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Cosa è la Democrazia? (1/3)
Il Segnalibro di Settembre (1) (2) (3)
....Passeggiato per i giardini; il luogo più bello di tutta Milano, malgrado le
aquile prigioniere.
Il
giorno dopo ebbi un'altra sua:
“Mia
cara, tralascio di scrivere un pesantissimo articolo su Marx e scrivo a te. Ore
di mattina sabato. Ho ricevuto ieri sera
la tua lettera, profumatissima. L’aspettavo. Non mi sono ingannato. Tornavo dai
giardini di Porta Venezia. Ero solo, stanco. Mi sono addormentato su di una
panchina. Come un vagabondo nato. Sono l’uomo del domani. Rimetto ogni
cosa al domani. Sono un contemplativo. La prima volta che mi arrestarono, si fu
per vagabondaggio. Ti narrerò la mia vita romantica. A proposito: ho sfogliato il
tuo romanzo. Ho letto qua e là. Non posso.... stroncarti. Le tue descrizioni
hanno una fresca semplicità che mi piace. Leggerò tutto. A martedì sera,
dunque, ma prima ti scriverò ancora. Ti bacio con forte passione. Tuo Benito”.
Come tutto ciò - ossia, la forte passione, - mi pareva strano, irreale,
estraneo alla mia vita! Ancora una volta comprendevo che la nostra volontà non
vale nulla, non ha alcuna importanza sugli avvenimenti della nostra vita.
Inutile voler vincere quando si deve perdere. Meglio era lasciar correre i
giorni, come il destino voleva, e non fare un gesto, non dire una parola per
dominare gli eventi. Resistenza passiva. Non risposi: mi pareva inutile. E poi,
non avevo niente da dirgli.
Mi scrisse lui:
“Lenedì mattina - ore 1. Mia cara, tutto ieri, domenica, ho atteso un
tuo biglietto. Non hai avuto tempo di scrivermi.... A domani. Ti comunico
che martedì non posso trovarmi all’appuntamento. C’è un'assemblea alla quale
non posso mancare, perché dovrò attaccare e difendermi. Nel numero odierno della
‘Critica Sociale’ Turati mi muove un acerbissimo attacco, al quale risponderò
forse. Sabato e ieri sono state per me due giornate insignificanti. Oggi
aspetto una tua. Come stai? Che cosa hai
fatto? Perché lasciarmi quarantotto ore senza tue notizie? Ti scriverò più a
lungo stasera. Adesso me ne vado. Ho la testa pesante come se nel cranio ci
fosse del piombo. Ti bacio. Tuo Benito”.
(L. Rafanelli, la Democrazia e Mussolini)
…. Democrazia corteggiata o solo e sempre attentata ed intimidita?
Che dire… da dove mi trovo scrivo medito e cammino quale passo
obbligato dell’Esiliato poco gradito al regime… posso ben ‘decifrare’ il
Democratico intento giornalmente recitato non molto lontano dal Colosseo in cui
il popolo assiste si allieta e compiace eterno centurione della Storia, per
sempre perseguitata ed ostaggio di vecchie e nuove nostalgie. Certo, mascherate
velate invisibili, ma comunque, oggi come ieri, ugual fascisti vestiti da retti
e composti uomini (saggi professionisti) armati di sani principi, formule
araldi ed arcani intenti in apparente linfa di ‘sana’ terapia al sentiero della
ricca ed alchemica via fino all’ultimo ramo foglia e ‘povera bestia’ (cui non
concesso neppure sentimento), braccare retta Parola al museo della vita. Povero
Bosco a raccogliere solo la Rima di chi fuggito per altri mondi, di chi ode
altre e più sincere ed oneste voci di sano principio smarrito allo schioppo del
cacciatore eterno compare del trovatore (non si faccia confusione fra trovatori
e trovati…) cui allietare la mensa e privare il porco del pasto suo gradito per
donarlo ad altri quale
piatto saporito; ed il taglialegna il quale prepara il
camino per il caldo inverno della vita, anche lui di certo nutrirà la mensa del
nobile al calore antico, l’ortodosso e devoto voto suo principio sempre gradito
al baratto, mercato e confino sempre vicino dal saggio politico gestito; la
transumanza è di ritorno, la pecunia contata per il feudo che fu e sarà nutrirà
sfamerà pargoli e putti di nobil signori, l’offerta è sempre gradita alla mensa
della politica… (Scusate nobil signori odo proprio in codesto ispirato momento
il cacciatore dal dubbio intento, l’abbiamo lasciato quale operaio della ditta
al cappello di altra nobile vista, ma ora in codesto bosco si ode di nuovo la
sua voce… più che voce l’incanto dello schioppo, ed alla parola braccata della
povera ora mia battere lo colpo antico della sua natura. Ora non mi si domandi
a me quale esiliato chi sia mai codesto uomo donna o bestia figlia di qual
natura che in cotal bosco fa la sua venuta e ‘caccia’ di dubbia natura, sono i
molti misteri della vita e fors’anche della politica di nero vestita. Ma
essendo io di democratico e nobile principio non certo dissento la sua presenza
e lo introduco in codesto bosco di vita. Ti saluto cacciatore accorto che
dispensi retto principio, attento ed accorto servitore dalla mira e capacità di
remoti ma pur sempre recenti intenti… Son ‘capaci’ di tutto…).
