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L'identità della Natura (27)
Prosegue nella...
Identità della Natura (ovvero: simboli nuovi) (29)
Prosegue ancora con...:
i ritardi della punizione Divina
(12) L’unica conquista in codesto panorama
accennato può dirsi quella scientifica, ma talvolta o troppo spesso una certa ‘scienza’
(priva di integrità etica e morale) si è prostituita a superiore interesse di
Stato con la parvenza di assicurarsi i frutti, non solo di un modesto
‘brevetto’ della dovuta conquista specchio dell’ingegno, ma anche la protezione
ben remunerata del Sovrano di turno. Non mi dilungo negli estesi esempi del
mare della Storia. Uno di questi per ciò detto circa la collisione di diversi
interessi lo possiamo riscontrare nell’odierno èvo, e se pur mutato e dicono
evoluto, in verità e per il vero, ben ancorato a quanto un diverso termometro
ha pur sempre rilevato in un diverso ambiente posto, misurando cioè, la globale
e non relativa consistenza di ben altra temperatura misura d’ogni ricchezza cagionata
qual vera unica stagione da cui la Vita.
(13) Per quanto detto nascono tante correnti, e
non solo di pensiero, circa la cultura dell’uomo sposa di medesimo ugual
ingegno e non solo scientifico, caratterizzare l’intero costante processo di
medesimo ‘clima’ dell’evoluzione, la quale non può e deve essere alienata dai
suoi Principi e valori sottratti dai fondamenti da cui l’Etica detta.
(14) Se così fosse dovremmo misurarci in
medesimi ‘carotaggi storici’ da cui la detta conquista polare, come leggeremo,
sta ricontrattando circa l’evoluzione nei fenomeni alieni ed avversi alla
stessa. E altresì, motivati da tutti quei valori, e non solo di propria o
impropria conquista, per comprendere come talune fondamenta di stratificazioni
culturali talmente mutati nei propri costumi da dover considerare ‘simmetrici’
ed impropri fenomeni tellurici ‘precipitare’ e non ‘emergere’ continenti (e
relative successive ‘cime’) ad una nuova ‘deriva’ specchio di una e molteplice impropria
evoluzione, e non solo scientifica, qual isolato fenomeno esulare dalla stessa.
(15) E quando la scienza in determinati
medesimi ambienti apparentemente conquistati non riesce ad apportare o solo
concretizzare, e di conseguenza, colmare distanza divario e lacuna manifestando
ciò che avveniva in un èvo precedente, e di cui pensiamo aver superato il
baratro di oscuro ‘ghiaccio e tenebre’; o, all’opposto, di comprovata ricerca
dell’Anima quanto dello Spirito, quindi, Filosofia Dio e Dottrina e con loro
ogni Etica inerente l’uomo, anche soggette a quelle tenebre, ‘nebbia’ della
Storia, per ciò cui evoluta simmetrica ‘cultura’ inerente alla propria genetica, ma anche ed in qual tempo inabissato nel graduale processo soggetta
alla graduale manifestazione della stessa, inesorabilmente naufragato in
diversi ‘miti’ dell’inarrestabile ‘progresso’. Giacché l’‘antico’ superato e mutato in diversa ‘visione’ con
nuovi ‘valori’ da cui ‘apparente’ chiaro orizzonte e certo non più ‘nebbia’
qual tenebra orrore dell’uomo.
(16) Nella comprovata differenza d’un Pensiero ben naufragato al porto della Ragione motivato
ed incarnato dalla Natura quale vera scienza di una superiore Etica. In quanto
pur la stessa (scienza) aver apportato tutti quei benefici della propria
dottrina, in realtà, alla polare deriva di una molteplice impropria conquista,
nella quale riscontriamo, come la Natura e non certo l’uomo, goda di quella
perfezione di cui la nostra costante, oltre che osservazione ed ispirazione,
anche motivazione di preservarne la incorrotta essenza. ‘Essenza’, come direbbe
un buon teologo e non più scienziato, da cui assumere una corretta ‘Identità’
circa morale diritti e doveri, giacché l’umana derivata irrimediabilmente
contaminata e non solo dal primo peccato d’una genesi antica, ma da ben altra
genesi da cui non riesce risolverne l’equazione o solo l’enunciato della
propria ed altrui evoluzione dedotta e tradotta anche nell’ottica della scienza, entrambe irrimediabilmente ancorate ad un
relativo ‘nodo’ condotta e misura dell’intera navigazione da cui successiva
propria o impropria conquista.
