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Di un mondo contraffatto (19)
Prosegue per...:
...l'Alaska (21)
Nel
pomeriggio si mise a piovere e tutto divenne grigio piombo. Lui andò in
anticamera, nella sua casa, e si mise il distintivo con la salamandra arancione che vi ardeva in mezzo.
Ristette
poi a guardare la bocca dell’impianto di aerazione, per molto tempo.
Sua moglie,
nella saletta della TV, interruppe la lettura del copione per alzare gli occhi
su di lui:
‘Ehi!’
disse.
‘Perché
tanto assorto?’
‘Stavo
pensando a una cosa, infatti’
rispose
Montag.
‘Volevo parlarti’
Una pausa.
‘Hai
inghiottito tutte le compresse del sonnifero, questa notte’
‘Oh,
impossibile che io abbia fatta una cosa simile’,
disse lei, stupita.
‘Eppure il
flacone era vuoto’
‘Ma è
impossibile, ti dico. Perché avrei dovuto fare una cosa simile?’
‘Forse, hai
preso due compresse, poi, dimenticandolo, ne hai preso altre due, e, dimentica
ancora, altre due, annebbiandoti talmente che hai continuato a prenderne fino
ad averne trenta o quaranta in corpo’
‘Diamine’,
osservò la
donna,
‘a quale
scopo dovrei ridurmi a fare una cosa tanto sciocca?’
‘È quello
che mi domando anch’io’,
disse lui.
Era
evidente che la donna aspettava solo di vederlo andar via.
‘Non ho
fatto nulla di simile’,
disse
fermamente.
‘E non lo
farei nemmeno in un miliardo di anni’
‘Tanto
meglio, se lo dici tu’
‘Questo è
quanto la regale signora ebbe a dire’,
disse lei
tornando al suo copione.
‘Che cosa c’è
di nuovo oggi alla TV?’
domandò lui
con aria stanca.
Questa
volta ella non alzò lo sguardo dalla lettura.
‘Questa è una commedia che trasmetteranno sul
canale pareteparete entro dieci minuti. Mi
hanno spedito per posta la parte stamattina. Scrivono un lavoro con una parte
mancante. È una nuova idea della TV. Quella che rimane in casa, cioè io, è la
parte che manca. Quando viene il momento delle battute mancanti, tutti si girano
verso di me a guardarmi dalle tre pareti ed io dico le battute. Qui, per
esempio, l’uomo dice: “Che te ne pare, di tutta questa idea, Helen?”. E intanto
guarda me, seduta qui, al centro del palcoscenico, vedi? E io rispondo,
rispondo...’…
Tacque,
seguendo col dito le righe del copione.
‘ “Oh, a me
pare che sia un’idea stupenda!” Poi la commedia va avanti normalmente fino a
quando l’uomo dice: “Sei d’accordo anche tu, Helen?” e io rispondo: “D’accordissimo!”
Non è una cosa divertente, eh, Guy?’
Montag era
sempre ritto in anticamera, e la fissava.
‘Te lo dico
io che è molto divertente’,
ella disse.
‘Ma la
commedia di che cosa tratta?’
‘Te l'ho
detto! Ci sono questi personaggi, che si chiamano Bob, Ruth ed Helen’
‘Oh’
‘Una cosa
davvero divertente. E lo sarà ancora di più quando potremo fare anche l’impianto
della quarta parete. Quanto tempo ancora credi che dovremo aspettare prima di
poter far portare via quella parete e installare una quarta parete TV? In
fondo, la spesa non supera i duemila dollari’
‘Duemila
dollari rappresentano quattro mesi della mia paga’
‘Non supera
i duemila dollari’,
ribatté
lei.
‘E penso
che alle volte potresti anche ricordarti di me. Se avessimo anche la quarta
parete, si potrebbe dire che questa camera non è più nostra, ma di ogni sorta
di gente esotica. In fondo, facendo qualche piccolo sacrificio...’
‘Stiamo già
facendo parecchi piccoli sacrifici per pagare la terza parete TV. L’abbiamo
fatta montare solo due mesi fa, non ti ricordi?’
‘Davvero?
Sono passati solo due mesi?’
Rimase a
fissarlo attentamente, seduta nel salotto della TV, per un pezzo.
‘Be’, arrivederci,
caro’
‘Arrivederci’,
disse
Montag.
Si fermò e
si volse.
‘È almeno a
lieto fine, la commedia?’
‘Non lo so,
perché non l’ho letta fino in fondo, i messaggini non sono aggiornati’
Le venne
vicino, lesse l’ultima pagina del copione, annuì, ripiegò il fascicolo e glielo
rese.
Poi uscì di
casa, e si allontanò sotto la pioggia.
Una radio
mormorò in qualche parte.
...la guerra può essere dichiarata da un momento
all’altro. Il nostro Paese è pronto a battersi in difesa dei suoi...
La Caserma
del fuoco fremette mentre un grande stormo di aerei a reazione sibilò una
singola nota passando attraverso il cielo nero del mattino. Montag batté le
palpebre. Beatty lo stava guardando come se fosse una statua di museo. Da un
momento all’altro, Beatty poteva alzarsi per girargli intorno, toccarlo,
esplorare la sua colpa e la sua sensazione di vergogna. Colpa? Che razza di
colpa era quella?