Ragion per cui anche se non entro nel merito (straniero esiliato) di
ciò che vien discusso ed ancor peggio ‘votato’ (oppure ‘edificato’) per
(economica) ragion di Stato - forse proprio questo l’inganno ben mascherato -,
di certo so e posso ben dire che i suoi fedeli servitori, dai portieri agli
uscieri scudieri mercanti papi e imperatori, ai più nutriti politici dai
Servizi assistiti, dai contro e pro della mafia antica e moderna dallo Stato
combattuta e talvolta (in segreto) anche riverita; tutti indistintamente
nostalgici di quello sterco di cui il popolo nutrito e sempre osannato. Quale
concime di vita si storce ‘democraticamente’ schifato il naso, alla successiva
e trionfale vista, dopo la dovuta e sofferta e votata semina…, tutti si affrettano
per la biologica mensa servita.
Nostalgia di un amore, anche se di rosso nero e bianco vestito o solo
mascherato, sempre fedele al fascismo arlecchino di Stato. So bene quel che
dico, come quel parlamentare che non volle asservirsi al ridicolo Benito graduato
calvo e un poco ridicolo, e un mattino fu rapito pestato… e confiscato della
vita e con lui dell’ultimo profumo nominato Democrazia. Ed anche se il Colosseo
per sindacali motivi si è cinto di moderno alloro, di certo sappiamo che in tal
luogo non regna saggezza accompagnata da mite compostezza, al contrario, il
popolo viene nutrito ed edificato con il sordo rumore della violenza
accompagnato dalla mafia padrona di ogni notizia al funerale della Storia… o padrino
che sia…
Ma qui non voglio certo permettere alla calunnia (di nero e bianca
vestita) di battere l’eterna sua lingua al tamburo della falsa parola divenuta
dottrina, per cui, per non contraddire la Memoria, benvenuto Colosseo al passo
nutrito dell’ospite gradito. Di certo sappiamo che la piccola notizia nella
libera pretesa della rinascita agognata e spacciata si nutre di Sport e traguardi,
allori e meriti, componendo l’onda all’immagine asservita con una misera
notizia velata da ricco trofeo al podio della Vita. Come se all’improvviso lo stivale
incamminato per l’imperiale via avesse mutato, oppure scusate, solo rinnovato
senza umiltà alcuna, il suo corso, e
precipitato all’Olimpo degli Dèi ove il nuovo Duce acclama e edifica
l’Impero dimenticato... al passo dell’oca ritrovata, ma è solo una riforma
prima della ‘monolitica dottrina’. Tutto il resto abbiam scordato al capello
lavato… per chi certo calvo non regna questo antico disappunto… calvario… o
antica efficace terapia.
Abbiamo dimenticato questa stratigrafica Memoria inquisita… (ora
signori scusatemi, il cacciatore di nuovo allo schioppo dell’infallibile mira: ma
quale scienza meravigliosa quale gaia saggezza quale nobil intento illuminare
ed ornare codesto intento… al Bosco della Natura).
