L'evento
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Dal diario dell' 'Italia' (3)
La sagoma spettrale del dirigibile 'Italia' si levò nell'oscurità
che sovrastava lo scarsamente 'illuminato' campo di aviazio-
ne della città di Milano.
Era l'una e cinquantacinque del famigerato mattino del 16
aprile 1928: l'inizio del lungo viaggio che avrebbe condotto
l'aeronave fino alle isole Spitzbergen, base dei voli polari.
Le previsioni atmosferiche erano ostili, ma Nobile aveva ben
poca scelta (.. l'animo indomito del vero....italiano...): porta-
re a compimento la missione imponeva di muoversi prima che
le nebbie della breve estate artica calassero a oscurare la na-
vigazione.
- Ci sarà da combattere,
Malmgren, il meteorologo, era quasi entusiasta di quella
sfida.
- Ho studiato i rapporti sul tempo, e posso dire che per i
prossimi giorni non c'è nessun miglioramento in vista.
Nell'Artico, la 'bella stagione', usando un eufemismo, è l'ini-
zio della primavera, periodo in cui la notte senza fine dell'-
inverno comincia a schiarirsi prima dell'arrivo dei proble-
mi dell'estate.
Con l'nnalzarsi della temperatura, il pack comincia a inde-
bolirsi, rendendo il transito sul ghiaccio estremamente dif-
ficile. Inoltre, nebbie di ricondensazione si dilatano in cor-
tine impenetrabili, condannando senza appello qualsiasi o-
perazione dall'aria.
Era questo il periodo dell'anno, in bilico tra i freddi para-
lizzanti e i venti gelidi dell'inverno e i più caldi climi dell'-
estate, scelto per la trasvolata dell''Italia'.
Quando il dirigibile fece rotta verso le montagne della...
Germania, aveva a bordo 20 persone, 1600 chilogrammi
di equipaggiamento, 2000 chilogrammi di zavorra, 360
chilogrammi di petrolio e 4700 chilogrammi di carburan-
te.
Per un'aeronave delle dimensioni dell' 'Italia' si trattava
di un carico pauroso.
Eppure, il volo di trenta ore dalla valle del Po fino alla
sosta del campo di Stolp, sulla costa tedesca del Mar
Baltico, fu una delle crociere più rigorose e memorabi-
li nella storia dei dirigibili.
L' 'Italia' si trovò sotto l'assalto degli 'elementi' presso-
ché a partire dal momento stesso in cui si fu staccato dal
suolo.
Lungo tutti i 2000 chilometri di percorso, l'aeronave fu co-
stretta ad affrontare pioggia, grandine, neve, nebbia, for-
tissimi venti, ghiaccio e fulmini.
(W. Cross, Disastro al Polo)
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