giuliano

sabato 2 maggio 2015

AMICI COME PRIMA (16)



















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Litigano in pubblico.... (15)

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.... Del litigio. Quello che è successo tra Nikkie ed Hennie si verifica molto spesso… All’inizio del gruppo, le liti e le aggressioni hanno un epilogo quantomeno insolito nel regno (umano quanto) animale: i due individui non solo fanno la pace (agli occhi degli spettatori increduli), ma si abbandonano a contatti amichevoli.
Qual è lo scopo di tutto questo?
I vantaggi della aggressività?
Molti, quando gli animali territoriali combattono per difendere il proprio spazio vitale, oppure quando le specie che amano vivere solitarie devono fare i conti con un intruso; pochi, quando si vive all’interno di un gruppo e il farsi male l’un l’altro potrebbe portare alla fine di tutti. E’ un po’ il caso, per l’animale-uomo, della guerra civile. Ed ecco allora che gli animali sociali appartenenti ad alcune specie, i primati in particolare, stanno molto attenti ai rischi dei litigi in famiglia. E, quando capitano, fanno di tutto per limitarne gli effetti. Proprio come ha fatto Nikkie con Hennie.
Che cosa occorre ad un animale per ‘saper far pace’?
Due qualità, innanzitutto: una buona memoria (purtroppo non scritta nella monolitica ortodossia di intenti e luoghi ed interessi…) – almeno a breve termine, per poter ricordare con chi ha appena litigato – e la capacità di distinguere a prima vista un individuo da un altro. Varie specie di mammiferi possiedono queste doti e non è quindi il caso di affermare che il comportamento riconciliatorio sia una prerogativa soltanto dei primati; è sulle scimmie, tuttavia, che sono state fatte le maggiori osservazioni…. In base a queste, si è arrivati ad una constatazione: perché l’atteggiamento di riconciliazione possa dirsi tale, è necessario che si verifichino alcune condizioni.




Se Lorenz chiama l’aggressività ‘il cosiddetto male’ (ed in merito a ciò, istinto animale quanto umano, sappiamo che veicolare l’aggressività, cioè distribuirla equamente nel  concetto del ‘capro-espiatorio’ quanto in altri più o meno validi espedienti sociali e psicologici tradotti in intenti ‘economici e bellici’, essere prerogativa ‘umana’. In quanto sappiamo l’umanità non immune, ma eterna portatrice di questo naturale istinto giammai morto ma ben  cresciuto e saggiamente seminato in quel terreno ove poggia le radici della sua evoluzione. Osserviamo e formuliamo alcune cifre e statistiche affinché la disquisizione assuma spessore stratigrafico, affinché il creazionista che inneggia a Dio e nemico della comune via, possa guardarsi allo specchio nel ragionamento che vorrebbe contraddistinguerlo dal regno animale inferiore di cui fra l’altro, le scritture del suo ‘creatore’, lo danno padrone e custode…. Enumeriamo alcune cifre: Istat gennaio-settembre 2000 (l’1.. manca perché in viaggio verso Giove…gli altri ci sono alla base del monolito…) rispetto allo stesso periodo dell’anno prima: numero degli omicidi volontari è passato da 661 a 941 (più 42,4%); in aumento i sequestri di persona a scopo di rapina o estorsione (da 98 a 120). Le rapine sono passate da 30.013 a 32.006. Nei primi mesi del 2000, Sicilia, Campania e Calabria sono in testa alla classifica di omicidi volontari in rapporto alla popolazione. La città con il maggior numero di omicidi volontari è Napoli, seguita da Reggio Calabria e Catania. Al capoluogo partenopeo spetta anche il record delle rapine aggravate e intimidazioni, davanti a Palermo e Catania. In 16 anni gli omicidi in Italia, dal 1971 al 1987,  sono aumentati del 51,7%, i tentati omicidi del 53,5%. L’esplosione della violenza si accompagna alla diffusa volontà di appropriarsi delle ricchezze (ma non solo, bisogna vedere anche cosa si intende per ricchezza…) altrui: i reati contro il patrimonio sono saliti dell’87%. Inoltre un mondo di violenze e massacri emerge dall’ultimo rapporto annuale di Amnesty International. Il potere nocivo delle armi è in vertiginoso aumento distruttivo e produttivo (di guerre con eventi ed interessi direttamente e indirettamente ad esse riconducibili…) basti pensare che dal 1945 ai primi anni Ottanta ci sono stati sul pianeta Terra 130 conflitti armati in 100 paesi, per un totale di 35.000.000 di morti.)….
Una ragione più che valida c’è.




