lunedì 27 maggio 2013
IL PRINCIPE AL SANT' ELIA (2)
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il Principe al Sant'Elia
...Nel pomeriggio del giorno stesso alle tre partirono per San
Francisco le guide con parte delle casse.
Da Boston era venuto incontro al Principe il prof. Fay che,
gentilmente, offriva alla spedizione la più larga assistenza,
occupandosene con molta sollecitudine.
Sapemmo da lui che il signor Bryant era partito per l'Alaska
un paio di settimane prima del nostro arrivo. Ci fermammo
a New York un giorno solo, e la mattina del 30 maggio il tre-
no diretto della 'Pennsylvania Co.' ci trasportava rapidamente
verso Chicago e San Francisco.
Il treno attraversava villaggi e città a tutto vapore, in mezzo
alle case, quasi sempre senza ripari, suonando a distesa una
campana d'avviso.
Di giorno e di notte se ne sente il suono caratteristico quan-
do si passa per luoghi abitati o si entra nelle stazioni. La cam-
pagna, dapprima piana, povera di alberi e coltivata a cereali,
diventa presto accidentata, con numerosi cottages, fresche
casette all'ombra di macchie d'alberi; poi addirittura monta-
gnosa, con grandi valli a declivii poco ripidi coperti di foreste.
Passammo senza accorgecene da uno Stato dell'Unione all'al-
tro, e la mattina del 31 ci trovammo a Chicago, dove il cam-
biamento di treno ci diede qualche ora per visitare i famosi
macelli negli 'Stock Yards', vera ecatombe di bestiame, e per
assistere alla grande sfilata militare che ha luogo ogni anno
nel giorno anniversario della guerra di secessione.
La sera si ripartiva per svegliarci il 1° giugno presso la riden-
te Omaha, sulle rive del Missouri, che scorre maestoso fra
ricche praterie cosparse di gruppi d'alberi, animate da nume-
rosi armenti.
Presto si comincia a salire grdatamente verso le Montagne
Rocciose. L'erba va facendosi più rada, finché la prateria è
sostituita da una immensa distesa ondulata di sabbia gialla-
stra, coperta da macchie di bassi cespugli spinosi.
Si sale per una serie di terrazze a pendìo dolce, terminate
verso la pianure da bastioni a picco, coi margini frastagliati
pei solchi che v'hanno scavato le pioggie.
Quella sera e la mattina dopo fece fresco, anzi cadde un po'
di nevischio sulla cima del colle, a 2512 metri sul mare. Ma
valicata la catena trovammo di nuovo il caldo.
A San Francisco riprendemmo il lavoro di preparazione.
Bisognava provvedere al vettogliamento della carovana se-
condo i piani che S.A.R. ci aveva minutamente esposto, fis-
sandone tutti i particolari, durante il viaggio in ferrovia.
Presto il salotto del Principe fu riempito di campioni di gal-
lette, di carne in scatola, di minestre e vegetali conservati,
latte condensato, cioccolata, ecc.
Si gustava tutto, scegliendo le cose che pareva dovessero
stancare meno nella monotonia di vitto che ci attendeva.
Poi, riunita ogni cosa, lavorammo col Principe un giorno
intero fino a tarda ora, per formare 50 razioni, ognuna del-
le quali doveva contenere tutto quello che era necessario
a dieci uomini per un giorno.......
(Filippo de Filippi, La Spedizione di S.A.R. il duca degli
Abruzzi al monte Sant'Elia)
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