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Lettere (di fine ed inizio secolo) (5)
….Il modo in cui gli SPECCHI portano all’interno del caffè lo spazio
aperto, la strada, anche questo fa parte dell’incrocio degli spazi – lo
spettacolo da cui il ‘flaneur’ è catturato senza scampo.
‘Sovente sobrio al mattino, più lieto a sera, quando brillano le
lampade a gas. L’arte dell’apparenza accecante qui è giunta ad una grande
perfezione.
L’osteria più ordinaria ha di mira l’illusione degli occhi.
Grazie alle pareti a specchio, che riflettono le merci esposte a destra
e a sinistra, tutti questi locali ottengono un ampliamento e, alla luce delle
lampade, una fantastica ed irreale estensione’. Gutzkow, Biefe aus Paris, p.
225.
Orizzonti illuminati a giorno ed ampi si insediano, dunque, in ogni
angolo della città proprio mentre cala la notte.
Qui, nel contesto del motivo dello SPECCHIO, va menzionata la Storia
dell’uomo che non tollera di avere sempre davanti agli occhi, all’interno del
suo negozio o ‘bistro’, la scritta, che è sui vetri esterni, a rovescio.
…Trovare un anedotto a tale proposito!
UNA PARABOLA…?
Presto fatto oh caro Benjamin…!
…Confondendosi con gli SPECCHI acquei e con quelli delle nubi lo
SPECCHIO aereo ne unisce le proprietà.
Gli spettri e le visioni materializzate da un’esalazione di Spiriti vi
si formano come l’arcobaleno o i soli multipli.
L’installazione catottrica del firmamento comprende un gran numero di
elementi: la luna sferica, concava, che riflette la Terra, un Oceano, le
macchie solari e un volto femminile.
La goccia d’acqua, micro-sole e particella minima di uno SPECCHIO che
copre il cielo intero.
Le nuvole piane, sferiche, levigate e lisce come metalli.
L’aria condensata in corpi gassosi o cristallini ed anche allo stato
naturale.
Figure ridotte, moltiplicate o ingrandite compaiono nel ‘Theatrum
polydicticum’ dello Spirito. Gli SPECCHI possono anche riflettere i sogni.
La dottrina orfica e quella neoplatonica presero in considerazione tali
convergenze fra lo SPIRITO e la visione, invertendone tuttavia gli elementi.
Non è il pensiero, nel cielo a proiettare la loro anima sulla Terra
dove si riflettono dando forma ai corpi. La descrizione di questo processo si
trova nelle ‘Enneadi’ di Plotino. (*)
(*) A me
sembra che gli antichi saggi, i quali, desiderando di aver presenti fra loro
gli Dèi, costruirono templi e statue, nel guardare alla Natura dell’Universo
abbiano compreso nel loro pensiero che l’Anima dell’Universo si lascia
facilmente attrarre ovunque, ma che sarebbe ancor più facile di tutto
trattenerla se si fosse costruito qualcosa di affine che potesse accogliere una
parte della detta Anima.
Ora è
affine qualsiasi imitazione, la quale, come uno SPECCHIO, sa captare un po’
della sua figura. La Natura dell’Universo creò con arte tutte le cose ad
immagine degli enti di cui possedeva le forme razionali; e poiché ciascuna cosa
fu diventata così una forma razionale nella materia, ricevendo una figura
corrispondente ad una forma anteriore alla materia, l’Anima la mise in contatto
con quel Dio, conforme al qual era stata generata e al quale l’Anima guarda e
che, creando, possiede.
E’
impossibile dunque che qualcosa non partecipi del Dio, ma è altrettanto
impossibile che egli vi discenda.
Esiste
dunque quell’Intelligenza, il sole di lassù – il nostro sole serva di esempio
al nostro discorso -; subito dopo viene l’Anima che è vincolata ad esso e
rimane là dove esso rimane. Essa fissa in questo nostro sole i suoi limiti,
quelli che sono rivolti al nostro sole, e fa sì che questo, per suo tramite,
sia unito anche lassù diventando come un interprete di ciò che proviene
dall’Intelligibile al sensibile e di ciò che dal sensibile sale
all’Intelligibile, nella misura in cui il sensibile, per mezzo dell’Anima, può
elevarsi all’Intelligibile.
