giuliano

mercoledì 2 settembre 2015

COSA E' LA MEMORIA? (4)



















Precedenti capitoli:

Cosa è la Memoria (3/1)

Prosegue in:

Cosa è la Memoria? (5)













Fatto ignoranza…,
che nella storia compone
la materia.
Rimane a guardia della casa,
luogo sicuro di una saggezza
che non conosce paura.
Solo l’avventura di un nuovo
cratere:
scava la pietra,
e un  Dio che offre la sua
cenere…
per una nuova preghiera.
La pietra muta sostanza,
diviene scintilla brilla come
un sole.
Luccica come le stelle,
ora stanno di guardia alla falce
d’una luna che saluta…,
la mia nuova avventura. (15)

Mi racconta con un sorriso,
verso la strada del mio paradiso,
di un altro mondo
e mi fa regalo del suo oro.
Mi narra di un’altra epoca
con una luce piena di gloria,
per dirmi solo che la scultura
non è ancora finita.
L’arte antica della mia ricerca
merita solo un dono d’amore,
è la rima di un’intera giornata
trascorsa al sole di una zolla di terra.
Ad ogni sasso incontrato
della mia vanga,
non ho pronunciato
una sola bestemmia,
né contato una preghiera,
ma parlato con la semina,
antico amore della mia infinita
ora.
Perché mi vuole più solo
di ogni pietra.
Incisa scolpita adorata,
come un antico profeta.
a cui non è concessa parola. (16)

Come un oracolo scopro
il miracolo.
Uno sciamano beve l’antica
bevanda,
e ride di gusto al tesoro trovato,
premio per ogni ora della giornata.
Una vita mai raccontata
dalla sacra memoria,
nella geografia della loro…
…oscura ora! (17)

Volge il giorno alla fine,
ogni stella racconta
la mia ora,
non s’attarda per il sogno
della notte,
mentre veglia e narra
un mondo senza parole.
Verità muta,
apre la vista della mia prima
forma.
Anima assopita prima dell’Universo
fatto materia,
prigioniera di una roccia dura,
dove scorgo il Dio della mia
scultura. (18)

Volge il sole al tramonto,
ed io ho scolpito la mia pietra
fino in fondo.
Ho vangato la memoria
di una giornata senza tempo…,
all’ombra di una strofa.
Mi ha insegnato la segreta via,
mentre il cane rimane a guardia
dell’opera mia.
Mentre il sole abdica la sua
ora,
ad una luna che mi adora.
Su un giaciglio che è solo
il misero premio,
per aver scolpito il tempo. (19)

Ora scorre lieve come un soffio
di vento,
gira nel vortice del bosco,
dove tante anime si rincorrono
fino ad un pozzo senza
fondo.
Dove un tempo parlarono
con la luna,
e l’acqua insegnò loro
una nuova parola…
dal nulla di quell’ora.
Ora invece chiedono solo
nuova gloria…
ad una vita mai morta
alla stessa ora,
perché regalò
la prima parola.
Ad un anima senta tempo
prigioniera della parola…
e scolpita nella materia,
con solo il tempo a scavarne….
la memoria. (20) 

Frusciano fra gli alberi
chiome scure di rami contorti
ricolmi di stelle.
Ogni foglia sospira lieve
al loro pallido colore,
scrigno di ogni preghiera
che in segreto rito…
intonano la sera. (21)

Pregano la terra e l’amore.
Il bosco,
segreto padrone
di ogni ramo e foglia.
Perché orna la gloria
di una natura mai morta.
Solo maestra incompresa
in ogni principio,
musa e anima di ogni
respiro. (22)

Quando dormo sullo scuro
giaciglio,
odo le voci rami di vita,
parlano ora la lingua
incompresa,
di foglie che pregano la loro
messa segreta. 
Poesia come musica sospesa 
senza una chiesa,
mi insegna la via
più in alto della grande
chioma,
dove vedo una stella che
illumina…,
la rima di una nuova strofa.
Ridona potere e speranza
di una diversa visione,
e vuole la vita di un diverso
colore. (23)

Il sogno mi lascia muto
in attesa del giorno,
sull’uscio di un alba simile
ad un nuovo tramonto.
In questo tempo di nuova
memoria,
mi dona una pietra da 
scolpire per la storia.
Antica come una diversa
dottrina,
mentre il giorno s’appresta
ed inonda la casa,
nuova luce ad ogni ora 
che avanza.
Lenta mi prende la mano,
e mi benedice alla fonte
della vita,
memoria di una Dèa,
senza una chiesa. (24)

Verbo di ogni
elemento, 
dona il principio non detto:
spiga che cresce,
pane povero che macina
la sua lenta preghiera,
ogni minuto chino sulla
terra,
della mia chiesa segreta. (25)

L’opera mia prende forma
e sostanza,
l’ammiro là dove l’occhio
non vede,
e l’anima scruta ogni contorno
della scultura che danza
al levar del giorno.
È bella come il sole che cresce
nel pallore lieve,  
si veste di un velo
sottile,
trasparente alla vista,
come una leggera foschia.
Scura di notte sottile di giorno,
piano lascia scoperte
le linee precise di una Dèa.
Nuda mostra le grazie
di un nuovo mattino…,
e battezza l’emozione
con acqua che penetra
…questa preghiera.  (26)

La terra mi attende per la
più bella creatura.
Pensiero di un Dio in lei
scolpito,
colore di un idea in lei
per sempre cresciuta.
Dall’alto della montagna
che ora mi guarda,
dalla cima dell’Olimpo
dove ora mi comanda. (27)

Sua figlia mi fa compagnia,
mi prende la mano e mi insegna
la lenta carezza d’ogni forma
concepita.
Mi insegna a non confondere
il desiderio con l’amore,
solo per dirmi che il piacere
è di altro colore.
È una frammento scolpito
da madre natura,
una donna bella come
una Dèa,
perché mi detta una nuova
rima,
sul far del mattino
e al principio della sera.
Quando la poesia diviene
nuova preghiera. (28)

Una runa, una strofa, un geroglifico
della memoria,
per dirmi in un frammento di pietra
scolpita,
che l’amore e il suo scrigno….
…e la vita la sua rima. (29)

Nel corpo nudo di un ventre muto,
liscio come il sorriso che dona
vigore,
mi racconta del suo amore.
Tutto intorno tace ed acconsente,
ogni cosa che vedo è stata nel suo
ventre,
ogni elemento la guarda danzare,
la saluta e le fa sacrificio della sua
venuta.
Cantano in coro in questa primavera,
una rima come una preghiera
della mattina.
È profumo divino di mille fiori














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