EPILOGO CON LO STRANIERO
Prosegue con la confessione
completa [7/1]
L’odierna
Grande Notizia sia questa in merito allo ‘Straniero
Sconosciuto Smemorato’ inerente alla sua ed altrui Storia quale specchio
nonché paradossale condizione d’unanime Memoria persa, necessita d’un
costruttivo e dovuto e simmetrico Ragionamento circa, non solo lo ‘Sconosciuto-Straniero’,
ma anche in ciò che giornalmente viene dispensato in motivo della suddetta
Memoria rinnovata - fors’anche ciarlata - con abile arte ‘cortigiana’ o da -
‘cortigianeria’ -, neppur degna di una degradata fiera o cortile di palazzo…
…E ciò che
pur rimembrato alla Selva ove esiliati in codesto tempo dimenticato, oppure ben
rimembrato, in compagnia di più nobile Genio fuggito anche lui dal palato di
una nutrita corte, giacché esser fedeli ‘mastri di corte’ richiede il beneficio
della ‘smemoratezza’ camuffata per nuova dottrina politico-economica, ed in cui
la fiera del populismo rinnova la grande dottrina dell’intolleranza mascherata da cultura
innestata come vitale linfa della simmetrica e ancor più deleteria Dottrina
Economica.
Se non
fosse in questo diverbio antico alla Taverna ove indistintamente ognun cerca il
giusto Dionisio in compagnia di Bacco…, per rinnovare l’antico scellerato patto
ove si cimenta e consuma l’arte del ruminato accento lanciato alla sfrenata
‘corsa’ nella ricerca della più libera parola con cui saziare il Dialogo
nella Dialettica con si cimenta e rinnova la Lingua dell’Intelletto; l’accento comporre
più prestigiosa ‘Giostra’ ai danni della povera fiera perseguitata o cacciata,
ma non certo quel che si suol nominare… Giustizia di cui il regnante-sovrano -
distinguendosi - può esser altrettanto fiero della propria tavolata così coronata
nonché imbandita che non sia più cacciagione sfamare, o peggio, dissetare l’arte
dell’impropria conquista…
Cioè, mi spiego, cerco di tradurre l’amletico conflitto o diverbio, o tragicomica qual opera al medesimo teatro e taverna inscenata…, giacché sembra che abbiano dimenticato ove, in verità e per il vero, ragione intelletto (e con loro sana ricchezza) e decoro, fuori e dentro ogni palazzo ove esposto cotal araldo con stemma e simbolo della famiglia per ogni porta procedere verso l’osteria…, risieda… per compiere secolare e più dignitoso banchetto o opera (dipende molto dallo stile con cui nutrita quest’arte di presiedere ugual tavolata) e non certo ‘sceneggiatura’ al palcoscenico della stessa, nutrita con più sobria umile tolleranza distinguendosi nella virtù, e non certo abile raggiro…
Sicché in
motivo della falsa ragione rappresentata elevata impropriamente a nuovo mito in
ciò che a qualcuno, ‘controllore non controllato’, par comodo per suo
‘triplice’ diletto e non solo universale intrattenimento, rappresentare - al
meglio o al peggio - della manipolata Memoria destituita, o meglio digerita e
ancor più saporita, quando arrivata o approdata ancor viva….
