giuliano

sabato 5 settembre 2020

IL LUNGO VIAGGIO DELLA NOSTRA ANIMA (riprende da dove...) (8)

 








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  ... Di quando la Storia si ripete... (7/1)

  







Era triste, non depresso!

 

Il suo capo gli era morto sotto i suoi occhi…

 

Ci pensava continuamente, aveva vissuto gli ultimi istanti di Z, lo rivedeva pieno di forza e di idealistica bellezza; bellezza ispirata dall’ideale, dalla Ragione, dal Principio, dal Diritto, dalla Libertà, dall’Uguaglianza, dalla volontà di vedere il suo come ogni Paese libero da ogni autoritario ricatto.

 

Da ogni egemonia!




 Ora però vedeva di nuovo la Morte, quella con la M maiuscola; la vedeva, e l’avrebbe incontrata ancora, in maniera inattesa inaspettata, compiere la danza rituale  macabra, ed  ispirata da stessi medesimi principi i quali nella sua ingenuità credeva immuni in talune grandi e libere nazioni.

 

Se si deve morire… ebbene si muoia tutte le morti d’ogni Secolo vissuto imporre la macabra presenza da quando nati racchiuso nel fato così come nell’appestato destino del Tempo invitto, ma non certo ulcerato da un diverso maleficio!  

 

Ma tutto ciò solo una illusione!




 Una amara considerazione la quale in seguito diverrà non più rassegnazione ma fuga, fuga dall’orrore che ogni civiltà manifesta e coltiva nel proprio come altrui seno.

 

La morte ed il Tempo compiono la macabra danza, l’uomo (e non certo la bestia) il proprio maleficio scritto nella sua ed altrui evoluzione come un Sogno di morte!

 

Il Pittogramma evolve muove la Scena che lenta avanza…  

 

Il Film, i fotogrammi della stessa sceneggiatura con medesima maestrale regia si ripetevano con evidenza o celati all’occhio dello spettatore, con effetti speciali, con scenari sempre più grandiosi per il kolossal finale proiettato per le masse naufragate nel Sogno irreale di giustizia, condita nella illusoria irrealtà di brevi fugaci momenti.




Si deve pagare l’ingresso, ed assistere comodamente seduti in poltrona alla prima come all’ultima sequenza magistralmente recitata come montata; gli attori e comparse sempre ben pagate, sempre più esperte nel ruolo interpretato ad uso di folle deliranti e sognanti, recitato ma non certo incarnato nelle cellule del Pensiero, dell’Azione, della Volontà, della Coscienza, dei Geni regolatori di battiti cardiaci di naturale appartenenza; la celluloide compie il proprio miracolo,  attori calcolati negli Studios affiancati da ottimi produttori scalano la vetta del Potere.

 

Fino alla magistrale interpretazione alla Bianca Casa ove ognuno si ispira.

 

Fino alla Piazza Rossa ove medesimo burattinaio compie ugual miracolo.

 

Il passo identico delirante…

 

Passo acclamato dall’oca di Stato… 

 


 

Io sono il fratello minore di Varanaros, non siamo per niente di idee contrarie, come raccontano, io sono di sinistra, ma mio fratello non è nulla, e non riesco a vedere come potremmo opporci uno all’altro…

 

Io sono il cinese, è un soprannome che mi hanno dato perché ho fatto la guerra in Corea e sono stato fatto prigioniero dai cinesi, per ciò concernente la sera di cui mi state parlando, o del pomeriggio dopo quando hanno fatto saltare la testa di quel tizio lungo la strada, non riesco a ricordarmi neppure in quale bar ci trovavamo…




 Io Stergiou, muratore, dichiaro che il giorno del primo e secondo incidente, Toula, una sarta che ha il fratello allo stesso posteggio di Yango, è passata da noi, ma noi anche se abbiamo visto quell’uomo con il manganello, o uno col fucile, non vogliamo tirarci addosso le noie della polizia… lei mi capisce!

