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Viaggi scientifici (di fine ed inizio secolo) (8)
Prosegue in:
L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica (10)
(*) (2) Su queste cascate e con
questi detriti introduciamo, nell’Eretica visione, la fine di ciò che per
secoli temuto ed ammirato e precipitato in detriti di aliena e diversa Natura
di alchemico principio respirato, dall’alto ove per il vero navighiamo...
Domenica…(*) (3)
( (*) (3) o forse martedì… non
ricordo… giacché ammiro la navicella da cui partito… Precipitammo in un
ghiaccio spesso più della morte ove anche i pochi animali convenuti annusano i
corpi impietriti. Ghiacciati! Mummie di un secolo passato! Un ideale
precipitato o forse mai arrivato al foglio dell’eterna conquista ove l’uomo si
legge ed ammira! Ci osservano e scrutano vorrebbero sfamare l’ingordo - loro ed
altrui appetito -, ma il freddo ha reso pietra ciò di cui il sangue sazia il
corpo. Non so se sono animali! Ora osservo smarrito dall’invisibile conquista
compiuta un diverso elemento precipitare… E la terra ed il ghiaccio mio amico
ritirare simmetrico e comune intento in codesto sofferto cammino…
La morte da
questa altezza è cosa lieta… Ed il non partecipare alla conquista, in questa
improvvisa dipartita dalla vita, è motivo e principio per diversa premessa e
finalità cui destino diversa e più matura Natura… Noi Spiriti ed Anime d’altri
tempi, pur eterni, partecipiamo ora a ben più difficile ed invisibile Opera, la
quale, rifletterla nello Spirito di chi nato o non ancora concepito, presso
questa ‘apparente’ sofferta morte, ricomporrà quanto estinto di un calvario in
cima ad un Teschio… Giacché questo il
compito… E più non dico! Anche se Plotino in codesta bufera illumina l’Opera… O
forse nella crosta della difficile stratigrafia rilevata e rivelata ci furono
altri… Sì! Li vedo e scorgo! Fiocchi di neve e ghiaccio in perfette simmetrie
evaporare al fuoco dell’inferno dell’eterna e materiale conquista… Sì li vedo!
Precipitare in quel crepaccio… ove anch’io persi corpo ma non certo lo Spirito…
La loro conquista compirà sofferta Natura e questa narra la sua avventura…
E che Dio
ci benedica…)
Vento di mezzogiorno animatissimo!
Diciamo questa volta almeno sul serio?
O piuttosto anche questa volta non è che un falso avviso?
Andrée ed i suoi compagni esaminano a lungo i loro diversi strumenti a
tutti i posti d’osservazione; le condizioni climatiche sembrano (s)favorevoli.
Il vento è violentissimo e l’edifizio di legno scricchiola sotto i
nostri piedi. In alcuni momenti temo che si spezzi sotto la spinta del vento e
che distrugga il pallone; ma questa costruzione d’apparenza così leggiera è solidissima
e ce ne ha date anche prove eccellenti. Inoltre una montagna alta un centinaio
di metri serve anche da valido riparo.
Dopo aver passato in rivista i diversi preparativi, (ora…) Andrée
ritorna ancora per qualche minuto alle sue osservazioni; il risultato (…di
quanto in questo Tempo rilevato e rivelato…) è (s)favorevole per una nuova
conquista; ma Andrée non dà ancora il comando della partenza; questa volta egli
non osa prender da solo la responsabilità della decisione e consulta i suoi
Spiriti consimili…
Alla sommità del riparo dalla parte di mezzogiorno, alcuni convenuti
distendono alcune tele fra i pali, elevandone così l’altezza di quattro metri
(*) (4) ( (*) (4) taluni geologici, li vedo ed osservo, possono rivelare delle strane ondulazioni della
crosta terrestre… Il ghiaccio si ritira! S’alza! S’impenna! Il fisico compiute le dovute misurazioni non sa a chi darne
colpa e principio se non un avverso evento naturale… Però anche nella
previsione ottenuta e stimata c’è qualcosa che fa’ impazzire la strumentazione
cui l’occhio del progresso e con questo della materia misura…)…
Il vento si fa sempre più intenso…
La pioggia aumenta… Poi si ritira…
Il deserto… avanza…
La stagione è terminata… o forse non ancora iniziata…
Quell’uomo è partito fiducioso e certo nel suo cammino…
(A. Issel,
Istruzioni scientifiche pei ‘Viaggiatori’; Andrée, il Polo Nord…
conquistato)
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