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Cosa è la Memoria? (1)
Prosegue in:
Cosa è la Memoria (3)
...O forse chissà, solo ventre donde tenuto in grembo il principio… dove
partorire la Natura evoluta…
Sicché l’Arte della Vita dalla Natura scolpita, tutta incisa nella
Memoria dello Spazio numerato quale dettaglio di un Primo Frammento evoluto
gravido da un piatto mare nato…
Lento ha risalito la riva per costruire piano l’Arte della Vita…
Lento nel Secondo misurato, dapprima ha strisciato, poi è volato fino ad un ramo genitore e padre
della sua venuta… Poi, dopo aver ammirato il panorama, è sceso sino ad
un’antica vallata e di nuovo ad un ramo ha incorniciato l’Arte della sua Natura
così evoluta…
Lento ora cammina felice della sua Rima…
…Esce dal museo ove celebrata la Vita soddisfatto dell’Opera compiuta…
ove lo Spirito ha di nuovo incontrato il Principio…, ed anche se il ricordo
vacilla confuso…, il passo certamente deciso… giacché l’evoluzione rinnova il
Tempo della sua venuta ove l’uomo imparò a pregare e parlare con Dio… Se
dapprima fu una Dèa all’Olimpo della saggezza smarrita… la scrittura con il
tempo si è fatta più matura… ed ogni Spirito rimembra il Tempo della lenta
venuta… Memoria confusa!
Il viale della Stagione della Vita rimembra il Tempo ove nutriamo e
coltiviamo la Memoria… Il viale del fanciullo ora nutrito da una Natura più
evoluta incide il ricordo senza il profumo accompagnato dalla saggezza dove la
foglia caduta accarezza lo Spirito per accompagnarlo alla stagione dell’Autunno
ove il primo freddo allieta l’Anima come un primo quadro perso in un Sogno
troppo antico per essere dallo Spirito rimembrato o solo nominato nel Sé
simmetrico al Tempo nato…
Ora il passo si è fatto più indeciso il fanciullo curvo con il nuovo
strumento litico di una Natura (in)compiuta accompagna l’ultimo saluto ad un
Albero morto crollato precipitato fino al fondo di un fangoso dirupo… Dell’antica
‘Parola’ rimane incisa ugual icona quale geroglifico della memoria smarrita. Una
Parola scolpita forse solo un’immagine sbiadita e regredita dipinta come fosse
una Paura antica… Ed il passo si fa’ smarrito ubriaco confuso con uguale paura
di una Natura che urla la Stagione sconfitta… Al Museo della Vita.
…Dedico questa Ermetica Rima scritta… e il Frammento dopo… ad un uomo
che tanto Tempo, pur nel Secondo di quanto udito, ha scavato nella Memoria. Ora
in apparenza smarrita, giacché il suo sacrificio conoscerà la Natura e Verità
del vero Dio… Giacché quanto da lui custodito nel sudario della Natura pregata
e sofferente nell’Opera distrutta riconosce lo Spirito e la Parola di chi ha celebrato
e creato la Dèa della Vita per ogni Stagione ora e per sempre smarrita…
Noi siamo la Vita e la Natura nel Tempo della Memoria scolpita e da un
Dèmone braccata e perseguitata all’ombra di un falso principio pregato e
comandato in questa Stagione di morte dall’Apocalisse predicata nel calvario di
milioni di Anime che ornano il Bosco della via smarrita. In quanto il Tempo non
più condivido nell’araldo di un diverso Paradiso… Nel girone ove confinata la
morte barattata e confusa per Vita…
Le Anime e gli Spiriti sacrificati in nome dell’Ortodossa dottrina in
cerca della Vita… Mute accompagnano l’Opera mia in ogni foglia al bosco dell’esule
via… In quanto mano ed ingegno di Dio… L’Inferno del mondo condiviso e nella
guerra rivenduto compie la nuova ed antica Stagione della Vita… Io prego Dio
dal volto di una prima Dèa e scavo nella Memoria, la foglia di ogni Spirito
sacrificato al calvario della Vita orna il Bosco perseguitato e braccato al
Primo Frammento ove rimembrare Dio e l’Opera taciuta…
(curatore del blog)
Pietro,
sono
rimasto custode
dell’ultimo
bagliore,
quando la
verità era numero,
quando la
poesia era la via.
