Il racconto del pino (4/1)
Prosegue nella:
Sacra Terra (6/7)
Il fiume si
piegava in una larga ansa, e Mason diresse la sua muta verso la scorciatoia
attraverso la stretta lingua di terra. Ma i cani si arrestarono di fronte al
ripido argine. A più riprese scivolarono indietro, nonostante Ruth e Malemute
Kid spingessero la slitta. Poi si concentrarono in un ultimo sforzo. Le povere
bestie, deboli per la fame, ce la misero tutta.
‘Più in
alto! Più in alto!’
…La slitta
era già in bilico sul bordo della sponda, ma il cane di testa tirò sulla destra
la fila di cani che lo seguivano, inciampando nelle racchette di Mason. Il
risultato fu disastroso...
Mason finì
per terra; uno dei cani cadde impigliato nei finimenti; e la slitta rotolò
indietro trascinandosi tutto appresso....
Splash!
La frusta
si abbatté selvaggiamente sui cani, e con maggior forza su quello che era
caduto.
‘Lascia
perdere’,
Mason, implorò
Malemute Kid;
‘la povera
bestia non sta in piedi. Aspetta che attacchiamo la mia muta’.
Mason
trattenne ostentatamente la frusta fintantoché l’amico ebbe pronunciato l’ultima
parola, e poi la sferza sibilò un’altra volta, arrotolandosi completamente
intorno al corpo del colpevole.
Carmen -
perché di Carmen si trattava - si accucciò terrorizzata e tremante nella neve,
guaì pietosamente, poi rotolò sul fianco.
Fu un
momento tragico, un penoso incidente della traversata: un cane morente, due
compagni infuriati l’uno contro l’altro.
Ruth guardò
preoccupata dall’uno all’altro.
Ma Malemute
Kid li trattenne, e, gli occhi carichi di rimprovero, piegandosi sul cane,
tagliò i finimenti. Non fu pronunciata parola. Le mute vennero accoppiate e la
difficoltà superata; le slitte ripresero ad andare, mentre il cane morente si
trascinava dietro la fatica. Finché un animale è in grado di camminare, non gli
si dà il colpo di grazia, e gli si concede quest’ultima possibilità:
trascinarsi fino all’accampamento, se ci
riesce, nella speranza che sia stato ucciso un alce.
Già pentito
del suo gesto d’ira, ma troppo orgoglioso per scusarsi, Mason faticava alla
testa della processione, lungi dall’immaginare il pericolo che incombeva su di
lui.
Gli Alberi
erano fitti nel riparato fondovalle, attraverso il quale stavano aprendosi una
strada. A una quindicina di metri dalla pista si ergeva un pino maestoso. Stava
lì da secoli, e da secoli il destino lo teneva pronto per quest’ora; lo stesso
destino che aveva decretato la fine di Mason.
Egli si
chinò per legarsi un laccio del mocassino.
Le slitte
si fermarono e i cani si lasciarono andare nella neve senza un gemito. La
quiete immobile sembrava quasi soprannaturale; non un respiro percorreva la
foresta incrostata di ghiaccio: il freddo e il silenzio dello spazio esterno
avevano gelato il cuore e percosso le tremule labbra della Natura.
Un sospiro
vibrò nell’aria; più che udirlo essi lo percepirono, come premonizione di
movimento in un vuoto immobile.
Poi il
grande Albero, affaticato dal suo peso di anni e di neve recitò la sua ultima
parte nella tragedia della vita.
Mason udì l’avvisaglia
dello scricchiolio, tentò di porsi in salvo fuggendo, ma ancora non si era
rimesso in piedi che fu colpito in pieno, su una spalla.
Il pericolo
imprevisto, la morte repentina, quante volte Malemute Kid aveva dovuto
affrontarli! Gli aghi di pino non avevano ancora finito di vibrare che già era
entrato inazione e dava ordini. Né dal canto suo la giovane indiana svenne o
cominciò a lamentarsi, come avrebbero fatto molte sue sorelle bianche.
