giuliano

mercoledì 2 settembre 2020

IL LUNGO VIAGGIO DELLA NOSTRA ANIMA (6)

 






















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Si sentiva sulle spalle il peso sempre più opprimente delle pratiche…

 

Non era che al principio della sua carriera e ardeva dal desiderio di servire la Verità e mai il potere precostituito privato della logica del Diritto imporre la propria fallace dimensione. Non avrebbe mai asservito e tanto meno si sarebbe prestato al facile inganno della dittatura, la quale pretende la cosiddetta Verità di Stato per il ‘colpo’ finale offerto nell’offesa spacciata per difesa, in ogni luogo nazione ed impero ove regna l’apparente democratica scelta comporre l’arbitrio ingannato.

 

Questo scempio lo avrebbe scoperto con orrore (pari alla vista di un dinosauro) qualche mese più tardi, quando qualcuno cadrà per gli stessi principi a conferma della morale corrotta, e lo Stato difendere, dal più basso al più alto livello, la menzogna spacciata per accreditata comprovata inoppugnabile Verità certa.




 …La Verità deve emergere dall’onda di questo ed ogni inganno anche se il mare irrimediabilmente inquinato, anche se il tempo così naufragato sopravvive a stento per ogni Ciclope alla propria ed altrui kaverna di potere assetato ed affamato di uomini e naufraghi; solo i dardi dei veri Elementi potranno ristabilire l’ordine perso, Nessuno li ha scagliati nell’occhio vigile del potere ardere di accecata offesa per ogni Verità da…

 

Nessun detta…

 

 La minaccia l’intimidazione e la calunnia asservite al potere dispensato in questo odierno improprio tempo compiere acrobatiche prestazioni da circo ammaestrate da false congiunte dichiarazioni, sincronizzate e rafforzate con  bombe ad orologeria, con la paradossale opposta condizione finale d’ogni dittatura la quale offre ed impone la logica della violenza dichiarandosi offesa: colpire il debole, la verità, il diritto, l’uguaglianza, il libero arbitrio, per poi dirsi indignata e aggredita nei principi regolatori del futuro antico Stato coniato nella falsa moneta, populista e nazionalista.




Populismo e nazionalismo non meno della futura dittatura asservita da buffoni e ciarlatani sotto ugual tendone in ogni rurale città approdato, congiunti e legati da reciproci accordi e compromessi di sangue appestato ed ulcerato dal male antico dell’intolleranza, o peggio, dall’inganno e ricatto affini al presunto interesse del potere…

 

…Quindi sapeva bene il meccanismo che muove e sfama l’inganno della Storia scritta nel rischio senza più nessuna sicurezza, pur richiamando ogni motto a questa; ogni inganno dalla storia dispensato in frammentati atti acrobatici da circo ben recitato.

 

Sapeva anche che erano e sono più pericolosi e al di sopra della ‘mafia’, quella con la quale tali principi sovvertiti nei reali meccanismi del diritto trovano fertile comune terreno e sodalizio, coltivato tutelato e preservato dall’humus virale del batterio infettare la Terra natia.




 …Quando la Terra e con lei ogni più concreto Elemento irrimediabilmente compromesso nel principio regolatore di cui gli stessi distillano il quotidiano inganno associato al terrore, preservandola dalla ‘cura’ di cui il più accreditato medico e non certo ciarlatano, seminare il diritto alla vita violata da ugual peste, se pur preventivamente e simmetricamente, in medesimo ‘campo’,… estirpata… come una batterio dal bracciante di Stato…  

 

La paradossale non meno della dovuta interpretazione della ‘cura’ di cui ogni fertile terreno giace alla morta condizione del tempo e della materia irrimediabilmente fermo ed immune della Verità non solo del ‘sano’ progresso, accompagnata dalla Memoria la quale dovrebbe evolverne la Storia; e l’appestato dal quotidiano veleno ben coltivato morire lentamente tutte le morti della stessa identica Storia in ugual fossa ove i morti non possono e debbono testimoniarne la Verità rimossa dal bracciante di Stato…

 

Ogni zolla di terreno su cui cresciutala la pianta malata e rimossa!

 

Ogni lapide rovesciata!




 Ogni fossa riportare alla luce scheletri di verità celata offesa e martoriata, bollata come ‘eretica dottrina’ abdicata all’ortodossia di cui ogni Stato (e Dio) vilipeso nella propria purezza sul quale troneggia solenne antico giuramento e segreto patto…

 

Da quando ogni Re incoronato!

 

Da quando ogni presidente e dittatore mancato giura la propria (in)fedeltà nel motto coniato in nome e per conto della futura moneta divenuta Verbo e Libro su cui scrivere ogni guerra…

 

…Allevare nel proprio altrui giardino il più truce serpente…  




 La pretesa dell’ordine civile si sposa con il suo opposto fornendo distorta ‘asimmetrica-anamorfica’ prospettiva non affine alla vita, il potere fondato nella velata (o concreta reclamata seminata) futura dittatura a favore dell’insana corrotta economia.

 

…La Verità offerta d’ogni superiore Natura nel progressivo disfacimento ci confermano l’odierna raccolto su codesto campo così coltivato…

 

Il giudice sapeva bene che il potere mondiale regolato dall’insana corrotta economia, si muove - a determinati livelli - su questo principio regolatore divenuto slogan politico e poi enunciato.




 L’antica ‘formula’ su cui fondare l’oppio al popolo offerto curare il male seminato!  

 

Quarto Quinto Sesto grado e simmetrico livello di mafia e potere coniugati ed istituzionalizzati a beneficio della guerra preventiva, difendere l’offesa ‘coltivata’ spacciata per difesa.

