giuliano

giovedì 6 settembre 2018

DA UNA REGIONE COSMICA ALL'ALTRA (8)


















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Da una regione cosmica all'altra (9)













...Indipendentemente, e poi dimostra le proprietà di questi oggetti usando l'analisi logica. Così, l'intuizione matematica è un mezzo per un fine cognitivo, non semplicemente una fonte di finzioni della mente. Come dice il matematico e filosofo Renè Thom, 'La voce della realtà è nel senso dei simboli'.
Anche nel caso di Godel si riscontra un intreccio tipicamente platonistico di un concetto oggettivo di realtà con un tipo di percezione extrasensoriale di idee platoniche astratte. Per Godel non vi erano più ragioni per dubitare dell'esistenza degli oggetti dei suoi studi di quante ne avessero i fisici per dubitare della realtà degli oggetti materiali su cui vertevano le loro ricerche. Questi oggetti matematici devono dunque esistere fuori dallo spazio e dal tempo, e non c'è da stupirsi del fatto che Godel, più tardi, cominciò a interessarsi di percezioni extrasensoriali di trasmigrazione delle anime e di occultismo in tutte le sue varianti.
(Casti/DePauli, Godel, Raffaello Cortina Ed.)



…E' stato scritto nelle sinistre prime ore della cupa mattina di ‘Ognisanti’, il che potrebbe dar conto del tono e dell'atmosfera. Presenta il concetto, accettabile per la mente ortodossa (non per quella Eretica…), che gli incubi costituiscano la punizione inflitta all’anima per colpe commesse in una precedente incarnazione, forse milioni di anni prima…. 






NEMESI


Oltre le cupe soglie del sopore
vigilate da ‘simmetrie prima del Tempo’
Dio prima di Dio…
e
oltre i notturni abissi della luna,
ho vissuto esistenze senza numero,
ho sondato ogni cosa col mio
sguardo
e grido disperato ad ogni aurora
perché divento folle di terrore.
Ruotavo con la Terra al suo mattino,
quando il cielo era un turbine di 
fiamma;
ho vissuto il cosmo oscuro spalancarsi
là dove neri mondi vagan senza
scopo,
vagano nell'orrore inavvertiti,
senza fama né nome né
coscienza.
Ho aleggiato sui mari sconfinati,
sotto sinistri cieli grigio-piombo,
lacerati da fòlgori improvvise,
fra tuoni come grida di terrore,
coi gemiti di dèmoni invisibili
emersi dalle acque di
smeraldo.
Come un daino ho sostato sotto gli
archi
delle grandi foreste primordiali,
ove s'avverte la Presenza Immonda,
in luoghi dagli spettri anche
evitati,
alla Casa che Avvinghia
son sfuggito, a Colei che
sogghigna dietro i rami.
Sui monti crivellati di caverne
che si levano squallidi dal piano
ho bevuto acque infette dalle rane,
che filtran dagli stagni e dagli scoli;
ed in fonti maledette ho
visto cose che non oso dire.
Ho visto un gran palazzo cinto
d'edera,
nelle sue sale vuote sono entrato,
dove la luna alta sulle valli
proietta strane ombre sulle mura:
apparenze deformi ed intrecciate, il
cui ricordo non oso
richiamare.
Ho spiato dubbioso nelle case,
da giardini in rovina circondate,
di un villaggio maledetto cinto
da un lugubre terreno sepolcrale:
e dai lunghi filari d'urne bianche ho
ascoltato levarsi voci arcane.
Ho sostato fra tombe di millenni,
ho volato su vette di terrore
là dove infuria l'Erebo fumante,
dove s'ergono picchi desolati;
e in regni dove il sole del deserto
consuma ciò che mai può
rallegrare.
Ero già vecchio quando i Faraoni
salirono sul trono presso il Nilo;
ero vecchio nell'epoca lontana
in cui io solo davo corpo al male,
ed innocente aveva sede l'uomo
nell'isola felice dell'Antartide.
Oh, grande fu la colpa del mio
spirito,
e atroce è la vendetta del destino.
Né la pietà del Cielo può placarmi,
né il sepolcro può darmi alcun
riposo:
da ère interminate per me battono le
ali d'un dolore sconfinato.
Oltre le cupe soglie del sopore,
vigilate dagli Dèi prima di Dio
oltre i notturni abissi della luna,
ho vissuto esistenze senza numero,
ho sondato ogni cosa col mio
sguardo
e grido disperato ad ogni aurora perché
divento folle dal terrore.
(Lovecraft)


   

SIG. BAUMANN: Non potrebbe significare che l'animale esprime movimento, mentre l'albero è autosufficiente, immobile? Possiede la perfezione. In questo senso forse esprime meglio la spiritualità rispetto all'animale che si muove nello spazio. 
DOTT. JUNG: Sì, sebbene ‘spiritus’ significhi vento e animus respiro, che anch'esso si muove. Un fortunale potrebbe essere paragonato a dei cavalli al galoppo, per esempio; per le cose spirituali abbiamo simboli animali.... 














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