(17) Giacché ciò che ne deriva uno o più Continenti su cui approdati quali nuovi o
vecchi conquistatori seppur ben finanziati per ciò che di più importante governa la
stiva motivo della ‘conquista’. In realtà, prendo lo spunto per una buona
simmetria: in quel Secolo in cui nacque stampa e conquista, i ‘caratteri’ così
come ogni ‘rivoluzione’ culturale imporre nelle successive evoluzioni della
Storia non aver apportato i benefici di cui l’intera successiva cultura, anche ‘informatizzata’,
accessibile ad ognuno. Così come l’originaria ‘rivoluzione’ (o se preferite
‘evoluzione’) avrebbero dovuto, nella ‘logica lineare’ e non solo numerica con
la quale non solo quantifichiamo ma anche poniamo il dovuto necessario
distinguo nei secoli della Storia (ecco perché talvolta, o troppo spesso, pensiamo
a ragione di non appartenere al secolo giusto donde la Memoria genetica
riflessa nella ‘freccia del Tempo’ comporta tutti quei processi e non solo
psicologici in cui l’uomo riconoscendo se medesimo, riflette, e quindi ricerca
‘quanto’ trascorso e ‘quanto’ gli apparteneva in ‘difettevole’ medesima ragione
assoggettata a diversa impropria scientifica e non certo spirituale
interpretazione). O vorremmo! Anzi pur
la ‘duplice conquista’ eppure l’evoluzione arretrare la propria ‘doppia cima’,
(così come l’uomo nella differenza da cui la Natura) ‘nodo’, della navigazione
approdata alla conquista. Se sia Amerigo o un Cristoforo sempre e quantunque
finanziati con a bordo scienza e dottrina non men che Bibbia fresca di torchio.
E se pure la geografia mutata da quel lontano secolo, in verità e per il vero,
pur l’ausilio della stampa delinearne i contorni, la Spirale del Tempo ferma,
come se ogni conquista non fosse mai acquisita ed ‘incarnata’ dai geni della
Storia. Potremo altresì stabilire immagazzinata, il che risponde a ben altro
principio e distinguo e relativa misura. Così come siamo partiti circa la vera
conquista in nome della scienza. Giacché dai dati che presto enunceremo grazie
alla ‘conquista’ detta arretrare il termometro della ‘compartecipata’
indispensabile essenza dell’Elemento stratosferico, non ad un èra glaciale,
stima di ciò cui soggetto e non solo l’uomo nella fasi alterne della propria
Storia, ma un totale costante intero dissolvimento (e non più èra) per ciò
concernente il basilare suo medesimo stesso principio circa la Vita e con essa
la Spirale donde deriva. Esposta e soggetta, non al naufragio bensì al corso di
una Natura assoggettata ai solidi principi d’un più vasto Universo da cui ogni
Elemento nato ed evoluto in ciò cui Terra quindi Vita Natura ed infine all’ultimo
‘secondo’ l’Uomo. Si prenda dovuta nota: ultimo Secondo in quanto nella Spirale
da cui la Materia da un primo fuoco della Natura, ‘Secondo’ e non certo primo
elemento alla caverna assiso cogitare se medesimo ‘glutterata’ esclamazione
suggerita dall’apparente ‘Nulla’ da cui prima ma ultima lingua specchio
dell’intero Universo. E da cui il successivo dono della Vita ben differente
dalla ricchezza per ogni stiva motivo della propria ed altrui presunta
conquista. Ed allora non oserei mai
rinnegare quella antica (ortodossa e non) ‘scolastica’ derivata dalla
stratificazione di altrettanti secolari Principi etici e morali di vita come ‘miti’
evoluti e certo mai periti. Riconsidererei semmai i nuovi (‘miti’) qual frutti
corrotti di una nuova inesorabile impropria Apocalisse, medesima e con ugual oculo
circa il disastro prossimo a venire, non certo Alba ma tramonto con cui
apostrofare vecchia ma sempre nuova dottrina per chi cotal Storia di vita
disconosce riconoscendo solo i valori di un Orwelliano progresso.
