Precedenti capitoli:
Il lavoro gradito a Dio (46)
Prosegue in:
Psicopannichia ovvero: il sonno delle Anime (48)
Queste dinamiche, prosegue il nostro Blom, ci appaiono più dure e
spietate che mai nella città di Amsterdam, dove negli anni d’oro della potenza
marittima e commerciale olandese, si era venuta a creare la massima
concentrazione mondiale di esseri umani, mezzi economici, consapevolezza,
possibilità di carriera e spirito di inventiva. Alla base di questa ascesa
c’erano le strategie del mercantilismo: un modello di crescita economica
fondata sullo sfruttamento (ed anche - possiamo aggiungere - sulla speculazione
caratteristica quale vera genetica del mercato), e ciò, prosegue Blom, non
significava che per i cittadini di Amsterdam, che pure beneficiavano in modo
diretto o indiretto di quelle ricchezze strappate ad individui senza tutela
(visto l’apporto della politica economica delle colonie ieri non meno di oggi),
la vita fosse rose e fiori. I prezzi (ieri come oggi per altri fattori rilevati
di cui talvolta o troppo spesso poco comprendiamo valori e termini innestati
nel nostro quanto altrui vivere comunitario anche per il controllo degli
stessi) crescevano in continuazione. Occorreva darsi da fare ogni giorno.
Soltanto i rari esponenti dell’èlite godevano di un benessere sicuro.
Per chi invece, non era disposto a lavorare la città aveva in serbo un
rimedio, la cosiddetta ‘rasphuis’, un istituto la cui storia ha molto da dire
sulla mentalità legata alla genesi di un nuovo mondo urbano e dei relativi
stili di vita. La ‘rasphuis’ era una sorta di prigione, un istituto
correzionale sui generis nel quale i giovani disavvezzi al lavoro imparavano a
guadagnarsi il pane con il sudore della fronte. Era dotato di laboratori nei
quali il legno tropicale veniva ridotto in polvere per servire da pigmento
nella tinture delle stoffe. La manodopera veniva compensata a cottimo, ma
soggiaceva ad un regime rigido e severo che non solo prevedeva pene corporali
per chi disobbediva, ma consentiva ai visitatori paganti di osservare i reclusi
al lavoro, come in una sorta di zoo.
Molti di quei visitatori hanno accennato ad una peculiarità della
‘rasphuis’, un dettaglio sul quale non abbiamo altri documenti: sembra che
nelle cantine fosse allestita una speciale camera stagna destinata a chi si
rifiutava di fornire lavoro. Il renitente veniva rinchiuso e la cella, a poco a
poco, si riempiva d’acqua. Il detenuto aveva a disposizione una pompa idraulica
per salvarsi dall’annegamento, in altri termini, era fisicamente costretto a
lavorare.
Il lavoro era cosa gradita a Dio!
Già Calvino lo aveva insegnato, e nessuno più degli olandesi era
sensibile a quelle dottrine. Anche nelle politiche sociali delle autorità
comunali di Amsterdam, specialmente per quanto concerne i sussidi ai più
poveri, erano improntate al concetto della predestinazione. La pretesa che un
povero peccatore potesse costringere Dio a perdonarlo vivendo in modo retto,
argomentava il teologo svizzero, era incompatibile con l’attributo
dell’onnipotenza, perché comportava una limitazione della sovranità inerente al
concetto divino. Dio sceglie di redimere o dannare in modo del tutto autonomo,
e lo fa prima che l’anima si incarni. Il dono del benessere materiale non era
che l’attributo esteriore accordato ai soggetti votati alla salvezza per
distinguerli dagli altri. In altri termini, per i calvinisti (come per certi
similari aspetti i protestanti) la ricchezza era segno di elezione, una prova
della benevolenza divina. Accumulare denaro equivaleva a dimostrare il favore
dell’Altissimo. I poveri (oppure nel nostro caso - i protestanti avversi ai
protestanti…), in altri termini, erano colpevoli del proprio destino:
Dio li aveva giudicati indegni della vita eterna *.
* Credo
non ci sia bisogno di aggiungere commenti per quanto rivelato e rilevato, solo
nell’arguzia che renderà i termini del comune Intelletto e cammino scritti nel
libero arbitrio, mio e quello di Blom, nel comprenderne i principi discorsivi e
regolatori per rapportarli ad un saggio intendimento a prescindere l’ ‘epoca
glaciale’ influire sull’intero ecosistema non meno dell’odierno mercato
asservito per ugual ghiaccio precipitato dall’Elemento offeso; così da non cadere
o nuotare in medesimi abissi e cantine affogate… Giacché la cultura non meno
del sapere e con essa il vero intendimento dello Spirito ‘della e nella’ Storia
posto, possono far ben decifrare le paradossali condizioni cui ognun soggetto,
ed, consapevole e inconsapevole oggetto…
Nessun commento:
Posta un commento