 

Io sono Apostolos, per mestiere faccio il macellaio al mattatoio, non mi sono mai impicciato di quella organizzazione dell’Ittiosauro perché il mio suocero mi aveva avvertito che tutta quella gente di sinistra e pacifista sarebbe stata, ed è ancora, disastrosa per i nostri affari. Lei mi capisce noi stiamo in commercio!




 …I testimoni oculari dichiararono di aver visto un uomo sparare dalla finestra del sesto piano… 


 Io sono L. Brennan un montatore idraulico di 46 anni, proprio subito dopo quest’esplosione, mi fece pensare che il petardo era stato gettato dalla Texas School Book Depository, e guardai in su, e vidi quell’uomo che avevo notato precedentemente prendere la mira per il suo ultimo colpo…

 

Io sono Lee Eunis, un ragazzo di 15 anni, studente della nona classe, mi trovavo di fronte al Depository mentre la sfilata voltava l’angolo tra Elm e Houston, stavo con il viso rivolto all’edificio,  e lo guardavo, così come mi ha suggerito lo sceriffo (questo non lo devo dire? Comunque l’ho detto!), la vidi quella cosa come una canna che spuntava da una finestra, non ci feci molta attenzione, anche perché dopo il primo colpo tutti iniziammo a guardarci intorno pensavamo che si trattava di un petardo…




Io sono H. Jackson fotografo del Dallas Times Herald, udimmo chiaramente e distintamente dei colpi come petardi provenire dall’istituto, e notammo due negri ad una finestra che si sforzavano di vedere proprio sopra di loro, i miei occhi seguirono quella direzione fino alla finestra sovrastante, e lo vidi il fucile spuntare dalla stessa finestra…

 

Nell’automobile con Jackson erano James Underwood, della stazione televisiva KRLD-TV, T. Dillard fotografo capo del Dallas Morning News, e secondo la testimonianza di tutti loro, concordi nell’affermare che oltre i negri affacciati alla finestra videro distintamente spuntare da una finestra sopra di loro una canna di fucile… 

 


 

Hatzis seguiva il caso sui giornali, dalla televisione, anche per Radio…

 

Le cose andavano per le lunghe!

 

La Giustizia quella la G maiuscola per intenderci non riusciva a trovare il filo conduttore, lui lo avrebbe potuto indicare, ma ecco che la sua condizione glielo impediva.

 

Z gli mancava terribilmente, lasciava un vuoto spaventoso, e siccome amava pensare per immagini, Hatzis se lo figurava come la chiusura ermetica di una bombola di Gas velenosi…

 

Il sistema era saltato, il Paese asfissiava!

 



Il Giudice istruttore convocò tutti quelli che Dimas aveva nominato, passarono tutti davanti a lui: banda sinistra di uomini che vegetavano sul fondo limaccioso, veri ratti di fogna che non erano affatto disposti – e qui stava il peggio – ad uscirne, per la semplice ragione che non avevano ed hanno via d’uscita.

 

Secondo le deposizioni raccolte, nessuno di loro era presente il giorno del delitto!

 

Secondo le deposizioni - successivamente raccolte - molti di loro pur presenti sul luogo dello stesso delitto affermarono di aver visto la stessa identica scena d’un Fotogramma ben montato e frapposto nella sequenza di un Film piuttosto strano, e da un Libro uscire una canna d’un misterioso fucile…




 …Da un deposito un formicaio di petardi, da un piano superiore un Fotogramma ben montato colpire la Visione proiettata su uno schermo a grande dimensioni e molti pollici spingere sull’otturatore o forse ugual telecomando…

 

E tutti, nessuno escluso, goderne l’inatteso spettacolo,  effetti speciali bombardati come dardi, piccioni viaggiatori salire fino alle porte del paradiso, pochi ebbero la pretesa di osservare lo schermo giusto…

 

Il Film promette molte repliche con il permesso sia della giunta che della commissione…

 

La folla delirante ed esultante di paura assiste alla Seconda Scena dell’Atto!