Donde eravamo rimasti? Un attimo prendo la cartina povera la via
smarrita… nel mezzo al ‘seme’ della vita… una benda si è levata dal sarcofago
ove narro un’altra vita forse solo sognata…
In verità molte ed altre taciute verità vengono sottratte e private
della saggezza compiuta, nel motivo dell’economico intento nemico di ogni umile
ed umana ragione barattata e confusa, ed anche se il popolo al Colosseo antico
e moderno urla contento allo stadio della vita, il ‘pil’ narra, nella beffa
divenuta notizia o piatto gradito: sovrana ripresa o rinascita regnare nel mese
in cui il torrido deserto sarcofago dimenticato avanza e nutre con il suo alito
appestato il popolo affranto ed al consumo rinato… Di certo per chi avvezzo
alla Verità della vita per chi avvezzo all’onestà quale pane alla mensa con
pochi diviso, sappiamo che là dove regna paura timore per un diverso clima nutrito
dalla stessa onda e voce che ugualmente ci ha così mal-servito in bianco &
nero vestito, regnare anche il timore di un diverso mattino. Quale mummia
resuscitata dal nobile afoso insopportabile geroglifico… economico calore… dal
candore servito…
Così nel paradosso divenuta notizia il caldo compiere gesta e miracoli ai fasti dell’economia. Fa
economia, infatti, di sincerità saggezza verità onestà e in ultimo Democrazia
al freddo termostato servita… quale Stagione riccamente vissuta… (la mummia ora
per nostra fortuna non s’ode è forse al sarcofago della sua nobile ed antica
natura al geroglifico di una nuova formula. Talvolta lo spavento mi coglie per
codesto museo…).
Di certo il deserto e la guerra con uguale e calda certezza
accompagnata dal terrorista regna sovrana e anche ignorata (servi e faraoni
mutilare e rimpiangere non certo il Colosseo, ma la pace del nostro museo, un
via vai di anime nere e mimetico vestite nella certa e comandata confusione), dispensano
e offrono la coda del drago quale gradito pasto diviso fra un numero ed una
cifra, dimentichi di aggiornare i motivi della contesa. Dimentichi di dire o
forse solo spiegare che il terrorismo finanziato custodito affiancato ed armato
al soldo della violenza, e altri invisibili padroni (della stessa), compiere
economica materiale certezza certamente da qualcuno nutrita e protetta. Senza
di quella certo non potrebbe arrecare offesa.
Rimembriamo afflitti e pentiti quando uniti si gridava al martirio di
un solo dittatore oppure un sol profeta o un sol pagano (che certo non era
Benito Cristo o Giuliano). Tutti al grido precipitarono e guidarono la ‘ragione’.
Oggi il terrorismo è cresciuto adulto ed anche ignorato, certo da chi, rimane
mistero egizio…o forse solo… segreto di Stato…
Ma son pronti a scendere in campo, so bene ciò che dico, per uno
starnuto o peggio una Rima poco gradita vicino all’imperiale edificio ove la
sposa la figlia il pargolo del gerarca graduato nuovo faraone della nobil casta
rinata alla loggia gene della via, vien privato del dovuto baciamano lui sempre
servito e riverito… e di rispettoso nero vestito o vestita… So ben quel che
dico all’araldo della nobile ora così servita e qui certifico il nuovo regime
il quale bracca (come un tempo) una Rima (donde e come composta dallo Spirito
fino all’ultimo suo respiro sofferto ed alla riga crocefissa quale miracolo di
miglior ed evoluta vista dall’occhio Polifemo astuta ditta… alla piramide della
vita, scusate lo Notaro come al solito fuito dal tremore dell’onda alla terra
crocefissa…) barattata con una mitraglia lungo la via ad offrir l’inchino
oppure certezza muta, sguardo ignaro e complice quale miglior prevenzione,
pasto più saporito parente di un padrino sepolto con i fasti di un monarca ben
più gradito… Barabba è servito al Colosseo ammirato…
Chi il fascista qui taccio e non dico…
A te saluto eterno Benito….
(curatore del blog)
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