giuliano

domenica 5 novembre 2017

LO SCIAMANO AUA (32)







































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... Con tale forza che tutte le ossa della foca si rompono uscendo attraverso la pelle e il grasso’.
Aua stesso un giorno aveva visto un orso avvicinarsi di soppiatto a un branco di trichechi addormentati. Teneva fra le zampe anteriori un massiccio blocco di ghiaccio e si nascondeva continuamente dietro i lastroni d ghiaccio accavallati, in modo che il suo corpo giallo non fosse mai visibile ai trichechi. Se si muovevano rimaneva sdraiato immobile, tutt’uno con le lastre di ghiaccio, ma non appena si calmavano cominciava di nuovo a strisciare avanti, alto sulle zampe posteriori. Infine scelse con cura un tricheco molto giovane e gli lanciò il blocco di ghiaccio con tale forza che quello rimase tramortito, mentre tutti gli altri si gettavano in acqua…..
… Avevamo festeggiato la cattura del tricheco con un banchetto, poi io ed Aua ci eravamo seduti sul giaciglio e rimanemmo lì a fumare la pipa. Gli altri abitanti della casa stavano sdraiati intorno a noi, perché Aua mi aveva dato il permesso di chiedere tutto ciò che volevo…. Ed io iniziai, impaziente: ‘Dove vanno gli uomini quando muoiono?’.




‘Alcuni vanno in cielo e diventano ‘uvlormiut’, il popolo del giorno. Il loro paese è nella direzione in cui nasce il giorno. Altri vanno sotto il mare, dove c’è una terra sottile che ha il mare da entrambi i lati. Questi vengono chiamati ‘qimiujarmuit’, il popolo della lingua stretta. Nel paese del giorno risorgono solo le persone che perdono la vita per sventura, per annegamento o omicidio. E’ un grande paese con molte renne. Si sta bene e c’è molta gioia, si gioca quasi sempre a palla, con i piedi, in gruppi che ridono e cantano, e giocano col cranio di un tricheco. Quando i morti giocano a palla in cielo, sulla terra si vede una luminosa aurora boreale.
I grandi sciamani fanno spesso visita al popolo del giorno. Quando devono fare un viaggio spirituale come quello, si siedono in fondo al giaciglio, dove una tenda di pelle di renna li nasconde alle persone riunite nell’abitazione. Devono avere le mani legate dietro e la testa legata alle ginocchia. Non appena sono terminati tutti i preparativi, sulla punta di un coltello viene presa una brace dalla lampada a grasso e viene portata sopra la loro testa disegnando dei cerchi in aria, e tutti coloro che assistono al volo devono dire forte in coro: ‘Venite a prendere colui che deve andare in visita!’. Poi si spengono le lampade e tutti chiudono gli occhi. Così si rimane a lungo in profondo silenzio, ma dopo un istante si cominciano a sentire dei suoni strani, si sentono dei sibili che provengono dall’alto, ronzii e fischi, e poi dopo lo sciamano interviene improvvisamente e grida con tutte le forze: ‘Halala-halalalé-halala-halalalé!’. E subito tutti devono gridare:’Alé-alé-alé!’. Poi un sibilo attraversa l’igloo e tutti sanno che ora si è creata un’apertura per l’anima dello sciamano, un’apertura che è rotonda e stretta come il foro di respirazione di una foca, e attraverso quell'apertura l’anima dello sciamano vola in cielo, aiutata da tutte le stelle che un tempo erano persone.




Salgono e scendono attraverso l’apertura dell’anima per mantenerla aperta per lo sciamano; alcune scendono, altre volano su, e tutta l’aria risuona di fischi… sono le stelle che fischiano all’anima dello sciamano, e ora la gente di casa deve provare a indovinare i loro nomi umani, il nome che avevano quando vivevano sulla terra. Se ci riescono si sentono due brevi fischi, e poi un sottile suono stridulo che si perde in cielo.
C’è sempre una grande gioia quando uno sciamano va in visita nel paese del giorno. Subito tutte le anime escono dalle loro dimore. Ma le abitazioni non hanno cunicolo, non hanno entrata o uscita, e perciò le anime escono dovunque gli capiti, attraverso la parete, attraverso il tetto. Attraversano la casa, e sebbene sia possibile vederle, non sono nulla, in loro non c’è materia e perciò nemmeno buchi sulle case nel punto in cui escono. E corrono verso chi arriva, contente di rendergli omaggio, contente di dargli il benvenuto, perché credono che sia l’anima di un uomo morto come loro.




Solo quando lui dice: ‘Io sono in carne e ossa’ tornano indietro deluse. Quando lo sciamano si è divertito un po’ fra tutti i defunti felici, torna di nuovo a casa dai suoi compagni di insediamento, stanco e affamato, per raccontare tutto ciò che gli è capitato. Nel paese della lingua di terra stretta vanno tutte le persone che muoiono di morte naturale, di malattia, in casa o nella tenda. E’ un grande paese sul mare aperto, dove si caccia ogni tipo di animale marino. Anche qui lo sciamano può andare in visita, ma sono solo viaggi di piacere. Dei viaggi con scopi particolari sono invece quelli che portano giù dal grande spirito del mare, quando lo spirito custodisce con troppa avarizia le proprie foche, al punto che gli esseri umani soffrono di stenti. I preparativi di una discesa come quella sono più o meno gli stessi del viaggio nel paese del giorno. Tutte le lampade di casa vengono spente, si sentono solo ansimare e sospirare persone morte da tempo. Questi sospiri risuonano come gli spiriti fossero nell’acqua, nel mare, come animali marini, e si sente uno sguazzare e soffiare  di animali che respirano. ora tutti in casa intonano una canzone per gli spiriti e continuano a ripeterla: ‘Protendiamo le mani per aiutarti a salire,/ siamo senza cibo, senza prede!/ Protendiamo le mani…’.




Per i grandi sciamani si apre ora una strada attraverso la terra, quasi come un tubo verso il fondo del mare. Così scendono nella dimora dello spirito del mare, che è come la casa di una persona normale. Però non c’è il tetto e davanti è completamente aperta affinché lo spirito, dal suo posto accanto alla lampada, possa tenere d’occhio facilmente gli insediamenti degli uomini. Tutte le prede del mondo – foche, foche barbate, trichechi e balene – sono riunite a destra della sua lampada in un buco nel ghiaccio, dove stanno lì a respirare. Di traverso sopra lo stretto ingresso c’è un grosso cane rabbioso che dev’essere allontanato prima che lo sciamano possa entrare. Quando entra può capitare che il grande spirito del mare, la madre degli animali marini, sieda – come segno della sua ira – con le spalle alla lampada e a tutte le prede che altrimenti manda dagli uomini.
Ha i capelli spettinati e arruffati, un aspetto terribile, ma lo sciamano deve afferrarla subito per una spalla e girarle il volto verso la lampada e le prede, poi deve carezzarle i capelli e lisciarli premurosamente dicendo: ‘Quelli lassù non riescono a prendere foche’. A questo lo spirito del mare risponde: ‘Sono le loro trasgressioni a sbarrare la strada’....

(K. Rasmussen, Il grande viaggio in slitta)



















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