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Ciò che ci stupisce (parlo al plurale giacché non mi sento solo ma accompagnato dallo Fede
che manca all’uomo, sì è vero! ho un basso indice di ascolto e gradimento, mi
odono solo quando rispondo ad ogni loro infamia e calunnia; parlo al plurale mio
buon Signore che mi ode e ascolta, accompagnato al vero Ideale di come intendere le
cose per ciò che mi hai insegnato, superiori alle materiali - dicono e ciarlano più ‘concrete’
-, anche Spirituali - oltre quelle - che danno come altrettanto scontate, -
Filosofi Dotti e Saccenti - fuori o dentro la Chiesa…, come e per l’appunto la Fede
che li unisce e sostiene, oltre mi par chiaro, circa il buon Dio tanto pregato di
cui ognuno al meglio s’intende… soprattutto dall’italiano… dall’italiano verro
si intende!…) è scorgere dinnanzi alla quotidiana Danza Macabra della Morte che compie e mantiene risoluta, nel bene
o nel male, il proprio secolar passo, ci siano ad attenderla e vegliarla
aspiranti cadaveri danzanti di serie A e B, per non accennare quelli che
occupano la più disagiata classe C o comune stiva senza nome né motto!
Dicevo… e parlo con me medesimo si intende, circa questo ed ogni Impero e picciolo paese, ove regna l’amore per il Dio denaro e la poltrona per meglio rubarlo, come non si possa provare dovuta attenzione per un episodio seppur molto lontano, per chi accecato da ugual Dio o Lucifero (pregato!), ma vicino, troppo vicino… di una Montagna che accenna un sofferente collasso per oscure Ragioni ancora da capire e stabilire (riflesse nella stessa capacità d'intendere e volere), da esser appena nominato,… senza prima aver udito il Grande Capo!
Oscure ad
ogni Dio dell’Olimpo!
Forse più 'distinte' per il loro Dio pregato!
O Grande Capo appena detto e mai da me nominato, non vorrei finire nelle ire Tridimensionali ove osservato e poi confinato ad ugual medesimo Teschio.
Mi dicono
dal geometra Triangolato che ancor disgiunta la Primavera.
Per cui
attendiamo soccorso Divino, o per Bacco!
Che la
chiara lucida pronta Informazione digitalizzata o su pregiata carta stampata, (ove
furono coniate anche le più famose Tavole di Dio ora in attesa dell’Olimpo
oltre Cortina) accorta ed attenta per il mignolo del nuovo primo ministro, per
le mutandine alla moda della valletta, per il pettegolezzo più basso e
meschino, per il Sovrano e chi al meglio o al peggio lo avversa, per le
splendide pagine lette con ardore, per Vecchi e nuovi Testamenti di potere
riunito, per tutto l’intero palcoscenico della Scala posta alla più famosa
(oltre) Cortina, non si sia presa la briga per una comune Tragedia Olimpica!
I morti evidentemente non sono tutti uguali: ovvero quando viene il nostro e loro turno, si badi bene c’è sempre un turno e doppio turno da attendere e non solo dall’Ospataliere giacché chi parla vien detto Carbonaro, per chi raccomandato e se pur ha peccato, come le dolenti note del Poeta rimembrano, può contare sull’eterno perdono terreno sempre che abbia lasciato, prima di entravi generosa offerta, e mai sia detta bustarella.
Così il Pater semper Eterno, cioè il Padre
pregato da Cortina da un bel Pezzo, fino allo mare della più famosa Genova (la
qual ha affogato lo proprio capitano), può dispensare all’Europeo non ancor
imbarcato o approdato, nell’Oceano di un cielo naufragato, terreno paradiso,
purgato dell’Inferno ove i morti di tanti troppi Dèi assisi ed albergati in più
alte Valli e Cime, vengono ammucchiati alla distrazione fors’anche non curanza
non affine alla Cima congiunta cui l’intero popolo legato alla corda sull’Orto…
Che sia perdonato poverino il Dio innominato ed ancora risentito, potrebbe compiere una strage senza clemenza alcuna, mi par il caso quindi che in queste Valli e Cime che non sia neppur nominato…
Quindi dicevo, almeno che non siamo tutti alpinisti per
andar a cantare Lodi Eterne ad eterno suffragio del Dio denaro, parlando di
spigoli, torri, vie, crepacci e punti con annessi Cardinali, chiodi e armenti, e
putti in composta fila, in questo delirio non del tutto affogato per sperare di
venir salvati dalla Compagnia, la quale vigila dopo averlo pregato e raccolto per ogni Cima, ed ogni attento
lettore seguirne la grande acrobazia la grande evoluzione… dell’alpinista
ispirato in lode al Denaro!