(18) Nei
dati raccolti (dello stesso) nella lenta Spirale moto e specchio dell’Universo
il danno apportato per superiore interesse dell’Economia fungere in moto
contrario. E ciò che pur incontrastato (Primo) Principio e non più dottrina nel
voler salvare la Terra per conto ed in nome d’un più globale universale
interesse dell’evoluzione detta (e Dio), naufragato ad un diverso improprio
‘fine’ ben ancorato ed assoggettato al porto della politica. Così vien da se
che non tanto la Ragione fondata su solidi motivi di Etica morale trascesi
nella successiva Scienza e Dottrina, ma quantunque l’impropria conquista circa
la polarità detta. La quale manifesta la ‘duplice’ impropria consistenza nel
voler emarginare, o ancor peggio, negare quanto, non solo misurato e calcolato,
ma quanto mutato pur nell’affermazione di una medesima conquista con i
caratteri propri dell’evoluzione applicati alla Gaia (e non solo Scienza) qual
essere vivente nel totale insieme composto da tutti quei fattori ‘micro e macro’
scopici atti a modificarne, come la chimica insegna, il relativo destino. Non
più, si badi bene, ‘Secondo’ secolari regole della Natura, ma all’opposto, ‘ultimi’
principi che ne violano irreparabilmente, e oserei dire, compromettono non solo
il destino detto, ma anche ogni Elemento nella capacità impossibile alla Natura
quindi successivamente all’uomo, nel manifestare la propria graduale lenta
evoluzione la quale ha portato lo stesso al proprio ed altrui compimento. Se
dovessimo negare o sottovalutare altro fine e non più principio assoggettatati
alla ‘corrotta politica’ sottratti all’ausilio di qual si voglia Etica e morale
(con cui riconosciamo il progresso [e non più Scienza] specchio d’una impropria
ricchezza) destineremmo non più la Terra e l’intero Ecosistema, ma altresì la
successiva intera Economia. Allora bisogna pur sostenere che l’impropria
conquista ha raggiunto termini non tanto di crescita ma relativa
incompatibilità con l’ambiente da cui la corsa e relativa ‘cima’, sia essa
polare o di una singola vetta, come potrebbe esserlo la relativa rivoluzione
informatica… riflessa nei ‘caratteri’ non solo della ‘cultura’ ma della dovuta
dottrina cui appartiene il navigare destino e misura dell’uomo…
Come è già stato detto, il termometro
minimo e il termometro ad oscillazione
mancavano completamente. Durante i primi sei mesi non sono stati usati
termometri ad oscillazione a ‘toluol’. I termometri ad oscillazione sono di
vetro corti e sottili, con un forte anello nella parte superiore; prima di
essere letti, si girano rapidamente alla fine di una corda lunga circa mezzo
metro, o in un apparato speciale per lo scopo. L’oscillazione porta il
termometro in contatto con un grande volume d’aria, e quindi dà la temperatura
reale dell’aria più facilmente che se fosse appesa tranquillamente nello
schermo dello stesso punto. A partire dal primo ottobre un termometro a mercurio fu inserito nello
schermo, anche se solo uno diviso per gradi interi; quelli divisi in quinti di
scala, naturalmente, avrebbero dato una lettura più sicura. Ma è evidente,
tuttavia, che i termometri ad alcol utilizzati sono corretti e non differiscono
tra loro che di mezzo grado (centigrado), e anche questo la differenza può
senza dubbio essere spiegata da un termometro come sopra descritto mentre l’altro
rimaneva appeso al suo posto. Le osservazioni sono, quindi, date senza
correzioni. Solo alla fine di dicembre era ad uso esclusivo fatta di termometri
a mercurio. È stato a causa di un fraintendimento che i termometri a mercurio
non sono stati utilizzati anche nel primo semestre, durante quei periodi in cui
la temperatura non è scesa sotto il punto di congelamento del mercurio (-89°C).
