Precedenti capitoli:
L'eclissi della Luna nuova
Prosegue in:
Il magico tellurico mondo degli Dèi antichi (3)
Qual
fuoco s’accende
nel mare
d’una antica avventura
saggezza
affogata
nella
precoce rovina
d’una sapienza
taciuta
ogni
Ulisse piange la verità perduta (9)
E Cecco continuò:
— Sarà regina di un possente e fiorito reame e
donna di altissimo senno; ma si lorderà le mani del sangue de’suoi; e nell’opera
di lussuria resterà famosa tra coloro che chiameranno antico questo tempo…
— Ah cane patarino! finalmente vedrò la vendetta mia!
Ora si parrà che cosa ti gioveranno le tue diaboliche arti: or si vedrà che
cosa è questa tua gran sapienza astrologica [— e dando in un infernale scroscio
di risa, si volse al cancelliere —] E’ legge il futuro lassù nelle stelle, e
non vi ha letto questo suo meritato fine! [— E ridendo da capo, anche più
sgangheratamente —] Che bel falò, messer lo cancelliere! mi par già di vederlo dibattere
tra le fiamme [— e come era proprio ebbro dalla gioja, né sapeva nemmeno quel
che si dicesse, concluse:] — Voglio essere io quello che appiccherà il fuoco al
capannuccio, per più suo martorio, e perché vegga che cosa gli sono costati all’ultimo
gli scherni e le villanie fatte a un mio pari. E’ mi predisse ch’io morrei poco
appresso di lui... Sciagurato! intanto falla tu la morte degli eretici, e de’
negromanti. Al resto ci penserà la provvidenza; e ad ogni modo sarà quel che
sarà: morirò contento dopo aver gustato la vendetta.
— Messere, o zelo santo, o odio senza termine, tutti
e due vogliamo veder Cecco arso per eretico. Non facciamo dispute teologiche;
ma pensiamo piuttosto a far sì che il solenne astrologo, il medico, il filosofo
non ci esca dalle mani.
—Bisogna, rispose il vescovo, incominciare dalla formale
denunzia al sacro tribunale dell’Inquisizione. Piacevi egli il farla tosto?
— Se a voi pare che sia da far tosto, si farà: sol
che non vi gravi l’assistermi. E come il cancelliere assenti, così il maestro
si pose a scrivere, parlando quel ch’egli scriveva, per invitarne alla
correzione del cancelliere; e cominciò in questa forma:
“Reverendo padre in Cristo Signore Gesù. —Io,
mastro con Garbo, medico e cittadino nominato, indegno figliuolo della santa
chiesa cattolica, come colui che più non posso sopportare i garriti della mia
coscienza, né voglio andare incontro alle pene che il santo tribunale della
sacra Inquisizione minaccia a coloro che i rei di eretica pravità non
denunziano ad esso, acciocché si possano revocare a penitenza, e, perfidiando nel
loro peccato, dargli nelle mani della giustizia secolare, affinché gli metta
alla pena del fuoco,secondo che ordinano le sue leggi; denunzio a voi con tutta
verità, e con ogni solenne giuramento, il nomato Filosofo, per negromante ed
eretico pestilentissimo. Affermo e giuro come, essendo in Bologna, fece un
trattato sopra la Sfera, ammettendo che nelle sfere di sopra sono generazioni
di spiriti maligni, i quali si possono costringere per incantamenti sotto
certe costellazioni a poter fare molte meravigliose cose, mettendo ancora in
quel trattato necessità alle influenze del corso del cielo".
“Affermo e giuro ch’egli insegna(va) come Cristo
venne in terra, (e come Lui similari Profeti) e, ancor peggio, come Dio Padre suo manifesta Idea e Pensiero, andando
diffondendo pregando e scrivendo talune idee pervenute dall’Oriente,
accordandosi il volere di Dio colla necessità del corso di astrologia; e che
doveva, per la sua natività morire della morte che egli morì; e come, invece, l’Anticristo
debba (sempre) venire (e regnare) per corso di pianeti in abito ricco e potente”.
“Affermo e giuro che quel suo libello fu
riprovato in località montana presso li monti di Bergamo, ed egli si ebbe
sentenza e penitenza d’eretico, promettendo e giurando che più non l’userebbe;
e che nondimeno, dispregiando la benignità del sacro tribunale della
Inquisizione, e il fatto giuramento, e’ lo ha seguitato ad usare in altri loci;
dove altresì ha pubblicamente dette parole di dispregio contro i propri confratelli;
schernito e vilipeso la efficacia delle papali scomuniche; esercitato la
negromanzia e le arti magiche; vituperate le case de’ grandi cittadini di costruite a suo dire là ove Dio non vole e
pote; ajutando per opera di magia illeciti amori con la Natura sua vera e sola
Madre; e bestemmiato e deriso sempre le cose più reverende e più sante”.
“Tutto questo affermo e giuro nel nome della
santa e individua Trinità, a gloria maggiore della santa madre Chiesa, per
satisfazione della mia propria coscienza, per il formale debito di ubbidiente e
fedele cattolico”.
….E frate Lamberto da…
Nessun commento:
Posta un commento