giuliano

martedì 8 giugno 2021

POST MORTEM (16)

 










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& con uno strumento per fare strumenti (19/20)







 

Anche una successiva petizione presentata alle autorità civili genovesi, che a loro volta dovevano far capo a Torino al Ministero degli Interni (un certo Bosio Matteo Salvo il quale più volte espresse la volontà di non voler né sentir il nome quanto il demoniaco suono del liuto, optò per feste e festini più agevoli al proprio carattere…) e in extremis allo stesso Carlo Alberto, non sortì lo scopo perseguito con tanta alacrità dagli eretici amici del Maestro.

 

D’altra parte la Chiesa, dopo il periodi di interregno napoleonico, che aveva limitato grandemente le sue ingerenze nei poteri temporali dello Stato, con l’avvento del regime monarchico, era riuscita a riconquistare senza fatica l’esercizio del proprio potere trovando un buon alleato nel Sovrano, che nel 1831 era successo a Carlo Felice il quale era ben noto per le proprie crisi mistiche.




Tale fu la convivenza nel paradossale Stato di cose, giacché intervennero più noti e malfamati gestori di locali da ballo con annesse orchestre, che addirittura si vietò alla stampa di scrivere ‘qualsiasi articolo relativo a Paganini e il proprio Liuto nominato Gesù…’.

 

Infatti nei primi necrologi e le prime commemorazioni vengono pubblicati all’estero, ed intanto la questione continua a trascinarsi senza risoluzione alcuna; un nuovo e successivo ricorso presentato al Senato di Nizza non riesce a modificare l’increscioso stato di cose.

 

A questo punto non rimane che rivolgersi al Papa.




Un noto legale viene incaricato nella persona dell’Avvocato Castellini, di recarsi presso la sede Vaticana, accompagnato dal figlio del Maestro, nell’ultima speranza che l’intervento della massima autorità della Chiesa riesca a mutare una situazione invalicabile.

 

Il Pontefice, diplomaticamente, a sua volta, conferisce l’incarico all’Arcivescovo di Torino e ad altri prelati con l’intento di esaminare a fondo la ‘vertenza’ e di emettere un parere.

 

Frattanto la povera salma terrena del Maestro subisce altri traslochi, dalla cantina del Conte, viene trasferita al Lazzaretto di Villafranca, e da lì provvisoriamente inumata nei pressi di un frantoio in attesa che le autorità emettano il nulla osta per il suo trasferimento a Genova.



Nel 1844 il Governo Sardo (per concessione del De Andrade) concede la sospirata autorizzazione, autorizzazione, però concessa sottostante al limite e vincolo, nel quale l’arrivo e trasporto di suddetto cadavere si eviti, per quanto possibile, ogni forma di pubblicità (in ricordo sia della persona che delle indegne note da lui offerte…), e si tenga, leggiamo testualmente per ordine dello Stato (italiano), suddetto caso ed evento celato al pubblico.

 

Il trasloco della salma - assume dunque - connotati con tutte le caratteristiche di una operazione ‘segreta’, come la traduzione di un ‘prigioniero’ importante che potrebbe essere ancora in grado di nuocere (con la propria Armonia…) all’intera collettività (nel perenne ballo in maschera dal capocomico dispensato). In realtà i poveri resti del Maestro sballottati senza requie dai posti più impensati non erano in grado di nuocere (semmai il contrario) a nessuno; il peggior torto che si poteva arrecare alla Musica del Maestro, morto dopo inenarrabili vicissitudini storiche, da far impallidire qualsiasi cristiano (compresa ogni superiore e più fiera Bestia, giustamente dal Maestro sempre nominata e per sempre, con lo schifo della platea, celebrata…), sino all’Atto finale imbandito dal capocomico Primo Ministro in persona.




Emettendo un verdetto inappellabile il Vescovo di Nizza, in fondo, veniva a schierarsi con quei detrattori del Maestro, i quali basavano le proprie accuse su fatti inesistenti e mai accertati, solo incaricati da innominati terzi al fine di estorcere non solo denaro, ma anche l’inconsueta capacità creativa, delegata a piccoli mentecatti - o meglio - più illustri dotti (e per sempre odierni) ciarlatani!  

 

Annoveriamo fra questi la ben nota Faccia Tonda accompagnata dall’intera banda capeggiata dal più noto Monipodio (e il suo strano governo…).

 

[……]


(Prosegue con suddetta Salma accompagnata da un Medico... )








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