Ma i termometri a ‘toluol’ in uso erano vecchi e buoni strumenti, in modo che
anche le osservazioni per questo periodo possano essere considerato
perfettamente affidabile. Certo, tutti i termometri erano stati esaminati
attentamente dall’Istituto Meteorologico norvegese della Fram. Il punto di
congelamento è stato regolarmente testato nella neve che si scioglie. I risultati
mostrano che l’inverno sulla Barriera era circa 12° C. (21-6°F.) più bassa di
quanto non lo sia in McMurdo Sound, dove svernavano le spedizioni britanniche
invernali. Il mese più freddo è Agosto, con una temperatura media di -44,5° C.
(-48° F); per quattordici giorni durante questo mese la temperatura era sotto
-50° C. (-58 ° F.). La temperatura più bassa si è verificata 13 agosto: -58-5°
C. (-73° F); il giorno più caldo in questo il mese ha avuto una temperatura di
- 24°C. (-11’2°F.). In ottobre inizia la primavera ad avvicinarsi, e nel mese
di dicembre il la temperatura culmina con una media per il mese di – 6,6° C., e
una temperatura massima più alta di – 0,2°C.. La temperatura non era quindi mai
sopra il punto di congelamento, anche nella parte più calda dell’estate.
(R. Amundsen, La conquista del Polo Sud)
Nel decennio 2004-2013, la fusione della coltre
glaciale della Groenlandia è avvenuta a una velocità che non ha riscontri in
nessun altro periodo degli ultimi 350 anni. La scoperta è avvenuta grazie alla
prima ricostruzione dei tassi di fusione dell’immensa coltre di ghiaccio dal
1650 a oggi. La calotta glaciale della Groenlandia si sta sciogliendo a un
ritmo superiore a quello mai avvenuto negli ultimi 350 anni. A mostrarlo è il
primo studio che è riuscito a controllare su scala complessiva l’intensità di
fusione superficiale e del deflusso delle acque di quell'immensa riserva di
ghiacci. Lo studio, condotto da un gruppo internazionale di ricercatori diretta
da Michiel R. van den Broeke dell’Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, è
pubblicato su ‘Nature’:
La
calotta glaciale della Groenlandia (GrIS) contribuisce in modo crescente all’innalzamento
globale del livello del mare, con la recente perdita di massa di ghiaccio
dominata dal deflusso superficiale dell’acqua di disgelo. Le osservazioni
satellitari rivelano tendenze positive in GrIS, ma la fusione di variabilità,
intensità e ruscellamento rimane incerta prima dell’era satellitare. Qui
presentiamo la prima registrazione continua, multi-secolo e soggetta all’osservazione
dell’intensità e del deflusso della superficie di fusione del GrIS, rivelando
che l’entità della fusione del GrIS recente è eccezionale per almeno gli ultimi
350 anni. Sviluppiamo questo record attraverso l’analisi stratigrafica delle
carote di ghiaccio della Groenlandia dell’ovest centrale e dimostriamo che le
misurazioni degli strati di colata ricostituiti nelle carote di ghiaccio della
zona di percolazione possono essere utilizzate per ricostruire in modo
quantificabile e riproducibile le velocità di fusione passate. Mostriamo correlazioni significative (P <0,01) e spazialmente
estese tra questi dischi di fusione derivati dal
nucleo di ghiaccio e le velocità di fusione modellate e
la durata di fusione derivata dal satellite in tutta la Groenlandia in modo più
ampio, consentendo la ricostruzione dell’intensità e del deflusso
superficiale della fusione della superficie del ghiaccio. Scopriamo che l’inizio
degli aumenti nella fusione del GrIS segue da vicino l’inizio del riscaldamento
artico dell’era industriale a metà del 1800, ma che l’entità della fusione del
GrIS è emersa solo di recente oltre la gamma della variabilità naturale. A
causa di una risposta non lineare di fusione superficiale all’aumento delle
temperature dell’aria estiva, il continuo riscaldamento atmosferico porterà a
rapidi aumenti del deflusso di GrIS e dei contributi a livello del mare…
Il
ghiaccio glaciale può variare da diverse centinaia a diverse centinaia di
migliaia di anni, rendendolo prezioso per la ricerca sul clima. Per vedere un
record sul clima a lungo termine, gli scienziati possono trivellare ed estrarre
carote di ghiaccio dai ghiacciai e dalle calotte glaciali. Le carote di
ghiaccio sono state prelevate da tutto il mondo, tra cui Perù, Canada, Groenlandia,
Antartide, Europa e Asia. Questi nuclei sono registrazioni continue che
forniscono agli scienziati informazioni anno per anno sul clima del passato.