Non c’è
distanza né lontananza fra cosa e cosa, eppure la distanza è dovuta alla differenza
specifica e alla mescolanza; ogni idea è in se stessa non in senso spaziale e,
pur unita alla materia, è separata. Questi corpi celesti sono Dèi perché non
sono mai separati dagli Intelligibili e perché sono legati all’Anima
originaria, all’Anima che, per così dire, si mosse per prima, e proprio per lei
essi, che sono ciò che si dice che siano, guardano all’Intelligenza, mentre la
loro Anima non guarda in nessun altro punto se non lassù.
Le Anime
degli uomini, al contrario, avendo visto le loro stesse immagini, per così
dire, nello SPECCHIO di Dionisio, balzarono laggiù dalle regioni superiori; ma
nemmeno esse sono tagliate fuori dal loro principio e dall’Intelligenza. Esse
non discesero insieme con l’Intelligenza e tuttavia, mentre arrivano a terra
‘la loro testa rimane fissa al di sopra del cielo’.
Però è
accaduto ad esse di scendere troppo, poiché la loro parte mediana fu costretta
a prendersi cura del corpo, dato che il corpo in cui esse discesero ebbe
bisogno di cure. Ma il padre Zeus, avendo pietà della loro fatica, rende
mortali quelle loro catene per le quali si affaticano e concede loro delle
tregue provvisorie liberandole dai corpi affinché possano anch’esse elevarsi
lassù dove l’Anima dell’Universo sussiste eternamente senza volgersi mai alle
cose terrene.
L’Universo,
che essa rinserra in sé, è e sarà sempre sufficiente a se stesso: esso si
svolge in periodi secondo proporzioni stabilite e torna perennemente allo
stesso stato conforme a cicli di vite predeterminate; armonizza le cose di quaggiù
con quelle di lassù e le fa corrispondere a quelle; e mentre ciò si compie,
tutte le cose vengono ordinate secondo un piano unitario sia nelle discese
delle Anime, sia nei loro ritorni come in tutti gli altri eventi.
Ne è
testimonianza l’accordo delle Anime da cui non sono separate ma in cui, nelle
loro discese, si congiungono accordandosi in pieno col movimento circolare del
mondo, a tal punto le loro fortune e le loro vite e le loro scelte hanno il
loro segno nelle figure degli astri ed emanano un certo suono armonico ‘e forse
è questo il senso enigmatico della teoria della armoniosa musica delle sfere’.
Non
sarebbe così se l’agire dell’Universo non corrispondesse agli esseri
Intelligibili e il suo patire non avvenisse conforme alle misure ei cieli, ai
periodi, alle collocazioni, ai vari tipi di vita che le Anime percorrono
volgendosi ora lassù, ora nel cielo, ora verso questi luoghi.
Ma
l’Intelligenza rimane tutta eternamente lassù e mai si estrania da se stessa; e
nondimeno, benché tutta stabilita nella regione superna, invia alle cose di
quaggiù, per mezzo dell’Anima, il suo influsso. L’Anima, che le è vicina, si
dispone secondo la forma che viene dall’alto e la comunica agli esseri che sono
dopo; l’Anima del mondo si dona costantemente, quella individuale in maniera
diversa, pur conservando, secondo un orine, il suo vagabondare…
Il mondo materiale e quello spirituale si trovano uniti in seno alle
profondità inaccessibili di un corpo splendente…
Lo SPECCHIO diventa il crogiuolo del materiale e dell’immateriale…
(J. Baltrusaitis, Lo Specchio; Plotino, Enneadi)
Se due SPECCHI si riflettono l’uno nell’altro, Satana opera il suo
trucco prediletto e schiude qui a suo modo la prospettiva sull’Infinito…
(W. Benjamin, Parigi capitale del XIX secolo)
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