giuliano

giovedì 7 marzo 2013

IL PIONIERE: JOHN BROWN (14)










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un pioniere moderno (13)

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(Hai letto proprio bene...Griet?)
Quest'uomo dall'aspetto formidabile era nato nella Nuova Inghilter-
ra (e precisamente nel Connecticut) il 9 maggio 1800 da una famiglia
di piccoli coltivatori e vantava addirittura come antenato uno dei 'pa-
dri pellegrini' del Mayflower.
Sebbene ciò sia risultato inesatto sta di fatto che nelle vene dei Brown
scorreva sangue puritano e che l'atmosfera familiare era imbibita di
quel profondo sentimento religioso e morale e di quell'intransigente a-
more per la libertà che caratterizzava i fieri costruttori della 'repubbli-
ca di santi' nella Nuova Inghilterra.




Di buon'ora John Brown diventò un devoto lettore della Bibbia e fu
educato a pensare a ad operare assumendo la Sacra Scrittura come
ispiratrice e guida.
Quando egli aveva cinque anni la famiglia sua emigrò dal Connecticut
nell'Ohio, allora impervio e selvaggio. Colà egli crebbe alla rude scuo-
la della frontiera imparando a maneggiare la scure per abbattere i bo-
schi, a difendersi con il fucile in pugno dalle belve, a praticare ed a co-
noscere gli indiani, a muoversi di notte tra la boscaglia sulle piste del-
la selvaggina al pallido lume delle stelle.




Così la sua anima fu temprata come su un incudine alla fierezza, alla
risolutezza, al coraggio; crebbe fisicamente solido e insensibile, tena-
ce e rettilineo.
Aveva otto anni quando perse la madre. Fu un colpo terribile per lui,
da cui non si riprese mai del tutto.
Il padre era un risoluto abolizionista; e il piccolo John non tardò a di-
ventarlo. Fu un episodio caratteristico che lo spinse a ciò (un episo-
dio che ci dovrebbe far meditare sulle diverse impostazioni su cui
si fonda l'odieran 'nostra' società...).
Egli era dodicenne quando si trovò a vivere per alcun tempo con un
funzionario di polizia che possedeva un bimbo schiavo coetaneo di
John o quasi.




Il funzionario amava il piccolo John e gli prodigava ogni gentilezza;
ma il ragazzo taciturno, riflessivo e sensibile, fu profondamente tur-
bato dal confronto tra la propria condizione e quella del piccolo ne-
gro.
La miserevole sorte del bimbo senza padre né madre che lo confor-
tassero gli destò pena infinita. Tipicamente, John, da buon purita-
no, fu portato a pensare che quel bimbo aveva un padre: Dio, e che
quindi il proprietario di schiavi peccava contro Dio.




La natura sua generosa, la pietà per il piccolo schiavo, il fervore re-
ligioso sincero e profondo che lo chiamava a servire la causa di Dio
contro il male e la colpa, lo portarono a rinnovare a solo dodici an-
ni il giuramento di Annibale: egli giurò guerra implacabile, odio ine-
stinguibile, alla schiavitù.
In questa lotta egli sarebbe sceso con l'entusiasmo fiero e intolleran-
te di un crociato, con l'intransigenza, l'energia inesorabile e il terribi-
le moralismo di un puritano di Cromwell; con il polso di ferro e l'oc-
chio infallibile del frontiersman......




Ben presto alla Bibbia si aggiunsero altre letture: le biografie di
Cromwell e di Napoleone, le Vite di Plutarco. Così egli apprese
a valutare in maniera del tutto romantica la funzione creatrice del-
la personalità nella storia, e insieme a meditare sul dramma gran-
dioso della vicenda umana intesa come conflitto di forze morali in-
carnate negli individui; si rafforzò nell'odio ai tiranni e nell'amore
per la libertà così come lo aveva fatto mezzo secolo prima un'inte-
ra generazione di rivoluzionari francesi sulle vite di Bruto, di Cato-
ne, di Cleomene; ma la sua personalità si sviluppò alquanto diver-
samente.
(R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana; le lettere ripor-
tate sono documenti originali inerenti il periodo storico trattato)
 











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