Gli scienziati analizzano vari componenti di nuclei, in particolare bolle d’aria
intrappolate, che rivelano la composizione atmosferica del passato, le
variazioni di temperatura e i tipi di vegetazione. I ghiacciai conservano
frammenti di atmosfera di migliaia di anni fa in queste minuscole bolle d’aria
o, più profondamente all’interno del nucleo, intrappolati all’interno del
ghiaccio stesso. Questo è un modo in cui gli scienziati sanno che ci sono state
diverse ere glaciali. Le epoche passate possono essere ricostruite, mostrando
come e perché il clima è cambiato e come potrebbe cambiare in futuro.
Gli
scienziati stanno anche scoprendo che i ghiacciai rivelano indizi sul
riscaldamento globale. Quanto si riscalda naturalmente e non la nostra
atmosfera nell’epoca dell’ ‘Ice Age’? In che modo l’attività umana influisce
sul clima? Poiché i ghiacciai sono così sensibili alle fluttuazioni di
temperatura che accompagnano i cambiamenti climatici, l’osservazione diretta
del ghiacciaio può aiutare a rispondere a queste domande. Dall’inizio del XX
secolo, con poche eccezioni, i ghiacciai di tutto il mondo si sono ritirati a
ritmi senza precedenti. Alcuni scienziati attribuiscono questo massiccio ritiro
glaciale alla Rivoluzione industriale, iniziata intorno al 1760. In effetti, in
questo secolo sono scomparse diverse calotte glaciali, ghiacciai e banchi di ghiaccio
. Molti altri si stanno ritirando così rapidamente da poter svanire nel giro di
pochi decenni.
Gli
scienziati stanno scoprendo che la produzione di energia elettrica usando
carbone e petrolio, e altri usi dei combustibili fossili nei trasporti e nell’industria,
colpisce il nostro ambiente in modi che prima non avevamo capito. Negli ultimi
200 anni circa, l’attività umana ha aumentato la quantità di anidride carbonica
nell’atmosfera del 40% e altri gas, come il metano (gas naturale) di un fattore
da 2 a 3 o più. Questi gas assorbono il calore irradiato dalla superficie della
terra e assorbendo questo calore l’atmosfera si riscalda lentamente. I gas che
intrappolano il calore, a volte chiamati ‘gas a effetto serra’, sono la causa
della maggior parte del riscaldamento del clima e della ritirata dei ghiacciai
negli ultimi 50 anni. Tuttavia, cause correlate, come l’aumento di polvere e
fuliggine da pascolo, agricoltura e combustione di combustibili fossili e
foreste, stanno anche causando il ritiro del ghiacciaio. Infatti, la scoperta
del 1991 di un ‘uomo di ghiaccio’ di 5.000 anni, conservato in un ghiacciaio
nelle Alpi europee, ha affascinato il mondo. Tragicamente, ciò significa anche
che questo ghiacciaio si sta ritirando maggiormente di quanta strada abbia
esteso il proprio sviluppo in 5.000 anni, e anche altri ghiacciai sono
altrettanto sofferenti. Gli scienziati stanno cercando di mettere insieme tutti
i dati che stanno raccogliendo, vogliono scoprire se il riscaldamento globale
indotto dall’uomo possa comprometterne l’intero loro sviluppo e di conseguenza l’esistenza
e non solo per l’ecosistema ma, per ed in,… Ragione dell’uomo.
