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Prosegue con:
Una carta per uscire di prigione (18)
Nulla di
allarmante!
Nulla di
preoccupante!
L’Universo
sta lentamente precipitando.
Con Lui sua
figlia,
questa
oscura misera
Terra
sconosciuta.
Tutto
calcolato!
Tutto
previsto!
ogni singolo
battito o ultimo vagito.
Ed ogni
Elemento ferito e condiviso,
seppur
malato
vomita il
proprio frammentato delirio.
Nulla di
preoccupante,
siamo uniti
e rappresi da un morbo antico
simile ad
una peste.
Anche lei,
ci informano,
fuggita di
sorpresa
come una
veloce saetta.
Se da un
ala di pipistrello,
o alchemico
castello,
inesorabile
scrive pandemico unanime destino.
Nulla di
serio,
in codesta
breve Simmetria
seppur
l’intera ciurma si divora a vicenda.
E quando la
guerra sarà conclusa,
o appena iniziata,
si scorgerà
un veliero non del tutto naufragato.
I reietti
consumarsi a vicenda,
dell’antico
pasto
di cui il
più famoso ‘nero rivoltato’.
Al porto
dell’ultima spiaggia,
o ultima
deriva
ci dicono
che il continente di nuovo unito.
L’uomo
potrà nascere
correre
parlare
e ugualmente
affogare.
Ogni tanto
scorgeremo
corpi galleggiare
ove un Tempo
il piatto mare come la Terra intera.
Navigata e
conquistata,
al porto
dell’ultima deriva
o prima
riva di nuovo fondata.
Il ‘quadro’
assume
prospettive
d’una Natura persa: la bellezza
ornerà
l’antica taverna non ancora affondata.
Ove ogni
‘baleniera’,
posseduta
dall’umano delirio
sarà
ammonita dal pulpito in nome d’uno strano Dio.
La predica
ci congiunge ad una preghiera nuova,
l’occhio di
Ismaele cerca pace da taverna
Achab non
vuol perdere l’intera baleniera.
Nulla di
preoccupante,
il resto
della ciurma approderà
alla nuova
riva promessa.
Le tinte
del quadro ritratto
assumono
colori tinte e sfumature
d’una nuova
èra.
L’alba si
affaccia
sui resti di
ciò che rimane
dell’ultima
bufera.
La balena
che rimpiango
fredda più
del ghiaccio,
ogni tanto
ne scorgo un silente vomito.
Precipita
come gelo a primavera
e con uno
starnuto
affoga ogni
Anima ancora in vita!
Quadro
della silente Bufera!
La Stagione
che rimembro
un Sentiero
difficile
e freddo
più d’un mare ghiacciato.
Condiviso
in ugual Tempesta!
Solo come
Cristo
in nome
della Natura intera
quello mi
ha indicato fors’anche comandato!
Un
rimpianto strano,
un eretico
delirio
condiviso
con altri al porto di questo mare ghiacciato.
Un Alba ove
l’uomo
non ancora
nato
o forse non
ancora morto.
La Natura
mi sussurra
di
continuare per codesta
impervia
via maestra.
Solo e
sconfitto
umiliato e
deriso
qualcuno
non visto mi sputa sul viso.
Il prezzo
antico
per aver
barattato ma non certo confuso
il Sogno
con l’altrui delirio!
Il prezzo
antico
con la
colpa di aver barattato un Tempio
con la
Natura che mi chiama al proprio cospetto.
Un solo
ricordo!
al resto
della ricca ciurma di reietti
giacché non
fui e sono il solo (ciò mi è di conforto).
Salvo
l’Anima
e con Lei
Dio
che l’ha
comandata riflessa nel ricordo
D’una
grande Natura!
Se vi fosse
qualche Anima in questa ciurma
a loro
dedico questa Poesia
che abbiano
cura dell’Anima della nostra Natura!
Ed a loro
dico e non certo ciarlo
elevando
esempio:
di aver
abdicato i fasti della falsa ricchezza
Con un
Inverno duro
e una
corona di spine
perché
spero di vedere sorgere di nuovo la Primavera
Per ogni
Natura persa!
La Natura
mi guarda e sorride
l’occhio di
Dio
parla dalle
sue pupille…
(Prosegue con il capitolo completo...)
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