Al suo
ordine, si appoggiò con tutte le forze all’estremità di una leva improvvisata,
alleggerendo la pressione dell’albero; poteva udire i gemiti del marito, mentre
Malemute Kid attaccava l’Albero con l’accetta. L’acciaio cantava gaio
penetrando nel tronco gelato; ogni colpo era accompagnato da un profondo
respiro e dallo ‘huh!’, ‘huh!’ del boscaiolo.
Alla fine
Kid adagiò sulla neve il penoso oggetto che una volta era stato un uomo. Ma più
penosa della sofferenza del suo compagno era la muta angosciata dipinta sul volto
della donna, l’espressione incredula, in cui si mescolavano speranza e
disperazione. Si scambiarono poche parole: quelli del Nord imparano presto la
futilità delle parole, l’inestimabile valore dei fatti. A 50° sotto zero un
uomo non può giacere per molti minuti nella neve e... sopravvivere.
Furono
quindi tagliati i finimenti della slitta, e il ferito avvolto nelle pelli,
venne adagiato su un giaciglio di rami. Davanti a lui crepitava un fuoco, fatto
con lo stesso legno che aveva provocato l’incidente. Dietro e in parte al di
sopra gli venne steso un riparo primitivo, un pezzo di tela, che tratteneva e gli rimandava il
calore radiante, un trucco che
impararono a conoscere coloro che studiano la fisica alla sorgente. E gli
uomini che hanno condiviso il letto con la morte sanno quando l’ora è... suonata.
Mason aveva
tutte le ossa fracassate: bastava un’occhiata a capirlo. Rotti il braccio e la
gamba destra e la schiena; la parte inferiore del corpo paralizzata dalla vita
in giù: e con ogni probabilità anche gravi lesioni interne. Qualche raro
lamento era il suo unico segno di vita.
Nessuna
speranza.
Niente da fare.
La notte
impietosa avanzava furtiva e lenta su Ruth, chiusa nel disperato stoicismo
della sua razza e su Malemute, che aggiungeva nuove rughe sulla sua faccia di
bronzo. In effetti, Mason era quello che soffriva di meno di tutti, perché si
trovava ora nel Tennessee orientale, sulle Great Smoky Mountains, intento a
rivivere scene della sua fanciullezza. E più patetica di tutto era la melodia
del dialetto del Sud, da lungo tempo dimenticato, mentre delirava di nuotate
nelle marrane e caccie al racoon e furti di meloni.
Era arabo
per Ruth, ma Kid capiva e sentiva rimescolarsi dentro, provava ciò che può
provare soltanto chi è stato tagliato fuori, per anni, da tutto ciò che
significa civiltà..
Al mattino
l’uomo colpito riprese conoscenza, e Malemute Kid si chinò più vicino per
afferrare i suoi bisbigli.
‘Ti ricordi
quando ci incontrammo sul Tanana quattro anni fa per la corsa sul ghiaccio? Non
mi importava tanto di lei allora. Era carina, certo, e la cosa era emozionante.
Ma sai, ci ho pensato molto. E’ stata una buona moglie sempre al mio fianco nei
momenti difficili. E nel commercio, nessuno la batte! Ti ricordi quando
affrontò le rapide di Moosehorn per tirarci giù da quella roccia, mentre le
pallottole frustavano l’acqua come grandine? E il periodo della carestia a
Nuklukyeto? O quando correva, sul fiume ghiacciato per portare le notizie? Sì,
è stata una buona moglie per me, meglio dell’altra. Non sapevi che mi era già
capitato? Non te l’avevo mai detto, eh? Be’, ci avevo provato una volta, giù
negli Stati Uniti. E’ per questo che sono qui. Eravamo pure cresciuti insieme.
Sono venuto via per darle la possibilità di ottenere il divorzio.
L’ha avuta.
Sono un
uomo finito, Kid....
Tre o
quattro sonni al massimo.
Tu devi proseguire...
Io ti
supplico, come ultimo desiderio, di andare avanti...
Dammi tre
giorni…
…implorò
Malemute Kid…
No.
Solo tre
giorni.
Devi
proseguire!
Devi
proseguire!...
Un giorno!
No, no! Ti
ordino...
Solo un
giorno. Con il cibo ce la possiamo fare, e poi potrei imbattermi in un alce.
No... va
bene; un giorno, ma non un minuto di più...
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