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Cosa è la Memoria (3/1)
Prosegue in:
Cosa è la Memoria? (5)
Fatto
ignoranza…, 
che nella
storia compone 
la
materia.
Rimane a
guardia della casa, 
luogo
sicuro di una saggezza 
che non
conosce paura. 
Solo
l’avventura di un nuovo 
cratere: 
scava la
pietra, 
e un  Dio che offre la sua 
cenere… 
per una
nuova preghiera.
La pietra
muta sostanza, 
diviene
scintilla brilla come 
un sole. 
Luccica
come le stelle, 
ora
stanno di guardia alla falce 
d’una
luna che saluta…, 
la mia
nuova avventura. (15)
Mi
racconta con un sorriso, 
verso la
strada del mio paradiso, 
di un
altro mondo 
e mi fa
regalo del suo oro. 
Mi narra
di un’altra epoca 
con una
luce piena di gloria, 
per dirmi
solo che la scultura 
non è
ancora finita. 
L’arte
antica della mia ricerca 
merita
solo un dono d’amore, 
è la rima
di un’intera giornata 
trascorsa
al sole di una zolla di terra. 
Ad ogni
sasso incontrato 
della mia
vanga, 
non ho
pronunciato 
una sola
bestemmia, 
né
contato una preghiera, 
ma
parlato con la semina, 
antico
amore della mia infinita 
ora. 
Perché mi
vuole più solo 
di ogni
pietra. 
Incisa
scolpita adorata, 
come un
antico profeta. 
a cui non
è concessa parola. (16) 
Come un
oracolo scopro 
il
miracolo. 
Uno
sciamano beve l’antica 
bevanda, 
e ride di
gusto al tesoro trovato, 
premio
per ogni ora della giornata. 
Una vita
mai raccontata 
dalla
sacra memoria,
nella
geografia della loro… 
…oscura
ora! (17)
Volge il
giorno alla fine, 
ogni
stella racconta 
la mia
ora, 
non
s’attarda per il sogno 
della
notte, 
mentre
veglia e narra 
un mondo
senza parole.
Verità
muta, 
apre la
vista della mia prima 
forma. 
Anima
assopita prima dell’Universo 
fatto
materia, 
prigioniera
di una roccia dura, 
dove
scorgo il Dio della mia
scultura.
(18)
Volge il
sole al tramonto, 
ed io ho
scolpito la mia pietra 
fino in
fondo. 
Ho
vangato la memoria 
di una
giornata senza tempo…, 
all’ombra
di una strofa. 
Mi ha
insegnato la segreta via, 
mentre il
cane rimane a guardia 
dell’opera
mia. 
Mentre il
sole abdica la sua 
ora, 
ad una
luna che mi adora. 
Su un
giaciglio che è solo 
il misero
premio, 
per aver
scolpito il tempo. (19)
Ora
scorre lieve come un soffio 
di vento,
gira nel
vortice del bosco, 
dove
tante anime si rincorrono 
fino ad
un pozzo senza 
fondo. 
Dove un
tempo parlarono 
con la
luna, 
e l’acqua
insegnò loro 
una nuova
parola… 
dal nulla
di quell’ora.
Ora
invece chiedono solo 
nuova
gloria… 
ad una
vita mai morta 
alla
stessa ora, 
perché
regalò 
la prima
parola. 
Ad un
anima senta tempo 
prigioniera
della parola… 
e
scolpita nella materia, 
con solo
il tempo a scavarne…. 
la memoria.
(20)  
Frusciano
fra gli alberi 
chiome
scure di rami contorti
ricolmi
di stelle. 
Ogni
foglia sospira lieve 
al loro
pallido colore, 
scrigno
di ogni preghiera 
che in
segreto rito… 
intonano
la sera. (21)
Pregano
la terra e l’amore. 
Il bosco,
segreto
padrone 
di ogni
ramo e foglia. 
Perché
orna la gloria 
di una
natura mai morta. 
Solo
maestra incompresa 
in ogni
principio, 
musa e
anima di ogni 
respiro.
(22) 
Quando
dormo sullo scuro 
giaciglio,
odo le
voci rami di vita, 
parlano
ora la lingua 
incompresa,
di foglie
che pregano la loro 
messa
segreta.  
Poesia
come musica sospesa  
senza una
chiesa, 
mi
insegna la via 
più in
alto della grande 
chioma, 
dove vedo
una stella che 
illumina…,
la rima
di una nuova strofa.
Ridona
potere e speranza 
di una
diversa visione, 
e vuole
la vita di un diverso 
colore.
(23) 
Il sogno
mi lascia muto 
in attesa
del giorno,
sull’uscio
di un alba simile 
ad un
nuovo tramonto.
In questo
tempo di nuova 
memoria, 
mi dona
una pietra da  
scolpire
per la storia. 
Antica
come una diversa 
dottrina,
mentre il
giorno s’appresta 
ed inonda
la casa, 
nuova
luce ad ogni ora  
che
avanza. 
Lenta mi
prende la mano, 
e mi
benedice alla fonte 
della
vita, 
memoria
di una Dèa, 
senza una
chiesa. (24) 
Verbo di
ogni 
elemento,  
dona il
principio non detto: 
spiga che
cresce, 
pane
povero che macina 
la sua
lenta preghiera, 
ogni
minuto chino sulla 
terra, 
della mia
chiesa segreta. (25) 
L’opera
mia prende forma 
e
sostanza, 
l’ammiro
là dove l’occhio 
non vede,
e l’anima
scruta ogni contorno 
della
scultura che danza 
al levar
del giorno. 
È bella
come il sole che cresce 
nel
pallore lieve,   
si veste
di un velo 
sottile, 
trasparente
alla vista, 
come una
leggera foschia. 
Scura di
notte sottile di giorno, 
piano lascia
scoperte 
le linee
precise di una Dèa. 
Nuda
mostra le grazie 
di un
nuovo mattino…, 
e
battezza l’emozione 
con acqua
che penetra 
…questa
preghiera.  (26)
La terra
mi attende per la 
più bella
creatura. 
Pensiero
di un Dio in lei 
scolpito,
colore di
un idea in lei 
per
sempre cresciuta. 
Dall’alto
della montagna 
che ora
mi guarda, 
dalla
cima dell’Olimpo 
dove ora
mi comanda. (27) 
Sua
figlia mi fa compagnia, 
mi prende
la mano e mi insegna 
la lenta
carezza d’ogni forma 
concepita.
Mi
insegna a non confondere 
il
desiderio con l’amore, 
solo per
dirmi che il piacere 
è di
altro colore.
È una
frammento scolpito 
da madre
natura, 
una donna
bella come 
una Dèa, 
perché mi
detta una nuova 
rima, 
sul far
del mattino 
e al
principio della sera. 
Quando la
poesia diviene 
nuova
preghiera. (28) 
Una runa,
una strofa, un geroglifico 
della
memoria, 
per dirmi
in un frammento di pietra 
scolpita,
che
l’amore e il suo scrigno…. 
…e la
vita la sua rima. (29)
Nel corpo
nudo di un ventre muto, 
liscio come
il sorriso che dona 
vigore, 
mi
racconta del suo amore. 
Tutto
intorno tace ed acconsente, 
ogni cosa
che vedo è stata nel suo 
ventre, 
ogni
elemento la guarda danzare, 
la saluta
e le fa sacrificio della sua 
venuta. 
Cantano
in coro in questa primavera, 
una rima
come una preghiera 
della
mattina. 
È profumo
divino di mille fiori 
 


 
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