Aprile ha
raggiunto un nuovo record per l’estensione del ghiaccio marino artico. La
perdita di ghiaccio marino è stata rapida all’inizio del mese a causa del calo
nel Mare di Okhotsk. Il tasso di perdita di ghiaccio è rallentato dopo l’inizio
di aprile, in parte a causa dei guadagni di estensione nei mari di Bering e di
Barents. Tuttavia, l’estensione del ghiaccio quotidiano è rimasta a livelli
record per tutto il mese.
L'estensione
del ghiaccio marino artico per l’aprile 2019 è stata in media di 13,45 milioni
di chilometri quadrati (5,19 milioni di miglia quadrate). Si trattava di 1,24
milioni di chilometri quadrati (479.000 miglia quadrate) al di sotto dell’estensione
media a lungo termine dal 1981 al 2010 e di 230.000 chilometri quadrati (89.000
miglia quadrate) al di sotto del precedente minimo stabilito nell’aprile 2016.
La rapida perdita di ghiaccio si è verificata
nel Mare di Okhotsk durante la prima metà di aprile; la regione ha perso quasi
il 50% dei suoi ghiacci entro il 18 aprile.
Sebbene
il ghiaccio marino stesse monitorando a livelli record nel Mar di Bering dall’1
al 12 aprile, la copertura di ghiaccio si è espansa più tardi nel mese.
Altrove, ci sono stati pochi cambiamenti, ad eccezione delle piccole perdite
nel Golfo di San Lorenzo, nella parte meridionale del Mare Orientale della
Groenlandia e a sud-est di Svalbard. Inoltre, aree di acqua aperta sviluppate
lungo le regioni costiere del Mare di Barents. Il bordo del ghiaccio si
espandeva leggermente ad est di Novaya Zemlya.
Le
temperature dell’aria al livello di 925 hPa (circa 2.500 piedi sopra la
superficie) erano sopra la media attraverso l’Artico durante le prime due
settimane di aprile, specialmente sul Mare della Siberia Orientale e sulla
calotta glaciale della Groenlandia, dove le temperature dell’aria erano fino a
9 gradi Celsius (16 gradi Fahrenheit) sopra la media (Figura 2b). Altrove, le
temperature di 925 hPa erano tra i 3 ei 5 gradi Celsius (da 5 a 9 gradi
Fahrenheit) sopra la media, incluso il Mare di Okhotsk dove la perdita di
ghiaccio all’inizio del mese era particolarmente prominente. Queste condizioni
relativamente calde erano legate a un modello di pressione del livello del mare
elevato sul Mare di Beaufort, associato a una bassa pressione del livello del
mare su Alaska, La Siberia e i sui mari di Kara e Barents. Questo ha spinto l’aria
calda da sud sul Mar della Siberia orientale. Allo stesso modo, un’alta
pressione sulla Groenlandia e sul Nord Atlantico.
Durante
la seconda metà del mese, le temperature sono rimaste sopra la media sulla
maggior parte dell’Oceano Artico e fino a 8 gradi Celsius (14 gradi Fahrenheit)
sopra la media sul Mare Orientale della Groenlandia. Tuttavia, le temperature
erano da 1 a 5 gradi Celsius (da 2 a 9 gradi Fahrenheit) al di sotto della
media sul Mare di Bering e fino a 8 gradi Celsius (14 gradi Fahrenheit) al di
sotto della media dell'Arcipelago Artico canadese. Le temperature dell'aria
erano leggermente inferiori alla media nel Mare di Kara.