Sono
rimasto custode
di una
preghiera,
perché è
sostanza di vita,
interpretata
nell’invisibile
saggezza,
di
un’antica visione.
Poi,
mutevole
materia,
nel
numero costruisce
la sua
danza,
nella
geometria la sua disciplina,
nel
pensiero la rima mai detta.
Vita non
del tutto svelata,
ma solo
intuita,
nel vago
ricordo di una poesia. (1)
Geometria
perfetta e coscienza,
non
confonde prima sostanza,
atomo e
chiesa.
Non
uccide nessuna scienza,
non
condanna nessun elemento,
di una
natura non ancora rivelata,
alla
falsa coscienza della storia. (2)
Immacolata
spiaggia
dove ogni
granello
racconta
mutata sostanza,
e la
sabbia scrive la sua poesia.
Il mare
sopra una cima,
collina
di una conchiglia,
crosta
che avanza,
e la
marea disegna
l’Universo
che intona…
la sua
segreta preghiera.
Antica
forma che volteggia,
spirale
che avanza,
da un
grande cielo a passo
di danza.
Vortice
che crea nuova materia,
spirale
di una mare che s’alza,
in forma
quasi perfetta,
e
illumina la nostra coscienza.
Candela
di luce di questa scienza,
figlia
segreta di questa Terra
incompresa.
(3)
Come
l’artista scavo la pietra,
animo la
scultura della mia illusione
scolpita
nel principio di una diversa
passione.
La pietra
è più dura di ogni cuore
che
incontra la mia penna,
la dura
pena per ogni tortura
ombra del
loro Dio.
Perché
raccontano
che è la
più bella visione,
Madonna
che aspetta la sua offerta,
con il
bambino gravido e senza rancore. (1)
Era la
nostra Dèa nel principio,
prima del
libro del profeta,
le hanno
rubato anche il sorriso,
acqua di
torrente che sgorga
nella
mente.
Mentre
Cibele semina il campo
del mio
paradiso,
dove
coltivo con solo il sorriso,
il frutto
proibito tributo
per un
nero aguzzino.
Cui debbo
anche il dolce vino,
dona l’ebbrezza
e la comprensione,
una penna
che incide la dura pietra
divenuta
passione.
Rito
nuovo come sangue che sgorga
da una
ferita della nuda terra. (2)
Scavo
nella memoria,
scavo la
zolla,
scrivo
con l’aratro il sogno nascosto
confuso
con il peccato.
La pietra
assume visione
di un
altro Dio,
per tanti
è solo un caprone
mal
scolpito.
La pietra
mi racconta
un’altra
visione,
coniato
nel profilo di una moneta,
nella
giara antica dove la tomba
l’ha
restituita.
Racconta
un diverso amore
e la
terra di un altro colore.
Racconta
la gloria di un altro peccato,
racconta
la storia di un altro Dio,
forma la
statua di un altro oracolo.
Racchiuso
nella pergamena di un filosofo,
raccolto
dalla parola di un’astronomo,
raccontato
per bocca di uno storico,
intuito
dalla mente di un matematico. (3)
La pietra
incide il principio
di un
diverso Dio pregato.
La mano,
fossile
antico di questo Creato,
scolpisce
la forma divina di un
corpo,
ma con la
testa di antico animale,
non
sacrificato sull’altare.
Adorato
come principio del Creato,
mitologia
antica, diversa creanza:
insegna
l’istinto d’un sogno proibito,
striscia
cammina e poi vola lontano.
Dona i
colori di un diverso
miracolo,
pensiero
di vita infinita creazione,
pian
piano diventa la sola
ossessione.
(4)
Ora la
mano accarezza il profilo,
scultura
con corpo divino.
Il
ricordo muta in passione,
la
lacrima scende sul viso,
la goccia
segna la fronte.
Adoro la
bestia chino vicino
alla
fonte....
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