Il povero portatore da basso, il povero contadino, il credente, colui non ancor naufragato bensì salvato tradotto e convertito dal Verbo dato della somma del chiodo posto, in attesa anche lui della morte e non del tutto e sufficientemente illuminato, giacché circa la Luce della Ragione regna fitto mistero terreno, al buio della meschina esistenza, non può neppur sperare di essere ricordato, come i tanti eroi inciampati su uno spigolo su una piccozza su un assegno … in bianco…
Non può
esser rimembrato - neppure se per questo - salvato o accennato mentre
precipitato nel fondo della grotta, ove il Dio congiuntamente pregato non conosce
né perdono né la dovuta attenzione, il futuro pargolo cristiano di nome non sappiamo per qual
fatto, sta ammirando le acrobazie della Dea: si avvinghia su ugual identico
monte, contempla la più bella discesa, il trampolino ove dispenserà Verbo, e
poi quando stufo di tutto questo, il Pargolo ex putto di Ave e Maria associati,
entra in amletico mistico conflitto parte per la Cima di un diverso Dio.
Lo vediamo ancora, non più danzante con la Dea Cibele, ma incamminato verso l’onore della propria Via Crucis per il più famoso spigolo, giacché da uno spigolo terreno e accatastato proviene, con l’utilizzo dell’eterno chiodo in nome e per conto del Dio denaro.
Noi che
viviamo in palafitte e caverne senza spigoli alcuni ogni tanto il Fiume ci
passa ed attraversa talvolta di traverso da parte a parte, siamo una sol cosa con Madre Natura.
Così come ebbi a meditare in attesa che in codesta
mia confessione offerta al maresciallo neppure carbonaro, in attesa che
l’inoltri, e di venir rinchiuso nel Girone dei dannati, di quelli cioè senza
Dio alcuno, Esiliato oltretutto dal loro Pater senza neppur nuovo o antico
testamento ove attingere risorsa per l’inverno; in attesa dicevo, di esser
arrestato.
Io che non ebbi a cantare - testimone Santo Remo - le gesta e prodezza di santa Cortina giacché non ho più il potere divino della Parabola. Al contrario di Cortina troppo piccolina e meschina, che da un bel Pezzo ci osserva e medita punizione olimpica o olimpica condizione, sono stordito la vista si annebbia scorgo Dei sul vasto altopiano ove non ancor risucchiato.
Mentre giù
da basso urlano ed imprecano, sono quelli dimenticati da ogni Dio, dimorano
dalle alte Cime e Vette, fino all’Africa equatoriale, muoiono senza esser
pregati neppure contati. Formano il prefisso con solo lo zero! Dimorano dall'alto al
medio oriente vengono uditi ed intercettati, per chi distingue rette e
parallele, per chi meglio di me sa fare di numero e moltiplicare i denari, ed
Io che sono poco in uso con barometri e giusti orientamenti, dacché come la
Bestia con cui mi accompagno ed insegna, riesco ad orientarmi meglio di
costoro, giacché sono un tutt’Uno con il mio Dio umiliato.
Ogni tanto, sì è vero, ci perdiamo, imprechiamo e malediciamo il mondo intero, solo per ricordare che non fummo e siamo i soli in queste spiacevoli e non gradite Eresie.
Attendiamo la nostra Primavera da Carbonari vestiti e non certo mascherati, se per Carbonaro intendono colui che sa’ apostrofare al muso di tanta arroganza la qual fuggiamo, la Verità del nostro Dio perseguitato…
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