Il tasso di declino lineare dal 1979 al 2019
per l'estensione del ghiaccio di aprile è di 38.800 chilometri quadrati (15.000
miglia quadrate) all’anno, o del 2,64% per decennio rispetto alla media del
1981-2010.
Il
ghiaccio marino più giovane tende ad essere più sottile del ghiaccio più
vecchio. Pertanto, l’età glaciale del mare fornisce una valutazione iniziale
delle aree più suscettibili allo scioglimento durante la prossima estate. La
copertura di ghiaccio marino artico continua a diventare più giovane (Figura
4), e quindi, in media, più sottile.
Quasi tutto il ghiaccio più vecchio (di 4
anni), che una volta costituiva circa il 30% del ghiaccio marino nell’Oceano
Artico, è scomparso.
A partire
dalla metà di aprile 2019, il ghiaccio di 4 anni fa rappresentava solo l’1,2%
della copertura di ghiaccio (Figura 4c). Tuttavia, il ghiaccio da 3 a 4 anni è
leggermente aumentato, passando dall’1,1 percento del 2018 al 6,1 percento quest’anno.
Se il ghiaccio sopravvive alla stagione estiva di scioglimento, ripristinerà in
qualche modo la categoria di 4 anni che andrà all'inverno dal 2019 al 2020.
Tuttavia, negli ultimi anni c'è stato un tale riapprovvigionamento.
Gli scienziati del Alfred Wegener Institut (AWI) hanno monitorato e analizzato il moto
dei ghiacci usando i dati satellitari dal 1998 al 2017 e hanno concluso che
solo il 20% del ghiaccio marino che si forma nei bassi mari russi dell’Oceano
Artico raggiunge ora l’Oceano Artico centrale per aderire al Transpolar Drift
Stream.
I mari russi, tra cui Kara, Laptev e il Mar
della Siberia orientale, sono considerati il vivaio di
ghiaccio dell’Artico. Il restante 80% di questo ghiaccio del primo anno si
scioglie prima che abbia la possibilità di lasciare questo vivaio. Prima del
2000, quel numero era di circa il 50%.
Queste
conclusioni trovano supporto dalle osservazioni dello spessore del ghiaccio
marino nello Stretto di Fram, che è alimentato dal Transpolar Drift Stream. Gli
scienziati AWI raccolgono regolarmente dati sullo spessore del ghiaccio nello
stretto di Fram come parte del loro programma IceBird . Il ghiaccio che ora
lascia l’Oceano Artico attraverso lo stretto di Fram è, in media, il 30
percento più sottile di 15 anni fa. Ci sono due ragioni per questo.
Innanzitutto, gli inverni sono più caldi e la stagione di scioglimento inizia
molto prima di quanto non fosse in passato. In secondo luogo, gran parte di
questo ghiaccio non si forma più nei mari poco profondi, ma molto più a nord.
Di conseguenza, ha meno tempo per addensarsi per la crescita invernale e/o per
la risalita mentre attraversa l’Oceano Artico.
Questi cambiamenti nel trasporto e nella
fusione influiscono sui flussi biogeochimici e sui processi ecologici nell'Oceano
Artico centrale.
Per
esempio, in passato, il ghiaccio marino formatosi lungo i bassi mari russi
trasportava materiale minerale, compresa la polvere proveniente dalla tundra e
dalla steppa, fino allo stretto di Fram. Oggi i banchi di fusione rilasciano
questo materiale in rotta verso l’Oceano Artico centrale. Molto meno materiale
ora raggiunge lo stretto di Fram ed è diverso nella composizione. Questa
scoperta si basa su due decenni di dati provenienti da trappole di sedimenti
mantenute nello stretto di Fram dai biologi dell’AWI. Invece di minerali
siberiani, le trappole dei sedimenti contengono ora resti di alghe morte e
microrganismi che crescevano all’interno del ghiaccio mentre andava alla deriva…
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