Ed è che i combattimenti fra gli animali della stessa specie hanno spesso una finalità biologica. Le motivazioni che portano due (o più…) individui a lottare possono essere tante.
Il motivo più frequente è la difesa del territorio (ma questo per gli umani più evoluti spesso può divenire un’ottima scusante o giustificazione per altri intenti predatori…, intenti tra l’altro affini a diversi comportamenti o istinti sociali… Un esempio storicamente valido anche se in apparentemente fuori luogo: ‘la scusante per taluni ortodossi contro presunti Eretici nel risultato ottenuto e conseguito, la confisca dei beni…oltre la perdita della dignità sociale ancor più preziosa per l’onesta parola… della verità detta…’. Ma abbiamo anche disquisito circa la ‘necessità’ e prerogativa su taluni terreni seminata per l’interesse comune, per il bene comune, inteso come economia confacente. Orbene, questo comporta una semina non corrispondente alla verità confusa barattata e spacciata…, nella grande Notizia diffusa… Ed il raccolto è una pianta o ancor peggio un frutto, che sì, può appagare la fame, togliere la sete, ma nella stratigrafia geologica e sociale di un mondo che solo in apparenza si dice moderno ed evoluto. In verità, antico intollerante e violento ancor più di prima… Lo dicono i numeri e le cifre non certo Giamblico… E lo dice anche l’infante sul ramo cresciuto: ‘non mangiare questa mela nel sapere evoluta perché l’intento a noi non gradito e la verità giammai coltivata dal Gorilla che disciplina ed insegna il tomo della vita… preghiera di ugual via…’).
Chi è riuscito ad accaparrarsi il ‘territorio’ (come la presunta verità, giammai è disposto a mettere in discussione una diversa Via una diversa Rima un diversa Parola in questa immutata geografia, lo sappiamo bene noi Eretici della Memoria così infruttuosamente custodita ma saporita al soldo di una diversa poesia…), non è disposto a mollarlo e lotta con le unghie e con i denti contro qualunque individuo osi accedervi penetrarvi e palesare diversa Parola…




In codesto modo gli esemplari di una specie sono costretti ad ‘esiliarsi’ o tecnicamente ‘distanziarsi’ (ma comunque sempre oggetto della persecuzione… monolitica e secolare persecuzione… in altri contesti e casi…) l’uno dall’altro. Però è bene dire, che l’aggressività (comune e aggregativa negli umani…) è l’‘extrema ratio’, cui gli animali ricorrono soltanto dopo avere segnalato in vario modo ai compagni la notizia di essersi impossessati di un territorio (negli esseri (umani) più evoluti questa caratteristica comporta un comportamento paradossale scritto appunto nei geni della evoluzione stessa e non dettata dalle leggi di Natura,  in quanto diviene strumento proficuo per innescare ragione di presunta ricchezza legata ad altri intenti e finalità di cui a ben dire, l’aggressività e l’istinto di terra con la ricchezza ad essa riconducibile, può portare a quella economia, se ‘intelligentemente’ convogliata, proficua per lo stato più tecnologicamente evoluto… In ragione di questa sua evoluzione intesa come capacità di controllare (più o meno lecitamente) possedere prevedere e creare eventi, se non addirittura modificarne il naturale corso, sono scritte le maggiori differenze e contrasti fra due tipi di Società che si stanno confrontando e misurando con le opposte logiche che le contraddistinguono e governano. Il paradosso riscontrato è l’istinto principio primo associativo degli animali quanto degli umani, nei secondi è ‘coltivato’ e ‘nutrito’ per fini contrari all’evoluzione. Logicamente, qualunque soggetto inteso come singolo e popolo difende i propri interessi e beni, questo è naturale, ma quando le risorse non equamente distribuite da Madre Natura, questo motivo può divenire contrasto e principio di laceranti differenze oggettive che si soggettivano (oltre con l’aumento statisticamente accertato di violenza..) non nei motivi di superamento ed analisi di tal problema, di cui la società evoluta è in grado di risolvere e mai arginare la paura che tali contesti prefigurano; ma motivo di altri ‘eventi’ sociali più affini alla guerra o peggio all’odio… che accomunano e convogliano proficuamente le risorse della violenza non arginata, o peggio, dell’istinto non superato. Quella violenza che il nostro antenato di poche pagine sopra, ha superato e forse anche studiato. La pace è condizione di benessere, la guerra e la violenza sono economicamente e paradossalmente più confacenti con il parente suo stretto al di là della gabbia che lo sta studiando.




Chi il gorilla o l’orango dell’Eretica Rima?
Chi (dovrebbe) in gabbia in questa geografia?
Chi l’animale evoluto?
L’ho detto all’inizio della presente: è certo cosa non gradita dalla loro strana ed evoluta economia… in quanto non si predica l’in-voluzione di ugual via, ma la certezza scritta in una diversa Vita…).
Ogni specie fa la segnalazione a modo suo, gli animali non usano l’istinto per altri fini, ma, segnali olfattivi e non di varia natura per invitare i compagni e consimili o altri a tenersi lontani dai loro territori. E’ come se dicessero: ‘Io ti ho avvistato. Se vuoi capire, bene. Se no, peggio per te’. (Nel paradosso appena detto sovente l’uomo esercita questo stesso principio, ma scopriamo sempre più spesso le ragioni scritte nei ‘geni’ portatori dell’odio o altri istinti e principi affini, avvalersi di una diversa scelta e finalità per renderla economicamente compatibile con le sue esigenze. Da qui una economia dubbia, quanto per il ‘tribale talebano’ quanto per l’‘evoluto occidentale’ portatori di miti e valori al comune mercato dell’evoluzione considerandoli erroneamente unici ed insostituibili. Spesso la moneta di chi compra l’altrui motivo coniata nella paura di quella libertà e territorio violato è principio e motore di una paradossale economia sintomo evoluzione e divario di  terremoti frequenti come le statistiche riportate. Le quali, se aggiornate, superano nei valori accertati di molto la (presunta) soglia di evoluzione sulla quale misuriamo le nostre ed altrui differenze, sia nel regno animale (di cui siamo i  padroni), sia di quelle civiltà che dobbiamo livellare a comuni valori economici e sociali e delle quali  siamo esempi e custodi.
In ragione di una economia globale vera… e non corrotta…

(Airone, maggio 1990; Fra le parentesi commenti del curatore del blog)
















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