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Hernandez
(il naturalista) (4)
Dedotte - e non più interpretate - nell’assoluta
volontà o finalità, di padronanza (tradotta
nel successivo dominio della tecnica a cui l’uomo asservito) simmetrica
all’altrettanto proprio o improprio dominio della Terra, senza aver ruolo comprensione,
e quindi, simmetrico e più reale (concreto)
‘dominio’, sia con la propria come l’intera Natura posta nelle trascurate
Ragioni di più vaste inter-connessioni di cui l’intero Ecosistema vittima per
ogni Conquistadores in odore di sommaria ricchezza.
L’intera
economia e non solo la Natura dinnanzi a questa idiozia ne soffrirebbe.
Certo potrà pilotare o farsi pilotare da una macchina con minimi margine di errore pur precipitando nell’abisso non ben calcolato d’un Fiume che ne stabilisce e sancisce la potenza circa il mutato dominio;
Potrà
camminare senza smarrire il sentiero pur avendone perso il senno;
Potrà
arrivare sino alla luna non riuscendo ad approdare alla vecchia antica Cima
senza il navigatore del navigato progresso, al massimo ne vigilerà la
bituminosa stiva al ramo d’una mezza luna dove una scimmia lo osserva perplesso;
Potrà
prevedere il futuro mentre affoga dentro un piccolo torrente leggendone le
scomposte viscere d’un incerto comune avvenire;
Potrà
controllare il Tempo mentre medita dentro ad un cesso senza il permesso del
proprio ed altrui sterco;
Potrà
affogare nella fogna preferita dopo averla spacciata per una sana dottrina;
Potrà
controllare e limitare il proprio e altrui Pensiero, senza
per questo aver compreso cosa significa pensare;
Potrà
ingiuriare calpestare inveire sbraitare e uccidere, senza aver appreso passato
e avvenire…
Potrà contare da Uno a Mille circa il
proprio ed altrui avvenire senza averne compreso il giusto Tempo scritto nel
breve margine del destino volgere verso lo zero assoluto prossimo al nulla*…:
L’enunciato
così scritto nonché mal calcolato, conferiscono la ‘summa’ di cui del già nominato
zero [7 in avanzato stato di
degrado] o vuoto assoluto, il quale come già detto si differenzia, sia
dalla più antica e nobile dottrina, come dalla noto pittogramma evolutivo che
da questa nascerà per un più corretto ‘verso*’..
Ma ciò
comprendiamo bene dacché chi difetta nella giusta preghiera, difetta anche
nelle ‘icone’, siano esse sacre che profane nell’ottica di una degradata
mitologia [rimaniamo
pagani pur chinandoci all’eccidio - tomba d’ogni profeta - da cui il più valido
principio posto nell’umano limite dato dal suo sacrificio simmetrico alla
natura], poste alla Memoria storica e di cui il popolo asservito.
Quindi - ed
ancora - non possiamo stupirci se un essere alato componeva e compie la rimossa
sacralità, ovvero se la penna venerata e coltivata,
nella differenza dell’inganno perpetrato per secoli circa le facoltà taumaturgiche
date dalle note reliquie di resti sacri di santi apostoli venerati…
È invece
più probabile che la Natura possa sacralizzare l’umano e non certo il contrario
[scopriremo a tal proposito come
Hernandez si pose, seppur motivato, al servizio della Natura in perenne sua ed
altrui lettura, la fortuna storica non certo fu premiata, a dispetto
dell’ingorda fame d’oro meglio governata…].
Ragion per
cui ecco l’inganno e il raggiro!
Chi
l’indios e chi l’uomo civilizzato?
La santità - oggi come ieri - viene offerta al popolo in cerca d’un falso mito, d’una falsa icona, d’un falso sacro principio rimosso dall’atto di Dio a cui l’uomo asservito, mentre il vero Dio cui ognuno dovrebbe pregare al di fuori di tali grandi cattedrali costruite dalle ceneri di stratificati morti: muore oggi come ieri d’ugual morte e agonia crocefisso dagli stessi diavoli simmetrici ai sempre giovani e ricchi Conquistadores.
Per
cui per chiudere la parentesi nella parentesi come nata quale simmetrica equazione
storica [Gould & Gould], in merito ad un
futuro ‘equilibrio’, ed evoluta da un cogitata ala sino al punteggiato ramo di
medesimo Albero, dobbiamo constatare che il Tempo seppur muove atomo luce e Secondo,
in verità e per il vero, immobile (contrario
al moto d’un Primo rinnegato Dio] e fermo, seppur discutono di falsa
energia di cui si abbisogna, dividere la nostra antica coscienza dall’abissale
deriva interpretativa per come coniata ogni giorno la falsa moneta!
