giuliano

domenica 10 marzo 2013

RIVOLUZIONARI (21)












Precedente capitolo:

pionieri e nativi (20)

Prosegue in:

li ho creati io (22)








La data in cui John Brown si risolse a tradurre in pratica i suoi
propositi è materia di contestazione: certo, sin dal 1839 egli im-
pegnò con giuramento i suoi figli alla lotta armata per la distru-
zione della schiavitù: ma pare che per il momento non avesse
superato del tutto la fase intenzionale.
Nel 1847, parlando con un illustre rappresentante dei negri li-
beri, Frederick Douglass, egli entrò nei particolari del suo pia-
no. Bisognava penetrare nel Sud alla testa di uomini armati e
risoluti e accendervi tra gli schiavi la fiamma dell'insurrezione;
allora sarebbe stato possibile rifugiarsi tra le valli impervie e
inaccessibili degli Allegheny e condurvi la guerriglia indefiniti-
vamente.




Le fonti a cui John Brown attinse l'idea della guerriglia insurre-
zionale sono ancora oggi poco chiare. Molti studiosi sono por-
tati a vedere nei piani di John Brown solo l'aspetto utopistico:
pare ad essi pazzesco che un uomo potesse pensare di sfidare
con un pugni di uomini l'enorme potenza degli Stati del Sud e
addirittura dell'intera Unione; per cui le sue idee vengono defi-
nite assurde e degne di un 'fanatico'.
Ovviamente, non si trova molto interesse ad indagare la gene-
si delle farneticazioni di uno 'squilibrato'.
Altri studiosi si limitano a porre la questione delle fonti da cui
il Capitano attinse le sue idee su di un piano prevalentemente
psicologico.
Ci sia concesso di ricordare in sede storica, ed in onore della
verità, e della futura unità d'Italia, che egli fu (pur non essen-
do italiano, ma di origine europee...) 'conterraneo' non solo di
Attilio Bandiera e di Carlo Pisacane, ma anche di Giuseppe
Garibaldi e dei suoi 'Mille', sia dunque concesso in sede stori-
ca, e non solo rivoluzionaria, di cercare di individuare la gene-
si di un pensiero in ambito di più ampio respiro.




La verità è che le idee di John Brown sulla guerriglia insurre-
zionalista si possono riallacciare assai bene ad un 'milieu' che
non era americano, ma europeo.
Accostate a quelle degli insurrezionalisti europei dell'età roman-
tica, le idee di John Brown mostrano una somiglianza così sor-
prendente da far pensare subito ad una 'stretta' parentela.
L'idea dell'insurrezione era, nella prima metà del XIX secolo po-
 polarissima in Europa; e ad essa si dedicavano pensatori ed
uomini d'azione che avrebbero lasciato una impronta non indif-
ferente nella storia.




Per quanto se ne sa, John Brown, così come la media degli ame-
 ricani, seguiva con interesse e con profonda simpatia i movi-
menti nazionali e democratici d'oltre Oceano: se non fosse per
il fervore religioso di stampo puritano, egli si sarebbe potuto
senz'altro annoverare tra le file del 'radicalismo' democratico e-
uropeo di cui in effetti, come vedremo, fu in parte figlio, e di
cui sempre sarebbe stato considerato in futuro con stima e ve-
nerazione.




I testi fondamentali dell'insurrezionalismo europeo ad opera di
Mazzini e Clausewitz erano stati scritti; e sebbene non esista
per ora alcuna prova che John Brown abbia mai letto le opere
del Bianco e nemmeno quelle di Mazzini, occorre però ricorda-
re come le idee di questi godessero di larga popolarità negli
ambienti democratici che erano ampiamente ramificati per
tutta l'Europa ed anche di là dell'Atlantico; proprio a New York,
nel 1836,l'esule Pietro Maroncelli aveva definitivamente conver-
tito alla causa nazionale il giovane Attilio Bandiera che nel 1844
sarebbe perito insieme al fratello in un tentativo straordinaria-
mente simile a quello che John Brown stesso, in ambiente diver-
so, doveva compiere quindici anni più tardi.




Infine, poco prima del 1848, lo stesso Mazzini aveva affrontato
direttamente la questione della schiavitù negli Stati Uniti d'Ame-
rica con uno scritto pubblicato successivamente su 'The Bell of
Liberty'.
In esso il problema era discusso con una elevatezza e una nobil-
tà di intenti che facevano onore al grande Esule.
Cero è evidente che le similitudini esistenti tra le idee del Bianco,
del Mazzini e dei loro seguaci e quelle di John Brown siano assai
strette......
(R. Luraghi, Storia della Guerra Civile Americana)






















Nessun commento:

Posta un commento