‘Sta a te
giocare, Montag’
...Montag
guardò quegli uomini dalle facce abbronzate da mille incendi reali e diecimila
fuochi immaginari, quegli uomini cui il lavoro arrossava le guance e rendeva
febbrili gli occhi, quegli uomini che fissavano fermamente le fiammelle dei
loro accendini di platino, accendendo le loro pipe nere eternamente in azione.
Essi e i loro capelli di carbone, la fronte color fuliggine, le guance
macchiate di un’ombra azzurro-cinerea, là dove si erano rasi con maggior cura; ma
la loro ascendenza si vedeva chiaramente.
Montag si
alzò con un sussulto, la bocca aperta.
Aveva mai
veduto un incendiario che non avesse capelli neri, fronte scura, volto duro,
fiero, la faccia rasa fino ad avere sfumature di un azzurro acciaio e nello
stesso tempo sembrasse non rasa?
Quegli
uomini erano tutti reclutati in base al loro aspetto oltre che alla loro
indole?
Quel color
di cenere e di fuliggine nella persona, quel perenne odor di bruciaticcio delle
pipe, quel capitano Beatty che si levava fra cirro-cumuli temporaleschi di fumo
di tabacco, Beatty che apriva un nuovo pacchetto di tabacco, gualcendone il
cellophane con un crepitio di fuoco.
Montag
guardò le carte che aveva in mano.
‘Sta...
stavo pensando. All’incendio della settimana scorsa. All’uomo alla cui
biblioteca abbiamo posto mano. Che fine ha fatto, quell’uomo?’
‘Lo hanno
portato urlante in manicomio’
‘Eppure non
era pazzo’
Beatty
dispose le proprie carte in silenzio:
‘Chiunque
creda di poter ingannare il Governo e noi è un pazzo’
disse
infine.
‘Cercavo d’immaginarmi’
riprese
Montag,
‘che cosa
si deve provare, a vedere i vigili del fuoco, intendo, bruciare la nostra casa,
i nostri libri’
‘Noi non
abbiamo libri di sorta’
‘Ma, e se
li avessimo?’
‘Tu ne hai
forse qualcuno?’
E Beatty
batté lentamente le palpebre.
‘No’
Montag
guardò alle loro spalle la parete con le liste dattiloscritte e stampate di un
milione di libri proibiti.
I loro nomi
balzavano in su come lingue di fiamme, ardendo lungo gli anni sotto la sua
ascia e la sua pompa che spargeva non acqua, ma cherosene.
‘No’
Ma nella
sua mente un gelido vento si stava levando e soffiando dalla grata d'aerazione,
a casa sua, piano piano, raggelandogli la faccia. E, ancora, rivide se stesso
in un parco verdeggiante parlare a un vecchio, un uomo straordinariamente vecchio,
e anche il vento che soffiava dal parco era gelido.
Montag esitò.
'Ma è... è
sempre stato così? La Caserma del fuoco, il nostro servizio d’incendiarii?
Oppure, una volta, molto, ma molto tempo fa...’
‘Una volta,
molto tempo fa...’
lo
interruppe Beatty.
‘Ma che
razza di discorsi fai?’
Idiota, si
disse Montag, finirai per farti scoprire.
In
occasione dell’ultimo incendio, egli aveva dato un’occhiata a una riga di un
libro di racconti...
‘Voglio
dire’
riprese,
‘che
anticamente, prima che le case fossero del tutto refrattarie agli incendi...’
Ad un
tratto, parve che una voce molto più giovane e fresca parlasse per lui. Egli
apriva la bocca ed era Clarisse McClellan che diceva:
‘I vigili
del fuoco non domavano gli incendi, anzi che rinfocolarli e provocarli?’
‘Questa sì
che è bella!’
Stoneman e
Black trassero ognuno il suo libretto del regolamento, che conteneva anche
brevi episodi storici dei Vigili del fuoco americani, e glieli posero aperti
sotto il naso, onde Montag, che pure li aveva già letti, potesse leggere:
Si decise,
nel 1790, di dare alle fiamme, nelle Colonie, tutti quei libri che si
rivelassero influenzati dagli Inglesi.
Primo
Incendiario: Beniamino Franklin.
Regola
N.1: Rispondere alla chiamata d'allarme
immediatamente.
N. 2: Appiccare subito il fuoco.
N. 3: Bruciare tutto scrupolosamente.
N. 4: Tornare senza indugio in caserma.
N. 5: Tenersi pronti nell'eventualità
di altri allarmi.
Tutti
osservarono Montag.
Questi non
si mosse. Suonò l’allarme. La campanella nel soffitto prese a calci se stessa
almeno duecento volte.
Ed ecco a
un tratto ci furono quattro sedie vuote.
Le carte caddero
per terra con un fruscio di fiocchi nevosi. Il palo di bronzo vibrava ancora.
Gli uomini
erano partiti. Montag s’era seduto sulla sua sedia. Sotto, il drago arancione
si ridestò con una serie di colpi di tosse metallici.
Montag si
lasciò scivolare lungo il palo di bronzo come un uomo in sogno.
Il Segugio
Meccanico fece un balzo nel suo canile, gli occhi ch'erano tutta una fiamma
verde.
‘Montag, ti
sei dimenticato l’elmetto!’
(lo abbiamo bruciato!)
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