 

Tutto ciò non gli era estraneo!

 

Tutto ciò, sapeva, costituisce i principi basilari non tanto della democrazia nell’Impero fondata… per poi essere assassinata; semmai il meccanismo di come questo può e debba governare con l’inganno l’altrui fallace intendimento attraverso la distorta ed impropria immagine quotidianamente offerta… in similari gradi di potere rappresentato…




 …La Verità in questo insano meccanismo non ha vita facile, attori e trafficanti, faccendieri e gente senza scrupolo alcuno, ricattati e ricattatori, picchiatori picchiati, estremisti e fascisti moderati da opposti sensi di ugual marcia, costituiscono le passate quanto odierne comparse del regime…

 

…Riciclati e comprati dal potere nel pieno del proprio esercizio, muoversi in questa grande scacchiera ove la ‘massa’ assume grandezza ed ‘unico atto’ da palcoscenico, ed ove ogni ‘pedina’ ogni ‘attore’ ogni ‘comparsa’ assume un globale ‘ruolo’, racchiusa nel beneficio della metropoli fondata su un fertile campo ben coltivato; costantemente disegnata e calcolata nell’improprio ‘piano regolatore’ con il beneficio del quotidiano veleno offerto, e concimata dalla moltitudine dalla platea dei morti senza più né vita né vista, privati del senso, o ancor peggio, di tutta la messinscena che dietro le quinte tale regia, regola celebra muove ed interpreta siffatta sceneggiatura, celata e scritta nelle mute immobili pietrificate ossa del Tempo numerato…

 

Erigerne il colonnato del grande Teatro dispensato…




Si confondono ed amalgamo fino ad un ‘humus’ invisibile di magma e materia ove ogni inganno pianificato e pietrificato quale ingresso adornato con pregiato marmo nell’immutabile scopo, varcato e marciato, nella difesa eretta, fin da quando cioè, le antiche ‘fondamenta’ solidificate e stratificate in ciò di cui la futura Terra formata nell’involuto palcoscenico della crosta per ogni Tempesta rappresentata…

 

 …Ma il caso che gli avevano completamente affidato – almeno a questo primo livello – stava assumendo le dimensioni di una valanga vera e propria scaturita dal fuoco della Terra. Via via che i giorni passavano, l’istruttoria diventava più difficile. Il giudice non aveva più a che fare con uno o due colpevoli: erano decine. Eppure non poteva incriminare la società intera, tutto un regime!




Per riuscire nel suo compito doveva dar battaglia a piccole tappe, guadagnare terreno metro per metro, attaccando prima i punti più vulnerabili.

 

Ormai era sicuro di una cosa: la città intera era implicata e complice nel delitto.

 

Qualunque pietra sollevasse, a qualsiasi porta bussasse, era sicuro di trovarci sotto o dietro un legame più o meno stretto con il caso. Non avrebbe mai potuto immaginare che tanti individui, apparentemente senza rapporto gli uni con gli altri, potessero convergere in un caso del genere e che sotto questa crosta di legalità, esistesse un meccanismo illegale perfettamente organizzato che obbediva alle leggi delle tenebre.




 La sua mano si sporcava a qualsiasi punto si attaccasse, non sapeva più se avrebbe potuto reggere in fondo. Non temeva per la sua vita, ma vedeva allargarsi l’abisso fra lui e gli altri. Sbrogliandosi, il caso diventava sempre più spinoso, il giudice ci si feriva.

 

Ogni uniforme nascondeva una vipera addormentata!

 

Era possibile tanto marciume?

 

Senza voler fare il teorico, era costretto a constatare che ci doveva essere qualcosa di marcio in una società del genere, perché tanti suoi membri fossero coinvolti in un assassinio che in fin dei conti avrebbe potuto fare a meno di tante complicazioni.




Era estate.

 

Imperversava un caldo insopportabile, appesantito in più dall’umidità del golfo di Salonicco. Lui sarebbe dovuto andare in vacanza, domandò ai superiori di poter cancellare le sue ferie per quell’anno: non poteva lasciare tante fila in sospeso. Bisognava arrivare ad una conclusione. Perché dovevano pagare solo gli analfabeti, i macachi e le larve e non certe eminenze e certi notabili della razza dei pachidermi?

 

…Certo rischiava il posto a forza di provocarli in quel modo, seppur invisibili ogni tanto richiamati dalle divise facevano la loro comparsa, fugace comparsa comandata per distillare l’intimidazione, per distillare la difesa in ragione dell’aggressione quotidianamente offerta…

 

Quindi staccava con grande attenzione la garza dalla piaga infetta, sapeva di avere tutto a portata di mano, e quella mano aveva deciso di non esitare davanti a niente e a nessuno, anche se avrebbero intimidito confuso calunniato ingannato deriso…




 Sentiva su di sé gli sguardi di tutta la Grecia!

 

Tutti si aspettavano che cacciasse il serpente dal suo buco, ma il serpente è talmente enorme che una volta tirato fuori di là, c’era il rischio che il buco inghiottisse tutta la terra. Si ricordava la sua gioia quando era stato nominato, s’immaginava che fosse una grande città, oggi gli sembrava la peggiore delle province.

 

Le persone non lo salutavano più, gli parlavano freddamente, vedevano un difensore, in lui, non un accusatore, non potevano ammettere che i membri eminenti della società, pilastri del regime, fossero sospettati da un giovane giudice istruttore senza importanza.

(v. v. Z l'orgia del potere)









 

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