giuliano

domenica 29 luglio 2018

LE GENERAZIONI DI SPIRITI MALIGNI (2)



















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L'eclissi della Luna nuova

Prosegue in:

Il magico tellurico mondo degli Dèi antichi (3)















Qual fuoco s’accende

nel mare d’una antica avventura

saggezza affogata

nella precoce rovina

d’una sapienza taciuta

ogni Ulisse piange la verità perduta (9)







E Cecco continuò:

— Sarà regina di un possente e fiorito reame e donna di altissimo senno; ma si lorderà le mani del sangue de’suoi; e nell’opera di lussuria resterà famosa tra coloro che chiameranno antico questo tempo…




— Ah cane patarino! finalmente vedrò la vendetta mia! Ora si parrà che cosa ti gioveranno le tue diaboliche arti: or si vedrà che cosa è questa tua gran sapienza astrologica [— e dando in un infernale scroscio di risa, si volse al cancelliere —] E’ legge il futuro lassù nelle stelle, e non vi ha letto questo suo meritato fine! [— E ridendo da capo, anche più sgangheratamente —] Che bel falò, messer lo cancelliere! mi par già di vederlo dibattere tra le fiamme [— e come era proprio ebbro dalla gioja, né sapeva nemmeno quel che si dicesse, concluse:] — Voglio essere io quello che appiccherà il fuoco al capannuccio, per più suo martorio, e perché vegga che cosa gli sono costati all’ultimo gli scherni e le villanie fatte a un mio pari. E’ mi predisse ch’io morrei poco appresso di lui... Sciagurato! intanto falla tu la morte degli eretici, e de’ negromanti. Al resto ci penserà la provvidenza; e ad ogni modo sarà quel che sarà: morirò contento dopo aver gustato la vendetta.

— Messere, o zelo santo, o odio senza termine, tutti e due vogliamo veder Cecco arso per eretico. Non facciamo dispute teologiche; ma pensiamo piuttosto a far sì che il solenne astrologo, il medico, il filosofo non ci esca dalle mani.

—Bisogna, rispose il vescovo, incominciare dalla formale denunzia al sacro tribunale dell’Inquisizione. Piacevi egli il farla tosto?




— Se a voi pare che sia da far tosto, si farà: sol che non vi gravi l’assistermi. E come il cancelliere assenti, così il maestro si pose a scrivere, parlando quel ch’egli scriveva, per invitarne alla correzione del cancelliere; e cominciò in questa forma:

“Reverendo padre in Cristo Signore Gesù. —Io, mastro con Garbo, medico e cittadino nominato, indegno figliuolo della santa chiesa cattolica, come colui che più non posso sopportare i garriti della mia coscienza, né voglio andare incontro alle pene che il santo tribunale della sacra Inquisizione minaccia a coloro che i rei di eretica pravità non denunziano ad esso, acciocché si possano revocare a penitenza, e, perfidiando nel loro peccato, dargli nelle mani della giustizia secolare, affinché gli metta alla pena del fuoco,secondo che ordinano le sue leggi; denunzio a voi con tutta verità, e con ogni solenne giuramento, il nomato Filosofo, per negromante ed eretico pestilentissimo. Affermo e giuro come, essendo in Bologna, fece un trattato sopra la Sfera, ammettendo che nelle sfere di sopra sono generazioni di spiriti maligni, i quali si possono costringere per incantamenti sotto certe costellazioni a poter fare molte meravigliose cose, mettendo ancora in quel trattato necessità alle influenze del corso del cielo".





“Affermo e giuro ch’egli insegna(va) come Cristo venne in terra, (e come Lui similari Profeti) e, ancor peggio, come Dio  Padre suo manifesta Idea e Pensiero, andando diffondendo pregando e scrivendo talune idee pervenute dall’Oriente, accordandosi il volere di Dio colla necessità del corso di astrologia; e che doveva, per la sua natività morire della morte che egli morì; e come, invece, l’Anticristo debba (sempre) venire (e regnare) per corso di pianeti in abito ricco e potente”.

“Affermo e giuro che quel suo libello fu riprovato in località montana presso li monti di Bergamo, ed egli si ebbe sentenza e penitenza d’eretico, promettendo e giurando che più non l’userebbe; e che nondimeno, dispregiando la benignità del sacro tribunale della Inquisizione, e il fatto giuramento, e’ lo ha seguitato ad usare in altri loci; dove altresì ha pubblicamente dette parole di dispregio contro i propri confratelli; schernito e vilipeso la efficacia delle papali scomuniche; esercitato la negromanzia e le arti magiche; vituperate le case de’ grandi cittadini di  costruite a suo dire là ove Dio non vole e pote; ajutando per opera di magia illeciti amori con la Natura sua vera e sola Madre; e bestemmiato e deriso sempre le cose più reverende e più sante”.

“Tutto questo affermo e giuro nel nome della santa e individua Trinità, a gloria maggiore della santa madre Chiesa, per satisfazione della mia propria coscienza, per il formale debito di ubbidiente e fedele cattolico”.


….E frate Lamberto da…
















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