medicinali, materie prime,
acqua pulita e altro ancora. Per secoli sono state un fulcro vitale per il
patrimonio culturale e l'artigianato, la tradizione e l'innovazione, ma, per
quanto importanti fossero in passato, esse sono essenziali per il nostro
futuro. Le foreste sono un alleato naturale nell'adattamento e nella lotta ai
cambiamenti climatici e svolgeranno un ruolo fondamentale nel rendere l'Europa
il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Proteggere gli
ecosistemi forestali significa anche ridurre il rischio di malattie zoonotiche
e pandemie globali. Un futuro sano per le persone e il pianeta e per la loro
prosperità dipende perciò dal garantire la salute, la biodiversità e la
resilienza delle foreste in Europa e nel mondo.
Nonostante questa esigenza imprescindibile, le foreste europee sono oggi sottoposte a sollecitazioni crescenti, causate in parte da processi naturali ma anche dall'aumento dell'attività antropica e dalle pressioni da essa esercitate. Se negli ultimi decenni la superficie forestale è aumentata grazie ai processi naturali, all'imboschimento, a una gestione sostenibile e a misure di ripristino attivo che hanno favorito diverse tendenze al miglioramento, parallelamente lo stato di conservazione delle foreste dovrebbe essere considerevolmente migliorato, anche in quel 27 % di superficie forestale dell'UE protetta che dovrebbe essere maggiormente in salute. I cambiamenti climatici continuano ad incidere negativamente sulle foreste europee, in particolare, ma non solo, sulle aree forestali monospecifiche e coetanee. I cambiamenti climatici hanno anche portato alla luce vulnerabilità precedentemente nascoste che vanno ad aggravare altre spinte distruttive, come i parassiti, l'inquinamento e le malattie, ed incidono sui regimi degli incendi boschivi creando, per i prossimi anni, condizioni favorevoli ad un incremento della loro estensione e intensità nell'UE.
La perdita
di copertura arborea ha subito un'accelerazione nell'ultimo decennio a causa di
eventi meteorologici estremi e dell'aumento degli abbattimenti per diversi fini
economici.
La nuova strategia dell'UE per le foreste intende superare queste sfide e sfruttare il potenziale delle foreste per il nostro futuro, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, dei migliori dati scientifici disponibili e dei principi della politica del "Legiferare meglio". Ancorata al Green deal europeo e alla strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030, essa riconosce il ruolo centrale e multifunzionale delle foreste e il contributo dei silvicoltori e dell'intera catena del valore di questo settore nel dar vita, entro il 2050, a un'economia sostenibile e climaticamente neutra, garantendo nel contempo la ricostituzione, la resilienza e l'adeguata protezione di tutti gli ecosistemi. La nuova strategia sostituisce la strategia forestale dell'UE adottata nel 2013 e oggetto di valutazione nel 2018.
Gli impegni
e le azioni proposte nella strategia contribuiranno al raggiungimento
dell'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55 %
nel 2030 stabilito dalla normativa europea sul clima, che sarà attuato dalle
misure previste nel pacchetto "Pronti per il 55 %". Secondo la
normativa sul clima, al fine di raggiungere il traguardo del 2030 e l'obiettivo
di neutralità climatica, le istituzioni dell'UE competenti e gli Stati membri
dovranno dare la priorità a riduzioni delle emissioni rapide e prevedibili e,
allo stesso tempo, migliorare l'assorbimento dai pozzi naturali.
Le emissioni di gas serra e gli assorbimenti da parte delle foreste e dei prodotti forestali svolgeranno un ruolo cruciale nel raggiungimento dell'ambizioso obiettivo di rimozione netta per l'Unione di -310 milioni di tonnellate di equivalenti di CO2, come stabilito nella proposta di revisione del regolamento sull'uso del suolo, sul cambiamento dell'uso del suolo e sulla silvicoltura.
La
strategia definisce inoltre il quadro politico necessario a garantire, nell'UE,
una crescita costante di foreste sane, diversificate e resilienti che
contribuiscano in modo significativo ai nostri obiettivi ambiziosi in materia
di biodiversità, assicurino mezzi di sussistenza nelle zone rurali, e al di
fuori di esse, e favoriscano una bioeconomia forestale sostenibile basata su
pratiche di gestione forestale realmente sostenibili. Queste ultime si basano
su un concetto di gestione delle foreste sostenibile e dinamico, riconosciuto e
concordato a livello internazionale, che tiene conto della multifunzionalità,
della varietà delle foreste e dei tre pilastri interdipendenti della
sostenibilità.
Per far sì che questa transizione vada a buon fine avremo bisogno di foreste più estese, più sane e più diversificate rispetto a quelle di oggi, in particolare per favorire lo stoccaggio e il sequestro del carbonio, attenuare gli effetti dell'inquinamento atmosferico sulla salute umana e porre un freno alla perdita di habitat e specie. Si tratta di una condizione indispensabile affinché le foreste siano in grado di fornire mezzi di sussistenza e svolgere le loro funzioni socioeconomiche nei decenni a venire. Per soddisfarla dovremo invertire le tendenze negative, migliorare il monitoraggio per poter meglio rilevare lo stato delle nostre foreste e fare di più per proteggere e ripristinare la biodiversità forestale, garantendo così la resilienza delle foreste.
Sarà altrettanto importante assicurare
la disponibilità di legname e promuovere le attività economiche forestali non
basate sullo sfruttamento del legname per diversificare le economie locali e
l'occupazione nelle zone rurali.
Tenuto
conto delle istanze crescenti in materia di foreste, a volte in competizione
tra loro, dovremo anche garantire che la quantità di legname che utilizziamo si
mantenga entro i limiti della sostenibilità e che l'utilizzo avvenga in modo
ottimale, in linea con il principio a cascata e con i dettami dell'economia
circolare. Si soddisferà in questo modo l'esigenza di sostituire il più
possibile i materiali di origine fossile con materiali e prodotti circolari a
lungo ciclo di vita, che hanno la massima importanza per lo stoccaggio di CO2 e
l'economia circolare.
L'elaborazione della strategia dell'UE per le foreste è contestuale alla rapida accelerazione delle crisi in materia di clima e biodiversità. In vista di un decennio che si prospetta cruciale, la strategia presenta un piano concreto per il 2030, combinando misure normative, finanziarie e volontarie.
Le misure
previste mirano anche a rafforzare la protezione e la ricostituzione delle
foreste nell'UE, a migliorarne la gestione sostenibile e a potenziarne il
monitoraggio e l'efficacia della pianificazione decentrata al fine di garantire
la resilienza degli ecosistemi forestali e consentire alle foreste di svolgere
il loro ruolo multifunzionale. Allo scopo di sostenere ulteriormente una
bioeconomia forestale sostenibile per un futuro a impatto climatico zero, la
strategia propone misure per l'innovazione e la promozione di nuovi materiali e
prodotti in grado di sostituire i loro omologhi di origine fossile e per dare
impulso ad un'economia forestale non basata sullo sfruttamento del legname,
compreso l'ecoturismo. La strategia pone inoltre l'accento sul rimboschimento e
sull'imboschimento sostenibili ed è accompagnata da una tabella di marcia per
la messa a dimora di almeno tre miliardi di nuovi alberi nell'UE entro il 2030.
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