Dimenticando
il soggetto della sostanza (che non sia solo falsa ricchezza) ritratta per cui
nata più nobile vista trascurata e sullo sfondo sprofondata, conferire il
tratto della ditta intendiamo…, a cui appartiene l’opera commissionata tacendo
le giostrate manovrate gare e tinte, nonché gli accenti della mancata o
eccessiva tempera della dovuta consistenza che lo motiva giustifica ed espone
agli eccessi della rifugiata Cima…, la quale ogni campagna e fiera di piazza
incoraggia alla sempre più elevata conquista sino alla più nota Piazza Rossa…
accompagnata dall’altrettanto immancabile pizza…
Così la
nuova Gnosi figlia di nessun Genio, con l’assolutistica mediatica pretesa di
poter coltivare la globale Libera Espressione e con essa il Libero Arbitrio ben
conteso divenendo ugual Dio, aspira e ispira l’antica tirannica dottrina
mascherata per democratica scelta accompagnata all’indomito globalizzato
centauro della Tri-plan, l’onnipresente dinosauro dalla medesima Compagnia e/o
classe energetica, dalle gelide steppe della Siberia esportato sino alla
migrata, ascesa o discesa olimpica, …della sempre fertile america…
Dagli
antichi ‘atti tempi e secoli’ mai oltrepassati, seppur da ognun in odor di
‘proprietà privata’…
(ovvero tutti coloro che privano dell’altrui facoltà di parola e libero arbitrio rendendolo, o peggio, restituendolo come ‘vincolo privato ed esclusivo’, e dove neppur il ‘passaggio’ - o paesaggio parente stretto - ammesso e concesso [sembrerebbe solo l’antico pedaggio di confine come in terra sicula ma hora in quest’hora divenuta padana, richiesto a nostra insaputa da cui l’oneroso obolo parente di Denaro…], sino alla più definitiva e acquisita ascesa nell’anima albergata in maggiore ricchezza di materia così acquisita, circa la detta ‘proprietà privata’ in difetto - e/o eccesso - con accento interpretativo, e in perenne difetto del principio costitutivo incarnato in cui l’ideale pubblico, o meglio Idea e libero Pensiero scritto e sancito nel successivo Diritto, la rende oggetto e soggetto ‘privato’, conseguente al ‘passaggio’ qual atto notarile acquisito in Ragione del libero commercio posto in codesto coscienzioso merito [o totale incapacità] di ricchezza all’anima capace di tal sottile e più fine intendimento, privando l’intera Genio della Natura del vincolo, non solo dello Spirito in cui fondato ogni più elevato genio costituire il proprio regno, ma con esso Memoria decoro che lo celebrano e distinguono...
E spacciandolo per ciò di cui il sacrificio e il sacrificato si riconoscono nell’oblio infinito di un diverso simbolo posto, per taluni o tutti in questi secoli bui solo una addizione un addendo [e/o reddito conferito dalla summa non dichiarata], per tutti gli altri e/o solo più sfortunati, solo una croce [con riserva di esposizione in votata e più accertata dottrina]; l’enunciato non muta le condizioni dell’ ‘espressione’ del disgraziato profeta sempre perseguitato…, con la scusa dell’ortodossa eresia poco gradita e ponendo il principio d’animata ricchezza del Feudo longo-bardo sino alla cima del Golgota…
…Bardata
con summa gloria!
Terre severamente
recintate… o confinate, sempre terre conquistate e da conquistare ancora, ma
quantunque varcate e rinnovate in Rima di rimando giammai gradita, ogni tanto
infatti… o troppo spesso…, qual più certa conferma nell’esserci ancora in
questo mondo fuggito o oltrepassato di fretta e consumato dal Libero Arbitrio,
da Ognun e Nessuno platealmente ciarlato alla commossa platea, seppur in
segreto sempre come allora perseguitato, …udiamo e apostrofiamo in codesto
tempo detto o nominato del progresso:
Si badi bene, lor Signori e cortigiani di questa corte o corteo della morte, nessuno ha udito la Parola dell’Eretico, o ancor peggio, l’Idea così privata della sua Natura, varcare il Sentiero elettrificato o celebro-leso ove oggi come ieri ogni Coscienza perseguitata… giacché il dover dire torturata mi sembrerebbe chiamarli per nome, e codesti Signori sono delicati e s’offendono di fretta mentre consegnano la loro dottrina alla morte per il beneficio del dovuto traffico del pedaggio [prepagato]… che assomma la croce della protetta privata ricchezza…
(Giuliano)
Nessun commento:
Posta un commento