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L'arte della menzogna (politica)
Si divertirebbe molto in questa città un uomo dotato del potere di vedere le menzogne, come gli scozzesi con i fantasmi. Che spasso ne trarrebbe a osservarne le diverse forme, dimensioni e colori: sciami di menzogne che ronzano attorno alla testa della gente come mosche d’estate nelle orecchie dei cavalli, legioni di menzogne che ogni pomeriggio nella zona della Borsa si agitano fino al punto di offuscare l’aria attorno a gruppi di persone eminenti e scontente, prima di venire diffuse in gran quantità durante le elezioni.
Vi è un punto essenziale in cui il bugiardo politico si distingue dagli
altri esperti di quest’arte: egli necessita di breve memoria, essenziale alle
diverse circostanze in cui si ritrova, e a seconda dell’inclinazione della
persona nella quale si imbatte, per smentirsi o giurare su entrambi i lati di
una contraddizione.
Quando si descrivono le virtù e i vizi dell’umanità è certamente utile
avere a portata di mano qualche personaggio eminente su cui ricalcare la
descrizione. Ho osservato attentamente questa regola e l’immaginazione ha
richiamato alla mia memoria un certo grand’uomo, sommo esponente di quest’arte.
Attraverso una pratica ventennale e costante, costui si è guadagnato la
reputazione di mente più fine d’Inghilterra (una delle tante nazioni…) nella
gestione degli affari pubblici; la superiorità del suo ‘genio’ consiste in un
fondo inesauribile di menzogne (che si accalcano di ora in ora, di giorno in
giorno, in una soluzione di sfida alle ragioni della verità e del tempo dove la
verità dovrebbe regnare… ma dove il tempo il misero tempo della menzogna
prospera nel Secondo regno del suo 'ricco' e meschino Creato…) politiche (e
non..) che dissemina copiosamente ogni qual volta apre bocca e che, con una
generosità senza precedenti, dimentica nella mezz’ora che segue,
contraddicendosi.
Costui (più bestia che uomo, senza recar offesa a primi da cui discende…)
non si è mai chiesto se un’affermazione fosse vera o falsa ma solo se fosse
opportuno affermarla o negarla a seconda della circostanza e del suo
interlocutore; se pensate quindi di ragionare sulle sue osservazioni cercando
di interpretarle, giacché vi pare vero il contrario, dovrete riflettere a lungo
e ne uscirete sconfitti; che gli crediate o no, l’unico rimedio è di supporre
di aver udito suoni inarticolati e privi di significato.
Questo vi risparmierà lo sdegno dinanzi ai giuramenti sacri che inserisce
(con l’aiuto anche di strani testimoni…) all’inizio e alla fine di ogni sua
proposizione, sebbene non creda che possa essere accusato di spergiuro verso
Dio o Cristo dal momento che ha ammesso pubblicamente di non credere né all’uno
né all’altro (nel momento in cui convinto della sua ‘superiore verità’: la
menzogna…).
Qualcuno potrebbe pensare (e con ‘ragione ragionata’..), ma si sbaglia
di grosso, che un simile talento non sia di grande utilità per chi lo possiede
o per il suo partito, soprattutto se viene praticato tanto a lungo da diventare
dominio pubblico. Sono poche le menzogne, infatti, che portano la firma
dell’autore e il più ignobile nemico della verità è capace di disseminarne a
migliaia senza essere mai scoperto, anzi amato, vezzeggiato, ammirato….
Inoltre, come l’infimo scrittore ha un pubblico di lettori, così il più
grande dei bugiardi ha un pubblico di creduloni; talvolta è sufficiente che la
menzogna venga creduta per un’ora per aver adempiuto il suo dovere (.. ma non
lo dite ai pennivendoli di Stato, cioè a spese dei contribuenti dello Stato…) e quindi essere congedata
oppure dimenticata…. Così, la Menzogna vola via e la Verità arriva zoppicante:
finita la beffa e raggiunto il fine, quando gli uomini arrivano a ricredersi è
ormai troppo tardi (la verità è inchiodata…), come scovare finalmente una buona
battuta dopo che si è passati a un altro discorso oppure la compagnia si è
congedata, o come trovare una cura infallibile dopo il decesso del paziente.
Considerando la naturale predisposizione di molti uomini alla menzogna
e di molti uomini a credervi, mi sono chiesto cosa fare di quella massima che è
spesso sulla bocca della gente, secondo la quale ‘alla fine la Verità prevale’.
Per quasi un ventennio l’isola ha subito l’influenza di istituzioni e persone
il cui unico obiettivo e interesse era ed è quello di corromperne i costumi, la
cultura, accecarne le menti, prosciugarne le ricchezze e danneggiarne sia la
chiesa che lo stato.
Condotti sull’orlo della rovina, per mezzo di perpetui travisamenti
della realtà, non siamo mai stati in grado di distinguere i nemici dagli amici.
Abbiamo visto una gran parte del denaro pubblico finire nelle mani di coloro
che per nascita, istruzione e merito non potevano pretendere nient’altro che
indossare le nostre livree; mentre altri che per credito, qualità e fortuna
avrebbero potuto conferire fama e successo alla rivoluzione, non solo furono
messi da parte e considerati inutili e pericolosi (se non addirittura
‘pazzi’…), ma persino soffocati dallo scandalo dei Giacobini e accusati di
essere uomini dai principi arbitrari e al soldo della Francia, mentre la
Verità, che si dice dimorasse in un pozzo, sembrava sepolta sotto un mucchio di
pietre…..
(J. Swift, L'arte della... menzogna politica)
(J. Swift, L'arte della... menzogna politica)
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