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Cosa è la religione?
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Cosa è la religione? (3)
Paul se la prende moltissimo e comunque non cambia nulla.
Il suo lavoro è del resto estremamente brillante.
Siamo andati di recente insieme a una mostra di pittura dove
c’era una marina di Manet tutta giocata su stupende sfumature di grigio e
di blu: si vedeva in primo piano una barca accanto alla quale stava,
nell'acqua, una forma grigia non immediatamente riconoscibile.
- Quella cosa lì è inammissibile -, ha commentato Paul.
Riconosco che si tratta sì di un modo piuttosto strano di accostarsi
all’arte, ma non per questo del tutto infondato. Nell’arte, come nelle scienze,
ogni particolare va descritto con la massima chiarezza
e attenzione: non c’è posto per il caso.
Tuttavia la religione è qualcosa di più complesso.
Come per Dirac, l’idea di un Dio personale mi è estranea. Dobbiamo però
tener presente che la religione impiega la lingua in modo diverso dalla
scienza: la lingua della religione è, semmai, più vicina a quella della poesia.
E’ vero che siamo portati a credere che la scienza si occupi di
informazioni relative a fatti oggettivi, mentre la poesia tratta
essenzialmente di fatti soggettivi: ne concludiamo quindi che se la religione
vuole occuparsi di verità oggettive bisogna che adotti gli stessi criteri
di verità della scienza.
Ma per parte mia trovo la divisione del mondo in una sfera oggettiva e
una soggettiva operazione troppo arbitraria. Da sempre le religioni hanno
parlato per immagini, per parabole, per paradossi: ciò significa che non
vi è altro modo per riferirsi a quel tipo di realtà cui la religione si
applica. Ciò, naturalmente, non significa che si tratti di una realtà solo
immaginaria. E questo modo di ripartire il reale in una sfera oggettiva e
una soggettiva non credo ci possa portare molto lontano.
Ecco perché sostengo che i progressi compiuti dalla fisica negli ultimi
decenni hanno esercitato un influsso liberatorio sul pensiero: perché hanno
dimostrato che i concetti di ‘soggettivo’ e di ‘oggettivo’ sono oltremodo
problematici.
Tutto comincia con la teoria della relatività.
In passato, dire che due eventi sono simultanei era considerato un
enunciato significativo e oggettivo, comunicabile con facilità e verificabile
da qualsiasi osservatore.
Oggi sappiamo che nel concetto di simultaneità è incluso un aspetto
soggettivo: due eventi che appaiono simultanei a un osservatore in quiete non
sono necessariamente simultanei per un osservatore in movimento.
Tuttavia la teoria della relatività non relativizza integralmente il
reale: è oggettiva in quanto ogni osservatore può dedurre, ricorrendo a
calcoli, che cosa un altro osservatore ha percepito in passato o percepirà in
futuro.
Siamo comunque molto lontani dal concetto classico di descrizione
oggettiva. Questa lontananza si fa ancora maggiore nella meccanica quantistica.
Ancora possiamo impiegare il linguaggio ‘oggettivo’ della fisica classica per
avanzare enunciati relativi ad alcuni fatti osservabili. Possiamo ad esempio
dire che una pellicola fotografica è stata esposta, o che si sono formate
goccioline d’acqua.
Ma sugli atomi non possiamo dire nulla.
E le previsioni che possiamo eventualmente avanzare sulla base di
questa scoperta dipendono dal nostro modo di porci nella situazione: e in
quest’ambito l’osservatore ha la libertà di scelta.
Naturalmente, non fa differenza se l’osservatore sia un uomo, un
animale o una macchina: però non è più possibile avanzare previsioni senza
tener conto dell’osservatore o delle modalità d’osservazione. In questo senso
ogni processo fisico ha un aspetto soggettivo e uno oggettivo.
Oggi sappiamo che il mondo oggettivo della scienza ottocentesca era in
effetti solo una riduzione, una idealizzazione, che non rappresenta tutto il
reale.
E’ probabile che in futuro si dovrà ancora, nell’accostamento al reale,
distinguere tra sfera soggettiva e sfera oggettiva, e tracciare una linea di
separazione tra questi due ambiti. Ma dove esattamente corre questa linea di
separazione dal mondo in cui si guarda alle cose: in una certa misura siamo
liberi di stabilire questo confine. Ecco perché capisco benissimo
l'impossibilità di parlare di questioni religiose impiegando un linguaggio
oggettivo: e che religioni diverse si esprimono ricorrendo a differenti forme
spirituali è un'obiezione priva di fondamento.
Sono forme diverse ma forse complementari l’una all'altra, sebbene
possano escludersi a vicenda, e tutte necessarie per dare un'idea delle
vastissime possibilità inerenti al rapporto dell'uomo con il principio
dell'ordine’.
(W. Heisenberg, Fisica e oltre)
Parli di cose che non conosci, Aristeo, o conosci in modo distorto….
Da quando le querce di Dodona non stormiscono più e l’oracolo di Delfi
ha una sola stralunata profetessa pare che gli spiriti intermediari, i dèmoni
che ispiravano gli oracoli si siano eclissati.
Che la nascita del vostro Messia abbia reso gli oracoli muti?
Io stesso ho consultato la parola nascosta di Apollo, i primi tempi del
mio regno, e ne ho avuto una risposta sibillina: ‘Il grande palazzo è crollato
non vi è più capanna né alloro, né sorgente profetica....’.
Come a dire: inutile chiedere, qui non ti risponderà nessuno…
La vera ragione è che gli oracoli, forse, hanno fatto il loro tempo. Ma
anche, la causa occasionale è nella colpa degli Stati, ora pacificati sotto il
dominio di Roma, che non promuovono più consultazioni pubbliche circa il bene
comune. Il massimo che ultimamente si chiedeva loro erano i pronostici di
faccenduole private: ‘Devo intraprendere il mio viaggio?’. ‘Mi conviene
spostarmi?’.
I misteri sono invece tentativi, assalti all'inconoscibile. Noi che nel
nostro credere veniamo accusati di mente ottusa e infantile adoriamo un’unica
divinità sotto diversi nomi. Invochiamo attraverso gli Dèi subordinati il Padre
degli Dèi e degli uomini. In quanto al tuo Paolo di Tarso, costui cambia le sue
opinioni su Dio come certi polipi che cambiano colore secondo le rocce alle
quali si attaccano. Voi galilei dite di essere superiori al Fato, al Sole e alla Luna, dopo
che avete ricevuto il battesimo. Eppure, come nel vostro comportamento siete
terrestri! Gli scheletri dei cosiddetti martiri vengono da voi sepolti sotto
gli altari, la traslazione avviene con sfarzo, grandi folle sontuose. Quelle
ossa pulite con olio sacro sono rivestite di tuniche d’oro: ed ecco la
guarigione di un cieco, di un sordomuto appena le toccano. Nel potere delle
reliquie le potenze della....
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