E seppur la
geologia come l’età evolutiva tendono a adattarsi negli impropri nuovi elementi
dati dalla fallace Conquista, periremo né più né meno come gli Indios.
Ragion per
cui e paradossalmente, pochi riescono a leggere e decifrare la Storia, così
come pochi riescono ad intenderne e comprendere il valore della vera Scienza [compresa la Scienza Sacra] scorgere
l’uguaglianza insita nella perenne danza
di Shiva…
Giacché leggere e comprendere l’Età dell’oro significa anche percepirne l’essenza posta nella differenza, cosa sia l’oro e cosa lo sterco, da qui la mistificazione - o meglio l’inganno - della Storia circa il sovrano [despota e tiranno] non certo illuminato [come ed infatti il russo e ogni russo russando acclama il tiranno e con loro ogni forma e pretesa d’estesa sconfinata tirannia], ricorrere all’improprio artifizio della falsa moneta coniata e ottenuta nel presunto sacrificio dell’intera Terra; non più Nord o Sud, non più Occidente o Oriente, ma seppur divisi uniti in una comune immobile percezione come comprensione della simmetrica via con cui Natura e Uomo uniti nel fine della creazione, e non certo promuovere spacciando lo sterco per una fine immobile e precoce.
Intesa non
più come miglioramento della razza come della stessa Natura da cui ogni specie
deriva, ma nella conservazione dei distinti caratteri, i quali seppur distinti
uniti in una simmetrica lettura dei miti, come ad esempio quello della
Creazione, in cui evidenziare, come nel caso Maya e Azteco, le ère geologiche
da cui l’uomo legge e interpreta, secondo un canone geologico quasi attendibile
nei successivi ‘atti evolutivi’ connessi con la Storia della Terra e con lei
dell’Universo.
Quindi il cordone, la corda, con cui l’umano disceso su questa Terra, come il serpente futura specie alata procedere da un ramo evolutivo all’altro sulla penna di cui la Natura o l’Architetto ha posto il caso o fine del proprio ingegno, per poi essere adorato, principiare il frutto di una graduale finalità di miglioramento e non certo di distruzione e progressiva dissoluzione sancita da un sempre maggior degrado evolutivo.
Asservito ad una illogica finalità letta di
cui l’attuale civiltà del progresso ne forgia l’incontrastata immutata carenza letta nell’assoluta
deficienza…
‘John Goud doveva ora inserirsi fra i primattori
del dramma del quetzal: fu lui, infatti, a disegnare un maschio e una femmina
di quetzal e dare quindi una splendida immagine dell’uccello da due secoli
ritenuto sacro agli indigeni’.
L’argomento
a me caro, non tanto approfondire questo aspetto evoluzionistico di un
dibattito ancora aperto in seno alla Scienza, ma constatare attraverso le Ali di
un Elemento Sacro, come la Storia e la Scienza compresa la Divinità e la
sacralità che la caratterizza nei molteplici aspetti di cui il Dio si palesa
all’uomo, sia questo più o meno civilizzato, che aborigeno indiano.
Rileggendo
con piacere il notevole Tomo di Victor
Von Hagen, il quale attraversa la Storia di una e più conquiste, o almeno
presunte umane conquiste lette nella disfatta assoluta di una e più civiltà,
riservandosi ugual merito e fine verso l’odierna Natura decretata dall’humano
non meno del progresso che lo caratterizza e differenza, giacché se l’indigeno
arretrato l’uomo civilizzato lo si può leggere e interpretare oltre che dalla
Storia anche dal Tempo misurato in ugual calendario, ovvero se misuriamo il
benessere e la crescita di una determinata civiltà non in contrasto con la
Natura che l’ha creata, presentando comunque medesime caratteristiche dei suoi
nuovi civilizzatori, le differenze, come dicevo, si colgono anche non solo dai
tempi dati e conferiti dalla scienza come dalla storia, ma anche di come le accelerazioni
involutive si palesino nel momento in cui con la dubbia scusante del medesimo
sacro commercio, sempre in nome e per conto tanto dell’impero quanto dal
rappresentante del dio o vicario di dio in terra, aneli e aspiri alla concessa
legittimata conquista o ladrocinio di stato.
(Giuliano)
(& Victor Von Hagen, Alla ricerca del sacro
Quetzal)
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