Quando finalmente, andava a dormire, il Giudice istruttore rivedeva passare nell’oscurità tutti i lori visi, visi sconvolti dall’orrore fra due muri crepati, sotto un soffitto umido e gocciolante, vittime di una impresa infernale i cui veri responsabili ‘in alto loco’, rimanevano accuratamente invisibili…

 

Li rivedeva, visi incastrati, loro malgrado in una tela d’acciaio, pesci presi in una robusta rete di crini; se li faceva arrestare non era tanto per loro, quanto per ritrovare, per mezzo loro, i responsabili in alto…

 

Ma ci sarebbe riuscito?!




 O sarebbe caduto anche lui, come quegli alpinisti temerari che vogliono conquistare le cime inviolate, vittima della sua passione per le vette?

 

Ci deve ben essere da qualche parte, si diceva, un rifugio di montagna, un fuoco vicino al quale scaldarmi… Era così sicuro che l’avrebbero cacciato e non più trasferito sia dal domicilio come dall’incarico, giacché il far luce ove regnano le tenebre lo conduce a quel Sogno ricorrente e ben ancorato alla Cima della Roccia, ove la parete liscia lascia scorgere non più il panorama della valle appena salita ma una fossa intera…

 

Se pur ben illuminata negli intervalli che separano un Tramonto dall’Alba d’una platea allietata per lo spettacolo offerto proiettato a cielo aperto…   




 Nonostante ciò aveva - ed ha ancora - fiducia nella società, proprio per evitare quel vuoto, quel risucchio improvviso di cui gli aguzzini, gli assassini, tutti quelli legati dal muto sottinteso ed assenso di comune accordo scritto nella volontà dell’ordine abdicato all’apparente e falsa applicazione della disciplina - anticamera della dittatura - male peggiore del fascismo… recitare in nome della Terra la scena finale scritta nel patto di Sangue…

 

Versare sangue innocente ed immolare l’agnello sacrificale!

 

Come devono essere marce le acque, pensava, affinché regni un tale caos!




 Nell’acqua pura – questa espressione gli piaceva – i vuoti si ricolmano automaticamente, le molecole di acqua, cellule viventi, riflessi immediati del cielo si riformano come nel cervello degli adolescenti. Ma i nostri adolescenti sono troppo immersi in un sogno drogato quanto alcolico per scorgerne la primitiva bellezza. Lo Stato che vota sicurezza e disciplina impone e semina tale disarmonica incoerenza, in ragione della retta economia che così nella nebbia li governa, e nel campo semina e tutela in tacito silente invisibile accordo armato il papavero per ciò che ne deriverà all’acciaio del blindato…

 

Bastano poche parole lanciate e scagliate come sassi nelle acque fangose – tale è la Società che lui serviva – perché dal buco si sprigionasse un odore peggiore di una carogna.

 

A volte o troppo spesso è preso dalla Nausea!




 A bordo, tutto, dal cibo agli svaghi, dal comandante fino all’ultimo meccanico, gli faceva venir voglia di vomitare.

 

La nave è vecchia.

 

La nave è di nuova ancorata in ugual porto.

 

La nave marcia naviga pur con le vele al vento d’un mare appestato, il comandante come un eterno Achab si affaccia ad annunziare una nuova alba abdicata ad una bufera - premessa e promessa - del blindato acciaio armato.




 Proclama l’ultimo fotogramma prima dei titoli di coda con tutta la corte assisa alla loggia lenta scorrere per il miracolo recitato - effetti speciali ben regolati e modulati non fanno la propria comparsa viaggiano ad onde medie di invisibile costante frequenza in regolare ciclica orbita per l’intero Universo ora di nuovo fondato – Lucifero ha scalciato il Gesuita…

 

Il Teatro ora gira a tempo spalmato su uno schermo piatto a portata di palmare, la coda della bestia non sazia li divora ancora, qualche lancia s’affaccia da una Finestra in perenne burrasca…  

 

L’intera esultante platea nell’imminente disastro, colto e coronato da un fragoroso applauso simile ad una boato forse un enorme petardo, si volta verso il Piano (pre)stabilito pur non scorgendo la Scena intera…

 

(Z, l’orgia del potere)    








 

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